Umanità Nova, n.22 del 15 giugno 2008, anno 88

Proibizionisti scatenati. Dagli arresti a scuola al divieto di manifestare


Le organizzazioni criminali fasciste e leghiste sono tornate al governo e adesso i porci e i loro cani da guardia sono scatenati. I primi a farne le spese sono i migranti, sottoposti ad ogni genere di vessazione ed angheria, fino ad arrivare ai rastrellamenti di "clandestini" sugli autobus e nei supermercati. Anche per i consumatori di cannabis, da sempre odiati dai fascisti, si prospettano comunque tempi duri. La Legge Fini, l'unica d'Europa che mette sullo stesso piano droghe leggere e droghe pesanti (col risultato che nei suoi due anni di applicazione il consumo di eroina e di cocaina è aumentato esponenzialmente, mentre sono scesi vertiginosamente i loro prezzi) è lì pronta per essere applicata…
Giovedì 5 giugno a Roma quattro carabinieri in borghese sono entrati nel liceo classico Virgilio, uno dei più noti della capitale, ed hanno arrestato quattro ragazzi che stavano fumando una canna nel cortile dell'istituto. I quattro studenti minorenni del liceo sono stati poi rilasciati dopo esser stati identificati e segnalati alla Prefettura come consumatori di droga, mentre quello che al momento dell'irruzione degli sbirri aveva la canna in mano è stato addirittura pure denunciato "per spaccio"(!!!). Come ha scritto il Collettivo Studentesco del Virgilio, "lungi dall'essere discrete le perquisizioni agli studenti sono avvenute all'interno dell'istituto sotto gli occhi di tutti i docenti. Nonostante tre dei fermati fossero senza alcuna droga addosso sono stati portati via dall'istituto. Le autorità scolastiche, come d'altronde i genitori dei ragazzi, non sono state informate del fatto che gli studenti venissero portati via (…). Gli studenti sono stati caricati su una gazzella senza che gli fosse concesso di chiamare le proprie famiglie e alla richiesta su dove venissero condotti i militari si sono rifiutati di rispondere. In caserma i CC hanno cercato di far firmare ai fermati e alle famiglie un verbale falso in cui gli studenti dovevano affermare di essere stati fermati "nel piazzale antistante all'istituto". Solo la prontezza della madre di uno dei fermati ha impedito che i carabinieri dichiarassero il falso. Inoltre i carabinieri sono riusciti miracolosamente a moltiplicare per quattro (ci spiegassero come!) lo spinello che uno degli studenti stava fumando al momento del fermo avendolo imputato singolarmente ad ognuno dei fermati, al fine di giustificare il fermo di tre persone che semplicemente non avevano sostanze droganti è sulla loro persona né nel proprio domicilio". Nel pomeriggio dopo l'accaduto nel liceo s'è svolta una affollatissima assemblea in cui tutti gli studenti, gli insegnanti ed i genitori intervenuti hanno condannato il blitz dei carabinieri che ha invece ricevuto il plauso di Gasparri e di altri criminali fascisti, secondo dal prossimo anno scolastico azioni del genere dovrebbero avvenire più spesso "in tutte le scuole", senza subire intralci dalle "autorità scolastiche", troppo inclini "al permissivismo tollerante e al lassismo buonista".

