Non si può certo dire che abbiano fatto una gran bella figura!
Né il papa, né Allam, né il Corriere della Sera. E
nemmeno il buon gusto e il buon senso.
Come si è abbondantemente saputo, Ratzinger e Magdi Allam, vice
direttore del Corriere della Sera, hanno fatto il colpaccio – anche la
Chiesa sa apprezzare il coup de theatre – incontrandosi sotto la
pioggia pasquale per dare e ricevere il sacramento battesimale.
Insomma, il musulmano Allam ha finalmente baciato la sacra pantofola ed
è entrato a fare parte di Santa Madre Chiesa.
Sin qui non ci sarebbe certamente nulla di male. Ognuno ha il diritto
di fare quel che vuole fintanto che non danneggia qualcun altro, e se i
nostri due hanno pensato bene di incontrarsi per questa sceneggiata,
fatti loro. Tanto più che se un tale riesce finalmente a
emanciparsi da una religione, ma poi ci ricade in pieno, abbracciandone
un'altra, è evidente che deve avere dei problemi di non poco
conto.
Ma naturalmente, vista la rilevanza, questa conversione non può
essere liquidata come una cosa privata. Magdi Cristiano Allam
(originale il nome che ha scelto dopo il battesimo! già che
c'era avrebbe potuto indossare un bel "Christian" che fa più
nazional popolare) ha infatti voluto subito mandare un segnale ben
preciso a chi di dovere, rincarando, come meglio non avrebbe potuto, la
dose della sua apostasia. Allam, infatti, è noto per il livore
che ne contraddistingue i fin troppo frequenti articoli che il suo
giornale (e chissà chi altri) gli commissiona, e così, in
questa solenne e simbolica occasione, ha pensato bene di dare il peggio
di sé – è tipico dei pentiti sputare con irrefrenabile
esaltazione nel piatto in cui si è sempre mangiato – definendo
con estrema chiarezza, e con tutto il risalto dato dalla attenzione
dell'opinione pubblica sul suo caso, l'Islam, tutto l'Islam,
"fisiologicamente violento e storicamente conflittuale". Gettando
così una quintalata di benzina sul fuoco, ancora sonnecchiante
ma pronto ad attizzarsi prepotentemente, del conflitto di religioni.
Quindi conflitto di civiltà. Quindi conflitto e basta.
Chiaramente non saremo noi anarchici i difensori d'ufficio di una
qualsivoglia religione, fosse anche la più pacifica e innocente
di questo mondo. Da secoli abbiamo un concetto molto chiaro, almeno per
noi, del ruolo che hanno le religioni nel processo di accettazione
dell'esistente in attesa di un mondo migliore nell'aldilà (il
mondo migliore noi lo vogliamo qui e adesso) però non possiamo
ignorare la pericolosità di questa accelerazione nell'uso
strumentale di cose che dovrebbero essere solo fatti interiori e
personali.
"Ho visto la luce" e "ho goduto di un privilegio ineguagliabile" ha
scritto Cristiano, ma direi che sia andato piuttosto a rimestare, come
spesso gli accade, nel buio e nel torbido dell'odio razziale e
culturale, e che il privilegio della benedizione papale, più che
un privilegio, debba essere considerato solo una transizione d'affari.
Di una cosa, siamo certi. Che con tutti i problemi che già ci
sono, gli stipendi corti e i mesi lunghi, le bufale delle mozzarelle e
le compagnie di bandiera, i cavalieri e i kennediani, Olindo e Rosa, le
mutande di Corona e gli scioperi di Pannella, i plastici di Vespa e il
nonno della Mussolini, non si avverte affatto la necessità di
rinfocolare il dissidio, latente ma sempre acceso sotto la cenere, fra
i sostenitori di due distinte soluzioni di un'unica questione: come
farsi turlupinare dal prete, sia esso un reverendo o un mullah. Se al
fondamentalismo islamico denunciato da Christian si sovrappone il
fondamentalismo cattolico appena sfoderato dallo stesso Christian, che
di violenza fondamentalista ne deve aver mangiato fin da bambino, visto
il livore e la violenza con cui scrive – al confronto gentlemen come
Calderoli e Borghezio paiono tolleranti e corretti libertari - ebbene,
non c'è proprio da stare allegri. Perché si sa che in
tempi di crisi economica, e siamo in piena crisi economica, il problema
vero di arrivare alla fine del mese viene facilmente rimosso dal
problema finto della più classica guerra fra poveri. Per cui,
magari fra non molto, vedremo cortei di morti di fame di pura razza
italica sfilare scandendo slogan, non già contro capitalisti e
speculatori, ma, molto acutamente, contro altri morti di fame
però di pura razza araba. Con relativo corollario di croci
benedicenti e di citazioni di versetti del Corano.
Capisco che la questione è molto più grave di come la sto
presentando, ma che volete farci, parlando di Magdi Cristiano Allam,
non mi riesce proprio di essere serio fino in fondo. Peccato!
Massimo Ortalli