Umanità Nova, n.17 dell'11 maggio 2008, anno 88

Piazze del Primo Maggio. Trieste, Cervignano, Ragusa, Carrara, Spixana, Parma, Milano, Torino


Trieste primo maggio anarchico e No Tav...e grazie ai vigili!

Come ogni anno alcune migliaia di persone hanno partecipato al tradizionale corteo della mattinata per le vie del centro. Come Gruppo Anarchico Germinal siamo stati presenti come ogni anno: oltre alla diffusione del nuovo numero di Germinal e al banchetto in piazza alla fine del corteo, quest'anno abbiamo deciso di portare alla manifestazione uno striscione "No Tav-giù le mani dal Carso" in italiano e sloveno e bandiere anarchiche e No Tav.
Questo - assieme al volantinaggio - per dare visibilità alla lotta contro quest'opera devastante che vorrebbero far passare anche nei nostri territori.
Alla fine del corteo c'è stato un fuori programma. Un funzionario del comune mentre i compagni stavano allestendo il banchetto ci intimava ad andare via in quanto sprovvisti di autorizzazione (mentre noi l'avevamo regolarmente richiesta) e perchè "questa piazza è riqualificata e voi non siete qualificati!".
Dopo poco se ne andava minacciando di chiamare i vigili. A quel punto mettiamo gli striscioni e i cartelloni per terra, fissiamo le bandiere e mettiamo il tavolino per raccogliere le firme per la petizione No Tav promossa dai comitati popolari della regione che in contemporanea stavano manifestando a Cervignano.
Dopo un po' arrivano 3 vigili che intimano di togliere il presidio. Al nostro rifiuto chiedono i nomi dei compagn* responsabili. Noi gli diciamo in modo chiaro che siamo tutti responsabili ma non gli diamo nomi. La cosa bella è che decine e decine di persone si fermano a dare la solidarietà, a firmare la petizione e a litigare con i vigili. Dopo un po' i tre se ne vanno con le pive nel sacco e la giornata si conclude senza altre visite sgradevoli.
Ringraziamo il comune e i vigili per la pubblicità gratuita che hanno dato all'iniziativa.
un compagno presente

Cervignano: i sindacati contro No Tav e ambientalisti

La manifestazione del primo maggio a Cervignano, tradizionalmente la più importante della Bassa Friulana, si è svolta in tono minore, complici probabilmente la situazione meteorologica, la situazione elettorale ma soprattutto a nostro parere il clima di spaccatura che la caratterizzava, dopo le dichiarazione della Triplice secondo le quali i comitati locali regionali (No Tav della bassa, Comitati contro gli elettrodotti, Comitato Insieme per il Tagliamento...), che l'anno scorso erano stati addirittura invitati a parlare dal palco, non sarebbero stati ospiti graditi "in quanto il primo maggio è la festa del lavoro e non una piattaforma per rivendicazioni ambientali" (sic). I comitati (un poco meno di un centinaio di persone tra cui molti compagni, su un totale di un migliaio scarso di partecipanti alla manifestazione) hanno perciò deciso di presenziare ma di non sfilare, stazionando fin dall'inizio nella piazza di arrivo a volantinare e tenere discorsi con microfono proprio: il corteo ufficiale è così sfilato tra due ali di bandiere No Tav, presenza significativa e per molti ingombrante.
Luigi

