Umanità Nova, n.24 del 29 giugno 2008, anno 88

Militari nelle strade. Uno spo(r)t pericoloso


Martedì 24 giugno (mentre va in stampa questo numero di Umanità Nova) potrebbero essere approvate le famigerate "misure urgenti in materia di sicurezza pubblica", quelle che prevedono, tra le altre cose, anche l'impiego dei militari in servizio di ordine pubblico.
La trovata, preceduta dal solito battage pubblicitario che contraddistingue tutte le iniziative prese da questo governo, è contenuta nell'articolo 7bis ("Concorso delle Forze armate nel controllo del territorio") inserito tramite un emendamento nel DL 23 maggio 2008, n.92. Anche da una superficiale analisi del testo dell'articolo [1], risulta subito chiaro che un conto sono le roboanti dichiarazioni dei politici ed altro la realtà scritta nelle leggi che approvano.
Per prima cosa partiamo dallo scopo che si prefiggono, il provvedimento viene preso "Per specifiche ed eccezionali esigenze di prevenzione della criminalità, ove risulti opportuno un accresciuto controllo del territorio" (comma 1). Sull'eccezionalità della situazione della criminalità dovrebbero mettersi d'accordo per prima cosa proprio all'interno delle istituzioni statali.
Gli ultimi dati ufficiali disponibili, aggiornati al 18 febbraio 2008 [2], sono difficilmente equivocabili: diminuzione degli omicidi volontari, delle lesioni dolose, delle violenze sessuali e dei furti (in totale), delle rapine, dei danneggiamenti, delle estorsioni e dei reati connessi agli stupefacenti. Unico dato in controtendenza è un aumento (nel secondo semestre 2007) dei furti in abitazione. Quindi l'"eccezionale esigenza" è decisamente una balla. Qualcuno potrebbe obiettare che questi dati, relativi a tutto il territorio italiano, siano poco significativi e che - in determinate aree del paese - la situazione sia invece alquanto diversa. È quello che sembrano credere i politici che restringono il campo di intervento dei militari alle "aree metropolitane e comunque aree densamente popolate" (comma 1). Ma sempre dalle stesse fonti risulta che la situazione relativa alle grandi aree metropolitane non è differente da quella complessiva: a Milano, a Napoli, a Roma, a Torino, i grafici mostrano che i reati non sono aumentati, anzi è avvenuto esattamente il contrario. Ma questo non lo dicono solo i soliti anarchici estremisti e, infatti, la maggioranza dei politici non insiste più di tanto sull'aumento dei reati quanto piuttosto sul molto meno valutabile aumento della "percezione di insicurezza" che sarebbe diffusa nella popolazione. Per questa ragione l'esercito verrebbe impiegato "per servizi di vigilanza a siti e obiettivi sensibili, nonché di perlustrazione e pattuglia in concorso e congiuntamente alle Forze di polizia." (comma 1). Ovvero per piantonare edifici ed eventualmente per rinforzare le pattuglie di polizia.
Attività che, soprattutto la prima, difficilmente possono incidere direttamente sulla microcriminalità ma che sono sicuramente un ottimo strumento di "deterrenza" (come hanno schiettamente affermato molti) e anche un ottimo strumento pubblicitario per questo governo. I militari avranno quindi due funzioni: la prima è quella di far propaganda ad un governo che vuole presentarsi come "forte" e decisionista, una pubblicità capillare, fatta da tremila "testimonial" che per un anno se ne andranno in giro per le strade delle grandi città. Meglio di tremila gazebo, meglio di qualsiasi manifestazione che, per quanto grande, dura lo spazio di qualche ora, meglio di qualsiasi campagna di spot in tv o di manifesti di grande formato sui muri. Ma, se i militari fungessero solo da spaventapasseri, non varrebbe la pena di scrivere un rigo. La seconda funzione, molto più pericolosa è quella di abituare la popolazione a vivere circondata da sentinelle armate, pronte a controllare qualsiasi persona, qualsiasi comportamento: "il personale delle Forze armate (...) può procedere alla identificazione e alla immediata perquisizione sul posto di persone e mezzi di trasporto (...), anche al fine di prevenire o impedire comportamenti che possono mettere in pericolo l'incolumità di persone o la sicurezza dei luoghi vigilati" (comma 3). Un compito che storicamente è a carico delle tante polizie che già infestano il paese e che prossimamente aumenteranno di altre 1472 unità, a dimostrazione ulteriore che se tutte le divise già esistenti non sono bastate a far sentire "sicuri" i cittadini non si capisce come possano riuscirci 3000 soldati. Del resto tutti quelli che hanno ricordato il precedente impiego dei militari, nell'operazione "Vespri siciliani", si sono guardati bene dal far notare che, nonostante i 30 mila uomini schierati, la Mafia non è certo sparita.
Ma qualcuno trarrà sicuramente qualche beneficio da questo provvedimento, un anno di sorveglianza militare verrà a costare 62,4 milioni di euri, per "le spese per il trasferimento e l'impiego del personale e dei mezzi e la corresponsione dei compensi per lavoro straordinario e di un'indennità onnicomprensiva" (comma 4). Il che fa una media di 20.800 euro a milite. Siamo sicuri che questo provvedimento non inciderà minimamente sul tanto propagandato disagio, una condizione che colpisce in primo luogo i settori sociali meno protetti, resi sempre più poveri dalla congiuntura che sta attraversando il capitalismo, piuttosto che dai borseggiatori. A questo stato di cose il potere politico ed economico risponde da un lato con la manipolazione dell'informazione per scaricare la causa di tutto su un nemico "esterno", rom, romeni, immigrati e via criminalizzando e dall'altro preparando il terreno per futuri provvedimenti sempre più repressivi.

Pepsy


Note
[1] Il testo preso in considerazione è quello disponibile (al 22/6/08) sul sito web del Senato www.senato.it
[2] I dati provengono dal documento "Andamento semestrale della criminalità e dell'azione di contrasto dal 2° semestre 2005 al 2° semestre 2007 in Italia e nelle città per le quali sono stati stipulati i Patti per la sicurezza." in base a Rilevazioni effettuate dalla Direzione Centrale Polizia Criminale. Disponibile sul sito web del Ministero dell'Interno www.interno.it


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