Alessandro B., un giovane lombardo di 21 anni, è invece la prima vittima di uno degli articoli del decreto-sicurezza (giustamente rinominato "decreto-colpo di stato") in vigore dal 23 maggio scorso. Tra una cosa e l'altra, la Banda Berlusconi ha anche modificato alcune norme del Codice della strada e inasprito le sanzioni a carico di chi guida in stato di ebbrezza (con valore alcometrico oltre la soglia cioè di 1,5 g/l) o appunto sotto gli effetti di stupefacenti. In questi casi scatta il sequestro dell'auto (a condizione che chi è alla guida sia anche il proprietario) a cui seguirà poi la confisca, se l'automobilista sarà condannato o patteggerà: in pratica l'auto non la rivedrà più e se vorrà guidare, dovrà comprarsene una nuova. E l'auto o finirà all'asta o sarà utilizzata dalla polizia. Il nuovo decreto, però, non pone (come nel caso dell'alcool) dei limiti minimi: per quanto riguarda droghe, un automobilista rischia la confisca dell'auto se solo risulta "positivo" ai test delle urine che gli vengono effettuati. E dato che i metaboliti della cannabis possono essere rintracciati nelle urine anche 30-60 giorni dopo l'ultima assunzione, uno può finire nei guai anche se ha fumato un solo spinello settimane prima. Mentre era in vacanza in provincia di Savona, Alessandro B. era stato rimasto coinvolto in un incidente senza gravi conseguenze per la sua salute, ma dopo esser stato ricoverato al Pronto Soccorso era stato obbligato a sottoporsi ai test antidroga. Risultato positivo ai «cannabinoidi» (anche se per ammissione degli stessi agenti della Polizia Stradale non era «in uno stato alterato dal punto di vista psicofisico»), non solo è stato denunciato alla procura della Repubblica, ma si è visto sequestrare ai fini della confisca anche la macchina.
Non si capisce, tra l'altro, perché debba essere così penalizzato chi guida sotto gli effetti della cannabis. Già nel 1942 la Commissione La Guardia (così chiamata dal nome del sindaco di New York che la istituì per valutare gli effetti della canapa indiana) escluse che la marijuana potesse influire sulla guida delle automobili o sull'utilizzo di macchinari pesanti. Questa valutazione venne poi confermata nei primi anni '70 dalle ricerche effettuate dall'Università dello Stato di Washington e da tutti gli studi successivi. Poche settimane fa, la rivista Accident Analysis and Prevention,  ha pubblicato ad esempio, uno studio israeliano secondo cui basse dosi di cannabis e alcool hanno un diverso impatto sulle attività psicomotorie. La ricerca delle università Hebrew e di Negev, ha studiato l'impatto dell'alcol e del THC sulla guida di 14 automobilisti, ed è risultato che "Il tasso di velocità e' stato il più variabile e osservabile rispetto alle due sostanze, ma con opposti effetti. Le sigarette di THC rendevano gli automobilisti meno veloci, mentre l'alcol più veloci". Complessivamente, i fumatori di cannabis si comportavano come coloro che avevano uno 0,05g/l di tasso alcolico nel sangue (cioè dieci volte al di sotto del tasso alcolico di 0,5 g/l nel sangue tollerato dalla legge).

Visto che è difficile difendere l'ultraproibizionismo fatto di carabinieri in borghese nelle scuole e auto rubate legalmente a chi magari è colpevole solo di essersi fumato una canna settimane prima e che la marijuana non ha mai fatto male a nessuno lo sanno milioni di persone che la fumano, l'hanno fumata o che semplicemente conoscono o conoscevano qualche fumatore e neanche il lavaggio del cervello dei media di regime basta a giustificare la sua proibizione davanti a tanta esperienza, adesso i fascisti (che non dispongono di alcun argomento razionale per difendere la loro sporca legge) vogliono vietare direttamente le manifestazioni antiproibizioniste. Il famigerato gerarca fascista Carlo Giovanardi ha infatti dichiarato che intende "introdurre strumenti normativi per non permettere più che manifestazioni propagandistiche, come la tre giorni sulla canapa (terapeutica, ndr) a Bologna e le cosiddette street parade possano svolgersi liberamente (...) Vogliamo dire basta alla cultura della droga. E per farlo vogliamo introdurre nell'ordinamento una norma che impedisca di fare propaganda, anche indiretta, a tutte le droghe, comprese quelle cosiddette leggere". Per fare "propaganda diretta" basta evidentemente sostenere che la cannabis è relativamente poco dannosa (come dicono ad esempio alcune decine di pubblicazioni medico-scientifiche contro una dozzina che dicono il contrario) o anche forse soltanto criticare la Legge Fini. È evidente che un provvedimento di questo genere tornerebbe ad introdurre la censura preventiva e il divieto di dissenso e rappresenterebbe una grave limitazione di quella libertà di manifestazione del pensiero che è alla base della civiltà moderna e che dovrebbe, peraltro, essere garantita dall'art. 21 della Costituzione e dall'art. 10 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Le garanzie, però, esistono solo sulla carta su cui vengono scritte le leggi e l'allucinante proposta di Giovannardi rischia di diventare realtà. Per questo è importante che in vista della sua approvazione (che potrebbe essere anche molto vicina dato che il provvedimento dovrebbe essere introdotto nell'ennesimo "decreto sicurezza") inizino a mobilitarsi e preoccuparsi tutti coloro che, indipendentemente da come la pensano su proibizionismo/antiproibizionismo, sanno che la libertà di manifestazione, di pensiero e d'espressione segna il confine oltre cui comincia la dittatura.

robertino


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