Umanità Nova, n.1 del 13 gennaio 2008, anno 88

Inform@zione


Trapani: a otto anni dalla strage del Cpt

Anche quest'anno, in occasione dell'ottavo anniversario della strage nel Centro di permanenza temporanea "Serraino Vulpitta", il Coordinamento per la Pace di Trapani ha organizzato una due giorni di iniziative per ricordare tutte le vittime dell'immigrazione e delle frontiere e rinnovare l'impegno e la lotta contro tutte le leggi razziste e per la chiusura di tutti i CPT.
Venerdì 28 dicembre, anniversario del tragico rogo in cui persero la vita Rabah, Nashreddine, Jamel, Ramsi, Lofti, Nasim in seguito a un tentativo di fuga, militanti antirazzisti e cittadini solidali provenienti da Trapani, dalla provincia e da Palermo hanno tenuto un presidio di circa tre ore davanti il CPT per esprimere la propria vicinanza e solidarietà agli immigrati reclusi. Per tutto il pomeriggio, un piccolo ma potente sound-system ha sparato musica che i migranti hanno dimostrato di apprezzare salutandoci e applaudendo.
In seguito, gli antirazzisti hanno dialogato con i reclusi che hanno fornito il solito quadro desolante delle condizioni di vita all'interno del CPT: scarsa qualità del cibo somministrato, inadeguatezza e mancanza di riscaldamento degli ambienti e dell'acqua corrente. E poi, storie personali che danno la misura precisa del dramma vissuto da chi, per esempio, viene sbattuto in un CPT dopo quindici anni di permanenza regolare in Italia per il solo fatto di non aver potuto rinnovare il permesso di soggiorno; o da chi si ritrova a essere "clandestino" pur essendo sposato con un'italiana in attesa di un figlio; o da chi viene scoperto a lavorare in nero in campagna e viene condannato per questo alla detenzione amministrativa in attesa di espulsione. L'amarezza nelle parole degli immigrati era palpabile così come la loro aperta condanna delle leggi italiane che rendono possibili questi soprusi quotidiani. Gli antirazzisti in piazza hanno espresso la loro vergogna per l'esistenza di strutture come il "Vulpitta" ma hanno ribadito ai detenuti il loro impegno affinché i CPT siano chiusi al più presto perché si tratta di una battaglia di libertà nella quale siamo coinvolti tutti, italiani e non italiani.
Sabato 29 dicembre presso l'antico Palazzo della Vicarìa a Trapani si è tenuto un incontro pubblico sul tema "I flussi migratori tra sfruttamento, repressione e derive razziste" alla presenza di molte persone che hanno addirittura riempito la sala conferenze. L'incontro è stato arricchito dalla partecipazione di Gabriele Del Grande, fondatore di "Fortress Europe", che ha presentato il suo ultimo libro "Mamadou va a morire. La strage dei clandestini nel Mediterraneo".
La discussione ha affrontato e analizzato molti argomenti: le dinamiche dei flussi migratori, le ragioni profonde legate alle fortissime sperequazioni tra Nord e Sud del mondo, le politiche repressive degli stati e dei governi funzionali alla tutela degli interessi padronali, il dilagante razzismo presente nella società, fomentato dai media e dalla classe politica con campagne allarmistiche e di emergenza securitaria, la cruda descrizione del CPT "Vulpitta" attraverso l'esperienza diretta di chi vi ha fatto ingresso, la necessità di tenere alta l'attenzione su ciò che accade nei CPT e alle frontiere.
È stato ribadito che più le lotte saranno autorganizzate e indipendenti e più ampi saranno i margini di successo in vista di un miglioramento delle condizioni attuali degli immigrati e, soprattutto, dell'unico obiettivo davvero irrinunciabile: l'abolizione delle leggi razziste e la chiusura dei Centri di permanenza temporanea.
TAZ laboratorio di comunicazione libertaria (da un comunicato del Coordinamento per la Pace)

Udine: 36 denunce per occupazione

Il 2 giugno del 2006 quasi un centinaio di compagni e compagne anarchici e libertari provenienti da tutta la regione strapparono al degrado uno stabile abbandonato da anni di proprietà delle ferrovie in via Scalo Nuovo.
L'azione era la risposta allo sgombero ormai prossimo dello storico Centro Sociale Autogestito di via Volturno.
Da quel giorno via Scalo Nuovo da una discarica qual era diventata è rinata ed è stata il fulcro di numerose iniziative: dalle assemblee NOTAV ai concerti, dalle presentazioni di libri alla distribuzione di materiale anarchico e altro ancora.
Ad un anno e mezzo di distanza 36 compagni/e (per la maggior parte friulani ma anche di Trieste, Pordenone e del goriziano) hanno ricevuto la denuncia per "occupazione abusiva". Da quel che si sa sono state proprio le ferrovie (nonostante non abbiano mai richiesto lo sgombero del centro sociale) a fare pressioni sulla procura affinché le denunce andassero avanti. Subito il centro sociale ha diffuso un comunicato stampa (vedi il sito www.info-action.info) e a questa vicenda repressiva sono state dedicate le tradizionali iniziative della festa anti-natalizia e del pignarul.
Di sicuro questo attacco non ci fermerà nel difendere e ampliare i nostri spazi di libertà.
Uno dei denunciati

