A Pisa da anni c'è un vecchietto malefico che se ne va in giro,
infagottato estate e inverno in abiti più grandi della sua
taglia e con un berretto da baseball in testa, a staccare manifestini
di anarchici, centri sociali etc. Dice di essere un reduce della
Repubblica di Salò (e come età potrebbe forse esserlo
davvero, visto che dimostra un'ottantina di anni piuttosto abbondante),
di sicuro è stato ospite per lunghi periodi degli ospedali e dei
reparti psichiatrici locali. A chi lo rimprovera (non si becca mai
niente di più, anche perché è talmente sgangherato
e rimbecillito da fare più pena che rabbia) ribatte che lui lo
fa per "tenere pulita la città" e che il Comune è
d'accordo con lui e lo paga anche, nel senso che gli ha dato il
tesserino per mangiare alla mensa dei poveri.
Sempre a Pisa un paio di settimane fa alcuni studenti hanno sorpreso
una decina di uomini tra i 30 e i 50 anni, ben vestiti, all'apparenza
sani di mente, intenti a staccare manifestini dai muri, non prima
però di averli fotografati. All'inizio si pensava che fossero
sbirri, s'è saputo poi che fanno parte di un "comitato di
quartiere". Le foto le mandano ai Vigili Urbani (perché
provvedano a fare le multe agli "imbrattatori") o le pubblicano su Luci
Nella Città, un giornalaccio dalla grafica orribile che viene
distribuito una volta al mese gratuitamente in edicola da dove lancia
sperticate campagne "contro il degrado della città" devastata da
mendicanti, scritte e manifestini sui muri, spacciatori e prostitute e,
soprattutto, persone che la sera se ne vanno in giro a parlare,
suonare, ridere, ballare, corteggiarsi, invece che starsene silenziose
in casa a farsi fare il lavaggio del cervello dalla TV come, invece,
fanno i bravi cittadini.
I Giustizieri della Notte pisani, quando è stato chiesto loro
perché lo facevano, hanno detto che non lo facevano "per motivi
politici", lo facevano per "tenere pulita la città", esattamente
come l'ex repubblichino col berretto da baseball (che, comunque, al
confronto loro è un eroe perché almeno ha il coraggio di
andarsene in giro da solo). Per tenere pulita la città si sono
comunque tenuti lontani dagli enormi manifesti pubblicitari che a Pisa
come altrove invadono ogni spazio visibile e che trasformano le strade
in sfilate di marchi commerciali. Hanno iniziato dai manifestini
fotocopiati A3 attaccati con lo scotch di carta degli anarchici, dei
centri sociali, dei comitati contro l'inquinamento, dei gruppi della
sinistra radicale, dei collettivi studenteschi, di chi non ha accesso
ai media per diffondere le proprie idee e le proprie iniziative. Non
è per "motivi politici" che li staccano, ma guarda caso ad
essere vittima della loro solerzia è chi è colpevole in
un modo o nell'altro di dire cose diverse da quelle che dice la
propaganda di regime, che testimonia che possono esistere altri modi di
vivere e di pensare, diversi dai sacri valori
Casa-Chiesa-Lavoro-Supermercato. È questo che da fastidio a chi
pensa che la vita dovrebbe essere starsene in casa ad annoiarsi in
famiglia davanti alla TV.
La storia del comitato di quartiere che parte in 10 la notte per
staccare i manifestini è naturalmente soltanto una piccola e
squallida storia di provincia, ma racconta un livore che non va
sottovalutato. Il nostro tempo è segnato da un'intolleranza
diffusa che produce sempre più violenza a livelli grandi e
piccoli. La pornografia securitaria con cui i media di regime
diffondono la paura trova sponda nel cinismo dei politici che fanno di
volta in volta della guerra agli immigrati, ai drogati, ai mendicanti,
ai writer un facile terreno di campagne demagogiche che producono leggi
liberticide, tanto a livello nazionale quanto a livello locale. La
settimana scorsa la giunta "di sinistra" del Comune di Firenze ha
diffuso una bozza di regolamento della pulizia municipale, in cui come
nella New York "zero tollerance" di Giuliani sono proibiti
dettagliatamente una serie di comportamenti da sanzionare che vanno dal
giocare a frisbee e a pallone a suonare strumenti o usare impianti di
amplificazione al fare scritte sui muri al mendicare all'urinare per
strada. La spirale dell'intolleranza è una spirale crudele e
vigliacca che colpisce prima di tutto i più indifesi (le leggi
contro i mendicanti sono quanto di più vile si possa
immaginare), che promuove il conformismo a valore assoluto e che
diffonde l'odio e la violenza. In fin dei conti anche i giovani
neofascisti che a Verona la sera del primo maggio scorso hanno
massacrato di botte Nicola Tommaselli erano solo un tipo particolare di
ronda. Era già successo più di una volta nelle vie del
centro del capoluogo scaligero, gruppi di giovani neofascisti che
aggredivano gli immigrati, i gay, i militanti di sinistra, i giovani
alternativi che infrangevano con la loro sola presenza "il decoro". Al
povero Nicola (ammazzato di botte forse perché portava il
codino, forse perché portava il pizzetto e gli occhiali, forse
perché era amico dei writers, di sicuro perché non
assomigliava neanche un po' ai suoi assassini, tutti ben rasati, coi
capelli corti e gli occhi spenti) è andata peggio che ad altri e
allora anche i media hanno dovuto accorgersene e hanno dovuto dire
qualcosa. Perfino il fetido Veltroni (che quand'era sindaco di Roma
aveva fatto finta di niente quando il suo concittadino Renato Biagetti
era stato assassinato a coltellate da due fascisti mentre tornava da
una dancehall reggae sulla spiaggia) s'è accorto che "in Italia
ci sono episodi di violenza neofascista". Poi si sono tutti corretti.
Hanno detto che era stata una ragazzata, una rissa come tante, succede
che ci scappa il morto, "una volta su un milione" (ha pontificato il
podestà leghista di Verona Tosi che ha fatto della "tolleranza
zero" e della "lotta contro il degrado" i suoi gridi di battaglia). La
violenza neofascista è sparita presto dalle pagine dei giornali
e dai tg, ma le aggressioni sono continuate. Il 4 maggio a Mira (VE)
è stato aggredito un compagno dei Cobas. Giovedì 8 e
venerdì 9 ci sono state a Figline Valdarno (Fi), a Ciampino e a
Roma altre aggressioni fasciste (a Roma vittima dei fascisti è
stato un compagno 18enne che si è ritrovato una squadraccia ad
aspettarlo sotto casa). L'11 a Bolzano dei naziskin hanno accoltellato
due casentini. Il giorno dopo a Padova un giovane è stato
aggredito all'uscita dal CSA Pedro. Il 14 a Torino c'è stata una
aggressione con tirapugni e lame. Infine, venerdì scorso, il 16
a Roma un ventenne è stato aggredito a colpi di casco. Tutti
questi episodi sono finiti solo nelle pagine locali o nelle notizie in
breve. I media di regime nel frattempo erano troppo impegnati ad
aizzare i pogrom contro i campi nomadi, incendiati di notte dai
fascisti e dalla camorra e sgomberati di giorno dalla polizia nel
plauso unanime dei pennivendoli e dei politicanti che sono i primi
responsabili della cappa d'intolleranza e di violenza in cui stiamo
sprofondando.
robertino