Il 2 gennaio il Corriere della Sera ha dedicato un'intera pagina
alla diminuzione del numero degli omicidi nella città di New
York. Secondo i dati riportati dal quotidiano milanese, nel 2007 a New
York ci sarebbero stati solo 494 omicidi, "la cifra più bassa
degli ultimi 40 anni". Il paginone è tutto un lungo peana in
favore della "tolleranza zero" promossa dall'ex sindaco Rudolph
Giuliani che sarebbe riuscito in pochi anni a trasformare in una
città "sicura" NYC che prima della sua "provvidenziale" elezione
era invece una delle metropoli più violente del mondo. In cosa
consiste la "tolleranza zero" lo spiega in un riquadro lo scrittore Gay
Talese che attribuisce la diminuzione degli omicidi nella sua
città al fatto che... all'inizio del suo mandato Giuliani
mandò la polizia ad arrestare i lavavetri che "infastidivano gli
automobilisti" (un po' come aveva provato a fare, senza successo, la
giunta centrosinistra di Firenze qualche mese fa'). Tanto per far
capire ai propri lettori che la logica abita in un altro pianeta, tutto
l'articolo del Corrierone è dedicato più o meno d'altra
parte a far credere ai propri ingenui lettori che possa esistere un
qualche legame tra la diminuzione dei morti assassinati e le norme
contro "i teppisti, i graffitari, i piccoli atti di vandalismo" ed
appena un piccolo cenno è riservato alle norme sul porto d'armi
che a New York sono più rigide che nel resto degli USA (e che
secondo quegli sprovveduti del New York Times sono state il fattore
determinante che ha portato alla riduzione degli omicidi).
Il pennivendolo che ha scritto l'articolo non spiega che grazie alla
politica di "tolleranza zero" a New York in pochi anni sono diventati
reati per cui è previsto l'arresto obbligatorio (che negli USA
significa dover passare almeno una notte in cella prima di poter essere
liberati sotto cauzione o dopo aver pagato una multa) cose come suonare
strumenti musicali all'aperto, ballare in spazi non autorizzati,
attraversare la strada fuori dalle strisce pedonali, fumare in luoghi
no smoking, pettinarsi o tagliarsi le unghie in metropolitana o in
edifici pubblici, viaggiare sui mezzi col biglietto scaduto da
più di 15 minuti, mangiare nella sale d'attesa degli ospedali
etc. Il poeta newyorkese John Giorno ha scritto che la tolleranza zero
è "il nome del nuovo nazismo" per ripulire le strade da tutti
quelli che non rientrano nel clichè dei "nuovi ariani" che
pensano solo a lavorare, guardare la televisione e aspettare di
santificare la domenica con la messa al mattino e la partita di
baseball in TV al pomeriggio.
D'altra parte, l'articolo parla di New York, ma solo per dare l'esempio
all'Italia e i successi contro la criminalità di Giuliani e del
suo successore Bloomberg sono citati per indicare la strada maestra
contro il crimine, quella "tolleranza zero" di cui si riempiono la
bocca i politicanti e i pennivendoli di regime.
Gli ingenui lettori del Corriere della Sera, però, possono
credere ai miracoli della "tolleranza zero" solo a patto di non fare un
paio di conti. Se li facessero, scoprirebbero delle cose interessanti.
Visto che i dati dell'articolo si riferiscono all'area metropolitana di
New York (8,2 milioni di abitanti), paragonando queste cifre con
l'Italia (57,8 milioni di abitanti, circa 7 volte di più), si
potrebbe facilmente scoprire che per eguagliare i successi contro il
crimine della Grande Mela in Italia dovrebbero avvenire meno di 3458
omicidi. Ma in Italia dal primo gennaio al 26 dicembre 2007 sono
avvenuti soltanto 593 omicidi e non si capisce proprio che buon esempio
si possa prendere da un posto dove il tasso di morti ammazzati è
più di 6 volte maggiore...
Articoli come quello del Corrierone fanno parte di quella incessante
campagna securitaria che vuole convincere i cittadini italiani di
vivere in una specie di regno del crimine contro cui l'unica soluzione
sono leggi più severe e più polizia. È un'opera di
disinformazione scientifica, degna del KGB ai tempi dell'Unione
Sovietica e condotta senza il minimo senso del pudore dai media di
regime. A questo proposito è piuttosto significativa la vera e
propria censura degli ufficialissimi dati del Ministro degli Interni
sul crimine in Italia nel 2007. Il 27 dicembre scorso sono stati resi
noti i dati "sull'andamento semestrale della criminalità e
dell'azione di contrasto in Italia" e confrontati con quelli relativi
all'arco temporale che va dal 2° semestre 2005 alla fine del 2007.
Tra il primo e il secondo semestre dello scorso anno sono stati in
diminuzione gli omicidi (277 nel secondo semestre contro i 316
registrati nei primi sei mesi del 2007), le lesioni dolose (27.222
rispetto alle 30.507 del primo semestre 2007), le violenze sessuali
(2.057 contro 2.421), i furti (771.694 rispetto agli 833.760 dei primi
sei mesi dell'anno), le rapine (22.675 contro 26.448), i danneggiamenti
e gli incendi dolosi (188.645 contro 198.192) e le estorsioni (2.658
contro 3.144). Alla diminuzione del crimine, corrisponde peraltro un
aumento degli arresti e delle denunce. Nel secondo semestre del 2007
è aumentato, rispetto agli ultimi sei mesi del 2006, il numero
complessivo delle persone denunciate o arrestate. Sono infatti 398.014
alla fine dello scorso anno contro i 368.921 dello stesso periodo del
2006. In particolare, gli arresti sono stati 71.174 (mentre, nel
secondo semestre 2006, erano stati 61.058). Potrebbero essere notizie
abbastanza clamorose in un paese in cui secondo i sondaggi la
principale preoccupazione dei cittadini è "la delinquenza", ma
sono state sistematicamente relegate tra le "brevi" dei giornali e dei
Tg. Altrimenti le persone potrebbero iniziare a porsi qualche domanda
di troppo: com'è possibile che diminuiscano i reati ed aumentino
gli arresti? Non è che invece di preoccuparsi di questo
allarme-crimine di cui ci riempiono la testa bisogna iniziare a
preoccuparci della nostra libertà?
Intanto, l'Italia è già oggi il paese al mondo che ha
più poliziotti in rapporto alla popolazione (559 ogni 100mila
abitanti, una cifra superata solo da Malta e Kuwait che però non
hanno esercito)...
robertino