Umanità Nova, n.20 del 1 giugno 2008, anno 88

Leggi speciali. La guerra in casa


Il 21 maggio 2008 il nuovo governo Berlusconi ha approvato nel consiglio dei ministri tenutosi a Napoli un imponente serie di provvedimenti legislativi in materia di cosiddetta sicurezza. Sono stati approvati due decreti legge, uno in materia di "immigrazione e criminalità organizzata" ed uno in materia di "emergenza rifiuti in Campania"; i decreti legge, atti del governo aventi forza di legge, entrano in vigore con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e vanno convertiti dal Parlamento entro sessanta giorni. È stato approvato un disegno di legge, che dovrà essere approvato dal Parlamento per diventare legge a tutti gli effetti, contenente vari provvedimenti sempre in materia penale, tra cui il già tristemente famoso, ancora prima di essere introdotto nel nostro ordinamento, reato di "immigrazione clandestina". Inoltre, sono stati approvati decreti legislativi in materia di ricongiungimenti famigliari, status di rifugiato, mobilità dei cittadini comunitari. Infine, è stato dichiarato lo "stato di emergenza rom" per le città di Roma, Milano e Napoli, con poteri straordinari ai prefetti per affrontare la citata "emergenza".
Siamo in presenza di un articolato disegno repressivo che va contrastato in ogni modo dal punto di vista politico ed anche tecnico giuridico. Vogliamo qui iniziare l'analisi dei provvedimenti approvati il 21 maggio da alcune considerazioni di carattere generale: nelle prossime settimane scenderemo poi nei particolari delle singole normative introdotte, seguendone anche l'iter parlamentare che però, stante la schiacciante maggioranza del Pdl e l'inesistente opposizione del Pd, non dovrebbe essere per nulla complicato. Del resto, a mo' di preambolo, va ricordato che negli ultimi mesi di vita il governo Prodi aveva alimentato la montante marea razzista e securitaria con la proposta di misure in gran parte analoghe a quelle oggi approvate, il cosiddetto "Pacchetto Amato". Con l'idiota ed ipocrita slogan che "la sicurezza non è di destra né di sinistra", per mesi i vari Veltroni, Cofferati, Chiamparino, hanno corteggiato i peggiori istinti di una società ingrigita e impoverita, rancorosa e sempre più scopertamente razzista e xenofoba, dove ronde naziste e fasciste continuavano a colpire senza alcuna seria interdizione, anzi con palese connivenza, da parte dei "tutori del disordine costituito". La cosiddetta "sinistra radicale" governativa farfugliava vuote prese di posizione, mentre nei fatti il governo cui apparteneva manteneva inalterato o provava a peggiorare il quadro repressivo di immigrati e minoranze. Oggi il "ministro ombra dell'interno" del Pd Minniti lamenta il plagio da parte di Berlusconi e Maroni delle norme che il governo Prodi voleva approvare.
Va detto che lo schema su cui si basa l'insieme di norme di cui andiamo parlando ripropone l'antico adagio di ogni "legislazione dell'emergenza", ma con alcuni significativi ritocchi, pennellate sinistre che si riverberano sul quadro generale futuro. Il noto meccanismo emergenziale prevede che un certo fenomeno sia etichettato con le caratteristiche dell'eccezionalità grazie all'uso spregiudicato e criminogeno (nel letterale senso di "creazione di fatti di reato" che prima non venivano "percepiti" come tali o esistenti) di giornali e televisione. A situazione eccezionale deve corrispondere misura di legge eccezionale per modalità e contenuto: l'eccezionalità sospende la normale applicazione del diritto e crea un diritto dell'emergenza. Le garanzie, da che mondo è mondo, in materia penale stanno nel fatto che non si possa essere puniti se non in forza di un fatto previsto dalla legge come reato, dopo esser stati giudicati da un giudice "precostituito per legge" e non da funzionari amministrativi, avendo esercitato il diritto alla difesa anche tecnica, venendo puniti in proporzione alla gravità del fatto commesso sulla base di una gerarchia di valori condivisi al cui vertice sta la vita umana. Questo è l'a b c del diritto liberale.
Molte sono le norme che andremo ad analizzare che si caratterizzano come illiberali. Ma il senso di quel che sta accadendo emerge in maniera icastica dalla norma del "decreto rifiuti" contenuta nel quarto comma dell'articolo due: "I siti, le aree e gli impianti comunque connessi all'attività di gestione dei rifiuti costituiscono aree di interesse strategico nazionale, per le quali il Sottosegretario di Stato provvede ad individuare le occorrenti misure, anche di carattere straordinario, di salvaguardia e di tutela per assicurare l'assoluta protezione e l'efficace gestione". Ecco, alcune zone del paese vengono qualificate "aree di interesse strategico nazionale", la cui gestione viene affidata ad un soggetto ad hoc dotato di poteri particolari totalmente privi di limiti (può assumere le occorrenti misure, cioè qualsiasi misura), con la possibilità di farsi assistere da tutte le forze di polizia e dall'esercito. Mentre in Afganistan l'esercito italiano starebbe partecipando ad una "operazione di polizia internazionale", così come faceva in Iraq, il territorio nazionale viene militarizzato per motivi di "interesse strategico". Oggi la Campania ed i rifiuti: domani Vicenza e la base americana, la Valsusa e il TAV, lo stretto di Messina ed il ponte: forse che una base militare o i collegamenti stradali e ferroviari specie se internazionali non hanno un "interesse strategico nazionale"? Da tempo andiamo dicendo che l'emergenza si fa permanente e che viviamo in uno stato di eccezione. La guerra è il paradigma del nostro presente.

W.B.

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