Come ogni anno alcune migliaia di persone hanno partecipato al
tradizionale corteo della mattinata per le vie del centro. Come Gruppo
Anarchico Germinal siamo stati presenti come ogni anno: oltre alla
diffusione del nuovo numero di Germinal e al banchetto in piazza alla
fine del corteo, quest'anno abbiamo deciso di portare alla
manifestazione uno striscione "No Tav-giù le mani dal Carso" in
italiano e sloveno e bandiere anarchiche e No Tav.
Questo - assieme al volantinaggio - per dare visibilità alla
lotta contro quest'opera devastante che vorrebbero far passare anche
nei nostri territori.
Alla fine del corteo c'è stato un fuori programma. Un
funzionario del comune mentre i compagni stavano allestendo il
banchetto ci intimava ad andare via in quanto sprovvisti di
autorizzazione (mentre noi l'avevamo regolarmente richiesta) e
perchè "questa piazza è riqualificata e voi non siete
qualificati!".
Dopo poco se ne andava minacciando di chiamare i vigili. A quel punto
mettiamo gli striscioni e i cartelloni per terra, fissiamo le bandiere
e mettiamo il tavolino per raccogliere le firme per la petizione No Tav
promossa dai comitati popolari della regione che in contemporanea
stavano manifestando a Cervignano.
Dopo un po' arrivano 3 vigili che intimano di togliere il presidio. Al
nostro rifiuto chiedono i nomi dei compagn* responsabili. Noi gli
diciamo in modo chiaro che siamo tutti responsabili ma non gli diamo
nomi. La cosa bella è che decine e decine di persone si fermano
a dare la solidarietà, a firmare la petizione e a litigare con i
vigili. Dopo un po' i tre se ne vanno con le pive nel sacco e la
giornata si conclude senza altre visite sgradevoli.
Ringraziamo il comune e i vigili per la pubblicità gratuita che hanno dato all'iniziativa.
un compagno presente
La manifestazione del primo maggio a Cervignano, tradizionalmente la
più importante della Bassa Friulana, si è svolta in tono
minore, complici probabilmente la situazione meteorologica, la
situazione elettorale ma soprattutto a nostro parere il clima di
spaccatura che la caratterizzava, dopo le dichiarazione della Triplice
secondo le quali i comitati locali regionali (No Tav della bassa,
Comitati contro gli elettrodotti, Comitato Insieme per il
Tagliamento...), che l'anno scorso erano stati addirittura invitati a
parlare dal palco, non sarebbero stati ospiti graditi "in quanto il
primo maggio è la festa del lavoro e non una piattaforma per
rivendicazioni ambientali" (sic). I comitati (un poco meno di un
centinaio di persone tra cui molti compagni, su un totale di un
migliaio scarso di partecipanti alla manifestazione) hanno
perciò deciso di presenziare ma di non sfilare, stazionando fin
dall'inizio nella piazza di arrivo a volantinare e tenere discorsi con
microfono proprio: il corteo ufficiale è così sfilato tra
due ali di bandiere No Tav, presenza significativa e per molti
ingombrante.
Luigi
Nella cornice di una Piazza Pola addobbata di rosso e di nero, si
è svolto il primo maggio organizzato dagli anarchici ragusani.
Un lungo banco di libri e riviste, una esposizione di magliette e un
gazebo con una serie di pannelli grafici rappresentanti il lungo
percorso di autogestione sviluppatosi negli oltre 37 anni di presenza
del Gruppo Anarchico sul territorio, dai quartieri alle scuole, dal
sindacalismo di base alla società per la cremazione, dal
commercio equo-solidale ai gruppi di acquisto solidali, dalle battaglie
antifasciste a quelle antirazziste, alle edizioni e al giornale, hanno
permesso al numeroso pubblico intervenuto di poter entrare in stretta
relazione con gli anarchici.
