Umanità Nova, n.7 del 24 febbraio 2008, anno 88

Il senso della vita. Cronache fantastiche da un paese civile


Comunque lo si voglia affrontare il fenomeno vita sul pianeta Terra ha un fascino unico, ed essendo il tema importante è spesso al centro del dibattito scientifico, teologico, politico. I più mistici, riferendosi alla vita non possono fare a meno di richiamarsi ad un mistero, il mistero della vita appunto. Ma anche chi non è solito alle disquisizioni spirituali ed intellettuali, nel corso della propria esistenza, non può sottrarsi a qualche riflessione in merito.
Spesso sono i fatti di cronaca a portarci sull'argomento, ne ricordo in particolare alcuni che delineano il profilo morale della nostra società.
Come rimanere insensibili di fronte allo sfortunato caso di quella squadra di poliziotte che sono entrate, armi in pugno, in una sala operatoria mentre un'èquipe di sanitari operava sul corpo di una paziente per procurarle un'interruzione di gravidanza? Le forze dell'ordine avevano ricevuto una soffiata, una telefonata anonima che ipotizzava che in quell'intervento non si rispettasse una legge, la numero 194 se non erro. Nella concitazione dell'irruzione, c'era da salvare la vita del feto, una graduata inciampava nel tubo dell'ossigeno e sbilanciata faceva partire un colpo dalla sua arma. Purtroppo la snaturata madre veniva mortalmente colpita.
Il feto ha potuto assaporare la vita tirando autonomamente solo qualche respiro. Neppure il tempo del primo pianto anche perché l'unica incubatrice libera era guasta, almeno secondo le dichiarazioni degli irresponsabili medici che ancora non praticano l'obiezione di coscienza.
Questo episodio ne ha richiamato alla memoria un altro, mi riferisco alla vicenda di quei tifosi di calcio che non contenti degli scontri organizzati negli stadi non perdono l'occasione di azzuffarsi anche per strada. Quella volta la rissa era scoppiata in un autogrill sull'autostrada, avevano iniziato a prendersi a pugni… ma si sa come vanno a finire queste cose… solo il pronto intervento di un tiratore scelto ha permesso di bloccare lo scontro sul nascere, in particolare il più aggressivo tra gli ultras è stato freddato da un proiettile che lo ha centrato quando, ancora addormentato nell'auto su cui viaggiava, stava per svegliarsi per dar man forte ai suoi compagni di curva. Anche in questo caso si è interrotta una vita ma, in assenza del risoluto intervento, le conseguenze sarebbero state senz'altro peggiori. Del resto rimaniamo sempre convinti che il fine giustifica i mezzi.
Chi invece mostra poco rispetto per la vita sono quei lavoratori che, incuranti del rischio, continuano a lavorare con ritmo frenetico senza rivendicare l'applicazione delle norme di sicurezza. Nel 2007 ne sono morti tre al giorno, in media, manco ci guadagnassero loro con l'aumento della produttività.
Ancor più sprovveduti sono quelli che mettono in discussione la propria vita attraversando il mar Mediterraneo per raggiungere le coste italiche a bordo delle carrette del mare. Ogni volta che ne affonda una muoiono a decine. Molti hanno visto la fine dei loro compagni ma, nonostante ciò, continuano a pagare per arrivare, clandestini, ad offrirsi come i nuovi schiavi del XXI secolo. Nessun amor proprio, ancora non si capisce perché dobbiamo accoglierli nei centri di permanenza temporanea dove, con la scusa di non avere documenti, rimangono un sacco di tempo mantenuti coi soldi degli onesti cittadini.
E quale rispetto hanno quei terroristi che ogni giorno attentano alla vita dei militari italiani, uomini che si trovano a migliaia di chilometri dalle loro case, impegnati nelle missioni umanitarie a portare la pace e la democrazia. Non hanno il tempo di sbarcare i carri armati, i blindati, le munizioni, gli elicotteri da combattimento, neppure hanno la possibilità di dichiarare quali siano le regole d'ingaggio che già gli sparano addosso. Ma cosa credete, sono dei padri di famiglia, non immaginate quanto siano dispiaciuti quando nel corso delle operazioni di peace – keeping qualche bambino o qualche inerme civile cade vittima delle azioni finalizzate a snidare i perfidi bin laden. Del resto, anche chi rispetta i concepiti deve mettere in preventivo qualche effetto collaterale in situazione di missione di pace.
Fortunatamente, c'è anche qualche notizia positiva dal fronte pro-life. Pare che alle prossime elezioni si presenterà una lista per la difesa della vita, nel simbolo l'elegante slogan "aborto no grazie". C'è bisogno di qualcuno che sappia rimettere le cose a posto, distinguere il bene dal male, secondo i dettami di madre chiesa, ci aiuterà a seguire la via giusta anche in politica perché, ormai, non si capisce più niente. Già, in alcuni momenti non distinguo più la realtà dalla fantasia, ma la certezza di vivere in un paese civile mi rimane. 

L'Osservatore Birmano

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