Ragusa: primo maggio anarchico

Nella cornice di una Piazza Pola addobbata di rosso e di nero, si è svolto il primo maggio organizzato dagli anarchici ragusani. Un lungo banco di libri e riviste, una esposizione di magliette e un gazebo con una serie di pannelli grafici rappresentanti il lungo percorso di autogestione sviluppatosi negli oltre 37 anni di presenza del Gruppo Anarchico sul territorio, dai quartieri alle scuole, dal sindacalismo di base alla società per la cremazione, dal commercio equo-solidale ai gruppi di acquisto solidali, dalle battaglie antifasciste a quelle antirazziste, alle edizioni e al giornale, hanno permesso al numeroso pubblico intervenuto di poter entrare in stretta relazione con gli anarchici.
Nel pomeriggio si è svolto il dibattito, incentrato proprio sull'agire al di fuori delle istituzioni; sono intervenuti Natale Musarra (moderatore), Fabio Conti (fuoriuscito da Rifondazione Comunista), Felice Tanzarella (per la CUB), Anteo Leggio (per l'AEA) e Carlo Natoli, che ha parlato dell'autogestione nel campo della cultura e della musica, grazie anche ai nuovi mezzi informatici.
Dopo il concerto del cantautore Davide Di Rosolini, è seguito il comizio di Pippo Gurrieri: oltre un'ora di arringhe contro il potere, davanti ad un numeroso pubblico composto da compagni, da giovani e da cittadini accorsi per l'occasione anche da paesi della provincia per quello che è diventato un appuntamento atteso. Ha infatti trattato il tema della memoria storica, delle morti sul lavoro legate alle condizioni sempre più precarie, flessibili e incerte, del ruolo di sindacati e partiti, Confindustria e governo in questo sfacelo. Si è poi soffermato in modo puntuale e dettagliato su una serie di problematiche locali (cementificazione, infrastrutture, degrado, razzismo, tasse), per ritornare sui temi generali della partecipazione diretta, contro la delega. Forti i toni con cui si è risvolto al pubblico presente, invitandolo a prendere coscienza che le soluzioni dei problemi sono nelle sue mani, che lo ha ricambiato continuamente con applausi. Il comizio è stato toccante, e alla fine molte persone si sono raccolte attorno all'oratore per complimentarsi e ringraziarlo.
In serata si sono svolti due concerti, molto seguiti; hanno suonato Dico e Tapso II, trasformando la piazza in un grande momento di festa, fino alla mezzanotte. Il successo dell'iniziativa è confermato, oltre che dalla costante partecipazione a tutte le iniziative in programma, dalla grande diffusione del materiale di propaganda, che ha fatto conseguire un nuovo record.
Gruppo Anarchico di Ragusa

Carrara: comizio e corteo in centro

Si è tenuta a Carrara la tradizionale commemorazione del Primo Maggio.
Fin dalle prime ore del mattino svariati compagni si sono ritrovati in Piazza Cesare Battisti, dove, fin dal primo dopoguerra questa manifestazione ha inizio.
Dopo un breve ma coinciso ricordo dell'origine della festa del Primo Maggio declamata dal palco da Ruggero, è seguito un intervento di Raffaella, anch'essa del Gruppo Germinal di Carrara che ha elencato le varie iniziative svolte durante l'anno dal gruppo locale, ed anche quelle in progetto per il prossimo.
Particolari critiche sono state rivolte all'amministrazione comunale che, tra le altre cose quest'anno ci ha privati del palco che, seppur dichiarato inagibile ormai da una diecina di anni, ma comunque sempre messo a disposizione sotto la nostra responsabilità, quest'anno è servito al nostro sindaco, che con i confederali ne ha dovuto fare uso per la commemorazione della ristrutturazione di un monumento. Nonostante la pedana per l'occasione rimediata, ed addobbata con bandiere e manifesti, il comizio e l'iniziativa non hanno subito grosse defezioni e si sono svolte come di consueto.
Dopo l'intervento di Raffaella che ha elencato le iniziative del gruppo Germinal sia all'interno della sede che sul territorio, è seguito l'intervento di Giovanni Pedrazzi dei Cobas Marmo, che ha sottolineato la fondamentale importanza di una lotta sindacale che si ponga fuori dai ripudi e logiche di asservimento del sindacalismo confederale e rivendichi l'azione diretta come fulcro del suo agire politico declinando così il pensiero del sindacalismo anarchico.
In ultimo un intervento molto coinvolgente di Francesco Carlizza (Fricche) del gruppo anarchico Cafiero di Roma che ha toccato svariate problematiche della situazione politica e sociale italiana, soffermandosi sulla questione della precarietà, dei morti sul lavoro, sui salari e pensioni dei parlamentari,sulla crisi economica, sulla questione dei rifiuti a Napoli e delle discariche, su Berlusconi, la repressione e evidenziando l'importanza di una lotta anarchica, manifestata sempre e comunque nelle piazze.
Ha seguito l'affollatissimo corteo per le strade della città con la consueta deposizione di corone di fiori alle varie lapidi e monumenti.
Un ultimo e molto toccante intervento del compagno Emanuele del Gruppo Germinal di Carrara davanti al Monumento di Alberto Meschi, che ha descritto la difficile condizione dei lavoratori delle cave, ed il corteo ha raggiunto di nuovo la Piazza Alberica dove tutti i convenuti e la cittadinanza hanno potuto assaporare e brindare alle delizie offerte dal gruppo Germinal, dal Circolo Goliardo Fiaschi e dal Gruppo Malatesta di Gragnana.
Nonostante la grande affluenza di partecipanti che, come da parecchi anni occupa Carrara per gran parte della giornata, i giornali locali non hanno fatto il minimo accenno all'iniziativa... proprio come se niente fosse successo.
L'incaricato