Nel pomeriggio si è svolto il dibattito, incentrato proprio
sull'agire al di fuori delle istituzioni; sono intervenuti Natale
Musarra (moderatore), Fabio Conti (fuoriuscito da Rifondazione
Comunista), Felice Tanzarella (per la CUB), Anteo Leggio (per l'AEA) e
Carlo Natoli, che ha parlato dell'autogestione nel campo della cultura
e della musica, grazie anche ai nuovi mezzi informatici.
Dopo il concerto del cantautore Davide Di Rosolini, è seguito il
comizio di Pippo Gurrieri: oltre un'ora di arringhe contro il potere,
davanti ad un numeroso pubblico composto da compagni, da giovani e da
cittadini accorsi per l'occasione anche da paesi della provincia per
quello che è diventato un appuntamento atteso. Ha infatti
trattato il tema della memoria storica, delle morti sul lavoro legate
alle condizioni sempre più precarie, flessibili e incerte, del
ruolo di sindacati e partiti, Confindustria e governo in questo
sfacelo. Si è poi soffermato in modo puntuale e dettagliato su
una serie di problematiche locali (cementificazione, infrastrutture,
degrado, razzismo, tasse), per ritornare sui temi generali della
partecipazione diretta, contro la delega. Forti i toni con cui si
è risvolto al pubblico presente, invitandolo a prendere
coscienza che le soluzioni dei problemi sono nelle sue mani, che lo ha
ricambiato continuamente con applausi. Il comizio è stato
toccante, e alla fine molte persone si sono raccolte attorno
all'oratore per complimentarsi e ringraziarlo.
In serata si sono svolti due concerti, molto seguiti; hanno suonato
Dico e Tapso II, trasformando la piazza in un grande momento di festa,
fino alla mezzanotte. Il successo dell'iniziativa è confermato,
oltre che dalla costante partecipazione a tutte le iniziative in
programma, dalla grande diffusione del materiale di propaganda, che ha
fatto conseguire un nuovo record.
Gruppo Anarchico di Ragusa
Si è tenuta a Carrara la tradizionale commemorazione del Primo Maggio.
Fin dalle prime ore del mattino svariati compagni si sono ritrovati in
Piazza Cesare Battisti, dove, fin dal primo dopoguerra questa
manifestazione ha inizio.
Dopo un breve ma coinciso ricordo dell'origine della festa del Primo
Maggio declamata dal palco da Ruggero, è seguito un intervento
di Raffaella, anch'essa del Gruppo Germinal di Carrara che ha elencato
le varie iniziative svolte durante l'anno dal gruppo locale, ed anche
quelle in progetto per il prossimo.
Particolari critiche sono state rivolte all'amministrazione comunale
che, tra le altre cose quest'anno ci ha privati del palco che, seppur
dichiarato inagibile ormai da una diecina di anni, ma comunque sempre
messo a disposizione sotto la nostra responsabilità, quest'anno
è servito al nostro sindaco, che con i confederali ne ha dovuto
fare uso per la commemorazione della ristrutturazione di un monumento.
Nonostante la pedana per l'occasione rimediata, ed addobbata con
bandiere e manifesti, il comizio e l'iniziativa non hanno subito grosse
defezioni e si sono svolte come di consueto.
Dopo l'intervento di Raffaella che ha elencato le iniziative del gruppo
Germinal sia all'interno della sede che sul territorio, è
seguito l'intervento di Giovanni Pedrazzi dei Cobas Marmo, che ha
sottolineato la fondamentale importanza di una lotta sindacale che si
ponga fuori dai ripudi e logiche di asservimento del sindacalismo
confederale e rivendichi l'azione diretta come fulcro del suo agire
politico declinando così il pensiero del sindacalismo anarchico.
