Questa Italietta fa paura per la sua pochezza, per la sua insipienza e
soprattutto per il servilismo strisciante dei suoi conducator. Se non
lo leggessimo quotidianamente ci sembrerebbe di essere sbattuti in una
commedia di ultimo ordine, in una rappresentazione teatrale del
grottesco: la prima notizia di questi giorni è quella sul Papa
alla Sapienza. Pochi commenti sulla sua visita: non c'è nulla da
dire, se non che il potere Accademico decide di far inaugurare l'anno
ad una autorità di uno stato straniero, capo, a sua volta, di
una congregazione religiosa privata. Non ricordo a memoria situazioni
del genere. Ma poi quello che è davvero ributtante sono le
reazioni del cosiddetto potere laico, non da ultimo quello del "libero
pensatore" Cacciari, il quale bolla come cretini i contestatori e si
preoccupa delle possibili ripercussioni contro la sinistra di potere,
l'unica alla quale sia interessato: emerge in tutta la sua prepotenza
il tatticismo esasperato della storia del nostro stalinismo
prêt-à-porter, dove per non ferire il nemico, possibile e
potenziale alleato elettorale e di interessi, ci si inginocchia al suo
cospetto in atteggiamento da servo compiacente. In fondo è la
stessa storia del PCI che difende il re durante la Resistenza, del PCI
che fa l'appello ai fratelli in camicia nera nel dopoguerra, ma anche
prima, durante il fascismo, del PCI che amnistia i fascisti, del PCI
che si inginocchia all'invasione dell'Ungheria e della Polonia, del PCI
che non sa cosa dire sull'invasione della Cecoslovacchia per paura che
il PSIUP lo superi "a sinistra", del PCI che non si schiera, se non
dopo enormi tentennamenti, sul divorzio e sull'aborto, del PCI del
compromesso storico, del PCI dei sacrifici, del PCI che è
nuclearista perché anche l'URSS è nuclearista, del PCI
che cambia nome e poi lo cambia ancora e poi ancora per dire che tutto
ciò che aveva fatto rpima era sbagliato, ma che adesso è
più atlantista di Kissinger, più militarista del generale
Patton e più liberista di Pannella e più papista del Papa
(anche la Turco andrà in piazza San Pietro a solidarizzare con
il Papa). Poi non chiediamoci perché un'iniziativa criminale
come quella sulla moratoria contro l'aborto abbia così tanto
spazio politico e mediatico. Ma sono anche i residui degli altri,
quelli che la falce e il martello la hanno ancora, anche forse se per
poco, che fanno tutto per non perdere il loro potere (promuovendo
guerre, missioni militari, spese belliche, precariato, CPT…), fatto di
poltrone, di soldi, di conti non pagati, di viaggi gratis, di mutui a
tasso fisso e a tasso irrisorio e che non riescono a dire più
nulla se non a nascondersi nella propria vergogna. Ma poi tutto
ciò che si muove "a sinistra", o diversamente da loro, questo
sì che è il vero nemico: gli altri sono colleghi e quindi
uguali. La vecchia storia che si ripete con le farse contemporanee.
Ed in ultimo Mastella: uno stato serio, sempre che si possa parlare di
stati seri, forse non lo avrebbe mai fatto ministro di Grazia e
Giustizia. Ma noi siamo al folklore: lui è sempre stato un
garantista, un vero garantista, ma forse soltanto in virtù del
fatto che sa bene come gestisce il potere e lo sa anche dei suoi
confratelli e consorelle. Niente di nuovo: poi, a cascata, anche
qualche sfigato è riuscito ad ottenere (indulto) qualche
beneficio residuo. Ma sono quegli sconti che il potere dispotico
illuminato, garantendoli a sé, li fa ricadere al popolo minuto
come beneficio della propria assoluzione. E Prodi, il grande
equilibrista democristiano, il prete supponente e laico, gli chiede
subito di rimanere al suo posto, così come avrebbe fatto un
Berlusconi qualunque. E Mastella, lui che con Berlusconi c'è
stato e che di compravendite se ne intende, gli risponde picche e se ne
va.
Il Potere, come da sempre, riconosce solo se stesso. Ancora qualche dubbio?
Pietro Stara