Umanità Nova, n.42 del 23 dicembre 2007, anno 87

Sciopero dei camionisti: riflessioni a margine. Trasporti affari precarietà


Mercoledì 12 dicembre 2007
Ore 9,25: in corso ci sono i blocchi dei camionisti sulle autostrade.

Mi vengono in mente alcune cose, se vogliamo banali, ma sono queste:

1) Sulle loro ragioni: conosco poco la loro situazione. Credo che per la maggior parte si tratti dei cosiddetti "padroncini", ovvero di piccoli proprietari di camion (spesso uno solo) che lavorano per mono - committenti o per pochi committenti. I loro margini di guadagno sono proporzionalmente diminuiti, in maniera inversamente proporzionale alla quantità di ore lavorate, a causa di diversi fattori
a) Costi di esercizio: benzina, autostrade, ricambi, manutenzione etc.
b) Controllo pressoché totale, in regime di monopolio, delle ditte consegnatarie: questo significa che se lavorano per un sola azienda, questa decide, ipso facto, i costi del servizio. La situazione sopraccitata comporta, come per molti "liberi professionisti", una condizione di passaggio dalla libera professione ad una professione, di fatto, subordinata. Con l'aggravante dei costi della gestione autonoma.

2) Credo che i promotori dello sciopero siano politicamente tendenti a destra, per connotazione imprenditoriale e culturale. Questo non significa che abbiano riferimenti politici definiti e definibili, dal momento che sono tutti, sia a destra che a sinistra, uomini e donne d'ordine, e quindi contro la loro forma di protesta (i giornali sinistrorsi come "La Repubblica" sono proverbiali a tale proposito).

3) La loro lotta fa ragionare contemporaneamente su tre livelli:
a) Le due opzioni delle sviluppo capitalistico nostrano:
- Il trasporto merci è solo su strada (94% circa) per scelte passate presenti e future di Governanti e Politicanti di pessimo livello, che hanno smantellato il servizio ferroviario pubblico, già in messo in brutte acque, e, contemporaneamente reso sostanzialmente inutilizzabile e per i costi in continuo aumento e per l'inefficienza oramai proverbiale il servizio ferroviario privato della cosiddetta Trenitalia e delle sue sorelle.
- Allo stesso tempo questi mediocri affaristi della Politica sviluppano superprogetti, come l'Alta Velocità, che probabilmente serviranno solo a loro, ai loro sgherri ed alle merci per sollazzarsi (nonché per distribuirsi un po' di lavori e un po' soldi: sempre tra amici s'intende).
b) Il metodo: l'efficacia, non nuova, delle azioni dirette, concordate solo tra lavoratori, non cogestite a livello Istituzionale e/o Sindacale (per quanto riguarda CGIL CISL e UIL) e contro la legislazione di regolamentazione sindacale vigente. Questo anche per dire che se il sindacalismo di base ha la sua ragione d'essere, non è per emulare i Grandi Fratelli di settore, quanto di mettere in moto forme, metodi e contenuti che si distanzino fortemente dalla ritualità (compresi gli scioperi generali annuali) che abbiamo conosciuto sino ad ora. L'azione diretta e la rottura non solo formale delle regole esistenti possono essere uno stimolo a proseguire nella direzione auspicata.
c) L'anarchismo ha molto da dire: innanzitutto sulla socializzazione dei mezzi di produzione (il comunismo). Poi sui metodi decisionali (anarchismo) ed infine sui modelli (che cosa produrre e non produrre, perché produrre, cosa scambiare, quanto produrre, dove produrlo etc.).

Pietro Stara

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