Parallelamente all'aumento della pervasività delle tecnologie
informatiche, aumentano i provvedimenti ad esse collegati, a
dimostrazione di quanto il potere le ritenga importanti. Di seguito
alcuni dei più recenti esempi in proposito.
A fine febbraio è stato approvato definitivamente dal governo
zombie il "decreto milleproroghe", contenente anche un punto
riguardante il famigerato Decreto Pisanu [1], che sposta dalla fine del
2007 alla fine del 2008 il termine fino al quale i gestori delle
telecomunicazioni sono obbligati a conservare traccia di tutte le
attività dei propri utenti. Si ribadisce in pratica la tendenza
ad aumentare a dismisura il controllo delle comunicazioni che si
scambia tutta la popolazione in quanto, evidentemente, le migliaia di
intercettazioni (legali ed illegali) che vengono fatte ogni anno, solo
nei confronti di particolari soggetti, non bastano più. Un altro
regalo per il quale ringraziare il "governo amico".
Proprio negli stessi giorni il Garante della Privacy ha emesso un
provvedimento [2] con il quale dichiarava "illecito" il comportamento
di alcune società private che avevano spiato gli utenti Internet
intenti a scambiarsi via rete giochi, film e canzoni per poterli poi
multare per violazione delle leggi sul copyright. Una decisione
apparentemente così "libertaria" è giustificata da due
ragioni: da una parte eliminare del tutto la possibilità di
scaricare abusivamente dalla Rete, significherebbe far fallire molti
dei fornitori di accesso, in quanto gran parte dei loro migliori utenti
usa il collegamento esclusivamente per questi fini.
Dall'altra parte, questa decisione rimarca in modo chiaro che l'unico
abilitato a spiare chi si collega ad Internet è lo Stato.
Lo Stato è infatti quello che distribuisce ogni settimana ai
vari "Internet Service Provider" (quelli che ci forniscono il
collegamento ad Internet) una lista aggiornata e segreta contenente gli
indirizzi internet da bloccare in base alla legge [3]. Una lista che
dovrebbe contenere gli indirizzi dei siti classificati come "pedofili"
e di quelli dedicati alle scommesse on-line, un elenco che, essendo
segreto, potrebbe contenere di tutto e di più. Un sistema
oltretutto alquanto inutile, poiché basta poco [4] per aggirare
i blocchi messi dai cyber-poliziotti.
Sempre recentemente, il Parlamento italiano ha ratificato una
convenzione europea riguardante la "criminalità informatica"
[5], con la quale vengono apportate alcune modifiche al Codice Penale e
alle leggi collegate riguardanti quel tipo di reati. Tutte le modifiche
prevedono aumenti di pena per chi danneggia o rende inservibili sistemi
informatici o dati, con aggravanti se gli stessi sono di utilità
pubblica. Nello stesso provvedimento viene istituito per il 2008 un
fondo di 2 milioni di euro destinati al funzionamento del Centro
nazionale per il contrasto della pedopornografia sulla rete Internet e
dell'organo del Ministero dell'interno per la sicurezza e per la
regolarità dei servizi di telecomunicazione, per le esigenze
relative alla protezione informatica delle infrastrutture critiche
informatizzate di interesse nazionale. Mettendo sullo stesso piano la
salvaguardia delle infrastrutture vitali e la lotta alla cosiddetta
"pedofilia virtuale". Così sono contenti anche i leader dei
partiti che hanno messo ai primi posti dei loro programmi la
castrazione chimica dei pedofili.
Ma intanto, proprio mentre erano impegnate nella lotta contro i
pedofili e gli scommettitori che infestano Internet, le forze
dell'ordine si sono fatte soffiare sotto il naso 13 milioni di euro che
sono passati dalle casse del Ministero dell'Istruzione Pubblica ad un
equivoco conto bancario in Egitto [6].
Pepsy
Note
[1] Vedi "Il "pacchetto" Pisanu. Lotta al terrorismo e terrorismo di
stato", Umanità Nova, numero 27 del 4 settembre 2005.
[2] Vedi http://www.garanteprivacy.it/garante/doc.jsp?ID=1495246
[3] Vedi http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2219018
[4] Per esempio imparando ad usare "Tor" http://www.torproject.org/
[5] Vedi http://www.senato.it/leg/15/BGT/Schede/Ddliter/29606.htm
[6] Vedi
http://www.corriere.it/cronache/08_marzo_11/furto_ministero_istruzione_ac3cbeea-ef31-11dc-872b-0003ba99c667.shtml