Milano: sciopero alla Comedil

Il 21 dicembre uno sciopero ha bloccato la produzione alla Comedil. Pubblichiamo la cronaca della giornata tratta dal comunicato di solidarietà con i lavoratori della Comedil in lotta contro 5 licenziamenti emesso dalla Comm. Lavoro della Federazione anarchica milanese.
Lo sciopero spontaneo dei 60 operai il 21 dicembre ha fermato per l'intera giornata la produzione, con il relativo blocco delle merci, alla Comedil di Cusano Milanino (Mi), azienda del gruppo statunitense Terex che produce gru per cantieri.
I motivi dello sciopero: la mancata assunzione di 5 lavoratori "interinali", dell'agenzia Adecco, ai quali il responsabile dell'ufficio del personale, nella persona del sig. Marchetto, aveva assicurato l'assunzione dopo un periodo di prova, per cui alcuni di loro avevano lasciato lavori con contratti a tempo indeterminato.
Tutto questo mentre è previsto il raddoppio di produzione, dalle attuali 600 alle 1200 gru all'anno.
Menzognera pertanto è la giustificazione di "assenza di mercato" addotta dall'azienda per i cinque licenziamenti.
L'obbiettivo vero è quello di creare le condizioni di ricatto per il massimo sfruttamento dei lavoratori e di perdita completa dei loro diritti, di cui la recente tragedia dei sette operai morti alla Thyssenkrupp è un evidente risultato. Il 2007 si è concluso in Lombardia con 200 morti sul lavoro in un anno, una strage il cui prezzo più alto per numero lo pagano i lavoratori stranieri.
La lotta degli operai della Comedil rappresenta una significativa risposta contro la precarizzazione selvaggia attuata dalle politiche padronali con il sostegno delle leggi dei governi (quale che ne sia il colore) e con la complicità dei sindacati di stato (Cigl-Cisl-Uil), nascondendosi dietro il paravento della "flessibilità". La loro lotta è la dimostrazione che solo dalla autoorganizzazione di base possono venire risposte adeguate.
Invitiamo i lavoratori ed i sindacati di base a sostenere questa lotta, soprattutto a fare in modo che simili risposte di difesa dei più elementari diritti dei lavoratori siano sempre più frequenti e collegate fra loro per una maggior forza. (La Commissione Lavoro della Federazione Anarchica Milanese).

Massa: blocco antifascista

Sabato 22 dicembre, a Massa, un presidio con blocco dell'ingresso di un palazzo comunale da parte di un bel numero di antifascisti di varie realtà (CARC, Partito comunista dei lavoratori, Lotta e unità, ANPI, ANPI giovani, anarchici di Massa, Montignoso e Versilia) ha impedito lo svolgimento di un'iniziativa fascista. Quel giorno AN, Azione giovani e Fiamma tricolore intendevano presentare un libro revisionista sulla strage di Bologna e l'amministrazione comunale di Massa aveva avuto la "brillante" idea di concedere loro la sala di Palazzo Bourdillon, proprio sopra alla sede dell'ANPI di Massa. ANPI che, opportunamente, aveva diffuso un comunicato in cui ricordava che l'organizzazione di estrema destra Fiamma tricolore chiede lo scioglimento dell'ANPI. Quindi, fare un'iniziativa proprio nel palazzo dove c'è da sempre la sede dell'Associazione dei partigiani non era altro che una squallida provocazione; una delle tante provocazioni fasciste che caratterizzano questi tempi bruttissimi di continui e ripetuti tentativi di riscrivere la storia infangando la Resistenza al nazifascismo e mettendo sullo stesso piano vittime e carnefici, partigiani e repubblichini, combattenti per la libertà e oppressori. Comunque a Massa erano stati fatti i conti senza l'oste. Nonostante lo schieramento poliziesco (con il vicequestore che, indossando la fascia tricolore, sembrava dare il via allo sgombero da un momento all'altro), il presidio antifascista davanti al portone di ingresso del palazzo è rimasto unito e determinato per tutto il tempo necessario a raggiungere con l'azione diretta l'obiettivo che si era dato: non fare entrare i fascisti.
Giovanni

Vittorio Veneto: In ricordo di Aldo Pontiggia

Nella serata del 21 dicembre scorso presso la biblioteca civica il collettivo libertario "C. Giuliani" insieme ai "ragazzi" dell'ex circolo Pinelli hanno invitato la cittadinanza a ricordare il dottor Aldo Pontiggia, medico anarchico e grande umanista nel decennale dalla morte. Scarsa l'affluenza al di fuori degli addetti ai lavori ma la serata è proseguita bene grazie ai tre oratori (Danilo per gli ex Pinelli , Codello per l'ex gruppo di Valdobbiadene e Fraccaro per i compagni veneziani) che dopo un'intensa biografia del compianto compagno hanno ricordato aneddoti e storie personali in cui l'agire dell'uomo, il medico e il militante hanno dimostrato lo spessore culturale, umano e di coerenza che lo hanno distinto.
È stato attivo propagandista ed umanista nell'aiutare i più deboli e gli sfruttati sempre all'avanguardia per l'assistenza alle donne contro l'oscurantismo clericale tenne relazioni con i massimi istituti nazionali esteri sul controllo delle nascite e la pianificazione familiare, fu il medico delle sinistre locali, il primo a distribuire "la pillola". Anarchico antiorganizzatore fu punto di riferimento e finanziatore del movimento da queste parti. Collaborò con "Volontà" e si tenne in contatto con i più attivi militanti nazionali anche tra le diverse tendeze (fra G.I.A. e F.A.I. ) amico di Tommasini e Turroni si fece ponte tra l'anarchismo degli anni '50-'60 e i nascenti gruppi del '68-'77 qui nella pedemontana triveneta (Follina, Valdobbiadene e Vittorio Veneto).
In ricordo i presenti
Per info: Dizionario biografico degli anarchici italiani pp 370-371
Collettivolibertariocarlogiuliani@hotmail.it

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