In ultimo un intervento molto coinvolgente di Francesco Carlizza
(Fricche) del gruppo anarchico Cafiero di Roma che ha toccato svariate
problematiche della situazione politica e sociale italiana,
soffermandosi sulla questione della precarietà, dei morti sul
lavoro, sui salari e pensioni dei parlamentari,sulla crisi economica,
sulla questione dei rifiuti a Napoli e delle discariche, su Berlusconi,
la repressione e evidenziando l'importanza di una lotta anarchica,
manifestata sempre e comunque nelle piazze.
Ha seguito l'affollatissimo corteo per le strade della città con
la consueta deposizione di corone di fiori alle varie lapidi e
monumenti.
Un ultimo e molto toccante intervento del compagno Emanuele del Gruppo
Germinal di Carrara davanti al Monumento di Alberto Meschi, che ha
descritto la difficile condizione dei lavoratori delle cave, ed il
corteo ha raggiunto di nuovo la Piazza Alberica dove tutti i convenuti
e la cittadinanza hanno potuto assaporare e brindare alle delizie
offerte dal gruppo Germinal, dal Circolo Goliardo Fiaschi e dal Gruppo
Malatesta di Gragnana.
Nonostante la grande affluenza di partecipanti che, come da parecchi
anni occupa Carrara per gran parte della giornata, i giornali locali
non hanno fatto il minimo accenno all'iniziativa... proprio come se
niente fosse successo.
L'incaricato
Una giornata ricca di momenti di lotta, di denuncia, di proposte
altre per una società altra, segnata fra l'altro da momenti
conviviali e di svago: è stato questo in sintesi il Primo Maggio
comunalista e anarchico nella Spezzano arbereshe.
Dalle ore 10 il piazzale della scuola elementare illuminato da uno
splendente sole calabroafricano e con il palco già montato al
centro inizia a sorridere alle bandiere nere e rossonere che
l'adornano. In piazza iniziano intanto a radunarsi oltre agli anarchici
della federazione locale ed alla FMB, i compagni anarchici e libertari
calabresi, realtà antagoniste di movimento, delegazioni di
sinistra critica e dei cobas provenienti dal cosentino confondendosi
con i cittadini di Spezzano convenuti per partecipare tutti insieme al
comizio. Un regalo giunge intanto alla FAI di "Spixana", un regalo
preannunciato ma misterioso, ermeticamente chiuso all'interno di un
cofanetto di legno, un regalo del caro compagno ed amico Angelo
Pagliaro: una meravigliosa bandiera nera adornata ai margini di
riccioli rossi e con al centro una bellissima fiaccola e la scritta FAI
"SPIXANA", confezionata artigianalmente da una ottantaduenne signora
(Lidia) e che i compagni provvedono subito a sistemare sul palco.
Grazie Angelo, grazie ai tuoi familiari, ora la Spezzano comunalista e
anarchica ha la sua storica bandiera.
Verso le 11,30 mentre il sole picchia sempre più forte si da
avvio al comizio con i previsti interventi di Antonio Nociti che si
sofferma su un'analisi della fase sociale in atto, Deborah De Rosa che
si sofferma sulle tematiche dell'immigrazione e dell'antirazzismo,
Antonino Campenì (uno dei tredici compagni accusati di
associazione sovversiva e assolto "perché il fatto non sussiste"
insieme a tutti gli altri dalla sentenza del tribunale di Cosenza del
24 aprile u. s.) che si sofferma soprattutto sul teorema accusatorio
del giudice Fiordalisi e digos cosentina, Domenico Liguori che, dopo un
commosso ricordo del compagno Giovanni Giordano, si sofferma sulle
tematiche ambientali e sull'installazione di un depuratore di liquidi
"speciali non pericolosi" che l'amministrazione comunale di Spezzano
spera di poter "imporre" alla comunità.
