Ho guardato, come credo molti di voi, le poche immagini televisive e
giornalistiche sui funerali degli operai ammazzati alla Thyssen di
Torino. Immagini faticose, come tutte quelle dei morti ammazzati: cose
che non vorresti vedere, né leggere, né sapere che
accadono. Ma fiumi di retorica, spesso ipocrita, sono passati su quei
corpi e sui corpi di altri morti o feriti per lavoro. Retorica tanto
più becera quanto più promossa da quelli che, nel nome
della flessibilità del lavoro, hanno sostenuto, sponsorizzato e
incoraggiato ogni deregolamentazione possibile del mercato del lavoro
(sindacati di stato compresi).
Ma c'è un'altra cosa che mi ha colpito, profondamente, in quei funerali: la presenza del potere.
La presenza, non solo fisica, ma anche simbolica di tutto ciò
che un tempo, la classe operaia considerava altro da sé, non
solo perché irraggiungibile, ma anche perché sostanza del
nemico, della propria "controparte" o chiamatela come vi pare.
Rabbia, frustrazione ed impotenza da una parte e le Autorità
Politiche, di Polizia, Ecclesiastiche dall'altra; e poi, i simboli: la
maglietta juventina numero 10 sulla bara, quella di Del Piero. Erano
juventini, direte voi, "gobbi" come si dice in senso gergale. È
vero: stormi di operai Fiat sono stati juventini, non perché era
la squadra dei padroni, poiché tutte sono squadre dei padroni,
ma perché erano "terroni" e non potevano che tifare per la
squadra meno sabauda di tutte, quella meno identificata con la
torinesità e con la piemontesità sabauda.
Forse era solo un simbolo tra tanti, una passione, ma mi ha colpito
perché è stato scelto quello (dai vivi naturalmente) e
non altri: perché, una volta, forse, non avrebbero messo quella
"bandiera" su una bara di un morto ammazzato sul lavoro e forse non
avrebbero permesso alle autorità di regime di presenziare alle
esequie di un compagno.
Forse perché i padroni, "una volta", venivano chiamati padroni,
i politicanti "politicanti", i pifferai "pifferai". Sarebbe giunto il
tempo di riscoprire queste antiche verità e di prenderne le
dovute conseguenze: forse, solo allora, potremmo nuovamente pensare di
dare l'assalto alla diligenza.
Pietro Stara