Spezzano Albanese: primo maggio anarchico e comunalista

Una giornata ricca di momenti di lotta, di denuncia, di proposte altre per una società altra, segnata fra l'altro da momenti conviviali e di svago: è stato questo in sintesi il Primo Maggio comunalista e anarchico nella Spezzano arbereshe.
Dalle ore 10 il piazzale della scuola elementare illuminato da uno splendente sole calabroafricano e con il palco già montato al centro inizia a sorridere alle bandiere nere e rossonere che l'adornano. In piazza iniziano intanto a radunarsi oltre agli anarchici della federazione locale ed alla FMB, i compagni anarchici e libertari calabresi, realtà antagoniste di movimento, delegazioni di sinistra critica e dei cobas provenienti dal cosentino confondendosi con i cittadini di Spezzano convenuti per partecipare tutti insieme al comizio. Un regalo giunge intanto alla FAI di "Spixana", un regalo preannunciato ma misterioso, ermeticamente chiuso all'interno di un cofanetto di legno, un regalo del caro compagno ed amico Angelo Pagliaro: una meravigliosa bandiera nera adornata ai margini di riccioli rossi e con al centro una bellissima fiaccola e la scritta FAI "SPIXANA", confezionata artigianalmente da una ottantaduenne signora (Lidia) e che i compagni provvedono subito a sistemare sul palco. Grazie Angelo, grazie ai tuoi familiari, ora la Spezzano comunalista e anarchica ha la sua storica bandiera.
Verso le 11,30 mentre il sole picchia sempre più forte si da avvio al comizio con i previsti interventi di Antonio Nociti che si sofferma su un'analisi della fase sociale in atto, Deborah De Rosa che si sofferma sulle tematiche dell'immigrazione e dell'antirazzismo, Antonino Campenì (uno dei tredici compagni accusati di associazione sovversiva e assolto "perché il fatto non sussiste" insieme a tutti gli altri dalla sentenza del tribunale di Cosenza del 24 aprile u. s.) che si sofferma soprattutto sul teorema accusatorio del giudice Fiordalisi e digos cosentina, Domenico Liguori che, dopo un commosso ricordo del compagno Giovanni Giordano, si sofferma sulle tematiche ambientali e sull'installazione di un depuratore di liquidi "speciali non pericolosi" che l'amministrazione comunale di Spezzano spera di poter "imporre" alla comunità.
Terminato il comizio verso le 14 arriva il momento conviviale: dalla piazza ci si sposta tutti insieme all'area delle strutture sportive comunali, dove oggi la cooperativa arcobaleno, una delle strutture figlie della lotta e delle proposte anarchiche e libertarie in loco, ha dato vita al Caffè Culturale "il Galeone", e tra un piatto tipico ed un altro, naturalmente frammezzati con vino e canti anarchici, si digerisce tutti insieme il caldo pomeriggio per affrontare in maniera lucida il "nostro concertone" serale e notturno con la musica ed i canti di Sand Creek, Alessandro Fazio, Francesco Passarelli, Anamnesi e di altri musicisti e cantanti che giungono inaspettati da Spezzano e dal cosentino. A tarda, tarda notte ci si saluta dandoci appuntamento a mercoledì 7 maggio, all'assemblea popolare richiesta dalla FMB e convocata dall'amministrazione comunale sulla questione del depuratore. Gli amministratori troveranno il coraggio di revocare la delibera consiliare come è stato loro chiesto dagli anarchici e dalla FMB, richiesta largamente condivisa da ampi settori della comunità arbereshe, o vorranno continuare con la logica del muro contro muro? Staremo a vedere!
l'incaricato

