Quest'ultima farsa ha avuto almeno il pregio della brevità. La
corte d'appello, quando si riunisce, in una mattina riesce a
"discutere" anche10-15 cause. Per ogni processo leggono qualche carta,
scambiano alcune amenità con PM e difensori, fanno finta di
pensarci 10 minuti, e sputano la loro sentenza.
Breve resoconto dei fatti: il 22 ottobre 2003 a Cagliari si svolge una
manifestazione, amici e compagni di Massimo Leonardi protestano contro
il suo arresto, avvenuto qualche giorno prima.
Ricordo che l'anarchico Massimo Leonardi è stato più
volte arrestato negli ultimi anni con accuse disparate (aggressioni,
associazione sovversiva, etc.) e ha scontato lunghi mesi di
carcerazione preventiva, durante i quali la stampa di regime lo ha
sempre sbattuto in prima pagina come "capo degli
anarco-insurrezionalisti" e altre simili baggianate. Le accuse erano
poi talmente inconsistenti che persino la magistratura lo ha dovuto
assolvere (anche se in appello), ma questo, il più delle volte,
i giornali hanno dimenticato di riportarlo.
Il 22 ottobre la manifestazione di Cagliari viene caricata dalla
polizia, alcuni manifestanti, raggiunti dagli sbirri antisommossa
vengono atterrati e colpiti. Su uno di essi, Fabrizio, si accaniscono
in tre, con calci in testa e manganellate, altri manifestanti si
accorgono però della scena, tornano indietro, si battono con gli
sbirri e lo sottraggono al pestaggio. Il risultato è che
Fabrizio riporta un grave trauma cranico (3 giorni di ricovero e 60 di
cure) ma riporta la pelle a casa, gli altri, sbirri e manifestanti, se
la cavano con qualche escoriazione. Tre compagni anarchici, Luisa,
Massimo e Matteo vengono però arrestati e processati per
direttissima.
La farsa del processo di primo grado si è poi conclusa quasi due
anni dopo con la condanna di Massimo (10 mesi), Matteo (8 mesi) e Luisa
(6 mesi e mezzo) per resistenza e lesioni. Inutile dire che l'unico
fatto veramente grave accaduto quel giorno non è mai stato
nemmeno discusso dalle corti della cosiddetta "giustizia". Ancora oggi
non ci è dato di sapere i nomi dei tre vigliacchi in tenuta
antisommossa, che hanno cercato di fracassare a calci la testa di un
ragazzo già a terra.
La sentenza di appello ha stabilito che Massimo e Matteo non avevano
colpito gli agenti di basso grado ma solo i dirigenti della questura, e
perciò ha applicato loro uno sconto di pena di un mese. A Luisa
invece, che avrebbe infierito solo sui dirigenti, lo sconto di pena non
è stato applicato. La verità è che gli uomini
della bassa forza, al processo di primo grado, erano talmente impegnati
a descrivere fantasiosamente come gli imputati avessero infierito sui
loro capi, che si sono dimenticati di accusarli di aver colpito anche
loro.
Non solo il fatto che la sbirraglia abbia cercato di fare la pelle a
Fabrizio continua a essere per la giustizia del tutto irrilevante, ma
anzi! Fabrizio è attualmente sotto processo (prossima udienza
l'11 aprile) per i fatti accaduti quel giorno. Assieme ad un'altra
decina di manifestanti è accusato di resistenza, danneggiamenti,
etc. etc.
Se l'intento di queste azioni repressive era quello di farci
abbandonare le nostre attività, possiamo dire che è
fallito. Nessuno dei compagni colpiti si è tirato indietro,
tutti sono ancora ben presenti nelle lotte.
Lo pseudo-chierico