Mercoledì 12 dicembre 2007
Ore 9,25: in corso ci sono i blocchi dei camionisti sulle autostrade.
Mi vengono in mente alcune cose, se vogliamo banali, ma sono queste:
1) Sulle loro ragioni: conosco poco la loro situazione. Credo che
per la maggior parte si tratti dei cosiddetti "padroncini", ovvero di
piccoli proprietari di camion (spesso uno solo) che lavorano per mono -
committenti o per pochi committenti. I loro margini di guadagno sono
proporzionalmente diminuiti, in maniera inversamente proporzionale alla
quantità di ore lavorate, a causa di diversi fattori
a) Costi di esercizio: benzina, autostrade, ricambi, manutenzione etc.
b) Controllo pressoché totale, in regime di monopolio, delle
ditte consegnatarie: questo significa che se lavorano per un sola
azienda, questa decide, ipso facto, i costi del servizio. La situazione
sopraccitata comporta, come per molti "liberi professionisti", una
condizione di passaggio dalla libera professione ad una professione, di
fatto, subordinata. Con l'aggravante dei costi della gestione autonoma.
2) Credo che i promotori dello sciopero siano politicamente tendenti a
destra, per connotazione imprenditoriale e culturale. Questo non
significa che abbiano riferimenti politici definiti e definibili, dal
momento che sono tutti, sia a destra che a sinistra, uomini e donne
d'ordine, e quindi contro la loro forma di protesta (i giornali
sinistrorsi come "La Repubblica" sono proverbiali a tale proposito).
3) La loro lotta fa ragionare contemporaneamente su tre livelli:
a) Le due opzioni delle sviluppo capitalistico nostrano:
- Il trasporto merci è solo su strada (94% circa) per scelte
passate presenti e future di Governanti e Politicanti di pessimo
livello, che hanno smantellato il servizio ferroviario pubblico,
già in messo in brutte acque, e, contemporaneamente reso
sostanzialmente inutilizzabile e per i costi in continuo aumento e per
l'inefficienza oramai proverbiale il servizio ferroviario privato della
cosiddetta Trenitalia e delle sue sorelle.
- Allo stesso tempo questi mediocri affaristi della Politica sviluppano
superprogetti, come l'Alta Velocità, che probabilmente
serviranno solo a loro, ai loro sgherri ed alle merci per sollazzarsi
(nonché per distribuirsi un po' di lavori e un po' soldi: sempre
tra amici s'intende).
b) Il metodo: l'efficacia, non nuova, delle azioni dirette, concordate
solo tra lavoratori, non cogestite a livello Istituzionale e/o
Sindacale (per quanto riguarda CGIL CISL e UIL) e contro la
legislazione di regolamentazione sindacale vigente. Questo anche per
dire che se il sindacalismo di base ha la sua ragione d'essere, non
è per emulare i Grandi Fratelli di settore, quanto di mettere in
moto forme, metodi e contenuti che si distanzino fortemente dalla
ritualità (compresi gli scioperi generali annuali) che abbiamo
conosciuto sino ad ora. L'azione diretta e la rottura non solo formale
delle regole esistenti possono essere uno stimolo a proseguire nella
direzione auspicata.
c) L'anarchismo ha molto da dire: innanzitutto sulla socializzazione
dei mezzi di produzione (il comunismo). Poi sui metodi decisionali
(anarchismo) ed infine sui modelli (che cosa produrre e non produrre,
perché produrre, cosa scambiare, quanto produrre, dove produrlo
etc.).
Pietro Stara