Noi anarchici non siamo andati a votare. Il nostro astensionismo non
è tattico, di chi ritiene che non ci siano candidati adeguati a
rappresentarlo, ma strategico: noi non crediamo che votando si possa
ottenere qualcosa di positivo per sé stessi o per la
società, anzi, delegando a qualcuno il rappresentarci, si
ottiene solo di rafforzare il potere e con esso lo sfruttamento e
l'autoritarismo.
Sarebbe sbagliato però ritenere che il risultato delle elezioni
non ci riguardi più di tanto. Come tutti quelli che subiscono il
potere ogni giorno è importante capirne le forme, le strutture e
le intenzioni.
Delle elezioni nazionali si è già detto sulle colonne di
questo giornale e non è il caso di tornarci sopra, per ora: la
nostra lotta ai governanti sarà irriducibile, così come
lo sarebbe stata chiunque avesse vinto. Del resto l'identità di
programma tra i due schieramenti è stata la miglior conferma
delle nostre idee e della nostra scelta astensionista.
Il fine settimana appena trascorso ha visto votare nuovamente, in
alcune città, per i ballottaggi per alcuni enti locali. Tra i
vari risultati ha destato qualche sorpresa l'elezione a sindaco di Roma
di Gianni Alemanno, ex mazziere fascista, ex ministro, candidato della
destra berlusconiana.
Ovviamente il fatto che un fascista diventi sindaco di Roma non fa
piacere, così come non ci avrebbe fatto piacere che lo fosse
diventato il suo antagonista, il clericale Francesco Rutelli.
Dal punto di vista strettamente elettoralistico c'è da dire che
queste elezioni sono state soprattutto perse da Rutelli piuttosto che
non vinte da Alemanno. La scelta suicida del partito democratico di
candidare un personaggio sputtanatissimo in città era evidente
fin da prima delle elezioni. Rutelli è stato il sindaco con
più soldi a disposizione di tutta la storia capitolina. Tra i
fondi per il giubileo del 2000 e quelli per Roma capitale Rutelli ha
amministrato decine di miliardi di lire senza alcun effetto positivo
per la città che, anzi, ha pagato un prezzo salatissimo al
giubileo del 2000. È riuscito persino a farsi condannare per
l'assunzione di remuneratissimi, ed inutili, consulenti al Comune di
Roma. Incidentalmente rileviamo che, nonostante la condanna sia
comminata da una sentenza penale passata in giudicato, questo non ha
impedito a dipietristi e grillini di dare l'indicazione di votarlo,
nonostante quanto da loro rivendicato relativamente alla fedina penale
dei candidati.
L'insofferenza dei cittadini romani verso Rutelli è stata
confermata dal primo turno elettorale, dove Rutelli ha preso
sistematicamente il 5-6% in meno dei candidati del centro-sinistra alla
presidenza dei municipi, ed ha preso meno voti anche degli stessi
partiti che lo sostenevano.
Né maggiori simpatie ha riscosso al ballottaggio: vi sono stati
addirittura 60.000 romani che hanno votato per il candidato del partito
democratico (Zingaretti) alla provincia e per il candidato di
Berlusconi al comune.
Dal nostro punto di vista rileviamo alcune cose: innanzi tutto
l'aumentato astensionismo. Si tratta di un astensionismo di persone
sfiduciate della rappresentazione politica: sarà alla nostra
capacità convertire quest'insoddisfazione in azione per la
rivendicazione dei propri diritti e in lotta per la soluzione dei
propri bisogni.
Rileviamo anche l'ennesimo errore della sinistra arlecchino: affidarsi
a Rutelli per mantenere i propri miseri spazi di potere, le proprie
prebende, i finanziamenti a cooperative, radio e centri sociali amici,
sta probabilmente condannando alla rovina definitiva tutta quest'area
politica.
È da notare anche che all'ultimo, sul carro dello sconfitto,
sono saliti anche Sinistra critica ed i centri sociali romani del
Global Project (quelli legati all'area del nord est). Dimenticando il
loro progetto di alternativa anticapitalista hanno dato l'indicazione
di votare contro il fascista Alemanno, senza rendersi conto che nessuno
dei loro simpatizzanti voleva votare per l'Opus Dei di Rutelli.
Vorremo sapere che cosa mai abbiano trovato di alternativo in un
personaggio come Rutelli che, giusto la sera prima delle elezioni, si
è dichiarato favorevole al braccialetto antistupro con
segnalatore da far indossare alle donne (forse per farle sentire sempre
in libertà vigilata) e per la "tolleranza zero" nei confronti
delle occupazioni di case, tanto per non citare le innumerevoli prese
di posizione clericali su pacs, eutanasia, testamento biologico dello
stesso personaggio.
Il sentimento di ripulsa nei confronti di Rutelli non ci fa dimenticare
il rigetto che ci causa il nuovo sindaco. Alemanno è un
fascista. Gira con una croce celtica al collo spacciandola per un
simbolo religioso. È stato spalleggiato, nella campagna
elettorale, dai vecchi arnesi dello squadrismo romano.
Su questo losco figuro avremo comunque modo di tornare nei prossimi
mesi, dato il ruolo che si accinge a ricoprire. Sulle gesta dei suoi
scherani non abbiamo nulla di diverso da aspettarci se non
l'intensificarsi della violenza fascista con la consueta
complicità poliziesca.
Verosimilmente certa sinistra, sentendosi orfana di un finanziamento,
di un assessore, di una delibera, si mostrerà incapace di fare
opposizione.
Starà a noi e a tutti coloro che hanno rifiutato di giocare con
queste carte truccate, il rilancio dell'iniziativa in città.
Tanto, chiunque governi, i bisogni delle persone rimarranno insoluti,
finché l'autorganizzazione delle lotte non ne imporrà il
soddisfacimento.
Fricche