Umanità Nova, n.11 del 23 marzo 2008, anno 88

Senza Frontiere - Brevi dal mondo


Svizzera: giù le mani dalle Officine

Da diversi giorni, i lavoratori delle Officine FFS di Bellinzona si stanno mobilitando per opporsi ai progetti delle FFS Cargo, che prevedono di trasferire la manutenzione delle locomotive altrove ed esternalizzare la manutenzione dei carri merci. Queste manovre rappresenterebbero di fatto la liquidazione delle Officine di Bellinzona, che da oltre un secolo costituiscono un punto fondamentale nel tessuto economico e sociale della regione, e la cancellazione di almeno 126 posti di lavoro. Il 5 marzo si è tenuta la prima manifestazione dei lavoratori delle ferrovie, che il 7 marzo sono entrati in sciopero permanente. Nei giorni successivi lo sciopero si è esteso ad altri settori collegati all'indotto delle Officine FFS e ha costretto i padroni della cargo a offrire di congelare il piano di ristrutturazione. L'offerta è stata rifiutata e lo sciopero prosegue e sia allarga, sostenuto dalla solidarietà di studenti, lavoratori, sindacati e movimenti di tutta la Svizzera.  
Per mercoledì 19 marzo è stata organizzata una manifestazione nazionale a Berna, capitale della Svizzera.

Brasile: azione diretta contro la Monsanto

Lo scorso 6 marzo centinaia di donne brasiliane, appartenenti al gruppo Via Campesina, hanno invaso un appezzamento della compagnia americana Monsanto, distruggendo un vivaio di alberi e un campo sperimentale di mais geneticamente modificati.
L'azione è stata compiuta anche contro la decisione del governo brasiliano, presa lo scorso mese, di avallare due varietà di mais geneticamente modificate per uso commerciale. Nei giorni precedenti era stato invaso un vivaio di alberi dell'azienda cartiera finnico-svedese "Stora-Enso", vicino al confine con l'Uruguay, per protestare contro il disboscamento di alberi per la produzione di cellulosa. Nel corso di quell'azione la polizia aveva sparato proiettili di gomma sui manifestanti, innescando una serie di proteste nel Sud del Brasile contro l'uso eccessivo di forza da parte delle forze dell'ordine.

Cile: Mapuche in lotta

Il 4 marzo scorso la compagnia Tierras del Sud di Benetton ha presentato al tribunale di Santiago del Cile, attraverso i suoi avvocati, un ordine di restituzione dei 565 ettari rioccupati il 14 febbraio 2007 dalla comunità Mapuche Santa Rosa di Leleque.
Con questo, Benetton vuole farsi riconoscere dal giudice Magallanes la proprietà del terreno conteso. La compagnia denuncia che non sono stati rispettati gli accordi decretati nel marzo 2007 dal giudice Magallanes, che impose alla comunità di non apportare nessuna modificazione allo stato dell'"immobile"; i danni  "irreparabili" all'oggetto del litigio consistono in una stalla, un orto familiare, un cavallo, un pollaio con otto galline, un recinto per le pecore, una coltivazione di patate, una sepoltura, un forno di fango e la costruzione di un ponte formato da due tronchi di un metro e mezzo di lunghezza per attraversare il torrente.
Tierras del Sud è proprietaria di un milione di ettari in Argentina, sottratti alle comunità contadine nel corso di anni. La lotta dei Mapuche, a causa della quale molti uomini e donne sono stati condannati ed incarcerati, continua per riaffermare l'autonomia indigena e strappare le terre al controllo dello stato e delle multinazionali come Benetton.

A cura di Raffaele

Fonti: www.ainfos.ca; www.indymedia.org; http://news.infoshop.org; www.officine.unia.ch; http://ch.indymedia.org/it; www.midiaindependente.org; http://viacampesina.org; http://santiago.indymedia.org; www.mapuche-nation.org/italiano

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