Umanità Nova, n.2 del 20 gennaio 2008, anno 88

Vicenza. La farsa della moratoria

"Le opere da realizzare non manifestano effetti significativamente negativi": questa la Valutazione d'Impatto Ambientale emessa dalla Regione del Veneto riguardo la base militare Usa al Dal Molin. Un capolavoro di surreale ambiguità per minimizzare le conseguenze di tale progetto, così come accaduto in passato per altre opere scellerate per le quali le autorità ammettevano "rischi trascurabili", così come avvenuto per le produzioni ad alto rischio del Petrolchimico di Marghera.
Così un'altra formalità burocratica è stata adempiuta per la costruzione della Ederle 2, ormai da tempo decisa dal governo statunitense con il succube avallo dei governi italiani. La conclusione della gara di appalto doveva concludersi lo scorso 15 dicembre, mentre ora il termine pare slittato "entro l'estate del 2008": segno evidente che i piani Usa stanno registrando seri, quanto inconfessati, problemi, nonostante la solerte collaborazione tra il comando Setaf e il commissario governativo Costa.
Per questo, la rinnovata richiesta a favore di una moratoria appare per quello che realmente è: una farsa politica.
Nel giugno 2007, ben 170 parlamentari di Sd, Verdi, PdCI, Rifondazione Comunista avevano chiesto al governo una moratoria per sospendere temporaneamente i lavori, ma poi tale richiesta era rimasta lettera morta in quanto avrebbe comunque posto dei problemi all'esecutivo presieduto da Prodi, ormai compromesso con l'amministrazione Bush, dimostrando che l'impegno dei parlamentari firmatari era soprattutto il tentativo di mantenere un minimo di credibilità "pacifista" davanti al loro elettorato.
Alla vigilia della manifestazione nazionale del 15 dicembre, una nutrita rappresentanza vicentina organizzata dal Presidio permanente si era recata alla convention della neonata Sinistra-Arcobaleno a ricordare rumorosamente quell'impegno; ma nonostante che tale iniziativa non avesse conseguito alcun risultato concreto, al corteo è stata ancora tollerata la spudorata presenza di deputati e senatori che in questi due anni non hanno esitato a votare Finanziarie di guerra e nuove missioni militari all'estero: presenze queste ben più provocatorie e meritevoli d'essere isolate di quanti hanno accennato ad uscire dal percorso autorizzato della manifestazione.
Da parte sua, il sedicente Coordinamento dei Comitati Cittadini (struttura che raccoglie i dissenzienti filoistituzionali, legati alla Cgil e ai partiti del centrosinistra) ha promosso una patetica petizione rivolta al governo per mendicare la moratoria e la consultazione referendaria dei cittadini di Vicenza sul progetto Dal Molin, nonostante che tale strumento sia stato più volte negato, oltre che dal sindaco Hullweck, dallo stesso Prodi.
L'unica moratoria operante, al momento, appare quindi quella imposta dalle mobilitazioni che da oltre un anno stanno ritardando il decollo della base; quindi ovvio ritenere queste ultime richieste al governo motivate soprattutto dalla preoccupazione per possibili rotture tra quanti da due anni si oppongono alla militarizzazione del territorio vicentino, a partire dalla caserma Usa Ederle e dal sito nucleare di Longare, e la sinistra di governo.
Ma ormai i termini della questione sono altri, come dimostra la nomina governativa di un nuovo questore, Giovanni Sarlo, uomo d'ordine ed ex capo della Digos a Torino, incaricato di gestire l'ordine pubblico in vista delle scadenze dettate da Washington.

Felix the cat

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