Terminato il comizio verso le 14 arriva il momento conviviale: dalla
piazza ci si sposta tutti insieme all'area delle strutture sportive
comunali, dove oggi la cooperativa arcobaleno, una delle strutture
figlie della lotta e delle proposte anarchiche e libertarie in loco, ha
dato vita al Caffè Culturale "il Galeone", e tra un piatto
tipico ed un altro, naturalmente frammezzati con vino e canti
anarchici, si digerisce tutti insieme il caldo pomeriggio per
affrontare in maniera lucida il "nostro concertone" serale e notturno
con la musica ed i canti di Sand Creek, Alessandro Fazio, Francesco
Passarelli, Anamnesi e di altri musicisti e cantanti che giungono
inaspettati da Spezzano e dal cosentino. A tarda, tarda notte ci si
saluta dandoci appuntamento a mercoledì 7 maggio, all'assemblea
popolare richiesta dalla FMB e convocata dall'amministrazione comunale
sulla questione del depuratore. Gli amministratori troveranno il
coraggio di revocare la delibera consiliare come è stato loro
chiesto dagli anarchici e dalla FMB, richiesta largamente condivisa da
ampi settori della comunità arbereshe, o vorranno continuare con
la logica del muro contro muro? Staremo a vedere!
l'incaricato
È stato un vero successo! Il 1° maggio organizzato da
USI-AIT e RDB-CUB (a cui hanno aderito il gruppo Cieri-FAI, Comitato
Antirazzista, Insurgent City e altri), nell'ambito del ricco calendario
allestito per ricordare lo sciopero agrario del 1908, è andato
oltre le più rosee aspettative. L'iniziativa è stata
pensata come momento di affermazione dell'alterità totale del
sindacalismo di base rispetto a quello confederale, riguardo temi,
contenuti e metodi, nonché come giusta riappropriazione di
simboli (corteo e comizio in questa particolare data) e spazi (le
strade, la piazza), tanto che s'è deciso di tenere la festa
senza adempiere alle impossibili lungaggini burocratiche comunali che
questa amministrazione ha imposto.
Il corteo, colorato e animato, allietato anche dalla festosa presenza
della Banda degli Ottoni, ha visto la partecipazione di circa 700-800
persone (tra cui compagni da Milano, Modena, Alessandria, Bergamo,
Arezzo, Venezia, Bologna, ecc.), che sono sfilate lungo lo storico
quartiere del Naviglio (con tappa doverosa alla lapide di Antonio
Cieri, anarchico e militante USI morto in Spagna nel 1938) per poi
arrivare nel centrale P.le della Pace, dove Sergio Onesti per l'USI e
Andrea Zini per la CUB hanno tenuto un apprezzato comizio, e dove si
sono susseguiti altri interventi, tra i quali il saluto di Angelo
Mulè, nuovo segretario nazionale dell'USI e quello di Betti, del
Comitato Nazionale RDB. Sempre in corteo, si è poi arrivati in
un'altra piazzetta del centro storico, dove era stato allestito il
pranzo, tutto a base di cibi semplici e autoprodotti. Nel pomeriggio,
si è tenuto il concerto della A-Band, dei Riflexo e di Alessio
Lega, ai quali va tutto il nostro ringraziamento.
