Umanità Nova, n.9 del 9 marzo 2008, anno 88

Cagliari. Sull'omicidio di Giuseppe Casu. Psichiatri alla sbarra


Quartu S. Elena è un popoloso paese-dormitorio alla periferia di Cagliari. Fino al giugno 2006 il signor Giuseppe Casu vi esercitava la professione di venditore ambulante di verdura (senza licenza). Un sindaco Centrosinistro, tale Ruggeri, aveva però lanciato quella primavera una di quelle famigerate campagne "in difesa della legalità" (e dei bottegai) che stanno insanguinando l'Italia.
Al signor Casu avevano teso un agguato: poiché non era possibile accusarlo di alcun reato penale, l'amministrazione comunale per liberarsene ne aveva predisposto il ricovero coatto (TSO) in collaborazione con alcuni psichiatri compiacenti. Il 6 giugno un nutrito gruppo di guardie municipali e carabinieri aggrediscono Casu in piazza, lo buttano a terra, lo ammanettano e lo caricano su un'ambulanza, già predisposta. Probabilmente gli fratturano un polso, cosa che nessuno però potrà mai verificare. Nel reparto di psichiatria infatti Casu viene imbottito di psicofarmaci e legato a un letto. Nonostante si lamenti e urini sangue, viene così trattenuto, privo di ogni cura, per sette giorni, sino a quando muore, ancora legato al letto. Causa: tromboembolia venosa, una classica conseguenza delle ferite e della stasi. Lo hanno ammazzato loro.
Questo episodio non è purtroppo né unico e né raro; "trattamenti" (ma sarebbe più giusto chiamarli torture) come quello subito da Giuseppe Casu sono purtroppo la regola nel reparto di psichiatria dell'ospedale SS. Trinitá di Cagliari; un reparto lager dove ancora si pratica l'elettroshock.
In questo caso però, grazie all'insistenza della figlia e all'intervento del comitato "verità e giustizia per Giuseppe Casu", si riesce almeno a fare in modo che su questo ennesimo omicidio non cali l'usuale plumbeo silenzio. Dai primi accertamenti vien fuori che il TSO era stato disposto irregolarmente e una inchiesta interna della ASL definisce (senza prendere nessun provvedimento) "inaccettabili" i trattamenti che hanno ucciso Casu. I medici passano al contrattacco, i resti di Giuseppe Casu, conservati dopo l'autopsia, vengono sottratti, distrutti e sostituiti con quelli di un'altro paziente, morto anche lui di tromboembolia venosa, ma a causa di un tumore. Un rozzo tentativo di discolparsi, scoperto dai periti di parte nel settembre 2007. Sull'episodio la magistratura ha aperto un procedimento "contro ignoti".
Si arriva così, il 19 febbraio 2008, all'incriminazione della psichiatra Cantone, (responsabile del paziente) e del primario Turri per "omicidio colposo"; un risultato molto parziale e che lascia l'amaro in bocca per molteplici ragioni. Il capo di imputazione é forse adeguato per un classico caso di "mala sanità" ma non certo per rendere conto delle dell'uccisione sotto tortura (o vogliamo chiamarle cure?) di Giuseppe Casu.
Inoltre, ancora oggi, Turri é il primario del reparto di psichiatria, Ruggeri é sindaco di Quartu (e non si é mai sognato nemmeno di scusarsi per quello che ha fatto) mentre la psichiatra Cantone, bontà sua, se ne é andata serenamente in pensione.
Continuano anche le aggressioni dei poteri pubblici contro gli ambulanti abusivi, solo nel 2007, al municipio di Cagliari, per disperazione, un ambulante ha cercato di darsi fuoco e un altro di buttarsi di sotto. Entrambi affermavano di essere stati perseguitati dalle guardie municipali.
Una campagna di stampa in difesa degli psichiatri del reparto dove Casu é stato ucciso é attualmente in pieno svolgimento: i medici lamentano di subire aggressioni da parte dei pazienti (e ci credo! Visto quello che combinano...) e chiedono a gran voce che venga istituita la vigilanza armata del reparto!
Troppe e troppo gravi sono le responsabilità emerse in questa tragica vicenda perché la si possa ridurre ad un semplice caso di mala sanità"; é per questo che, nel giorno in cui la questione dell'omicidio di Casu veniva esaminata dai giudici, il collettivo "matti da slegare" ha volantinato di fronte al tribunale e di fronte al reparto di psichiatria.
Gli assassini di Giuseppe Casu (mandanti ed esecutori) non devono dormire sonni tranquilli.

Lo pseudo-chierico

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