Numerose e importanti le iniziative
svoltesi in occasione del 25 aprile. Sullo scorso numero abbiamo
pubblicato cronache da Verona, Roma, Torino, Milano. Questa settimana
vi proponiamo le cronache delle manifestazioni di Pordenone, Udine,
Bologna, Trapani, Reggio Emilia e Firenze
Successo per l'iniziativa del 25 aprile a Pordenone in due tempi.
Dalle 9 di mattina una trentina tra anarchici e antifascisti di altro
orientamento hanno presidiato la piazza dove sarebbe avvenuta da li a
poco la commemorazione ufficiale.
Una cerimonia con "sorpresa"; infatti dopo due anni che i "ragazzi" di
Alleanza Nazionale" non avevano più l'agibilità della
piazza per mettere in scena la sciagurata performance di mistificazione
della storia con l'intento di accomunare nazifascisti e partigiani,
frutto della determinazione degli antifascisti pordenonesi, ecco che ci
si ritrova A. Ciriani, dirigente della sezione locale di AN e
presidente vicario della Provincia, come relatore principale alla
cerimonia del 25 aprile... insomma usciti dalla finestra e rientrati
dalla porta principale con tanto di fanfare e picchetti d'onore.
E così abbiamo accompagnato la sua salita sul palco intonando
una "bella ciao" a gran voce stoppando la banda che avrebbe dovuto
accompagnarlo secondo copione. Lo abbiamo lasciato cominciare sapendo
che non si sarebbe lasciato sfuggire la ghiotta occasione per
stravolgere storia e responsabilità di questa data e così
appena il "nostro", pur sfoggiando un politichese d'altri tempi nel
tentativo di rendersi apparentemente neutro, ha cominciato con la
retorica fascista sono partiti spontaneamente improperi e grida di
dissenso fino a colmare nella conclusione dell'intervento con una
sequela di fischi e cori che ne hanno sanzionato degnamente
l'inaugurazione cerimoniale.
Una Digos imbarazzata e infastidita ha tentato più volte di
dissuaderci dalle contestazioni, strattonando o accerchiando alcuni
compagni, tentativi ovviamente falliti.
In chiusura di cerimonia ci siamo spostati presso l'ex caserma F.
Martelli dove vennero fucilati lo stesso Martelli ed altri 9 partigiani
tra cui 3 diciassettenni.
Oltre una cinquantina di presenze hanno nutrito un'iniziativa che ha
veduto prima la deposizione di una corona "ai resistenti di ieri e di
oggi" a firma "gli anarchici" posta presso il muro dove avvenne la
fucilazione e dove ancora è possibile vedere i segni delle
mitragliate lungo il perimetro di cinta. Un rappresentante dell'ANPI ha
raccontato molto accuratamente quanto accadde con nomi e cognomi di
vittime e carnefici spiegando il contesto storico e la situazione
pordenonese.
Interventi, musica e cibo hanno poi chiuso la mattinata, per altro
solare e primaverile, fra canti anarchici e la promessa di ritrovarci
anche il prossimo anno riappropriandoci dei luoghi della "nostra
memoria" prima che il cupo vento della reazione possa sbarazzarsene.
Stefano
Anche quest'anno la F.A.I. reggiana ha deciso di celebrare la
ricorrenza della liberazione ricordando un militante non solo
partigiano, ma antifascista "a tutto tondo".
La scelta è caduta sulla figura di Enrico Zambonini: attivo nel
movimento operaio e nell'antifascismo fin dai primissimi tempi, un
anarchico che, dal biennio rosso alla rivoluzione spagnola fino alla
resistenza al nazifascismo, da anarchico ha sempre coerentemente agito,
predicando e praticando l'anarchia in mezza Europa, combattendo in
prima linea, subendo il carcere fascista e quello stalinista e infine
finendo assassinato dai fascisti nel 1944 a causa della sua
attività partigiana.
Dopo aver partecipato alla riedizione del libro "Vita, battaglie e
morte di Enrico Zambonini" a firma dello storico Antonio Zambonelli, la
F.A.I. reggiana ha organizzato il 15 aprile un incontro pubblico con
l'autore e con lo studioso Benedetto Valdesalici, che sta raccogliendo
una gran mole di documenti sull'argomento.
Il giorno 25 presso la sala polivalente del comune di Villa Minozzo,
paese natale di Zambonini, si è tenuto l'evento principale con
la partecipazione dello stesso Valdesalici, che ha consegnato il
materiale da lui raccolto e catalogato al Municipio di Villa Minozzo,
dello storico Galzerano e di Gigi Pascarella per la FAI reggiana, che
presto darà alle stampe un lavoro biografico sul compagno
"Faìn".
