Umanità Nova, n.23 del 22 giugno 2008, anno 88

Intercettazioni. Pesci nella rete


Intanto che il Governo prepara il suo pasticcio sulle intercettazioni, al momento non è ancora disponibile un testo ufficiale del Disegno di Legge ma solo veline ufficiali, proviamo a segnalare alcune cose che inquadrano questo problema in un contesto più ampio.
In Italia già esiste una norma "anti-terrorismo" che prevede la conservazione - per il momento fino alla fine del 2008 - di tutte le comunicazioni (e non solo di alcune) che avvengono sia via telefono che via internet. Una vera e propria "intercettazione" preventiva che interessa tutti coloro che usano un telefono o un computer e non solo gli incalliti criminali.
Ricordiamo anche che già il precedente Governo aveva messo in cantiere una legge sulle intercettazioni, non molto diversa da quella che ha fatto tanto discutere in questi giorni. Intanto continuano ad essere scoperte bande di professionisti dediti alle intercettazioni "a fini di lucro", come quei 17 investigatori privati arrestati nello scorso mese di maggio in diverse regioni. Questo perché bisogna sempre ricordare che dietro alle intercettazioni, legali o illegali che siano, c'è anche un discreto giro d'affari che spesso viene sottovalutato.
In ogni caso, limitarsi solo a inseguire la propaganda dei mass media e dei politici, che puntano i loro riflettori dove meglio credono, è sicuramente fuorviante, più interessante è notare quello che avviene in campi solo apparentemente diversi. Per esempio le nuove frontiere della pubblicità on-line che si basano proprio su sistemi di intercettazione (quando si dice il caso!) delle comunicazioni delle persone qualsiasi.
Una delle compagnie di telecomunicazione inglese, la "British Telecom" ha recentemente ammesso di aver usato, in via sperimentale fin dal 2006, un sistema che intercettava i collegamenti internet dei propri utenti al fine di presentare loro della pubblicità personalizzata. Questo grazie a programmi in grado di archiviare - per ogni utente - una serie di informazioni, basandosi sul suo uso di Internet: siti visitati, acquisti fatti, ecc... Il tutto spesso all'insaputa delle vittime che incontravano sui siti che visitavano, pubblicità più adatta ai loro gusti. I protagonisti si sono difesi affermando che il sistema servirà sia a impedire che una persona cada in una delle truffe portate avanti dai siti "clonati" (il cosiddetto phishing) sia la presenza di pubblicità poco interessanti (sic!). Questo sistema verrà attivato solo dopo il consenso dell'utente e senza che vengano mai archiviati dati di tipo sensibile. Basta crederci.
Ma anche in altri paesi, i problemi legati alla riservatezza delle comunicazioni ed alla continua approvazione di norme che la violano sono sempre più frequenti.
Il 17 giugno dovrebbe arrivare al voto finale, al parlamento svedese, una legge che permette al FRA (il sistema di difesa radio gestito dallo spionaggio) di intercettare - senza la preventiva autorizzazione di un magistrato - qualsiasi segnale di telecomunicazione attraversi il territorio del Regno. Il che, in un contesto nel quale le comunicazioni avvolgono tutto il mondo, significa attivare un punto di ascolto che non interessa solo i cittadini di quel paese. La scusa è quella della "difesa nazionale" e la legge è soprannominata, non a caso, "Lex Orwell". Un avvocato l'ha descritta come il passaggio dalla pesca con amo e lenza a quella con la rete.
In Ungheria, una associazione per la tutela della privacy ha presentato un ricorso di incostituzionalità nei confronti della legge sulla conservazione dei dati del traffico telematico. Legge che accoglie la solita direttiva europea, che è stata approvata recentemente anche dal parlamento ceco.
Intanto nel mese di marzo gli USA hanno rinnovato il famigerato "Patriot Act" e per il prossimo mese di agosto è prevista la presentazione di nuove norme sulle intercettazioni, appena prima della scadenza del "Protect America Act", la legge che ha aumentato a dismisura i poteri presidenziali in questo settore. Ed è sempre in vigore la "FISA", che prevede la possibilità di spiare anche le comunicazioni che avvengono al di fuori del territorio statunitense.
L'approvazione di una nuova normativa sulle intercettazioni e le preoccupazioni dei (falsi) difensori della riservatezza personale e dei forcaioli in servizio permanente effettivo, sono solo l'aspetto più appariscente e meno sostanziale di un problema globale e non solo italiano. In un mondo sempre più interconnesso, almeno nella sua parte ricca, la rete del controllo è destinata ad estendersi sempre di più e, parallelamente, è destinato ad aumentare nelle persone il disagio causato dalla consapevolezza di essere spiati in ogni momento della propria vita e non solo quando sono al telefono. Le uniche difese che abbiamo a disposizione sono, come sempre, da una parte l'informazione indipendente e dall'altra lo sviluppo e l'uso di strumenti tecnici individuali che ci mettano in grado di resistere al Grande Fratello che avanza.

Pepsy

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