Umanità Nova, n.12 del 6 aprile 2008, anno 88

Magdi Cristiano Allam. Battesimo di fuoco


Non si può certo dire che abbiano fatto una gran bella figura! Né il papa, né Allam, né il Corriere della Sera. E nemmeno il buon gusto e il buon senso.
Come si è abbondantemente saputo, Ratzinger e Magdi Allam, vice direttore del Corriere della Sera, hanno fatto il colpaccio – anche la Chiesa sa apprezzare il coup de theatre – incontrandosi sotto la pioggia pasquale per dare e ricevere il sacramento battesimale. Insomma, il musulmano Allam ha finalmente baciato la sacra pantofola ed è entrato a fare parte di Santa Madre Chiesa.
Sin qui non ci sarebbe certamente nulla di male. Ognuno ha il diritto di fare quel che vuole fintanto che non danneggia qualcun altro, e se i nostri due hanno pensato bene di incontrarsi per questa sceneggiata, fatti loro. Tanto più che se un tale riesce finalmente a emanciparsi da una religione, ma poi ci ricade in pieno, abbracciandone un'altra, è evidente che deve avere dei problemi di non poco conto.
Ma naturalmente, vista la rilevanza, questa conversione non può essere liquidata come una cosa privata. Magdi Cristiano Allam (originale il nome che ha scelto dopo il battesimo! già che c'era avrebbe potuto indossare un bel "Christian" che fa più nazional popolare) ha infatti voluto subito mandare un segnale ben preciso a chi di dovere, rincarando, come meglio non avrebbe potuto, la dose della sua apostasia. Allam, infatti, è noto per il livore che ne contraddistingue i fin troppo frequenti articoli che il suo giornale (e chissà chi altri) gli commissiona, e così, in questa solenne e simbolica occasione, ha pensato bene di dare il peggio di sé – è tipico dei pentiti sputare con irrefrenabile esaltazione nel piatto in cui si è sempre mangiato – definendo con estrema chiarezza, e con tutto il risalto dato dalla attenzione dell'opinione pubblica sul suo caso, l'Islam, tutto l'Islam, "fisiologicamente violento e storicamente conflittuale". Gettando così una quintalata di benzina sul fuoco, ancora sonnecchiante ma pronto ad attizzarsi prepotentemente, del conflitto di religioni. Quindi conflitto di civiltà. Quindi conflitto e basta.
Chiaramente non saremo noi anarchici i difensori d'ufficio di una qualsivoglia religione, fosse anche la più pacifica e innocente di questo mondo. Da secoli abbiamo un concetto molto chiaro, almeno per noi, del ruolo che hanno le religioni nel processo di accettazione dell'esistente in attesa di un mondo migliore nell'aldilà (il mondo migliore noi lo vogliamo qui e adesso) però non possiamo ignorare la pericolosità di questa accelerazione nell'uso strumentale di cose che dovrebbero essere solo fatti interiori e personali.
"Ho visto la luce" e "ho goduto di un privilegio ineguagliabile" ha scritto Cristiano, ma direi che sia andato piuttosto a rimestare, come spesso gli accade, nel buio e nel torbido dell'odio razziale e culturale, e che il privilegio della benedizione papale, più che un privilegio, debba essere considerato solo una transizione d'affari.
Di una cosa, siamo certi. Che con tutti i problemi che già ci sono, gli stipendi corti e i mesi lunghi, le bufale delle mozzarelle e le compagnie di bandiera, i cavalieri e i kennediani, Olindo e Rosa, le mutande di Corona e gli scioperi di Pannella, i plastici di Vespa e il nonno della Mussolini, non si avverte affatto la necessità di rinfocolare il dissidio, latente ma sempre acceso sotto la cenere, fra i sostenitori di due distinte soluzioni di un'unica questione: come farsi turlupinare dal prete, sia esso un reverendo o un mullah. Se al fondamentalismo islamico denunciato da Christian si sovrappone il fondamentalismo cattolico appena sfoderato dallo stesso Christian, che di violenza fondamentalista ne deve aver mangiato fin da bambino, visto il livore e la violenza con cui scrive – al confronto gentlemen come Calderoli e Borghezio paiono tolleranti e corretti libertari - ebbene, non c'è proprio da stare allegri. Perché si sa che in tempi di crisi economica, e siamo in piena crisi economica, il problema vero di arrivare alla fine del mese viene facilmente rimosso dal problema finto della più classica guerra fra poveri. Per cui, magari fra non molto, vedremo cortei di morti di fame di pura razza italica sfilare scandendo slogan, non già contro capitalisti e speculatori, ma, molto acutamente, contro altri morti di fame però di pura razza araba. Con relativo corollario di croci benedicenti e di citazioni di versetti del Corano.
Capisco che la questione è molto più grave di come la sto presentando, ma che volete farci, parlando di Magdi Cristiano Allam, non mi riesce proprio di essere serio fino in fondo. Peccato!

Massimo Ortalli

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