Umanità Nova, n.16 del 4 maggio 2008, anno 88

Roma: eletto il fascista, bocciato il papalino. La libertà non si delega


Noi anarchici non siamo andati a votare. Il nostro astensionismo non è tattico, di chi ritiene che non ci siano candidati adeguati a rappresentarlo, ma strategico: noi non crediamo che votando si possa ottenere qualcosa di positivo per sé stessi o per la società, anzi, delegando a qualcuno il rappresentarci, si ottiene solo di rafforzare il potere e con esso lo sfruttamento e l'autoritarismo.
Sarebbe sbagliato però ritenere che il risultato delle elezioni non ci riguardi più di tanto. Come tutti quelli che subiscono il potere ogni giorno è importante capirne le forme, le strutture e le intenzioni.
Delle elezioni nazionali si è già detto sulle colonne di questo giornale e non è il caso di tornarci sopra, per ora: la nostra lotta ai governanti sarà irriducibile, così come lo sarebbe stata chiunque avesse vinto. Del resto l'identità di programma tra i due schieramenti è stata la miglior conferma delle nostre idee e della nostra scelta astensionista.
Il fine settimana appena trascorso ha visto votare nuovamente, in alcune città, per i ballottaggi per alcuni enti locali. Tra i vari risultati ha destato qualche sorpresa l'elezione a sindaco di Roma di Gianni Alemanno, ex mazziere fascista, ex ministro, candidato della destra berlusconiana.
Ovviamente il fatto che un fascista diventi sindaco di Roma non fa piacere, così come non ci avrebbe fatto piacere che lo fosse diventato il suo antagonista, il clericale Francesco Rutelli.
Dal punto di vista strettamente elettoralistico c'è da dire che queste elezioni sono state soprattutto perse da Rutelli piuttosto che non vinte da Alemanno. La scelta suicida del partito democratico di candidare un personaggio sputtanatissimo in città era evidente fin da prima delle elezioni. Rutelli è stato il sindaco con più soldi a disposizione di tutta la storia capitolina. Tra i fondi per il giubileo del 2000 e quelli per Roma capitale Rutelli ha amministrato decine di miliardi di lire senza alcun effetto positivo per la città che, anzi, ha pagato un prezzo salatissimo al giubileo del 2000. È riuscito persino a farsi condannare per l'assunzione di remuneratissimi, ed inutili, consulenti al Comune di Roma. Incidentalmente rileviamo che, nonostante la condanna sia comminata da una sentenza penale passata in giudicato, questo non ha impedito a dipietristi e grillini di dare l'indicazione di votarlo, nonostante quanto da loro rivendicato relativamente alla fedina penale dei candidati.
L'insofferenza dei cittadini romani verso Rutelli è stata confermata dal primo turno elettorale, dove Rutelli ha preso sistematicamente il 5-6% in meno dei candidati del centro-sinistra alla presidenza dei municipi, ed ha preso meno voti anche degli stessi partiti che lo sostenevano.
Né maggiori simpatie ha riscosso al ballottaggio: vi sono stati addirittura 60.000 romani che hanno votato per il candidato del partito democratico (Zingaretti) alla provincia e per il candidato di Berlusconi al comune.
Dal nostro punto di vista rileviamo alcune cose: innanzi tutto l'aumentato astensionismo. Si tratta di un astensionismo di persone sfiduciate della rappresentazione politica: sarà alla nostra capacità convertire quest'insoddisfazione in azione per la rivendicazione dei propri diritti e in lotta per la soluzione dei propri bisogni.
Rileviamo anche l'ennesimo errore della sinistra arlecchino: affidarsi a Rutelli per mantenere i propri miseri spazi di potere, le proprie prebende, i finanziamenti a cooperative, radio e centri sociali amici, sta probabilmente condannando alla rovina definitiva tutta quest'area politica.
È da notare anche che all'ultimo, sul carro dello sconfitto, sono saliti anche Sinistra critica ed i centri sociali romani del Global Project (quelli legati all'area del nord est). Dimenticando il loro progetto di alternativa anticapitalista hanno dato l'indicazione di votare contro il fascista Alemanno, senza rendersi conto che nessuno dei loro simpatizzanti voleva votare per l'Opus Dei di Rutelli.
Vorremo sapere che cosa mai abbiano trovato di alternativo in un personaggio come Rutelli che, giusto la sera prima delle elezioni, si è dichiarato favorevole al braccialetto antistupro con segnalatore da far indossare alle donne (forse per farle sentire sempre in libertà vigilata) e per la "tolleranza zero" nei confronti delle occupazioni di case, tanto per non citare le innumerevoli prese di posizione clericali su pacs, eutanasia, testamento biologico dello stesso personaggio.
Il sentimento di ripulsa nei confronti di Rutelli non ci fa dimenticare il rigetto che ci causa il nuovo sindaco. Alemanno è un fascista. Gira con una croce celtica al collo spacciandola per un simbolo religioso. È stato spalleggiato, nella campagna elettorale, dai vecchi arnesi dello squadrismo romano.
Su questo losco figuro avremo comunque modo di tornare nei prossimi mesi, dato il ruolo che si accinge a ricoprire. Sulle gesta dei suoi scherani non abbiamo nulla di diverso da aspettarci se non l'intensificarsi della violenza fascista con la consueta complicità poliziesca.
Verosimilmente certa sinistra, sentendosi orfana di un finanziamento, di un assessore, di una delibera, si mostrerà incapace di fare opposizione.
Starà a noi e a tutti coloro che hanno rifiutato di giocare con queste carte truccate, il rilancio dell'iniziativa in città.
Tanto, chiunque governi, i bisogni delle persone rimarranno insoluti, finché l'autorganizzazione delle lotte non ne imporrà il soddisfacimento.

Fricche

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