Prima, durante e dopo il vertice NATO tenuto a Bucarest, capitale
della Romania, la repressione si è abbattuta violentemente
contro tutti coloro che si sono mobilitati contro la NATO e contro il
militarismo. Domenica 30 marzo 25 attivisti polacchi, il giorno
successivo alla manifestazione nazionale contro l'installazione di
nuove basi missilistiche statunitensi, sono stati picchiati e
trattenuti in carcere. Evidentemente le autorità hanno reagito a
modo loro al successo della manifestazione: 700 persone in piazza e
grande appoggio e solidarietà da tutta la Polonia e da molte
città europee. In Romania la polizia, durante i giorni del
vertice, ha fermato tutti coloro che avevano un abbigliamento
"sospetto", spesso trattenendoli nelle stazioni di polizia. 46
attivisti sono stati arrestati presso il centro di ritrovo delle
mobilitazioni, con un assalto delle forze speciali antiterrorismo, e
picchiati brutalmente durante il trasporto verso il carcere. Alcuni di
loro sono stati rilasciati solo dopo alcuni giorni. Anche in Macedonia
la protesta contro la Nato si è fatta sentire: un centinaio di
compagne e compagni anarchici e antimilitaristi si sono ritrovati
davanti alla sede del governo in sostegno alla manifestazione a
Bucarest ed hanno distribuito centinaia di volantini.
Il 31 marzo è morto Jhonny Cariqueo Yáñez,
militante anarchico e difensore dei diritti della popolazione mapuche.
Jhonny era stato arrestato, insieme ad altre 30 persone, il 29 marzo
scorso, nel corso di una marcia in commemorazione della giornata del
"giovane combattente".
È stato picchiato e torturato fuori e dentro il carcere.
Il 30 marzo tutti i fermati alla manifestazione sono stati trasferiti
al commissariato di Santiago, dove i maltrattamenti si sono
intensificati. Jhonny è stato liberato nel pomeriggio. Il giorno
seguente Jhonny è morto, per un infarto provocato dai
maltrattamenti subiti. Infatti soffriva di problemi cardiaci ed aveva
cominciato a stare male già in carcere, avvisando le guardie ma
senza essere ascoltato. Le autorità stanno cercando di far
passare sotto silenzio questo assassinio, ma i familiari e i compagni
di Jhonny si stanno attivando per far conoscere il più possibile
la verità.
Lo scorso 6 aprile la fiamma olimpica è approdata a Londra, dove secondo i programmi sarebbe dovuta passare attraverso il centro della città per un giro promozionale. Fin dall'inizio del percorso sono iniziate manifestazioni di protesta contro la repressione del governo cinese nei confronti dei dissidenti tibetani. Lungo tutto il tragitto centinaia di persone hanno ostacolato e cercato di bloccare la fiaccola, per dimostrare solidarietà ai manifestanti tibetani uccisi, torturati e incarcerati. Ad un certo punto le autorità hanno preferito deviare il percorso all'interno della Chinatown londinese per evitare ulteriori contestazioni. Circa 32 persone sono state fermate e rilasciate solo dopo diverse ore.
A cura di Raffaele
Fonti: www.ainfos.ca; www.indymedia.org; http://news.infoshop.org;
http://romania.indymedia.org/en; http://cia.bzzz.net/english_news;
http://santiago.indymedia.org; http://www.indymedia.org.uk