Da diversi giorni, i lavoratori delle Officine FFS di Bellinzona si
stanno mobilitando per opporsi ai progetti delle FFS Cargo, che
prevedono di trasferire la manutenzione delle locomotive altrove ed
esternalizzare la manutenzione dei carri merci. Queste manovre
rappresenterebbero di fatto la liquidazione delle Officine di
Bellinzona, che da oltre un secolo costituiscono un punto fondamentale
nel tessuto economico e sociale della regione, e la cancellazione di
almeno 126 posti di lavoro. Il 5 marzo si è tenuta la prima
manifestazione dei lavoratori delle ferrovie, che il 7 marzo sono
entrati in sciopero permanente. Nei giorni successivi lo sciopero si
è esteso ad altri settori collegati all'indotto delle Officine
FFS e ha costretto i padroni della cargo a offrire di congelare il
piano di ristrutturazione. L'offerta è stata rifiutata e lo
sciopero prosegue e sia allarga, sostenuto dalla solidarietà di
studenti, lavoratori, sindacati e movimenti di tutta la Svizzera.
Per mercoledì 19 marzo è stata organizzata una manifestazione nazionale a Berna, capitale della Svizzera.
Lo scorso 6 marzo centinaia di donne brasiliane, appartenenti al
gruppo Via Campesina, hanno invaso un appezzamento della compagnia
americana Monsanto, distruggendo un vivaio di alberi e un campo
sperimentale di mais geneticamente modificati.
L'azione è stata compiuta anche contro la decisione del governo
brasiliano, presa lo scorso mese, di avallare due varietà di
mais geneticamente modificate per uso commerciale. Nei giorni
precedenti era stato invaso un vivaio di alberi dell'azienda cartiera
finnico-svedese "Stora-Enso", vicino al confine con l'Uruguay, per
protestare contro il disboscamento di alberi per la produzione di
cellulosa. Nel corso di quell'azione la polizia aveva sparato
proiettili di gomma sui manifestanti, innescando una serie di proteste
nel Sud del Brasile contro l'uso eccessivo di forza da parte delle
forze dell'ordine.
Il 4 marzo scorso la compagnia Tierras del Sud di Benetton ha
presentato al tribunale di Santiago del Cile, attraverso i suoi
avvocati, un ordine di restituzione dei 565 ettari rioccupati il 14
febbraio 2007 dalla comunità Mapuche Santa Rosa di Leleque.
Con questo, Benetton vuole farsi riconoscere dal giudice Magallanes la
proprietà del terreno conteso. La compagnia denuncia che non
sono stati rispettati gli accordi decretati nel marzo 2007 dal giudice
Magallanes, che impose alla comunità di non apportare nessuna
modificazione allo stato dell'"immobile"; i danni "irreparabili"
all'oggetto del litigio consistono in una stalla, un orto familiare, un
cavallo, un pollaio con otto galline, un recinto per le pecore, una
coltivazione di patate, una sepoltura, un forno di fango e la
costruzione di un ponte formato da due tronchi di un metro e mezzo di
lunghezza per attraversare il torrente.
Tierras del Sud è proprietaria di un milione di ettari in
Argentina, sottratti alle comunità contadine nel corso di anni.
La lotta dei Mapuche, a causa della quale molti uomini e donne sono
stati condannati ed incarcerati, continua per riaffermare l'autonomia
indigena e strappare le terre al controllo dello stato e delle
multinazionali come Benetton.
A cura di Raffaele
Fonti: www.ainfos.ca; www.indymedia.org; http://news.infoshop.org;
www.officine.unia.ch; http://ch.indymedia.org/it;
www.midiaindependente.org; http://viacampesina.org;
http://santiago.indymedia.org; www.mapuche-nation.org/italiano