È stato proiettato anche un breve filmato dell'epoca riguardo la
colonia "Adunata dei refrattari" che Zambonini e altri compagni avevano
fondato per aiutare gli orfani della rivoluzione spagnola.
I canti anarchici eseguiti dalla soavissima voce di Mara Redeghieri
hanno aperto la giornata davanti alla lapide in memoria di Zambonini
nella piazza antistante la sala e riempito le pause fra gli interventi
dei relatori.
La giornata è poi proseguita attorno alle tavole dell'agriturismo Made in Rov con il consueto pranzo sociale.
Per la F.A.I. reggiana J. Scaltriti
il 25 aprile ha visto la partecipazione dei compagni del CSA, con lo
striscione del "coordinamento antifascista", alla manifestazione
cittadina per la Liberazione. L'evento è in sé molto
istituzionale (con gonfaloni, sindaci ecc.) ma vede anche un largo
afflusso di "popolo di sinistra", si è deciso quindi di
partecipare per proseguire nell'opera di puntuale sensibilizzazione
sugli episodi di violenza nazi che si sono verificati in città
negli ultimi mesi (inclusi ripetuti tentativi di dare fuoco al Centro
Sociale), episodi che si susseguono nella complice indifferenza delle
autorità mentre l'antifascismo "ufficiale" sembra quasi
esclusivamente assorbito nelle vicende elettorali. Largo spazio
è stato dato anche alla controinformazione No Tav con striscioni
e volantini: dopo la mancata rielezione del presidente della Regione
Illy (che proprio per le sue scelte pro TAV aveva perso molti consensi)
ora la lotta prosegue contro la nuova amministrazione di centro destra.
Come l'anno scorso, al termine della manifestazione ufficiale, la
"Bande Garbe" ha improvvisato un concerto riscuotendo molto consenso
tra i partecipanti.
Mauro De Agostini
Il 25 aprile è caduto all'interno di una serie di iniziative
che come l'anno scorso si è voluta chiamare primavera
antifascista e antirazzista. L'Assemblea Antifascista Permanente ne ha
curato l'organizzazione, insieme ad un bel numero di realtà
antagoniste.
Si è cominciato domenica 20, quando il Coordinamento Migranti di
Bologna e provincia ha indetto la terza giornata internazionale dei
migranti a piazza dell'Unità, nel quartiere popolare della
Bolognina. Una piazza gremita, dalla mattina, quando ed essere
protagoniste sono state le seconde generazioni impegnate in un torneo
di basket interetnico, sino a sera, tra concerti, spettacoli, cori,
danze; in alcuni interventi, stranieri e italiani hanno ribadito sia la
necessità di lottare per la libertà e i diritti dei
migranti nella convinzione che questa lotta sia la lotta di tutti gli
sfruttati, sia l'attualità della lotta contro ogni
fascismo, sessismo e autoritarismo. Le persone che hanno
attraversato la piazza sono state molte, probabilmente più di
cinquecento. Nell'aria aleggiava la convinzione che, nonostante i tempi
duri, la lotta sarà sì lunga, ma vittoriosa perché
– come ha detto un migrante senegalese in piazza - "i nostri figli non
subiranno tutto quello che abbiamo subito noi", ovvero l'umiliazione
quotidiana delle leggi xenofobe. La nuova società sarà
multiculturale: a noi renderla libera e solidale.
Mercoledì 23 nella sala dello Zodiaco – palazzo della provincia
- settanta persone hanno riempito la sala per ascoltare sette diversi
interventi sul razzismo "un tema che si intreccia inevitabilmente con
altri temi: il fascismo, il totalitarismo, il sessismo,
l'autoritarismo". "Il delirio razzista", questo il titolo della serata
di studi, ha preso il via proprio da alcune considerazioni sull'autore
dell'omonimo scritto: Camillo Berneri. Luciano Nicolini e Massimo
Varengo hanno così parlato del posto di Berneri all'interno del
pensiero libertario, del suo impegno intellettuale contro il razzismo,
dei suoi studi antropologici e psicologici ma anche del suo impegno
antifascista da militante e uomo d'azione. Da qui il razzismo è
stato poi considerato in alcune delle sue molte sfaccettature: Mauro
Raspanti ha esposto le sue ricerche sull'antigitanismo, sulle radici di
quei pregiudizi contro i rom che ogni giorno siamo costretti a leggere
sulle pagine dei giornali. C'è stato poi un breve saluto
dell'ANPI Bolognina – che ha voluto fortemente partecipare alla serata
- e il bell'intervento di Vincenza Perilli, teso a confutare la
presunta innocenza o naturale bontà femminile riguardo ad un
tema come quello del razzismo. Infine Rudy Leonelli ha considerato un
aspetto di Foucault, analizzando criticamente la supposta
irrazionalità del razzismo. A metà della serata un
intervento dal pubblico, di un compagno migrante, ha reso chiaro in
poche parole, quel che è sottinteso nelle lotte che
quotidianamente portiamo avanti: che il razzismo oggi è anche e
soprattutto un "razzismo sociale", un razzismo contro i poveri e che la
paura che vogliono inculcarci è quella del "diverso povero".