Parma: primo maggio sindacalista di base

È stato un vero successo! Il 1° maggio organizzato da USI-AIT e RDB-CUB (a cui hanno aderito il gruppo Cieri-FAI, Comitato Antirazzista, Insurgent City e altri), nell'ambito del ricco calendario allestito per ricordare lo sciopero agrario del 1908, è andato oltre le più rosee aspettative. L'iniziativa è stata pensata come momento di affermazione dell'alterità totale del sindacalismo di base rispetto a quello confederale, riguardo temi, contenuti e metodi, nonché come giusta riappropriazione di simboli (corteo e comizio in questa particolare data) e spazi (le strade, la piazza), tanto che s'è deciso di tenere la festa senza adempiere alle impossibili lungaggini burocratiche comunali che questa amministrazione ha imposto.
Il corteo, colorato e animato, allietato anche dalla festosa presenza della Banda degli Ottoni, ha visto la partecipazione di circa 700-800 persone (tra cui compagni da Milano, Modena, Alessandria, Bergamo, Arezzo, Venezia, Bologna, ecc.), che sono sfilate lungo lo storico quartiere del Naviglio (con tappa doverosa alla lapide di Antonio Cieri, anarchico e militante USI morto in Spagna nel 1938) per poi arrivare nel centrale P.le della Pace, dove Sergio Onesti per l'USI e Andrea Zini per la CUB hanno tenuto un apprezzato comizio, e dove si sono susseguiti altri interventi, tra i quali il saluto di Angelo Mulè, nuovo segretario nazionale dell'USI e quello di Betti, del Comitato Nazionale RDB. Sempre in corteo, si è poi arrivati in un'altra piazzetta del centro storico, dove era stato allestito il pranzo, tutto a base di cibi semplici e autoprodotti. Nel pomeriggio, si è tenuto il concerto della A-Band, dei Riflexo e di Alessio Lega, ai quali va tutto il nostro ringraziamento.
Massimiliano

