Anche quest'anno, in occasione dell'ottavo anniversario della strage
nel Centro di permanenza temporanea "Serraino Vulpitta", il
Coordinamento per la Pace di Trapani ha organizzato una due giorni di
iniziative per ricordare tutte le vittime dell'immigrazione e delle
frontiere e rinnovare l'impegno e la lotta contro tutte le leggi
razziste e per la chiusura di tutti i CPT.
Venerdì 28 dicembre, anniversario del tragico rogo in cui
persero la vita Rabah, Nashreddine, Jamel, Ramsi, Lofti, Nasim in
seguito a un tentativo di fuga, militanti antirazzisti e cittadini
solidali provenienti da Trapani, dalla provincia e da Palermo hanno
tenuto un presidio di circa tre ore davanti il CPT per esprimere la
propria vicinanza e solidarietà agli immigrati reclusi. Per
tutto il pomeriggio, un piccolo ma potente sound-system ha sparato
musica che i migranti hanno dimostrato di apprezzare salutandoci e
applaudendo.
In seguito, gli antirazzisti hanno dialogato con i reclusi che hanno
fornito il solito quadro desolante delle condizioni di vita all'interno
del CPT: scarsa qualità del cibo somministrato, inadeguatezza e
mancanza di riscaldamento degli ambienti e dell'acqua corrente. E poi,
storie personali che danno la misura precisa del dramma vissuto da chi,
per esempio, viene sbattuto in un CPT dopo quindici anni di permanenza
regolare in Italia per il solo fatto di non aver potuto rinnovare il
permesso di soggiorno; o da chi si ritrova a essere "clandestino" pur
essendo sposato con un'italiana in attesa di un figlio; o da chi viene
scoperto a lavorare in nero in campagna e viene condannato per questo
alla detenzione amministrativa in attesa di espulsione. L'amarezza
nelle parole degli immigrati era palpabile così come la loro
aperta condanna delle leggi italiane che rendono possibili questi
soprusi quotidiani. Gli antirazzisti in piazza hanno espresso la loro
vergogna per l'esistenza di strutture come il "Vulpitta" ma hanno
ribadito ai detenuti il loro impegno affinché i CPT siano chiusi
al più presto perché si tratta di una battaglia di
libertà nella quale siamo coinvolti tutti, italiani e non
italiani.
Sabato 29 dicembre presso l'antico Palazzo della Vicarìa a
Trapani si è tenuto un incontro pubblico sul tema "I flussi
migratori tra sfruttamento, repressione e derive razziste" alla
presenza di molte persone che hanno addirittura riempito la sala
conferenze. L'incontro è stato arricchito dalla partecipazione
di Gabriele Del Grande, fondatore di "Fortress Europe", che ha
presentato il suo ultimo libro "Mamadou va a morire. La strage dei
clandestini nel Mediterraneo".
La discussione ha affrontato e analizzato molti argomenti: le dinamiche
dei flussi migratori, le ragioni profonde legate alle fortissime
sperequazioni tra Nord e Sud del mondo, le politiche repressive degli
stati e dei governi funzionali alla tutela degli interessi padronali,
il dilagante razzismo presente nella società, fomentato dai
media e dalla classe politica con campagne allarmistiche e di emergenza
securitaria, la cruda descrizione del CPT "Vulpitta" attraverso
l'esperienza diretta di chi vi ha fatto ingresso, la necessità
di tenere alta l'attenzione su ciò che accade nei CPT e alle
frontiere.
È stato ribadito che più le lotte saranno autorganizzate
e indipendenti e più ampi saranno i margini di successo in vista
di un miglioramento delle condizioni attuali degli immigrati e,
soprattutto, dell'unico obiettivo davvero irrinunciabile: l'abolizione
delle leggi razziste e la chiusura dei Centri di permanenza temporanea.
TAZ laboratorio di comunicazione libertaria (da un comunicato del Coordinamento per la Pace)
Il 2 giugno del 2006 quasi un centinaio di compagni e compagne
anarchici e libertari provenienti da tutta la regione strapparono al
degrado uno stabile abbandonato da anni di proprietà delle
ferrovie in via Scalo Nuovo.
L'azione era la risposta allo sgombero ormai prossimo dello storico Centro Sociale Autogestito di via Volturno.
Da quel giorno via Scalo Nuovo da una discarica qual era diventata
è rinata ed è stata il fulcro di numerose iniziative:
dalle assemblee NOTAV ai concerti, dalle presentazioni di libri alla
distribuzione di materiale anarchico e altro ancora.
Ad un anno e mezzo di distanza 36 compagni/e (per la maggior parte
friulani ma anche di Trieste, Pordenone e del goriziano) hanno ricevuto
la denuncia per "occupazione abusiva". Da quel che si sa sono state
proprio le ferrovie (nonostante non abbiano mai richiesto lo sgombero
del centro sociale) a fare pressioni sulla procura affinché le
denunce andassero avanti. Subito il centro sociale ha diffuso un
comunicato stampa (vedi il sito www.info-action.info) e a questa
vicenda repressiva sono state dedicate le tradizionali iniziative della
festa anti-natalizia e del pignarul.
Di sicuro questo attacco non ci fermerà nel difendere e ampliare i nostri spazi di libertà.
Uno dei denunciati
Il 21 dicembre uno sciopero ha bloccato la produzione alla Comedil.
Pubblichiamo la cronaca della giornata tratta dal comunicato di
solidarietà con i lavoratori della Comedil in lotta contro 5
licenziamenti emesso dalla Comm. Lavoro della Federazione anarchica
milanese.