Alle ore 13 un primo presidio a porta Lame, luogo di una importante
battaglia fra reparti partigiani e popolazione da una parte e truppe
nazifasciste dall'altra avvenuta nel novembre del '44. Una cinquantina
di compagne e compagni dell'AAP hanno volantinato, speekerato e affisso
lo striscione "contro ogni fascismo"; nei diversi interventi dal
microfono sono state ricordate sia le ragioni storiche che quelle
attuali che rendono necessaria la battaglia antifascista. Verso le 15
é partita la biciclettata che ha raggiunto il piazzale della
stazione centrale. Qui oltre cento persone hanno partecipato al
presidio davanti alla lapide che ricorda le vittime della strage del 2
agosto 1980 mentre una decina di compagne e compagni dell'AAP,
volantinava davanti e dentro la stazione ferroviaria raccogliendo una
evidente simpatia da parte dei viaggiatori in transito. Alcuni operai
dei servizi di manutenzione si sono uniti ai compagni nel presidio.
Anche qui alcuni brevi interventi dal microfono per ribadire i
caratteri della giornata e ricordare come il fascismo post-bellico
abbia caratterizzato la stagione delle stragi. Verso le 16 la
biciclettata é ripartita in direzione di piazza
dell'Unità dove i compagni e le compagne dell'XM24, già
dalle prime ore del pomeriggio, stavano allestendo il palco e i
banchetti per la Festa della Resistenza Popolare.
La piazza si é andata riempiendo mentre dal palco cominciavano
ad alternarsi diversi gruppi musicali e teatrali e, dove, fra
un'esibizione e l'altra si alternavano al microfono diversi compagni
per delle brevi comunicazioni sulle attività in corso e in
progetto. L'AAP ha ricordato i caratteri della settimana antifascista
ed antirazzista, le campagne che sono in corso (solidarietà con
i compagni e le compagne di DAX condannate per i fatti del San Paolo a
Milano – con relativa raccolta di fondi – e la campagna di
controinformazione e boicottaggio del campo paramilitare che Forza
Nuova, NPD e altre organizzazioni fasciste e naziste hanno in programma
per quest'estate a Cipro); un altro compagno ha ricordato il dossier
(2005-2008) sulle aggressioni fasciste in Italia dove sono puntualmente
annotate le migliaia di aggressioni che le squadracce fasciste e
poliziesche (sì perché é stata sottolineata non
solo l'impunità ma anche la connivenza fra apparati dello stato
e squadracce). Accanto agli interventi anche le esibizioni
ripercorrevano i temi dell'antifascismo e delle lotte libertarie: dalla
musica klezmer che ricordava la resistenza del ghetto di Varsavia ai
canti della comune di Perigi, dai canti anarchici (con un corale di
tutta la piazza sul ritornello "nostra patria è il mondo
intero") al tetro antifascista.
Oltre mille le persone che sono passate per la piazza: sia il banchetto
dell'AAP che quello dell'XM24 hanno esaurito cibi e bevande.
redb
Il 24 aprile scorso gli anarchici del Gruppo C. Cafiero - Fai hanno
ricordato a Roma, nel locale Blow, nel quartiere San Lorenzo, i 65 anni
dalla liberazione dal nazifascismo.
Preceduto da un ricco e variegato buffet vegan e dall'esposizione di
libri e saggi dell'anarchismo, si è tenuto un incontro-dibattito
sull'antifascismo anarchico a Roma.
Dopo un'introduzione sul ruolo e l'importanza che la memoria storica
del movimento anarchico riveste per le attività di lotta nel
presente, una compagna del gruppo ha relazionato con precisa
impostazione sull'antifascismo anarchico romano che, a partire
dall'arditismo popolare, ha visto nel sacrificio di Lucetti, Zamboni,
Sbardellotto, Schirru l'espressione della lotta anarchica per la
libertà di quel periodo oscuro, per giungere all'impegno nella
Resistenza.
