Il decreto legge 23.5.2008, n.90 sull'emergenza rifiuti in Campania
presenta più di un aspetto d'interesse. Composto di venti
articoli, è un testo che vuole affrontare tutti gli aspetti
normativi della complessiva gestione dei rifiuti, attraverso lo
scardinamento dell'insieme di norme aventi quello specifico oggetto e
istituendo un mini ordinamento giuridico ad hoc con modifiche alla
procedura penale e al codice penale sostanziale. Su tutto, la parola
"emergenza", vero passepartout e chiave di volta di un disegno politico
che vuole fare della Campania il laboratorio di un regime autoritario
che si va imponendo giorno dopo giorno, provvedimento dopo
provvedimento.
La figura centrale cui viene demandata la soluzione della questione
rifiuti in Campania è il capo del dipartimento della Protezione
Civile, elevato al rango di membro del Governo come sottosegretario
presso la Presidenza del Consiglio. A questo soggetto sono attribuiti
poteri straordinari che consistono, in primo luogo in un amplissimo
potere di deroga alla normativa vigente: l'elenco contenuto nell'art.
18 del decreto della normativa derogata è lunghissimo e dette
norme, riportate per esteso, riempiono, in un inserto de Il Sole 24Ore,
ben settanta pagine, e ricomprendono tutta la materia ambientale,
igienico-sanitaria, degli appalti, della sicurezza sul lavoro, comunque
connessa alla gestione dei rifiuti e alla costruzione delle discariche.
Il sottosegretario può espropriare beni immobili e beni mobili;
provvede a tutti gli aspetti della gestione e protezione dei siti delle
discariche e degli impianti per lo smaltimento dei rifiuti che vengono
classificati come "aree di interesse strategico nazionale"; il
sottosegretario si avvale non solo delle "normali" forze dell'ordine
nell'espletamento del suo mandato, ma anche dell'esercito sia per il
trasporto dei rifiuti che per la protezione delle aree di cui sopra; il
sottosegretario può precettare i lavoratori impiegati nella
gestione dei rifiuti e ricorrere a "interventi alternativi" in caso di
loro indisponibilità.
Tra le norme che vengono travolte ci sono naturalmente quelle in
materia di costruzione di inceneritori e sull'apertura delle
discariche: la procedura di costruzione del contestatissimo
termovalorizzatore di Acerra viene ritenuta legittima di per sé
e per le nuove discariche l'iter viene accelerato con deroga alle
procedure di valutazione di impatto ambientale.
Tutte le controversie "comunque attinenti alla complessiva azione di
gestione dei rifiuti" sono devolute al giudice amministrativo,
cioè al complesso TAR-Consiglio di Stato, anche se concernono
comportamenti della pubblica amministrazione che ledono diritti
costituzionalmente tutelati: si vuole così sottrarre ai
Tribunali ordinari la tutela dei singoli contro l'azione illegittima
della pubblica amministrazione. Il processo amministrativo è
decisamente più "lontano" dalla sensibilità comune,
appannaggio anche di una cerchia abbastanza ristretta di avvocati,
tecnicamente complesso e dai costi quindi più elevati.
Contemporaneamente, il dipartimento della Protezione Civile viene
potenziato anche di personale in deroga alle vigenti norme e i suoi
provvedimenti sono sottratti al controllo preventivo della Corte dei
Conti.
Dal punto di vista repressivo, vengono introdotti nuovi reati o
aggravati i reati esistenti per punire chi si introduca nelle "aree di
interesse strategico" di cui sopra o cerchi di impedirne l'accesso,
nonché chi danneggi i siti delle discariche o i beni strumentali
ivi ubicati. Chi organizza i "blocchi" alle discariche rischia oggi da
1 a 5 anni di reclusione e il semplice "partecipante" fino ad un anno.
Infine, viene concentrata presso il Procuratore della Repubblica di
Napoli la competenza investigativa "nei procedimenti relativi alla
gestione dei rifiuti e ai reati in materia ambientale nella regione
Campania", fino all'udienza preliminare. La norma va letta insieme a
quella che prevede che sulle misure cautelari reali e personali (come i
sequestri preventivi o la custodia cautelare) decida il Tribunale in
composizione collegiale e con quella che rende più difficoltoso
il sequestro preventivo delle discariche e affini. Il tutto trova
applicazione anche ai giudizi pendenti. Il che significa che tutte le
inchieste che coinvolgono i politici Campani e non, da Bassolino in
giù vengono concentrate a Napoli e vengono meno le misure
cautelari e soprattutto i sequestri di siti e discariche abusive fatti
in questi mesi.
Come si può constatare, ci sono tutti presupposti perché
l'impianto normativo che abbiamo illustrato possa essere "esportato" in
Valsusa, a Vicenza, sullo Stretto di Messina, in primo luogo, e poi a
tutto il paese. La logica sottesa è quella che dice "la
normalità non funziona": quindi occorre derogare per "davvero
risolvere i problemi". La logica sottesa è che il governo
così concentra in sé, tramite il sottosegretario
all'emergenza rifiuti, poteri a 360 gradi e privi di ogni controllo in
materia di ordine pubblico e gestione del territorio, attraverso la
qualificazione di "area di interesse strategico" di una porzione dello
stesso. La logica sottesa è che chi si oppone all'azione
emergenziale e "protettiva" del governo è un delinquente e come
tale va trattato. La logica sottesa è che il territorio ed i
suoi abitanti non possono che subire le decisioni prese "nell'interesse
generale" dal governo che è espressione della maggioranza e che
pertanto agisce sulla base di un'investitura popolare che lo legittima
a far quel che gli pare. La logica sottesa è "oggi in Campania,
domani chissà": l'importante è che, creata un'emergenza,
ci si abitui all'idea che, per risolverla, bisogna adattarsi al fatto
che "il fine giustifica i mezzi". Ed il regime è servito.
W.B.