Umanità Nova, n.18 del 18 maggio 2008, anno 88

Baratro senza fondo. Rimpatri forzati: bloccata direttiva UE


I ventisette rappresentanti dei paesi membri dell'Unione europea hanno bloccato la direttiva che dovrebbe regolamentare i rimpatri forzati degli immigrati extracomunitari. Una buona notizia?
Nient'affatto. Le ragioni del congelamento del provvedimento sono allucinanti: la direttiva è stata ritenuta troppo poco severa e quindi il testo va rivisto. Eppure, la bozza della direttiva è di per sé agghiacciante: detenzione di 6 mesi, ampliabili a 18, imposta agli immigrati solo da un provvedimento amministrativo, espulsioni anche per i minori non accompagnati e 5 anni di interdizione dal territorio comunitario una volta espulsi.
In particolare, Italia, Francia, Germania, Austria, Repubblica Ceca, Ungheria, Malta, Lituania, Grecia e Polonia hanno chiaramente espresso le proprie riserve nei confronti di una direttiva ritenuta troppo morbida. Roma, Parigi, Praga e Budapest chiedono che il tempo lasciato all'immigrato per optare per il ritorno volontario, fissato dalla direttiva in un lasso di appena 7-30 giorni, sia ulteriormente ridotto. Il presidente francese Sarkozy ha addirittura chiesto che sia specificato che per espellere i bambini che vanno a scuola non si debba aspettare la fine dell'anno scolastico, come invece la direttiva lascerebbe intendere.
Netto il veto di Germania, Austria e Grecia sulla proposta di fornire assistenza legale gratuita agli immigrati clandestini. Infine, Polonia, Malta, Repubblica Ceca e ancora Austria vogliono mano libera nelle deportazioni tanto che pretendono meno controlli durante le espulsioni forzate e considerano troppo invasivo l'obbligo a monitorare le operazioni da parte di un giudice. Solo Spagna, Lussemburgo, Svezia e Olanda hanno appoggiato il testo presentato agli ambasciatori dalla Presidenza di turno slovena millantando – nel caso degli spagnoli – un moderatismo che, a giudicare dall'indiscutibile durezza del testo in discussione, praticamente non esiste.
Il momentaneo blocco della direttiva comporterà che il testo passi al vaglio degli esperti nazionali in materia di giustizia e interni con un allungamento dei tempi che però non è gradito ai burocrati della Fortezza Europa: infatti, senza l'approvazione della direttiva non potranno essere sbloccati i fondi comunitari per le espulsioni congiunte e questo significa che fino a quando non sarà approvato il testo, i rimpatri saranno effettuati a spese dei singoli stati membri.
Evidentemente l'aria si fa sempre più pesante per i dannati della Terra. La tendenza è quella di rendere la vita sempre più impossibile agli immigrati che cercano di entrare in Europa per fuggire dalla miseria e dalla mancanza di futuro. In questo giro di vite, i potenti non si fermano neanche di fronte ai bambini e al loro fondamentale diritto all'istruzione e a un'infanzia serena. L'innalzamento del conflitto che si profila costituisce una nuova sfida nello scontro tra libertà di circolazione e repressione, tra solidarietà internazionalista e criminalità del potere. L'auspicio è che gli immigrati e i movimenti antirazzisti di tutta Europa riescano a far fronte a questa nuova, terribile offensiva scatenata dagli stati e dai governi.

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