Comunque lo si voglia affrontare il fenomeno vita sul pianeta Terra ha
un fascino unico, ed essendo il tema importante è spesso al
centro del dibattito scientifico, teologico, politico. I più
mistici, riferendosi alla vita non possono fare a meno di richiamarsi
ad un mistero, il mistero della vita appunto. Ma anche chi non è
solito alle disquisizioni spirituali ed intellettuali, nel corso della
propria esistenza, non può sottrarsi a qualche riflessione in
merito.
Spesso sono i fatti di cronaca a portarci sull'argomento, ne ricordo in
particolare alcuni che delineano il profilo morale della nostra
società.
Come rimanere insensibili di fronte allo sfortunato caso di quella
squadra di poliziotte che sono entrate, armi in pugno, in una sala
operatoria mentre un'èquipe di sanitari operava sul corpo di una
paziente per procurarle un'interruzione di gravidanza? Le forze
dell'ordine avevano ricevuto una soffiata, una telefonata anonima che
ipotizzava che in quell'intervento non si rispettasse una legge, la
numero 194 se non erro. Nella concitazione dell'irruzione, c'era da
salvare la vita del feto, una graduata inciampava nel tubo
dell'ossigeno e sbilanciata faceva partire un colpo dalla sua arma.
Purtroppo la snaturata madre veniva mortalmente colpita.
Il feto ha potuto assaporare la vita tirando autonomamente solo qualche
respiro. Neppure il tempo del primo pianto anche perché l'unica
incubatrice libera era guasta, almeno secondo le dichiarazioni degli
irresponsabili medici che ancora non praticano l'obiezione di coscienza.
Questo episodio ne ha richiamato alla memoria un altro, mi riferisco
alla vicenda di quei tifosi di calcio che non contenti degli scontri
organizzati negli stadi non perdono l'occasione di azzuffarsi anche per
strada. Quella volta la rissa era scoppiata in un autogrill
sull'autostrada, avevano iniziato a prendersi a pugni… ma si sa come
vanno a finire queste cose… solo il pronto intervento di un tiratore
scelto ha permesso di bloccare lo scontro sul nascere, in particolare
il più aggressivo tra gli ultras è stato freddato da un
proiettile che lo ha centrato quando, ancora addormentato nell'auto su
cui viaggiava, stava per svegliarsi per dar man forte ai suoi compagni
di curva. Anche in questo caso si è interrotta una vita ma, in
assenza del risoluto intervento, le conseguenze sarebbero state
senz'altro peggiori. Del resto rimaniamo sempre convinti che il fine
giustifica i mezzi.
Chi invece mostra poco rispetto per la vita sono quei lavoratori che,
incuranti del rischio, continuano a lavorare con ritmo frenetico senza
rivendicare l'applicazione delle norme di sicurezza. Nel 2007 ne sono
morti tre al giorno, in media, manco ci guadagnassero loro con
l'aumento della produttività.
Ancor più sprovveduti sono quelli che mettono in discussione la
propria vita attraversando il mar Mediterraneo per raggiungere le coste
italiche a bordo delle carrette del mare. Ogni volta che ne affonda una
muoiono a decine. Molti hanno visto la fine dei loro compagni ma,
nonostante ciò, continuano a pagare per arrivare, clandestini,
ad offrirsi come i nuovi schiavi del XXI secolo. Nessun amor proprio,
ancora non si capisce perché dobbiamo accoglierli nei centri di
permanenza temporanea dove, con la scusa di non avere documenti,
rimangono un sacco di tempo mantenuti coi soldi degli onesti cittadini.
E quale rispetto hanno quei terroristi che ogni giorno attentano alla
vita dei militari italiani, uomini che si trovano a migliaia di
chilometri dalle loro case, impegnati nelle missioni umanitarie a
portare la pace e la democrazia. Non hanno il tempo di sbarcare i carri
armati, i blindati, le munizioni, gli elicotteri da combattimento,
neppure hanno la possibilità di dichiarare quali siano le regole
d'ingaggio che già gli sparano addosso. Ma cosa credete, sono
dei padri di famiglia, non immaginate quanto siano dispiaciuti quando
nel corso delle operazioni di peace – keeping qualche bambino o qualche
inerme civile cade vittima delle azioni finalizzate a snidare i perfidi
bin laden. Del resto, anche chi rispetta i concepiti deve mettere in
preventivo qualche effetto collaterale in situazione di missione di
pace.
Fortunatamente, c'è anche qualche notizia positiva dal fronte
pro-life. Pare che alle prossime elezioni si presenterà una
lista per la difesa della vita, nel simbolo l'elegante slogan "aborto
no grazie". C'è bisogno di qualcuno che sappia rimettere le cose
a posto, distinguere il bene dal male, secondo i dettami di madre
chiesa, ci aiuterà a seguire la via giusta anche in politica
perché, ormai, non si capisce più niente. Già, in
alcuni momenti non distinguo più la realtà dalla
fantasia, ma la certezza di vivere in un paese civile mi rimane.
L'Osservatore Birmano