Anche se non se parla quasi più a Napoli continua ad essere
emergenza rifiuti. È bastato che la discarica di Ferrandelle
rimanesse chiusa per cinque giorni a causa del percolato fuoriuscito
dal sito, che la spazzatura ricominciasse ad accumularsi nelle strade
del centro città. In periferia, invece, la situazione è
sempre rimasta critica, tanto che il commissario straordinario De
Gennaro si è visto costretto a chiedere rinforzi all'Esercito.
La raccolta differenziata stenta a decollare e spesso le campane non
vengono svuotate e ai cumuli della spazzatura si sommano quelli della
plastica e della carta che i cittadini sono costretti a depositare per
strada. Insomma lo smaltimento dei rifiuti si basa sui treni che quasi
giornalmente portano 900 tonnellate di spazzatura in Germania ma basta
che qualcosa si inceppi per far tornare la mondezza anche nelle strade
del centro storico.
Una brutta situazione quella napoletana. De Gennaro continua la
politica dei suoi predecessori: fallito il piano iniziale, a causa,
dice lui, della inaffidabilità dello staff tecnico del
Commissariato ai rifiuti, l'ex Capo della polizia ha ripiegato sul
piano previsto dalla legge del 5 luglio 2007 che stabiliva la
costruzione di tre nuove discariche: S. Arcangelo Trimonte, Savignano
Irpino e Terzigno. Grazie ai poteri eccezionali che il governo Prodi
gli affidava, il Commissario straordinario Bertolaso scelse questi tre
siti pur sapendo che erano assolutamente inadatti ad ospitare le
discariche. Il territorio di S. Arcangelo Trimonte, un paesino di 900
anime già deturpato da due discariche che De Gennaro ha promesso
di bonificare al più presto, è definito "altamente
sismico" e la conca che dovrebbe ospitare la discarica è
predisposta al dissesto idrogeologico. Terzigno, invece, si trova in
una zona di pregio, il Parco Nazionale del Vesuvio. Per quanto riguarda
il progetto di Savignano Irpino, si tratta di un sito a pochi metri dal
centro del paese e dalla enorme discarica di "Difesa grande" chiusa ma
ancora attiva dal punto di vista dei danni ambientali. A Savignano i
lavori vanno avanti piuttosto a rilento fra le resistenze della
popolazione e le botte di polizia e carabinieri mentre a S. Arcangelo i
lavori dovrebbero cominciare a giorni. È prevedibile che
terminata la "tregua elettorale" il commissario vorrà accelerare
i lavori e quindi anche le botte di polizia e carabinieri.
Quello che lascia stupefatti è la volontà del commissario
di ignorare alcune proposte relative a siti ritenuti idonei allo
stoccaggio in sicurezza dei rifiuti e sostenute dal movimento
ambientalista campano. Tali proposte – si tratta di ben 12 siti -
furono fatte fin dalla primavera 2007 a Bertolaso che però, come
si è detto, fece scelte diverse che De Gennaro ha ora
definitivamente accolto: evidentemente la scelta è caduta su
zone nelle quali a "qualcuno" conveniva costruire discariche… Per non
parlare della proposta di realizzare una grande discarica in un'area
del demanio militare. Logica vorrebbe che per costruire discariche si
scegliessero zone poco popolate e poco coltivate come, appunto, le aree
utilizzate dall'Esercito per compiervi le proprie esercitazioni.
Mentre lo Stato, nelle sue articolazioni centrali e periferiche, cerca
di imporre alle popolazioni una nuovo saccheggio del territorio,
è arrivata la condanna della Corte di Giustizia europea
all'Italia per la cattiva gestione delle discariche. Pecoraro Scanio si
è affrettato a sottolineare che la condanna riguardava le leggi
approvate fra il 2001 e il 2003 dal governo Berlusconi. Vero. Peccato
però che con la scusa dell'emergenza il governo Prodi in
Campania è riuscito a fare di peggio, di molto peggio.
Il problema è che i vari commissari che si sono succeduti dal
1994 ad oggi hanno operato non per risolvere il problema ma per
perpetuare l'emergenza rifiuti. Invece di costruire discariche e
progettare inceneritori avrebbero dovuto puntare tutto sulla raccolta
differenziata, sul riciclo e sulla riduzione della produzione dei
rifiuti. Ma questo avrebbe significato la fine dell'emergenza, la fine
dei loro lauti stipendi, la fine dei profitti per i proprietari dei
terreni adibiti a discarica, la fine dei profitti per i gruppi
industriali del Nord che hanno costruito impianti fatiscenti, come
quelli per la produzione di un CDR fasullo o il megainceneritore di
Acerra, un mostro nato già morto. I governi che si sono
succeduti in questi anni hanno fatto finta di non vedere delegando ai
notabili locali la "soluzione" del problema. Insomma fra centro,
destra, sinistra e ultrasinistra non ce n'è uno che abbia le
mani pulite e infatti, come ha sottolineato qualcuno, se in questi anni
ci fosse stato almeno un partito non colluso avrebbe denunciato le
porcherie dei commissari. Invece: tutti zitti!
Ma perchè ci sono così tante difficoltà a trovare
discariche in Campania? La risposta è semplice e ce la da la
cartina sui siti inquinati di questa Regione. La Campania è una
zona devastata, satura di discariche di rifiuti tossico-nocivi che
l'hanno invasa dalla fine degli anni '80 ad oggi. I Commissari che si
sono succeduti dal 1994 hanno preso atto che non si può
costruire una discarica in un territorio dove è presente un sito
illegale di rifiuti industriali. Se ai territori già utilizzati
per discariche di rifiuti "legali", chiuse perché ormai
sovraccariche, si sommano quelli che ospitano discariche "illegali",
che "tutti" conoscono anche se fanno finta di non sapere, si arriva,
come si è detto, alla saturazione della regione. Non resta che
riaprire i vecchi siti, distruggere le zone di pregio ambientale e
recuperare qualche sito in città (come la ex-manifattura
tabacchi a Napoli).
Si spiega così la scelta del commissariamento: solo poteri
straordinari possono permettere di realizzare discariche in queste
condizioni, altrimenti si dovrebbe andare nelle zone dove sono
"fiorite" le discariche illegali ma questo vorrebbe dire scoperchiare
una pentola che politici nazionali e amministratori locali non hanno
interesse a toccare.
Meglio lasciare le cose come stanno e intanto aprire un nuovo business,
quello degli inceneritori. Quello di Acerra, che Prodi, in uno degli
ultimi conati di governo ha rifinanziato, e quello di Salerno, che un
sindaco PD, abituato a gonfiare le cifre della raccolta differenziata,
vuole costruire ad ogni costo sulla pelle dei suoi concittadini.
M.Z.
Sullo stesso argomento:
La questione rifiuti in Campania: Emergenza e business
http://isole.ecn.org/uenne/archivio/archivio2007/un17/art4749.html
Campania, immondizia e buoni affari. La discarica della politica
http://isole.ecn.org/uenne/archivio/archivio2008/un01/art5092.html
L'esercito contro i ribelli di Napoli. Camorra di Stato
http://isole.ecn.org/uenne/archivio/archivio2008/un02/art5104.html
La mondezza è oro: cronache napoletane. La rivolta di Pianura
http://isole.ecn.org/uenne/archivio/archivio2008/un02/art5109.html
Campania: rivolta contro discariche e inceneritori. Mondezza e repressione
http://isole.ecn.org/uenne/archivio/archivio2008/un05/art5146.html