Tutti assolti "perché il fatto non sussiste", così
recita la sentenza letta dal presidente della corte d'assise di Cosenza
Maria Antonietta Onorati riguardo ai 13 imputati della Rete del Sud
Ribelle accusati di associazione sovversiva nell'ambito di un'inchiesta
sugli scontri avvenuti durante il global forum di Napoli ed il G8 di
Genova. Il pm Domenico Fiordalisi aveva chiesto 50 anni complessivi di
reclusione e l'avvocatura dello Stato aveva aggiunto la richiesta di un
risarcimento di 5 milioni di euro per danni materiali. All'interno
dell'aula la lettura del verdetto è stato salutato da cori di
gioia che inneggiavano alle dimissioni della Digos calabrese che ha
avuto un ruolo non certamente indifferente nel teorema accusatorio
costruito ad arte da Ros, Digos e magistrati per dimostrare, prima a se
stessi e poi all'opinione pubblica, come il conflitto sociale potesse
essere zittito nelle aule di tribunale. Questo teorema per ora sembra
che si sia frantumato proprio sulla testa di coloro che lo hanno a suo
tempo architettato, resta comunque il fatto che moltissime persone
hanno dovuto affrontare mesi di carcere, 6 anni di processo, la
privazione della propria libertà, di cui non saranno certamente
risarciti stando alla base di quanto scritto negli articoli 18 e 21
della costituzione repubblicana che con una mano ti concedono
ciò che con l'altra mano possono sempre toglierti.
“I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza
autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge
penale. Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono,
anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di
carattere militare.", “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente
il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di
diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni
o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto
motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i
quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di
violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione
dei responsabili. In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non
sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità
giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere
eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria…". Difatti è
proprio sulla base del volto bifronte di questi due articoli, a
garanzia delle pseudo libertà democratiche, che molti cittadini
sono stati perseguitati e continueranno ad esserlo, fino a quando non
si riuscirà a comprendere, così come recita un vecchio
detto, che “le libertà non si concedono, si prendono"; fino a
quando non si riuscirà a comprendere che al conflitto sociale
necessita offrire non la prospettiva della rivendicazione della
libertà nei confronti di un sistema sociale che in effetti la
libertà te la toglie, ma la prospettiva di una nuova
società che bandisce la gerarchia perché sulla
libertà si fonda.
È questa la risposta che dovremmo essere capaci di dare ai
prossimi Fiordaliso di turno che certamente non mancheranno di farsi
avanti, ogni qualvolta il conflitto tende ad allargarsi nel sociale:
nessuno può toglierci il diritto a “sognare" un altro mondo
possibile, nessuno può toglierci il diritto di pensare e lottare
per cominciare a costruirlo nel qui ed ora.
Domenico Liguori