Massimiliano
L'appuntamento più importante della giornata è in
piazza XXIV maggio al Ticinese dove ci si concentra nelle prime ore del
pomeriggio, per dar vita al corteo-parata del May Day, giunto alla sua
ottava edizione. Decine di migliaia di persone, accompagnate da una
quantità di mezzi vari, a motore o meno – dai possenti Tir ai
furgoni ai tricicli "no oil", alle biciclette – sfilano per più
di tre ore per il centro della città, in un clima festoso e
musicale: i mezzi infatti ospitano casse potenti e sparano decibel a
tutt'andare. In testa dopo lo striscione d'apertura – Disarmo - lo
spezzone dei migranti che rivendicano diritti e libertà;
quest'anno la May Day è incentrata sulle lotte dei migranti e
diverse delegazioni sono giunte da diverse città (nutrita quella
bolognese). Poi a seguire un fiume di manifestanti accomunati da
condizioni di vita e di lavoro simili, caratterizzate da
precarietà e flessibilità che condizionano pesantemente
la qualità di vita dell'intero paese. Manifestanti che con
ironia ricordano le esistenze complicate dei precari: dalle ragazze in
abiti da sposa che rispondono alle trovate di Berlusconi per uscire dal
precariato (sposarsi appunto con un benestante); ai puzzle distribuiti
per ricostruire esistenze spezzate. I "carri" di Centri sociali, San
Precario, autorganizzati vari, sindacati di base (soprattutto CUB e
SdL), Ponte della Ghisolfa (con un pannello che ricorda Giuseppe
Pinelli) caratterizzano il corteo, che registra una scarsa presenza
della sinistra tradizionale: poche bandiere del PCR e del PC dei
lavoratori a dimostrazione che siamo di fronte all'emergere periodico
di un continente sommerso, da una parte prodotto delle infauste
politiche concertative delle centrali sindacali (e dei loro partiti di
riferimento) e dall'altra sostanzialmente refrattario alle forme
istituzionali di rappresentanza.
La conclusione è in Largo Cairoli a ridosso del Castello, dove
si va avanti fino a notte, tra musica, panini e balli, senza comizi
conclusivi in un'aria di sballo, che non dimentica però i
lavoratori morti per "incidenti" sul lavoro: per ricordarli vengono
rilasciati in cielo 1300 palloncini, lo stesso numero di quanti cadono
ogni anno.
La May Day dunque continua e continuano anche le critiche di chi non
ravvisa contenuti forti nel suo esplicarsi, ma la difficoltà
della condizione precaria, l'individualizzazione della condizione
lavorativa, non favorisce per il momento il formarsi di un soggetto
collettivo forte. Da questa constatazione bisogna partire senza false
scorciatoie.
La Federazione Anarchica Milanese è stata presente con un
visibile gazebo in Largo Cairoli con libri, volantini vari, un
cartellone (molto letto) che ricorda le origini del Primo maggio, vino
e panini vari. Una presenza che ha consentito lo stabilirsi di molti
contatti.
Precedentemente si era tenuto l'oramai tradizionale pranzo anarchico,
curato ottimamente da compagne e compagni della FAM, nella sede di
Viale Monza che ha registrato oltre 130 presenti in un clima fraterno e
festoso.
Per completezza d'informazione: in mattinata si è tenuto il
corteo del sindacalismo istituzionale; circa 3000 persone – per lo
più funzionari – ha sfilato da Porta Venezia al Duomo in un
clima dimesso che CGIL, CISL e UIL ha pensato bene di ravvivare con
l'iniziativa pomeridiana del ballo liscio e la risottata in piazza in
Largo Marinai d'Italia: chissà che un po' di sballo non faccia
bene anche a loro...
L'incaricato
1° Maggio, ore 15 Piazza 24 maggio piena zeppa di persone di
tutti i colori. 35 carri si stanno posizionando in corso di Porta
ticinese: lo spazio è poco. Soltanto la follia organizzativa dei
precari organizzati poteva costruire "Un corteo così ordinato".
Milano finalmente è diventata una gran bella città.
Ragazzi, donne, uomini di ogni età la riempiono come un uovo in attesa di partire con il corteo della may day.
Ad un certo punto appare un piccolo striscione con scritto" Via Adda
non si cancella" con dietro una quantità di Rom rumeni dei vari
campi del milanese.
Finalmente gli invisibili si fanno vedere e sono visibilissimi con le
loro facce i loro sorrisi di donne,uomini e i loro bambini; quello che
faceva più piacere erano gli applausi delle persone che
guardavano sfilare il corteo.
Eccoli gli "zingari": oggi non solo "zingari", ma lavoratori insieme a
lavoratori che chiedono il diritto ad una casa dignitosa, ad un lavoro
super fruttato, sottosottopagato e ultra ricattato; chiedono per
sé e per i propri figli di vivere con dignità la vita
come chiunque ne ha diritto su questa terra.
