Dopo l'espulsione dalla La7 di Luttazzi qualche ipotesi sui suoi
effettivi mandanti, dato che non è credibile il pretesto
addotto, ossia qualche espressione, peraltro in seconda serata, certo
non più volgare di quelle che si possono ascoltare in
televisione pure in fasce orarie considerate "protette".
A tale tesi possono far finta di credere soltanto intellettuali
perbenisti come Adriano Sofri e Michele Serra, ai quali il vecchio
Totò avrebbe potuto replicare: Ma mi faccia il piacere!
Innanzitutto, va osservato che, prima del pezzo "irriguardoso"
pronunciato nei confronti di Giuliano Ferrara, Dell'Utri, Berlusconi,
Previti e Santanchè, Luttazzi aveva chiesto: "come si può
sopportare che, dopo una guerra che ha visto 3.500 Americani morti,
85.000 Iracheni morti, Berlusconi, che è corresponsabile, possa
dire che in fondo lui era contrario alla guerra?".
Inoltre, da un'intervista allo stesso autore satirico, pubblicata su Il
Manifesto del 9 dicembre scorso, apprendiamo gli argomenti della
puntata preventivamente censurata del programma Decameron; tra questi
"C'è un monologo iniziale di 20 minuti, tutto dedicato
all'enciclica di papa Ratzinger e alle ingerenze della chiesa vaticana
negli affari dello stato italiano, diritti civili, eutanasia,
staminali... Battute e riferimenti a casi concreti, ovviamente. E poi
c'è il tema della libertà religiosa, delle religioni che
per me sono un plagio di massa. E poi nella seconda e terza parte del
programma la religione si intreccia con l'analisi di temi legati al
matrimonio. Ci sono i Cus con altri siparietti legati a vicende
sentimentali, alla fecondazione artificiale".
Politica di guerra e potere della chiesa, evidentemente, pesano di più persino di Ferrara.
Questioni che, invece, Benigni si era ben guardato dal mettere in
discussione nel suo spettacolo televisivo, giungendo ad equiparare
"Nazismo, fascismo e comunismo", mettendo così sullo stesso
piano Himmler, Starace e Gramsci.
Proprio lui. che ha iniziato la propria carriera artistica all'ombra
del Pci di Berlinguer, avrebbe almeno potuto usare il termine
"stalinismo" invece, facendo proprie le tesi revisioniste, si è
adeguato al pensiero dominante, offendendo tra l'altro la memoria di
tanti partigiani che hanno combattuto il nazifascismo.
Avrebbe potuto mandare all'inferno anche il capitalismo, tra i regimi
che ancora oggi provocano miseria e morte per milioni di persone;
invece ha scelto di lanciarsi in un'imbarazzante esaltazione del "genio
italico" che avrebbe potuto benissimo concludersi con un Forza Italia.
Quello che però non finisce mai di meravigliare è
l'atteggiamento acritico della maggioranza del pubblico/elettorato di
sinistra: si diverte e applaude le scontate battute di Benigni sul
Cavaliere, ma non ha niente da obiettare sul fatto che il comico
toscano utilizzi e veicoli la stessa propaganda berlusconiana,
storcendo invece il naso per il linguaggio troppo hard di Luttazzi.
Davvero, questo sì, un brutto spettacolo.
anti