Umanità Nova, n.24 del 29 giugno 2008, anno 88

Decreto sull'emergenza rifiuti. L'eccezione fa la regola


Il decreto legge 23.5.2008, n.90 sull'emergenza rifiuti in Campania presenta più di un aspetto d'interesse. Composto di venti articoli, è un testo che vuole affrontare tutti gli aspetti normativi della complessiva gestione dei rifiuti, attraverso lo scardinamento dell'insieme di norme aventi quello specifico oggetto e istituendo un mini ordinamento giuridico ad hoc con modifiche alla procedura penale e al codice penale sostanziale. Su tutto, la parola "emergenza", vero passepartout e chiave di volta di un disegno politico che vuole fare della Campania il laboratorio di un regime autoritario che si va imponendo giorno dopo giorno, provvedimento dopo provvedimento.
La figura centrale cui viene demandata la soluzione della questione rifiuti in Campania è il capo del dipartimento della Protezione Civile, elevato al rango di membro del Governo come sottosegretario presso la Presidenza del Consiglio. A questo soggetto sono attribuiti poteri straordinari che consistono, in primo luogo in un amplissimo potere di deroga alla normativa vigente: l'elenco contenuto nell'art. 18 del decreto della normativa derogata è lunghissimo e dette norme, riportate per esteso, riempiono, in un inserto de Il Sole 24Ore, ben settanta pagine, e ricomprendono tutta la materia ambientale, igienico-sanitaria, degli appalti, della sicurezza sul lavoro, comunque connessa alla gestione dei rifiuti e alla costruzione delle discariche. Il sottosegretario può espropriare beni immobili e beni mobili; provvede a tutti gli aspetti della gestione e protezione dei siti delle discariche e degli impianti per lo smaltimento dei rifiuti che vengono classificati come "aree di interesse strategico nazionale"; il sottosegretario si avvale non solo delle "normali" forze dell'ordine nell'espletamento del suo mandato, ma anche dell'esercito sia per il trasporto dei rifiuti che per la protezione delle aree di cui sopra; il sottosegretario può precettare i lavoratori impiegati nella gestione dei rifiuti e ricorrere a "interventi alternativi" in caso di loro indisponibilità.
Tra le norme che vengono travolte ci sono naturalmente quelle in materia di costruzione di inceneritori e sull'apertura delle discariche: la procedura di costruzione del contestatissimo termovalorizzatore di Acerra viene ritenuta legittima di per sé e per le nuove discariche l'iter viene accelerato con deroga alle procedure di valutazione di impatto ambientale.
Tutte le controversie "comunque attinenti alla complessiva azione di gestione dei rifiuti" sono devolute al giudice amministrativo, cioè al complesso TAR-Consiglio di Stato, anche se concernono comportamenti della pubblica amministrazione che ledono diritti costituzionalmente tutelati: si vuole così sottrarre ai Tribunali ordinari la tutela dei singoli contro l'azione illegittima della pubblica amministrazione. Il processo amministrativo è decisamente più "lontano" dalla sensibilità comune, appannaggio anche di una cerchia abbastanza ristretta di avvocati, tecnicamente complesso e dai costi quindi più elevati.
Contemporaneamente, il dipartimento della Protezione Civile viene potenziato anche di personale in deroga alle vigenti norme e i suoi provvedimenti sono sottratti al controllo preventivo della Corte dei Conti.
Dal punto di vista repressivo, vengono introdotti nuovi reati o aggravati i reati esistenti per punire chi si introduca nelle "aree di interesse strategico" di cui sopra o cerchi di impedirne l'accesso, nonché chi danneggi i siti delle discariche o i beni strumentali ivi ubicati. Chi organizza i "blocchi" alle discariche rischia oggi da 1 a 5 anni di reclusione e il semplice "partecipante" fino ad un anno.
Infine, viene concentrata presso il Procuratore della Repubblica di Napoli la competenza investigativa "nei procedimenti relativi alla gestione dei rifiuti e ai reati in materia ambientale nella regione Campania", fino all'udienza preliminare. La norma va letta insieme a quella che prevede che sulle misure cautelari reali e personali (come i sequestri preventivi o la custodia cautelare) decida il Tribunale in composizione collegiale e con quella che rende più difficoltoso il sequestro preventivo delle discariche e affini. Il tutto trova applicazione anche ai giudizi pendenti. Il che significa che tutte le inchieste che coinvolgono i politici Campani e non, da Bassolino in giù vengono concentrate a Napoli e vengono meno le misure cautelari e soprattutto i sequestri di siti e discariche abusive fatti in questi mesi.
Come si può constatare, ci sono tutti presupposti perché l'impianto normativo che abbiamo illustrato possa essere "esportato" in Valsusa, a Vicenza, sullo Stretto di Messina, in primo luogo, e poi a tutto il paese. La logica sottesa è quella che dice "la normalità non funziona": quindi occorre derogare per "davvero risolvere i problemi". La logica sottesa è che il governo così concentra in sé, tramite il sottosegretario all'emergenza rifiuti, poteri a 360 gradi e privi di ogni controllo in materia di ordine pubblico e gestione del territorio, attraverso la qualificazione di "area di interesse strategico" di una porzione dello stesso. La logica sottesa è che chi si oppone all'azione emergenziale e "protettiva" del governo è un delinquente e come tale va trattato. La logica sottesa è che il territorio ed i suoi abitanti non possono che subire le decisioni prese "nell'interesse generale" dal governo che è espressione della maggioranza e che pertanto agisce sulla base di un'investitura popolare che lo legittima a far quel che gli pare. La logica sottesa è "oggi in Campania, domani chissà": l'importante è che, creata un'emergenza, ci si abitui all'idea che, per risolverla, bisogna adattarsi al fatto che "il fine giustifica i mezzi". Ed il regime è servito.

W.B.

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