Il 28 giugno una sessantina di bersaglieri hanno preso possesso armi
in pugno dell'inceneritore di Acerra. Il loro primo atto è stato
quello di attaccare minacciosi cartelli recanti la scritta: "AREA DI
INTERESSE STRATEGICO NAZIONALE. DIVIETO D'ACCESSO. SORVEGLIANZA
ARMATA". Un'operazione militare in stile afgano o libanese, solo che
questa volta non si è trattato di una presunta missione
"umanitaria" ma di una chiara missione di "guerra". L'obiettivo della
missione è quello di difendere l'interesse nazionale dalle
proteste delle popolazioni "indigene" che osteggiano in nome della
salute e della difesa dell'ambiente la costruzione di fabbriche di
morte, di infrastrutture devastatrici, di caserme ecc. Lo Stato che
entra in guerra contro i propri cittadini. Non è una grande
novità ma sarebbe idiota accettarlo passivamente. D'altra parte
cosa altro è il famigerato decreto 90/2008 se non una
dichiarazione di guerra? Il governo Prodi aveva sancito il ricorso
all'esercito per la "soluzione" (sic) dell'emergenza rifiuti, il
governo Berlusconi lo mette in pratica.
Qualcuno si è domandato quale sia l'interesse strategico
nazionale che i bersaglieri stanno difendendo. La risposta l'ha data
chiaramente Berlusconi nella sua visita ad Acerra del 1 luglio.
I giornalisti che hanno potuto partecipare alla ridicola conferenza
stampa che ha concluso la visita hanno dovuto superare due check point
presidiati dai militari e da agenti e carabinieri in assetto
antisommossa e poi sono stati concentrati in un recinto in attesa del
premier, giunto con un'ora di ritardo. Di fronte ad un auditorio
sommesso e predisposto al silenzio (salvo lodevoli eccezioni),
accompagnato da Bertolaso e dal generale Giannini, l'uomo di Arcore ha
fatto le solite promesse che non sarà in grado di mantenere
("entro luglio Napoli sarà liberata dai rifiuti, entro gennaio
partirà la prima linea del termovalorizzatore, entro giugno la
struttura sarà a pieno regime"), ha lodato l'esercito, ha
attaccato i "fannulloni" della municipalizzata napoletana ASIA (rei di
andare al mare la domenica…), ma, soprattutto, ha ringraziato i suoi
amici di Impregilo-FIBE che "nonostante tutte le cose che hanno subito,
non sto a dire se giustamente o ingiustamente, ha preso l'impegno di
finire il termovalorizzatore".
Ecco, l'interesse strategico nazionale coincide esattamente con il
bilancio aziendale del Gruppo Impregilo (la più importante
azienda di costruzione nazionale) che ha lucrato per anni sulle
artefatte emergenze campane e al quale va la solidarietà del
premier perché, nonostante sia sotto processo per tutte le
porcherie che ha commesso, si è impegnata a terminare la
costruzione del "mostro", come lo chiamano gli abitanti di Acerra. Un
impianto costruito senza Valutazione di impatto ambientale in un
territorio che andava decontaminato e che invece rischia di subire un
altro attacco che porterà alle estreme conseguenze l'epidemia di
tumori che già lo ha colpito negli ultimi anni.
Probabilmente l'interesse strategico nazionale coinciderà anche
con i bilanci aziendali del Gruppo Marcegaglia, oggi presidente della
Confindustria, che a Massafra (Taranto) ha imposto alle popolazioni
locali la costruzione di un inceneritore per biomasse destinato a
bruciare, cioè a trasformare in inquinamento, gran parte delle
30mila tonnellate di rifiuti che nonostante tutti i bei discorsi di
Berlusconi continuano ad imputridire nelle strade di tante città
e paesi campani.
L'interesse strategico nazionale coincide anche con i bilanci aziendali
della A2A, multiutility nata dalla fusione fra la milanese AEM e la
bresciana ASM, che per il tramite del suo presidente Zuccoli, si
è detta disponibile a "dare una mano per risolvere il problema
dei rifiuti in Campania". La A2A, che gestisce l'inceneritore modello
(sic) di Brescia, partecipa alla gara per l'inceneritore di Salerno e
aspetta di "conoscere gli indirizzi del governo su Acerra e sugli altri
impianti". Secondo voci insistenti, in attesa di vendere chiavi in mano
l'impianto di Brescia (800mila tonnellate l'anno di CDR incenerito)
alla Campania, la A2A si è detta disponibile ad incenerire nel
capoluogo lombardo un po' di rifiuti campani. "Con quello che è
apparso sulle televisioni non possiamo non farci carico di quello che
sta succedendo" ha detto in modo chiaramente disinteressato Zuccoli.
Forse sappiamo cosa sia l'interesse strategico nazionale che devono
difendere con le armi i bersaglieri. Certamente sappiamo che esso non
ha nulla a che vedere con l'interesse delle popolazioni a vivere in un
ambiente decente.
M.Z.