Milano: la precarietà del lavoro in piazza

L'appuntamento più importante della giornata è in piazza XXIV maggio al Ticinese dove ci si concentra nelle prime ore del pomeriggio, per dar vita al corteo-parata del May Day, giunto alla sua ottava edizione. Decine di migliaia di persone, accompagnate da una quantità di mezzi vari, a motore o meno – dai possenti Tir ai furgoni ai tricicli "no oil", alle biciclette – sfilano per più di tre ore per il centro della città, in un clima festoso e musicale: i mezzi infatti ospitano casse potenti e sparano decibel a tutt'andare. In testa dopo lo striscione d'apertura – Disarmo - lo spezzone dei migranti che rivendicano diritti e libertà; quest'anno la May Day è incentrata sulle lotte dei migranti e diverse delegazioni sono giunte da diverse città (nutrita quella bolognese). Poi a seguire un fiume di manifestanti accomunati da condizioni di vita e di lavoro simili, caratterizzate da precarietà e flessibilità che condizionano pesantemente la qualità di vita dell'intero paese. Manifestanti che con ironia ricordano le esistenze complicate dei precari: dalle ragazze in abiti da sposa che rispondono alle trovate di Berlusconi per uscire dal precariato (sposarsi appunto con un benestante); ai puzzle distribuiti per ricostruire esistenze spezzate. I "carri" di Centri sociali, San Precario, autorganizzati vari, sindacati di base (soprattutto CUB e SdL), Ponte della Ghisolfa (con un pannello che ricorda Giuseppe Pinelli) caratterizzano il corteo, che registra una scarsa presenza della sinistra tradizionale: poche bandiere del PCR e del PC dei lavoratori a dimostrazione che siamo di fronte all'emergere periodico di un continente sommerso, da una parte prodotto delle infauste politiche concertative delle centrali sindacali (e dei loro partiti di riferimento) e dall'altra sostanzialmente refrattario alle forme istituzionali di rappresentanza.
La conclusione è in Largo Cairoli a ridosso del Castello, dove si va avanti fino a notte, tra musica, panini e balli, senza comizi conclusivi in un'aria di sballo, che non dimentica però i lavoratori morti per "incidenti" sul lavoro: per ricordarli vengono rilasciati in cielo 1300 palloncini, lo stesso numero di quanti cadono ogni anno.
La May Day dunque continua e continuano anche le critiche di chi non ravvisa contenuti forti nel suo esplicarsi, ma la difficoltà della condizione precaria, l'individualizzazione della condizione lavorativa, non favorisce per il momento il formarsi di un soggetto collettivo forte. Da questa constatazione bisogna partire senza false scorciatoie.
La Federazione Anarchica Milanese è stata presente con un visibile gazebo in Largo Cairoli con libri, volantini vari, un cartellone (molto letto) che ricorda le origini del Primo maggio, vino e panini vari. Una presenza che ha consentito lo stabilirsi di molti contatti.
Precedentemente si era tenuto l'oramai tradizionale pranzo anarchico, curato ottimamente da compagne e compagni della FAM, nella sede di Viale Monza che ha registrato oltre 130 presenti in un clima fraterno e festoso.
Per completezza d'informazione: in mattinata si è tenuto il corteo del sindacalismo istituzionale; circa 3000 persone – per lo più funzionari – ha sfilato da Porta Venezia al Duomo in un clima dimesso che CGIL, CISL e UIL ha pensato bene di ravvivare con l'iniziativa pomeridiana del ballo liscio e la risottata in piazza in Largo Marinai d'Italia: chissà che un po' di sballo non faccia bene anche a loro...
L'incaricato

Milano: i rom in corteo

1° Maggio, ore 15 Piazza 24 maggio piena zeppa di persone di tutti i colori. 35 carri si stanno posizionando in corso di Porta ticinese: lo spazio è poco. Soltanto la follia organizzativa dei precari organizzati poteva costruire "Un corteo così ordinato". Milano finalmente è diventata una gran bella città.
Ragazzi, donne, uomini di ogni età la riempiono come un uovo in attesa di partire con il corteo della may day.
Ad un certo punto appare un piccolo striscione con scritto" Via Adda non si cancella" con dietro una quantità di Rom rumeni dei vari campi del milanese.
Finalmente gli invisibili si fanno vedere e sono visibilissimi con le loro facce i loro sorrisi di donne,uomini e i loro bambini; quello che faceva più piacere erano gli applausi delle persone che guardavano sfilare il corteo.
Eccoli gli "zingari": oggi non solo "zingari", ma lavoratori insieme a lavoratori che chiedono il diritto ad una casa dignitosa, ad un lavoro super fruttato, sottosottopagato e ultra ricattato; chiedono per sé e per i propri figli di vivere con dignità la vita come chiunque ne ha diritto su questa terra.
L'occupazione di Via Adda sta ancora dando i suoi frutti alla faccia di quanti ne volevano cantare il funerale: ha costruito unità tra le persone in quanto classe di lavoratori e di sfruttati.
Lo spezzone Rom si ingrossa anche con la presenza di compagni cileni del coordinamento lavoratori esiliati in Italia aderenti alla FAI.
"Qui ci siamo e non ce ne andiamo", "Casa, lavoro, giustizia e libertà" erano gli slogan più gettonati.
Lo striscione che apriva questo pezzo di corteo, promosso dal Coordinamento antirazzista milanese e lavoratori in lotta, era "contro ogni razzismo- siamo lavoratori del mondo!"
Il lavoro è appena iniziato e la situazione non è delle migliori, ma se si lavora con tenacia, costruendo dal basso autorganizzazione i risultati di lotte vincenti non mancheranno.
Anto commissione antirazzista FAI