L'occupazione di Via Adda sta ancora dando i suoi frutti alla faccia di
quanti ne volevano cantare il funerale: ha costruito unità tra
le persone in quanto classe di lavoratori e di sfruttati.
Lo spezzone Rom si ingrossa anche con la presenza di compagni cileni
del coordinamento lavoratori esiliati in Italia aderenti alla FAI.
"Qui ci siamo e non ce ne andiamo", "Casa, lavoro, giustizia e libertà" erano gli slogan più gettonati.
Lo striscione che apriva questo pezzo di corteo, promosso dal
Coordinamento antirazzista milanese e lavoratori in lotta, era "contro
ogni razzismo- siamo lavoratori del mondo!"
Il lavoro è appena iniziato e la situazione non è delle
migliori, ma se si lavora con tenacia, costruendo dal basso
autorganizzazione i risultati di lotte vincenti non mancheranno.
Anto commissione antirazzista FAI
Il Primo Maggio torinese, come ogni anno, ha avuto il suo fulcro nel
corteo organizzato dai sindacati di Stato da piazza Vittorio a piazza
S. Carlo.
Ormai da molti anni il corteo del primo maggio, un appuntamento
popolare, sebbene quest'anno non si sia andati oltre le 35mila
presenze, è una sorta di grande contenitore dove convivono a
distanza e talora anche in diretto conflitto le tante anime della
sinistra torinese. Lontani fisicamente e, ancor più,
politicamente, sono gli spezzoni di CGIL, CISL e UIL, quelli delle
istituzioni cittadine, dei partiti della sinistra parlamentare e neo
extraparlamentare. In coda stanno gli altri, quelli che considerano il
primo maggio un'occasione di lotta e non una mera festa.
D'altra parte sotto la Mole c'è poco da festeggiare, tra salari
che non bastano più, lavoro che non c'è e quando
c'è è precario, malpagato, pericoloso, e, talora, anche
mortale.
Gli anarchici della FAI sono presenti in piazza con un banchetto con
libri e stampa e con un volantino titolato "La libertà non si
delega, si prende".
Un folto spezzone anarchico sfila dietro allo striscione della FAI
"azione diretta contro lo stato ed il capitale", mentre dal camion di
testa si alternano musica e interventi.
Nella piazza torinese si respirava il lutto per la sconfitta
dell'Arcobaleno un lutto di fronte al quale non possiamo che ribadire
che "La cosiddetta 'sinistra radicale' ha concluso la propria parabola.
Hanno cambiato nomi e simboli ma la logica del potere per il potere
è sempre la stessa: Togliatti divenne ministro, Bertinotti
presidente della Camera. Il primo liberò i torturatori ed
assassini di Salò, il secondo ha avallato leggi razziste e
avventure di guerra.
La loro vicenda dimostra – se mai ce ne fosse bisogno – che il potere
corrode e muta, che il "realismo", di compromesso in compromesso, porta
ad accettare tutto: dalla guerra ai cpt, dalle norme più
liberticide alle grandi opere, dalla distruzione dell'ambiente alla
fine delle tutele per chi lavora, dalla precarietà a vita al
razzismo di Stato.
La libertà non si delega, si prende. Ogni giorno, ovunque."
Il tradizionale pranzo nella sede della Federazione Anarchica di Torino ha concluso la giornata.
I giorni successivi l'attenzione dei media sarà catalizzata
dalla contestazione del tutto simbolica a Bertinotti, e dall'ormai
rituale rogo di bandiere israeliane e statunitensi da parte degli
autonomi.
Per quanto ci riguarda, il Primo Maggio e i giorni successivi, il
nostro impegno di controinformazione e lotta, senza clamori né
eco mediatica, è stato a fianco dei rom, sgomberati e buttati in
strada dalla giunta Chiamparino alla vigilia della "festa" dei
lavoratori.
ma. ma.