Umanità Nova, n.20 del 1 giugno 2008, anno 88

L'Europa dei lager. La nuova direttiva UE sull'immigrazione


"L'odiato stato di polizia è la premessa per la democrazia" (G. Baget Bozzo)

A Torino, il nuovo CPT, inaugurato (senza troppa pubblicità) lunedì 18 maggio ha già fatto in meno di una settimana la sua prima vittima, un immigrato maghrebino di 38 anni, recluso da dieci giorni è morto senza assistenza e davanti a questo non importa se fosse malato di "polmonite" o meno. Definire "lager" i Centri di Permanenza Temporanea significa solo chiamarli con il loro vero nome. In quello di Torino hanno sostituito le gabbie con edifici in muratura, segno che la struttura sarà tutto meno che "temporanea", perché è questa la nuova linea seguita non solo dal neonato "governo forte" italiano ma da tutti i suoi omologhi europei.
Infatti tutti i rappresentanti permanenti dei 27 governi presenti nel parlamento europeo hanno raggiunto una prima intesa sul testo di una direttiva (vedi UN n.18 del 18/5/08) destinata a ridurre ulteriormente i già pochi diritti di cui nel vecchio continente godono i cittadini extracomunitari. Come annunciato, tra le misure proposte c'è l'aumento della durata (da 6 a 18 mesi) della detenzione (senza processo) nei CPT, la drastica restrizione del diritto di assistenza legale gratuita e il divieto di ingresso nei paesi della Comunità nei 5 anni successivi all'espulsione. Proposte che hanno sollevato le obiezioni immediate di molte ONG impegnate nella difesa dei diritti umani e che sono sicuramente in contrasto anche con tutte le Carte e le Convenzioni internazionali sui diritti umani, che oramai sono solo carta straccia.
Dietro alla propaganda fatta dai ministri spagnoli, che si sono scagliati contro la xenofobia imperante in Italia, c'è la realtà di un paese forse ancora più chiuso: dal triplo muro che circonda le enclavi di Ceuta e Melilla, ai sofisticati sistemi elettronici (SIEVE ed API) di sorveglianza, al pattugliamento delle coste dei paesi africani. E lo stesso capogruppo del Partito Socialista Europeo, che si è lamentato a proposito di come vengono trattati i Rom, proviene dalla Germania dove già esiste il reato di "ingresso illegale" e dove è già possibile tenere rinchiusi fino a 18 mesi gli immigrati non in regola.
Il governo italiano quindi non ha fatto altro che incamminarsi su questa stessa strada con le proposte di provvedimenti legislativi sull'immigrazione che prevedono, tra le tante cose, il raddoppio (da 10 a 20, uno in ogni regione) del numero dei CPT e la loro definitiva trasformazione in "carceri di permanenza temporanea", all'interno delle quali gli immigrati verranno identificati ed avviati all'espulsione coatta. Ma anche la creazione del reato di ingresso illegale nel territorio dello stato; l'ampliamento della casistica che prevede l'espulsione di una persona sgradita; le pene aggravate di un terzo se il condannato è un immigrato irregolare; i due anni di residenza obbligatoria (sic!) dopo il matrimonio tra un extracomunitario ed un italiano; la confisca degli appartamenti affittati ai clandestini; il ricongiungimento solo per i parenti di primo grado e, nei casi dubbi, solo dopo il test del DNA; la creazione del reato di impiego dei minori nell'accattonaggio e, infine, il prolungamento della permanenza nei CPT fino a 18 mesi. La stessa durata proposta a livello europeo.
Il testo concordato con la Commissione dell'UE (relatore un europarlamentare tedesco del Partito Popolare) dovrà, prima di diventare operativo, passare al vaglio all'assemblea di Strasburgo nel prossimo mese di giugno e quindi al Consiglio dei ministri. In teoria questa norma potrebbe anche essere stravolta o bloccata ma, in pratica, l'aria che tira nel resto dell'Europa non è molto diversa da quella italiana. E le tendenze xenofobe e razziste trovano, in questo momento storico, un certo consenso in tutti i paesi del mondo, basti vedere la tragica lotta tra disperati in corso in Sud Africa. Ma, molto difficilmente, provvedimenti che prevedono esclusivamente un inasprimento delle misure di polizia potranno fare fronte ai 12 milioni di immigrati irregolari già presenti nel continente e quelli che continueranno ad arrivare nei prossimi anni.

Pepsy

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