Per coloro che non avessero mai visto "The Simpson" basti sapere che si
tratta di un cartone animato di blanda satira sociale che va in onda
negli Usa da venti anni e che presenta le vicende quotidiane di una
poco tipica famiglia a stelle e strisce. Il prodotto ha avuto un grande
successo a livello globale e si è tramutato anche in un enorme
affare commerciale grazie a tutto il merchandising (pupazzi, magliette,
ecc...) collegato alla serie.
"The Simpson" hanno avuto un ulteriore momento di popolarità
all'inizio di questo mese quando la "Comisión Nacional de
Telecomunicaciones" del Venezuela ha ingiunto ad una emittente
televisiva privata (Televen) di sospenderne la messa in onda. Secondo
fonti ufficiali la ragione di questa decisione sarebbe dovuta alle
proteste di alcuni telespettatori che ritengono quel cartone animato
poco adatto ai bambini, in quanto "diseducativo", e trasmesso anche in
una fascia oraria inadatta.
Immediatamente il coro mediatico ha sollevato una ondata di sdegno
contro quella che è stata bollata come l'ennesima censura fatta
dal presidente Hugo Chavez contro la libertà di espressione.
Addirittura qualcuno ha ipotizzato che si tratta di una vendetta
personale del presidente venezuelano che, in diversi episodi della
saga, è stato preso di mira insieme al suo amico Fidel Castro.
Tutti i media poi hanno sottolineato con enfasi che la serie è
stata sostituita con "Baywatch", una telenovela a base di bagnine e
bagnini bellocci. In definitiva il tutto è stato letto come la
dimostrazione che i dittatori non sopportano la satira, neppure quella
a cartoni animati.
Che Chavez sia un leader carismatico, pieno di contraddizioni e
sicuramente non libertario è una cosa certa, come pure è
scontato che gli "uomini forti" siano poco inclini ad apprezzare chi li
contesta e sempre pronti ad attaccare la libertà di espressione.
Fin qui tutto nella norma, quello che invece stupisce (si fa per dire)
è la superficialità con la quale i media ufficiali
abbiano evitato con cura di approfondire anche minimamente l'argomento.
Prima di tutto, Commissioni come quella che in Venezuela ha censurato
"The Simpson" ci sono un po' dappertutto, in Italia esiste in tv una
cosiddetta "fascia oraria protetta" all'interno della quale non si
possono mandare in onda alcune cose proprio con la scusa dei bambini.
Il che equivale esattamente alla giustificazione data in Venezuela per
eliminare dal palinsesto un cartone animato scomodo. In secondo luogo,
"The Simpson" hanno sollevato fin dal loro primo apparire, in tutto il
mondo e anche in Italia, continue discussioni riguardo la loro "scarsa
moralità" e una semplice ricerca su Internet permette a chiunque
di leggere pareri a favore e contro questo spettacolo che si sono
confrontati ripetutamente nel corso degli anni.
Inoltre, anche in Italia accade che determinati programmi vengano
eliminati dalla programmazione solo che nessuno, in questo caso, si
straccia le vesti gridando alla censura. Un caso recente è la
sparizione dallo schermo tv degli incontri di "Wrestling", quelli di
lotta truccata, giustificata dall'influsso negativo che questi
spettacoli avrebbero sui bambini e ragazzi. L'ultimo, per il momento, a
fare le spese della libertà esistente nella televisione italiana
è stato il comico Daniele Luttazzi la cui trasmissione
"Decameron" è durata solo un paio di puntate prima di essere
soppressa. Per non parlare poi della censura preventiva di programmi
mai andati in onda e non certo perché pericolosi per i minori ma
solo perché "poco graditi" a questo o a quel politico.
Questo per ricordare che non sono solo i dittatori ad esercitare il
potere della censura, e prendersela esclusivamente con loro
"dimenticando" il resto è un comodo sistema per nascondere il
fatto che anche nei paesi democratici vige un controllo
sull'informazione. Il fatto che se ne possa scrivere liberamente,
sebbene sia una fortuna, non cambia la sostanza delle cose.
Intanto, senza suscitare troppo clamore sui media internazionali, in
Argentina un deputato ha chiesto di cancellare dalla tv la puntata dei
"Simpson" nella quale c'è questa battuta: "Realmente me
gustaría una dictadura militar como la de Juan Perón.
Cuando él te desaparecía, tu te mantenías
desaparecido".
Pepsy