Umanità Nova, n.22 del 15 giugno 2008, anno 88

Dalle discariche ai servizi. L'ascesa di Gianni De Gennaro


A qualcuno potrebbe venire il dubbio che la critica anarchica al sistema di potere capitalistico e statale sia troppo radicale e troppo legata a vecchi schemi ottocenteschi. Ripetutamente, però, la realtà quotidiana ci fornisce sempre nuove prove della correttezza della nostra teoria. Tanti avvenimenti che sembrano proprio fatti apposta per confermare le nostre convinzioni più radicate sul funzionamento dei meccanismi del potere. Un ulteriore esempio di quanto sia incolmabile la distanza tra le roboanti dichiarazioni destinate alla propaganda mediatica e la realtà concreta dei fatti.
Riassumiamo: negli ultimi 14 anni Gianni De Gennaro ha avuto una carriera di tutto rispetto, nominato nel 1994 vice-capo della Polizia ne ha assunto poi il comando nel 2000 e nel 2001 era al vertice delle forze che gestirono l'ordine pubblico durante il G8 di Genova, un incarico che gli ha causato qualche problema, visto che proprio alla vigilia della sua sostituzione arrivò la notizia che era indagato con l'accusa di aver istigato alla falsa testimonianza i funzionari implicati nella mattanza alla Scuola Diaz.
Ostracizzato da alcuni ed osannato da altri politici, è passato al Gabinetto del Ministero degli Interni e poco prima della caduta dell'esecutivo Prodi, è stato nominato Commissario straordinario per l'emergenza dei rifiuti in Campania, con il suo arrivo la situazione nella regione non è cambiata (anzi...) e il governo entrante ha deciso di nominarlo capo del "DIS" (l'ex CESIS), il nuovo nome dato alla struttura di coordinamento dei Servizi Segreti a seguito della "riforma" entrata in vigore alla fine del 2007.
Una promozione in una posizione di rilievo che però, secondo alcuni,potrebbe rivelarsi meno prestigiosa di quello che sembra, sia perché - tradizionalmente - la struttura di coordinamento è considerata una scatola vuota, sia perché in questo momento mancano ancora i regolamenti di attuazione previsti dalla legge di riforma dei Servizi.
Mentre invece è stato approvato, di corsa, un Decreto che prevede una prima deroga alla riforma, in modo da permettere a G. Letta di avere di nuovo la delega ai Servizi che aveva nel precedente governo Berlusconi.
Inoltre questi ultimi anni non sono stati proprio un bel periodo per gli spioni di stato, giusto per segnalare solo le ultimi due notizie: il 5 giugno è stato arrestato un colonnello dei carabinieri (in forza all'AISE) accusato di essere uno strozzino, e negli stessi giorni si è saputo che a fine 2001 funzionari dell'amministrazione USA furono ospiti dei Servizi italiani per una riunione nella quale si discusse con altri anonimi personaggi delle possibilità di un colpo di stato in Iran. A completare il quadro, proprio alla vigilia della nomina di G. De Gennaro, il capo dell'AISI è stato rimosso dal suo incarico, in modo considerato "sbrigativo", sembra per incompatibilità con il nuovo Ministro degli Interni. Per finire è arrivata anche la nomina di F. Rutelli alla Presidenza del "Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica" che evitiamo di commentare per non fare della facile ironia.
Per tornare al nuovo capo del "DIS", dovrebbe risultare evidente che il suo curriculum non può certo essere definito particolarmente brillante: dal palese fallimento della gestione dell'ordine pubblico a Genova nel 2001, con uno strascico di procedimenti giudiziari a carico delle forze dell'ordine per reati che vanno dalla costruzione di false prove alla tortura, agli inutili mesi spesi in Campania proprio mentre il problema dei rifiuti diventava da preoccupante a drammatico.
A questo punto qualcuno potrebbe far notare che lo zelo speso dai politici nell'esaltazione della meritocrazia e nella minaccia di licenziare i dipendenti pubblici "fannulloni", si deve intendere come applicabile esclusivamente ai livelli medio-bassi dell'amministrazione statale. Mentre per i livelli più alti, gli insuccessi sono tutti benignamente perdonati. Anzi, sono un sicuro viatico per incarichi sempre più importanti.
I più malevoli invece potrebbero pensare che la nuova collocazione di G. De Gennaro sia il giusto coronamento di una carriera spesa al servizio dello Stato, visto che gli "insuccessi" mietuti in precedenza sono ricaduti soprattutto sulle teste dei cittadini piuttosto che su quelle dei politici e che tali evenienze rischiano di ripetersi anche in questo nuovo incarico. Il che sicuramente è fonte di preoccupazione.

Pepsy


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