"Le opere da realizzare non manifestano effetti significativamente
negativi": questa la Valutazione d'Impatto Ambientale emessa dalla
Regione del Veneto riguardo la base militare Usa al Dal Molin. Un
capolavoro di surreale ambiguità per minimizzare le conseguenze
di tale progetto, così come accaduto in passato per altre opere
scellerate per le quali le autorità ammettevano "rischi
trascurabili", così come avvenuto per le produzioni ad alto
rischio del Petrolchimico di Marghera.
Così un'altra formalità burocratica è stata
adempiuta per la costruzione della Ederle 2, ormai da tempo decisa dal
governo statunitense con il succube avallo dei governi italiani. La
conclusione della gara di appalto doveva concludersi lo scorso 15
dicembre, mentre ora il termine pare slittato "entro l'estate del
2008": segno evidente che i piani Usa stanno registrando seri, quanto
inconfessati, problemi, nonostante la solerte collaborazione tra il
comando Setaf e il commissario governativo Costa.
Per questo, la rinnovata richiesta a favore di una moratoria appare per quello che realmente è: una farsa politica.
Nel giugno 2007, ben 170 parlamentari di Sd, Verdi, PdCI, Rifondazione
Comunista avevano chiesto al governo una moratoria per sospendere
temporaneamente i lavori, ma poi tale richiesta era rimasta lettera
morta in quanto avrebbe comunque posto dei problemi all'esecutivo
presieduto da Prodi, ormai compromesso con l'amministrazione Bush,
dimostrando che l'impegno dei parlamentari firmatari era soprattutto il
tentativo di mantenere un minimo di credibilità "pacifista"
davanti al loro elettorato.
Alla vigilia della manifestazione nazionale del 15 dicembre, una
nutrita rappresentanza vicentina organizzata dal Presidio permanente si
era recata alla convention della neonata Sinistra-Arcobaleno a
ricordare rumorosamente quell'impegno; ma nonostante che tale
iniziativa non avesse conseguito alcun risultato concreto, al corteo
è stata ancora tollerata la spudorata presenza di deputati e
senatori che in questi due anni non hanno esitato a votare Finanziarie
di guerra e nuove missioni militari all'estero: presenze queste ben
più provocatorie e meritevoli d'essere isolate di quanti hanno
accennato ad uscire dal percorso autorizzato della manifestazione.
Da parte sua, il sedicente Coordinamento dei Comitati Cittadini
(struttura che raccoglie i dissenzienti filoistituzionali, legati alla
Cgil e ai partiti del centrosinistra) ha promosso una patetica
petizione rivolta al governo per mendicare la moratoria e la
consultazione referendaria dei cittadini di Vicenza sul progetto Dal
Molin, nonostante che tale strumento sia stato più volte negato,
oltre che dal sindaco Hullweck, dallo stesso Prodi.
L'unica moratoria operante, al momento, appare quindi quella imposta
dalle mobilitazioni che da oltre un anno stanno ritardando il decollo
della base; quindi ovvio ritenere queste ultime richieste al governo
motivate soprattutto dalla preoccupazione per possibili rotture tra
quanti da due anni si oppongono alla militarizzazione del territorio
vicentino, a partire dalla caserma Usa Ederle e dal sito nucleare di
Longare, e la sinistra di governo.
Ma ormai i termini della questione sono altri, come dimostra la nomina
governativa di un nuovo questore, Giovanni Sarlo, uomo d'ordine ed ex
capo della Digos a Torino, incaricato di gestire l'ordine pubblico in
vista delle scadenze dettate da Washington.
Felix the cat