Dal 7 al 9 luglio sull'isola di Hokkaido si svolgerà il
summit dei G8. La mobilitazione anti-G8 è iniziata diversi mesi
fa e a partire dal 1 luglio si svolgeranno manifestazioni e azioni a
Sapporo, capoluogo dell'isola. Governo e polizia giapponese hanno
però già avviato una pesante campagna repressiva nei
confronti degli attivisti principali della rete contro il G8. Il 29
maggio 38 persone sono state arrestate durante un'assemblea pubblica
all'università di Tokyo e accusate di svolgere attività
sovversive, mentre il 10 giugno altri due attivisti sono stati
arrestati durante un'incursione di reparti speciali della polizia negli
uffici di alcune organizzazioni sindacali a Kyoto. Altre 4 persone,
appartenenti a un gruppo leninista, sono state arrestate nei giorni
scorsi.
Il controllo dei gruppi "sovversivi", con pedinamenti, intercettazioni,
pressioni e provocazioni, è costante e sicuramente
aumenterà con l'avvicinarsi del G8.
In risposta alla marcia di un centinaio di nazisti del gruppo
"autonomous nationalists north group", 50 tra compagne e compagni
anarchici e antifascisti hanno organizzato una contromanifestazione per
rilanciare i valori dell'antifascismo e dell'antirazzismo. La polizia
ha mobilitato 200 uomini in divisa per scortare il corteo nazista e
bloccare gli antifascisti. Benché non vi siano stati scontri, i
poliziotti hanno arrestato tre antifascisti per disturbo alla quiete
pubblica (sic).
Frontex è un programma dell'Unione Europea di guerra contro
l'immigrazione, che prevede la militarizzazione delle frontiere e delle
coste, l'organizzazione dei centri di concentramento e deportazione, la
pianificazione dei voli per i "rimpatri". Il 5 e il 6 giugno, attivisti
di diversi paesi si sono riuniti a Varsavia per una due giorni di lotta
contro il razzismo, le deportazioni e le frontiere. Il 5 giugno si
tenuta un'assemblea internazionale, mentre il 6 si è svolta una
manifestazione davanti agli uffici di Frontex, a cui hanno partecipato
anche diversi immigrati e rifugiati politici. In particolare è
stata posta l'attenzione sulla situazione di 5000 immigrati vietnamiti,
che, a causa di un recente accordo tra il governo polacco e quello
vietnamita, rischiano di essere deportati e sono quotidianamente
sottoposti a intimidazioni e minacce da parte della polizia polacca.
A cura di Raffaele
Fonti: www.ainfos.ca; www.indymedia.org; www.anarchistnews.org;
www.jca.apc.org/alt-g8/en; www.poland.indymedia.org;
http://cia.bzzz.net/english_news