Umanità Nova, n.20 del 1 giugno 2008, anno 88

Chiaiano. Cronache di resistenza


Il quartiere napoletano di Chiaiano è noto in città per essere uno degli ultimi polmoni verdi della metropoli: l'annuncio che le sue cave sarebbero diventate una discarica è l'ultima delle tante follie che hanno caratterizzato la cosiddetta "emergenza rifiuti" campana. Un'"emergenza" che, durando da quasi quindici anni, è divenuto un termine carico di valenze ironiche, denotando una condizione strutturale che vede la zona tra Napoli e Caserta assumere l'involontario ruolo di deposito dei rifiuti tossico-nocivi non inertizzati della produzione capitalistica di mezza Europa. La cosa è giunta ad un punto tale che pressoché ogni luogo possibile per una discarica è stato saturato all'inverosimile, cosicché "non si può far altro" – a meno di voler interrompere un lucrosissimo traffico che vede coinvolti massoneria, apparati vari dello Stato e criminalità organizzata – che piazzarle dentro le città o nelle oasi naturalistiche, con le conseguenti reazioni popolari.
Reazioni che, giustamente, non sono mancate nemmeno nel caso di Chiaiano: all'annuncio che il Comune di Napoli – all'interno dell'ennesima "emergenza" creata più o meno ad arte – aveva deciso di sacrificare uno degli ultimi polmoni verdi della città, i cittadini del quartiere di Chiaiano e del confinante paese di Mugnano hanno immediatamente iniziato a presidiare le zone verdi minacciate. Ad un certo punto, questi hanno organizzato una imponente manifestazione nel cuore della città, circondando in massa e per numerose ore il luogo dove si svolgeva il Consiglio Comunale, ottenendo, alla fine, una eclatante retromarcia: la sindaca, infatti, affermava di prendere atto della volontà trasversale del Consiglio di revocare la precedente individuazione di Chiaiano come luogo per la "soluzione" del problema rifiuti all'interno del piano governativo.
Questa momentanea vittoria ha gasato la popolazione del quartiere, anche perché alcune sue componenti vedevano nell'arrivo di Berlusconi "l'uomo della Provvidenza" che avrebbe definitivamente escluso l'utilizzo delle cave di Chiaiano – tra l'altro situate sopra importanti fonti idriche e, comunque, da ogni altro punto di vista geologicamente inadatte a qualsivoglia uso come discarica. Si giunge così alla manifestazione di mercoledì 21 maggio in occasione del primo Consiglio dei Ministri che, con le sue leggi speciali, ha costituito una notevole doccia fredda per chi nutriva questo genere d'illusioni...
A questo punto, nonostante l'oggettiva e forte minaccia repressiva contenuta nei Decreti Legge, il Comitato per la difesa delle cave di Chiaiano decide comunque di resistere e mantiene i presidi alle cave, indicendo un'assemblea per il giorno successivo dove, alla fine della giornata, giunge la notizia che i militari del genio erano già arrivati in città. Venerdì 23 maggio, intorno alle 18, sono giunte massicciamente le "forze dell'ordine" che hanno cominciato a caricare il presidio che, però, ha resistito. Nel frattempo la popolazione è scesa in piazza, raggiunta da numerose altre persone da altre parti della città. Ci sono state altre cariche, ma il presidio ha continuato a resistere, pur subendo numerosi feriti ed alcuni arresti, portando le varie forze di polizia a decidere di arretrare leggermente. In parallelo, si è svolto un ulteriore presidio sotto la Questura di Napoli, dove erano stati portati i fermati: lì è avvenuta un altra carica. Alla fine, tre dei fermati sono stati rilasciati a piede libero, mentre altri tre venivano trattenuti per il processo per direttissima.
La mattina del giorno dopo, al processo per direttissima assistevano numerose persone: questo si risolveva con la concessione dei termini a difesa ma, nel frattempo, i tre arrestati subivano la carcerazione domiciliare. Nel frattempo, il presidio veniva nuovamente caricato, questa volta senza fermi, ma con feriti di una certa gravità, la qual cosa però non impedisce ancora una volta al presidio di "mantenere la posizione". Si giunge così alla preannunciata manifestazione pomeridiana, molto numerosa e partecipata, che ha attraversato il quartiere e la limitrofa cittadina di Mugnano, cercando di coinvolgere anche chi, finora, è "rimasto alla finestra". Durante l'assemblea finale, è stata lanciata la manifestazione nazionale del I giugno.
Da notare, in tutto ciò, il fatto che, almeno fino ad ora, la militarizzazione del conflitto non sembra aver intimorito più di tanto la popolazione del quartiere, che continua la lotta imperterrita; inoltre, l'assenza plateale delle tradizionali presenze partitiche, più o meno palesi. Le aree di "movimento" sembrano essere l'unico punto di riferimento accettato dalla gente in lotta che, invece, mostra a buon ragione tutta la sua diffidenza verso ogni livello delle forze partitiche parlamentari o ex tali. Infine, è ovvio che la strategia del nuovo governo vede, al momento attuale, nella inaspettata resistenza della popolazione intorno a Chiaiano un discreto punto di difficoltà: anche nelle altre zone individuate dal DL Berlusconi, sull'esempio di Chiaiano, si stanno formando e/o riattivando comitati di lotta. Occorre perciò appoggiare questa resistenza, anche perché è assai probabile che le soluzioni militariste di questo governo andranno ben oltre la questione rifiuti e la regione Campania. La lotta dei cittadini intorno Chiaiano, senza retorica, è perciò la lotta di ciascuno di noi per il nostro futuro, per un modo diverso di vivere e di produrre.

Shevek dell'OACN-FAI

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