La notizia ha fatto capolino sui giornali del 14 giugno: a causa
della forte scossa di terremoto che ha colpito il Giappone sono
fuoriusciti 14,8 litri di acqua da un serbatoio in cui era depositato
materiale radioattivo, vicino al reattore due della più grande
centrale nucleare del mondo, quella di Fukushima (nota anche come la
centrale di Kashiwaki-Kariwa). Perdita di modesta entità, ha
subito sottolineato la compagnia elettrica giapponese Tokio Electric
Power (Tepco) che gestisce gli impianti nucleari del paese.
Ebbene, la notizia era per lo meno incompleta: la stampa avrebbe dovuto
aggiungere che l'impianto di Fukushima è chiuso dal 17 luglio
2007 quando un terremoto di intensità molto simile a quello del
14 giugno ha colpito il nord del Giappone. In quella occasione dalla
centrale – potenzialmente capace di produrre 8mila MW di
elettricità – fuoriuscirono 1200 litri di acqua radioattiva che
fu riversata in mare. La Tepco prima parlò di una perdita di 2
litri di materiale radioattivo e solo cinque giorni dopo ammise
l'entità del disastro che costrinse il governo giapponese e
l'AIEA (Agenzia internazionale dell'energia atomica) a chiudere a
"tempo indeterminato" questo impianto, costruito, si diceva, a "prova
di terremoto".
Come non ci stanchiamo di ripetere, l'opinione pubblica non sarà
mai in grado di sapere con certezza cosa effettivamente accade
all'interno degli impianti nucleari, sottoposti a rigidi vincoli di
sicurezza economico-militare; rimane il fatto che gli incidenti
continuano ad avvenire anche in Stati, come il Giappone, che hanno da
tempo intrapreso la scelta nucleare.
Di seguito riportiamo una breve, ma impressionante, rassegna degli
incidenti avvenuti negli ultimi anni alle centrali nipponiche. Un
elenco, senza dubbio incompleto, di alcune fra le tante Chernobyl
mancate.
9 febbraio 1991: incidente alla
centrale di Mihama. Una radioattività per 7 milioni di
becquerel, pari alla quantità rilasciata in un anno dai due
reattori della centrale, è fuoriuscita in mare.
8 dicembre 1995: due tonnellate
di sodio liquido e altro materiale radioattivo fuoriescono dal reattore
nucleare prototipo di Monju nella prefettura di Fukui a causa di un
malfunzionamento al sistema di raffreddamento
11 marzo 1997: gravissimo
incidente nell'impianto di ritrattamento di Tokaimura, Nella mattina
scoppia un principio d'incendio nell'impianto. Sembra un incidente di
poco conto, subito controllato. E invece il fuoco non era stato
completamente spento e dopo dieci ore, verso le 20, avviene
l'esplosione. Almeno 37 persone vengono contaminate.
12 luglio 1999: Centrale Tsuruga, bloccato reattore per una perdita acqua.
30 settembre 1999: gravissimo
incidente sempre nell'impianto di Tokaimura. Durante la preparazione di
combustibile nucleare viene superata la massa critica e si innesca una
reazione a catena, fortunatamente arrestata prima dell'esplosione ma
prodotti di fissione si disperdono nell'ambiente. Due lavoratori
periscono e altri 120 vengono esposti a radiazioni. Altre centinaia
subiscono gli effetti delle radiazioni: in totale 450 contaminati.
27 gennaio 2000. Un incidente a
una installazione per il riprocessamento dell'uranio provoca livelli di
radiazione 15 volte superiori alla norma in un raggio di circa 1,2
miglia. Funzionari locali segnalano che almeno 21 persone sono state
esposte alle radiazioni.
9 agosto 2004: la fuoriuscita
di acqua bollente e vapore per la rottura di una conduttura uccide
cinque lavoratori nella centrale di Mihama. Altri sette operai sono in
condizioni molto gravi.
23 marzo 2006: Un incendio
durato circa tre ore e mezzo si è sprigionato nella centrale
nucleare di Ohi, nel Giappone occidentale. Due operai sono stati
ricoverati per intossicazione da fumo, ma si escludono fughe
radioattive.
Maggio 2006. Ennesimo incidente con fuga di 400 litri di acqua radioattiva nella ex centrale nucleare di Mihama.
16 luglio 2007: il più
grande impianto nucleare del mondo, quello di Fukushima, viene chiuso
perché gravemente danneggiato da un terremoto di magnitudine
6,8. Cinquanta guasti meccanici a catena, ben due fughe radioattive
distinte, la fuoruscita di migliaia di litri di acqua e petrolio
contaminati, cento fusti di scorie scoperchiati dal sisma e privi di
protezione, pronti a disperdere i veleni nell' atmosfera e nel mare:
questo il bilancio dei danni.
A. Ruberti