Mara Carfagna... Mara... Carfagna... ma chi è?
Le risposte al tragico quesito possono essere molte, facendo una piccola ricerca su Wikipedia si scoprono cose interessanti.
Intanto, che la suddetta ama profondamente le reti dei pescatori e pure
schiaffeggiarli con violenza: il suo calendario, pubblicato dalla
rivista "maschile" Maxim, non lascia dubbi a riguardo, e credo di
essermi data intanto la risposta al perché Berlusconi l'ha
voluta prima come responsabile del movimento delle donne di Forza
Italia, e successivamente come Ministro delle Pari Opportunità.
Naturalmente mi sto riferendo (cosa avevate capito?!) alla polemica
suscitata durante una delle serate di premiazione dei Telegatti, quando
l'attuale Premier aveva detto che l'avrebbe sposata subito se non fosse
stato già impegnato, suscitando le ire della moglie Veronica
Lario su Repubblica, poi risoltesi – credo – con un regalo di diamanti
da mille e una notte.
Ma si sa, l'alta borghesia ha le sue regole.
A dire il vero anche l'alta politica avrebbe le sue, ad esempio - anche
solo restando al buon senso - trasformare una valletta televisiva con
tanto di calendario tra reti e maschioni in Ministra delle Pari
Opportunità non è proprio indicato.
Ma la Carfagna ha un curriculum vitae davvero incredibile: è
stata dal 2000 al 2006 co-conduttrice con Davide Mengacci di "La
domenica del villaggio", poi ha condotto nel 2006 assieme a Giancarlo
Magalli "Piazza Grande", ha fatto parte del cast televisivo "I
Cervelloni" (...), "Vota la voce" e "Domenica In".
Nel 2006 ha rifiutato anche una parte in un film di Tinto Brass perché, dice Mara, "credo ancora in certi valori".
Quali? Per esempio in quei valori secondo i quali "non c'è
nessuna ragione per la quale lo Stato debba riconoscere le coppie
omosessuali, visto che costituzionalmente sono sterili" e che "per
volersi bene il requisito fondamentale è poter procreare".
Quindi la Carfagna è anche una profonda e attenta conoscitrice
della storia europea del Novecento, poiché ormai è raro
sapere che nella Germania nazista le lesbiche venivano internate con il
triangolo nero degli "asociali", essendo sabotatrici dell'ordine
naturale della famiglia.
Questo spiega anche quanti pregiudizi albergano in noi, che riteniamo
una valletta televisiva incapace di comprendere anche i più
piccoli perché della sua vita: la Ministra infatti, a fronte
delle polemiche suscitate per le frasi sulla sterilità degli
omosessuali, faceva sfoggio della sua sapienza citando il vero teorico
al quale si era riferita implicitamente, ovvero il prof. Francesco
D'Agostino, membro della Pontificia Accademia per la Vita. E conoscere
D'Agostino, lo ammetterete, non è cosa che capita tutti i giorni.
Se fino ad ora vi è sembrato tutto un incubo, troppo surreale
per essere vero, e magari credete di essere finiti per sbaglio dentro
Guernica di Picasso, attenzione: le ultime pennellate devono ancora
arrivare.
Stavolta gli attori sono diversi, ma pur sempre interlocutori di quel
genio della politica che è la Ministra delle Pari
Opportunità. Infatti da tempo Arcigay va chiedendo alla Carfagna
il patrocinio del Pride di Bologna.
Scontata, dopo l'attento studio dell'opera omnia di D'Agostino, la
risposta della Carfagna che prende a pesci in faccia Mancuso e
l'Arcigay, rilanciando a sua volta con la richiesta di
"sobrietà" ai cortei del Pride, ritenuti sconvenienti e
rispondenti a "logiche esibizionistiche".
Farsi dettare imperativi di "sobrietà" da una mezza nuda in
mezzo a uomini madidi di maschio sudore non è il massimo, ma
Mancuso e i suoi se la sono cercata davvero.
Siamo sgomenti di aver incontrato anche questi figuranti nel quadro
dell'orrore, spontaneamente promossi a ricoprire il ruolo di poveri
mendicanti di ascolto alla corte della bella "principessa", chiedendo
che "un principe la baci e la svegli" dal torpore del suo ruolo di
"matrigna".
Come si può cercare interlocuzione con un Governo che copre
bande di fascisti che ogni giorno in questo Paese aggrediscono
omosessuali, lesbiche, migranti nei loro luoghi di ritrovo, nei luoghi
di lavoro, arrivando ad uccidere ragazzi con i capelli troppo lunghi,
come è accaduto a Nicola a Verona? La sobrietà in tutta
questa brutta storia sono in molti e molte ad averla perduta, ci fa
solo orrore che si voglia con ostinazione perdere anche la
dignità e la memoria del passato.
Magù