Torino: una piazza con tante anime

Il Primo Maggio torinese, come ogni anno, ha avuto il suo fulcro nel corteo organizzato dai sindacati di Stato da piazza Vittorio a piazza S. Carlo.
Ormai da molti anni il corteo del primo maggio, un appuntamento popolare, sebbene quest'anno non si sia andati oltre le 35mila presenze, è una sorta di grande contenitore dove convivono a distanza e talora anche in diretto conflitto le tante anime della sinistra torinese. Lontani fisicamente e, ancor più, politicamente, sono gli spezzoni di CGIL, CISL e UIL, quelli delle istituzioni cittadine, dei partiti della sinistra parlamentare e neo extraparlamentare. In coda stanno gli altri, quelli che considerano il primo maggio un'occasione di lotta e non una mera festa.
D'altra parte sotto la Mole c'è poco da festeggiare, tra salari che non bastano più, lavoro che non c'è e quando c'è è precario, malpagato, pericoloso, e, talora, anche mortale.
Gli anarchici della FAI sono presenti in piazza con un banchetto con libri e stampa e con un volantino titolato "La libertà non si delega, si prende".
Un folto spezzone anarchico sfila dietro allo striscione della FAI "azione diretta contro lo stato ed il capitale", mentre dal camion di testa si alternano musica e interventi.
Nella piazza torinese si respirava il lutto per la sconfitta dell'Arcobaleno un lutto di fronte al quale non possiamo che ribadire che "La cosiddetta 'sinistra radicale' ha concluso la propria parabola. Hanno cambiato nomi e simboli ma la logica del potere per il potere è sempre la stessa: Togliatti divenne ministro, Bertinotti presidente della Camera. Il primo liberò i torturatori ed assassini di Salò, il secondo ha avallato leggi razziste e avventure di guerra.
La loro vicenda dimostra – se mai ce ne fosse bisogno – che il potere corrode e muta, che il "realismo", di compromesso in compromesso, porta ad accettare tutto: dalla guerra ai cpt, dalle norme più liberticide alle grandi opere, dalla distruzione dell'ambiente alla fine delle tutele per chi lavora, dalla precarietà a vita al razzismo di Stato.
La libertà non si delega, si prende. Ogni giorno, ovunque."
Il tradizionale pranzo nella sede della Federazione Anarchica di Torino ha concluso la giornata.
I giorni successivi l'attenzione dei media sarà catalizzata dalla contestazione del tutto simbolica a Bertinotti, e dall'ormai rituale rogo di bandiere israeliane e statunitensi da parte degli autonomi.
Per quanto ci riguarda, il Primo Maggio e i giorni successivi, il nostro impegno di controinformazione e lotta, senza clamori né eco mediatica, è stato a fianco dei rom, sgomberati e buttati in strada dalla giunta Chiamparino alla vigilia della "festa" dei lavoratori.
ma. ma.

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