È stata rivendicata la continuità di una presenza che non
aspettò il 25 luglio del '43 per cercare di imprimere alla
vicenda cittadina e nazionale lo sbocco auspicato in termini di
libertà e di trasformazione sociale.
Ha quindi parlato il partigiano anarchico Marcello Cardone che ha
ricordato quanto brutale fosse l'oppressione fascista e quanto
elementare fosse l'esigenza vitale di resistere alla violenza tedesca e
fascista incalzante.
Gli anarchici a Roma, dove il partito comunista era praticamente
inesistente, erano muratori, operai ed artigiani, combattenti nei
quartieri popolari, seppure fra di loro scollegati ed impegnati spesso
in formazioni non anarchiche, dettero formidabile filo da torcere ai
fascisti ed alle truppe tedesche e nel contempo pagarono un alto
tributo di sangue.
La testimonianza di Marcello è stato un momento di arricchimento
collettivo della sessantina di compagni presenti, attenti agli
interventi e partecipi al dibattito.
Dall'iniziativa è emersa una storia non ufficiale, scomoda alle
forze politiche, spesso sottaciuta, nascosta e censurata. L'ascoltare
da uno dei protagonisti le vicende di quel tratto di storia ha fornito,
a tutti i compagni che l'hanno ascoltato, uno strumento in più
per evitare che la nostra storia venga dimenticata o riscritta dalle
istituzioni.
F&L
Per il secondo anno consecutivo, il Coordinamento per la Pace e i
Cobas di Trapani hanno promosso e organizzato una iniziativa pubblica
in occasione del 25 aprile, anniversario della Liberazione dell'Italia
dal nazifascismo. La manifestazione – che si è svolta nella
suggestiva piazzetta Saturno nel centro storico di Trapani – ha visto
la partecipazione di decine di persone che si sono intrattenute per
tutto il pomeriggio condividendo e pubblicizzando gli intramontabili
contenuti di libertà, giustizia sociale e antifascismo legati
alla ricorrenza del 25 aprile. La cittadinanza ha risposto
positivamente dimostrando vivo interesse per la mostra fotografica
sulla lotta degli anarchici contro il fascismo allestita dai compagni
della Federazione Anarchica Italiana e della Federazione dei Comunisti
Anarchici che hanno aderito e partecipato all'iniziativa. Un nutrito
banchetto di stampa anarchica e un imponente striscione rosso e nero
con su scritto "La libertà non si mendica: si conquista" hanno
contribuito a rendere più bella e libertaria la piazza attirando
l'attenzione di studenti, famiglie e persino di qualche turista. Con
questa iniziativa gli antifascisti trapanesi hanno voluto ribadire che
la lotta e la mobilitazione permanente per i diritti e la
libertà sono i migliori antidoti per stroncare alla radice ogni
fascismo, ogni razzismo e ogni ingiustizia.
TAZ laboratorio di comunicazione libertaria
Successo di partecipazione e confronto di idee alla festa svoltasi
in Piazza S. Spirito per affermare la continuità della
resistenza al fascismo ed alle attuali forme del dominio.
Il collettivo libertario fiorentino era presente con i propri tavoli
dove era esposta la stampa anarchica e un efficiente servizio di
compagni che fornivano cibi e bevande.
Ma l'attenzione principale è stata quella di tentare di esporre
per l'occasione una carrellata di cause, effetti ed episodi di
continuità del ruolo del fascismo. La nostra presenza è
stata caratterizzata da una mostra di documenti coprenti il periodo di
quasi un secolo, a partire dal 1914, con la posizione maggioritaria
degli anarchici contro la prima guerra mondiale, fino alle
testimonianze sulle violenze della repressione al Social Forum di
Genova. I documenti esposti (testate di periodici anarchici, con
articoli di fondo, foto didascalizzate e testi) collocati in forma
cronologica su pannelli, nella piazza, sono stati letti con interesse
per tutto il tempo, fino a tarda sera. Diversi sono stati anche gli
apprezzamenti, al punto di ricevere la richiesta di riesporre a breve
scadenza la mostra in una casa del popolo del circondario fiorentino,
nonostante molto esplicite fossero nella documentazione le
responsabilità storiche del partito comunista e della chiesa per
aver favorito e permesso la permanenza di uomini e strutture del regime
fascista dentro lo stato repubblicano.
Ci fa piacere ricordare che la realizzazione di questa forma di
comunicazione è stata possibile per il contributo diretto ed il
caloroso apporto di suggerimenti di compagni che militano nel movimento
da diverse lune: un ringraziamento a Ugo Fortini e Gigi Di Lembo.
CLF