Lo sciopero spontaneo dei 60 operai il 21 dicembre ha fermato per
l'intera giornata la produzione, con il relativo blocco delle merci,
alla Comedil di Cusano Milanino (Mi), azienda del gruppo statunitense
Terex che produce gru per cantieri.
I motivi dello sciopero: la mancata assunzione di 5 lavoratori
"interinali", dell'agenzia Adecco, ai quali il responsabile
dell'ufficio del personale, nella persona del sig. Marchetto, aveva
assicurato l'assunzione dopo un periodo di prova, per cui alcuni di
loro avevano lasciato lavori con contratti a tempo indeterminato.
Tutto questo mentre è previsto il raddoppio di produzione, dalle attuali 600 alle 1200 gru all'anno.
Menzognera pertanto è la giustificazione di "assenza di mercato" addotta dall'azienda per i cinque licenziamenti.
L'obbiettivo vero è quello di creare le condizioni di ricatto
per il massimo sfruttamento dei lavoratori e di perdita completa dei
loro diritti, di cui la recente tragedia dei sette operai morti alla
Thyssenkrupp è un evidente risultato. Il 2007 si è
concluso in Lombardia con 200 morti sul lavoro in un anno, una strage
il cui prezzo più alto per numero lo pagano i lavoratori
stranieri.
La lotta degli operai della Comedil rappresenta una significativa
risposta contro la precarizzazione selvaggia attuata dalle politiche
padronali con il sostegno delle leggi dei governi (quale che ne sia il
colore) e con la complicità dei sindacati di stato
(Cigl-Cisl-Uil), nascondendosi dietro il paravento della
"flessibilità". La loro lotta è la dimostrazione che solo
dalla autoorganizzazione di base possono venire risposte adeguate.
Invitiamo i lavoratori ed i sindacati di base a sostenere questa lotta,
soprattutto a fare in modo che simili risposte di difesa dei più
elementari diritti dei lavoratori siano sempre più frequenti e
collegate fra loro per una maggior forza. (La Commissione Lavoro della
Federazione Anarchica Milanese).
Sabato 22 dicembre, a Massa, un presidio con blocco dell'ingresso di
un palazzo comunale da parte di un bel numero di antifascisti di varie
realtà (CARC, Partito comunista dei lavoratori, Lotta e
unità, ANPI, ANPI giovani, anarchici di Massa, Montignoso e
Versilia) ha impedito lo svolgimento di un'iniziativa fascista. Quel
giorno AN, Azione giovani e Fiamma tricolore intendevano presentare un
libro revisionista sulla strage di Bologna e l'amministrazione comunale
di Massa aveva avuto la "brillante" idea di concedere loro la sala di
Palazzo Bourdillon, proprio sopra alla sede dell'ANPI di Massa. ANPI
che, opportunamente, aveva diffuso un comunicato in cui ricordava che
l'organizzazione di estrema destra Fiamma tricolore chiede lo
scioglimento dell'ANPI. Quindi, fare un'iniziativa proprio nel palazzo
dove c'è da sempre la sede dell'Associazione dei partigiani non
era altro che una squallida provocazione; una delle tante provocazioni
fasciste che caratterizzano questi tempi bruttissimi di continui e
ripetuti tentativi di riscrivere la storia infangando la Resistenza al
nazifascismo e mettendo sullo stesso piano vittime e carnefici,
partigiani e repubblichini, combattenti per la libertà e
oppressori. Comunque a Massa erano stati fatti i conti senza l'oste.
Nonostante lo schieramento poliziesco (con il vicequestore che,
indossando la fascia tricolore, sembrava dare il via allo sgombero da
un momento all'altro), il presidio antifascista davanti al portone di
ingresso del palazzo è rimasto unito e determinato per tutto il
tempo necessario a raggiungere con l'azione diretta l'obiettivo che si
era dato: non fare entrare i fascisti.
Giovanni
Nella serata del 21 dicembre scorso presso la biblioteca civica il
collettivo libertario "C. Giuliani" insieme ai "ragazzi" dell'ex
circolo Pinelli hanno invitato la cittadinanza a ricordare il dottor
Aldo Pontiggia, medico anarchico e grande umanista nel decennale dalla
morte. Scarsa l'affluenza al di fuori degli addetti ai lavori ma la
serata è proseguita bene grazie ai tre oratori (Danilo per gli
ex Pinelli , Codello per l'ex gruppo di Valdobbiadene e Fraccaro per i
compagni veneziani) che dopo un'intensa biografia del compianto
compagno hanno ricordato aneddoti e storie personali in cui l'agire
dell'uomo, il medico e il militante hanno dimostrato lo spessore
culturale, umano e di coerenza che lo hanno distinto.
È stato attivo propagandista ed umanista nell'aiutare i
più deboli e gli sfruttati sempre all'avanguardia per
l'assistenza alle donne contro l'oscurantismo clericale tenne relazioni
con i massimi istituti nazionali esteri sul controllo delle nascite e
la pianificazione familiare, fu il medico delle sinistre locali, il
primo a distribuire "la pillola". Anarchico antiorganizzatore fu punto
di riferimento e finanziatore del movimento da queste parti.
Collaborò con "Volontà" e si tenne in contatto con i
più attivi militanti nazionali anche tra le diverse tendeze (fra
G.I.A. e F.A.I. ) amico di Tommasini e Turroni si fece ponte tra
l'anarchismo degli anni '50-'60 e i nascenti gruppi del '68-'77 qui
nella pedemontana triveneta (Follina, Valdobbiadene e Vittorio Veneto).
In ricordo i presenti
Per info: Dizionario biografico degli anarchici italiani pp 370-371
Collettivolibertariocarlogiuliani@hotmail.it