Umanità Nova, n.16 del 4 maggio 2008, anno 88

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Cosenza: tutti assolti

Tutti assolti "perché il fatto non sussiste", così recita la sentenza letta dal presidente della corte d'assise di Cosenza Maria Antonietta Onorati riguardo ai 13 imputati della Rete del Sud Ribelle accusati di associazione sovversiva nell'ambito di un'inchiesta sugli scontri avvenuti durante il global forum di Napoli ed il G8 di Genova. Il pm Domenico Fiordalisi aveva chiesto 50 anni complessivi di reclusione e l'avvocatura dello Stato aveva aggiunto la richiesta di un risarcimento di 5 milioni di euro per danni materiali. All'interno dell'aula la lettura del verdetto è stato salutato da cori di gioia che inneggiavano alle dimissioni della Digos calabrese che ha avuto un ruolo non certamente indifferente nel teorema accusatorio costruito ad arte da Ros, Digos e magistrati per dimostrare, prima a se stessi e poi all'opinione pubblica, come il conflitto sociale potesse essere zittito nelle aule di tribunale. Questo teorema per ora sembra che si sia frantumato proprio sulla testa di coloro che lo hanno a suo tempo architettato, resta comunque il fatto che moltissime persone hanno dovuto affrontare mesi di carcere, 6 anni di processo, la privazione della propria libertà, di cui non saranno certamente risarciti stando alla base di quanto scritto negli articoli 18 e 21 della costituzione repubblicana che con una mano ti concedono ciò che con l'altra mano possono sempre toglierti.
“I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale. Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare.", “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili. In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria…". Difatti è proprio sulla base del volto bifronte di questi due articoli, a garanzia delle pseudo libertà democratiche, che molti cittadini sono stati perseguitati e continueranno ad esserlo, fino a quando non si riuscirà a comprendere, così come recita un vecchio detto, che “le libertà non si concedono, si prendono"; fino a quando non si riuscirà a comprendere che al conflitto sociale necessita offrire non la prospettiva della rivendicazione della libertà nei confronti di un sistema sociale che in effetti la libertà te la toglie, ma la prospettiva di una nuova società che bandisce la gerarchia perché sulla libertà si fonda.
È questa la risposta che dovremmo essere capaci di dare ai prossimi Fiordaliso di turno che certamente non mancheranno di farsi avanti, ogni qualvolta il conflitto tende ad allargarsi nel sociale: nessuno può toglierci il diritto a “sognare" un altro mondo possibile, nessuno può toglierci il diritto di pensare e lottare per cominciare a costruirlo nel qui ed ora.
Domenico Liguori

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