Umanità Nova, n.19 del 25 maggio 2008, anno 88

Città pulite e lame fasciste. Il tempo atroce e stupido dell'intolleranza


A Pisa da anni c'è un vecchietto malefico che se ne va in giro, infagottato estate e inverno in abiti più grandi della sua taglia e con un berretto da baseball in testa, a staccare manifestini di anarchici, centri sociali etc. Dice di essere un reduce della Repubblica di Salò (e come età potrebbe forse esserlo davvero, visto che dimostra un'ottantina di anni piuttosto abbondante), di sicuro è stato ospite per lunghi periodi degli ospedali e dei reparti psichiatrici locali. A chi lo rimprovera (non si becca mai niente di più, anche perché è talmente sgangherato e rimbecillito da fare più pena che rabbia) ribatte che lui lo fa per "tenere pulita la città" e che il Comune è d'accordo con lui e lo paga anche, nel senso che gli ha dato il tesserino per mangiare alla mensa dei poveri.
Sempre a Pisa un paio di settimane fa alcuni studenti hanno sorpreso una decina di uomini tra i 30 e i 50 anni, ben vestiti, all'apparenza sani di mente, intenti a staccare manifestini dai muri, non prima però di averli fotografati. All'inizio si pensava che fossero sbirri, s'è saputo poi che fanno parte di un "comitato di quartiere". Le foto le mandano ai Vigili Urbani (perché provvedano a fare le multe agli "imbrattatori") o le pubblicano su Luci Nella Città, un giornalaccio dalla grafica orribile che viene distribuito una volta al mese gratuitamente in edicola da dove lancia sperticate campagne "contro il degrado della città" devastata da mendicanti, scritte e manifestini sui muri, spacciatori e prostitute e, soprattutto, persone che la sera se ne vanno in giro a parlare, suonare, ridere, ballare, corteggiarsi, invece che starsene silenziose in casa a farsi fare il lavaggio del cervello dalla TV come, invece, fanno i bravi cittadini.
I Giustizieri della Notte pisani, quando è stato chiesto loro perché lo facevano, hanno detto che non lo facevano "per motivi politici", lo facevano per "tenere pulita la città", esattamente come l'ex repubblichino col berretto da baseball (che, comunque, al confronto loro è un eroe perché almeno ha il coraggio di andarsene in giro da solo). Per tenere pulita la città si sono comunque tenuti lontani dagli enormi manifesti pubblicitari che a Pisa come altrove invadono ogni spazio visibile e che trasformano le strade in sfilate di marchi commerciali. Hanno iniziato dai manifestini fotocopiati A3 attaccati con lo scotch di carta degli anarchici, dei centri sociali, dei comitati contro l'inquinamento, dei gruppi della sinistra radicale, dei collettivi studenteschi, di chi non ha accesso ai media per diffondere le proprie idee e le proprie iniziative. Non è per "motivi politici" che li staccano, ma guarda caso ad essere vittima della loro solerzia è chi è colpevole in un modo o nell'altro di dire cose diverse da quelle che dice la propaganda di regime, che testimonia che possono esistere altri modi di vivere e di pensare, diversi dai sacri valori Casa-Chiesa-Lavoro-Supermercato. È questo che da fastidio a chi pensa che la vita dovrebbe essere starsene in casa ad annoiarsi in famiglia davanti alla TV.

La storia del comitato di quartiere che parte in 10 la notte per staccare i manifestini è naturalmente soltanto una piccola e squallida storia di provincia, ma racconta un livore che non va sottovalutato. Il nostro tempo è segnato da un'intolleranza diffusa che produce sempre più violenza a livelli grandi e piccoli. La pornografia securitaria con cui i media di regime diffondono la paura trova sponda nel cinismo dei politici che fanno di volta in volta della guerra agli immigrati, ai drogati, ai mendicanti, ai writer un facile terreno di campagne demagogiche che producono leggi liberticide, tanto a livello nazionale quanto a livello locale. La settimana scorsa la giunta "di sinistra" del Comune di Firenze ha diffuso una bozza di regolamento della pulizia municipale, in cui come nella New York "zero tollerance" di Giuliani sono proibiti dettagliatamente una serie di comportamenti da sanzionare che vanno dal giocare a frisbee e a pallone a suonare strumenti o usare impianti di amplificazione al fare scritte sui muri al mendicare all'urinare per strada. La spirale dell'intolleranza è una spirale crudele e vigliacca che colpisce prima di tutto i più indifesi (le leggi contro i mendicanti sono quanto di più vile si possa immaginare), che promuove il conformismo a valore assoluto e che diffonde l'odio e la violenza. In fin dei conti anche i giovani neofascisti che a Verona la sera del primo maggio scorso hanno massacrato di botte Nicola Tommaselli erano solo un tipo particolare di ronda. Era già successo più di una volta nelle vie del centro del capoluogo scaligero, gruppi di giovani neofascisti che aggredivano gli immigrati, i gay, i militanti di sinistra, i giovani alternativi che infrangevano con la loro sola presenza "il decoro". Al povero Nicola (ammazzato di botte forse perché portava il codino, forse perché portava il pizzetto e gli occhiali, forse perché era amico dei writers, di sicuro perché non assomigliava neanche un po' ai suoi assassini, tutti ben rasati, coi capelli corti e gli occhi spenti) è andata peggio che ad altri e allora anche i media hanno dovuto accorgersene e hanno dovuto dire qualcosa. Perfino il fetido Veltroni (che quand'era sindaco di Roma aveva fatto finta di niente quando il suo concittadino Renato Biagetti era stato assassinato a coltellate da due fascisti mentre tornava da una dancehall reggae sulla spiaggia) s'è accorto che "in Italia ci sono episodi di violenza neofascista". Poi si sono tutti corretti. Hanno detto che era stata una ragazzata, una rissa come tante, succede che ci scappa il morto, "una volta su un milione" (ha pontificato il podestà leghista di Verona Tosi che ha fatto della "tolleranza zero" e della "lotta contro il degrado" i suoi gridi di battaglia). La violenza neofascista è sparita presto dalle pagine dei giornali e dai tg, ma le aggressioni sono continuate. Il 4 maggio a Mira (VE) è stato aggredito un compagno dei Cobas. Giovedì 8 e venerdì 9 ci sono state a Figline Valdarno (Fi), a Ciampino e a Roma altre aggressioni fasciste (a Roma vittima dei fascisti è stato un compagno 18enne che si è ritrovato una squadraccia ad aspettarlo sotto casa). L'11 a Bolzano dei naziskin hanno accoltellato due casentini. Il giorno dopo a Padova un giovane è stato aggredito all'uscita dal CSA Pedro. Il 14 a Torino c'è stata una aggressione con tirapugni e lame. Infine, venerdì scorso, il 16 a Roma un ventenne è stato aggredito a colpi di casco. Tutti questi episodi sono finiti solo nelle pagine locali o nelle notizie in breve. I media di regime nel frattempo erano troppo impegnati ad aizzare i pogrom contro i campi nomadi, incendiati di notte dai fascisti e dalla camorra e sgomberati di giorno dalla polizia nel plauso unanime dei pennivendoli e dei politicanti che sono i primi responsabili della cappa d'intolleranza e di violenza in cui stiamo sprofondando.

robertino

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