Umanità Nova, n.25 del 13 luglio 2008, anno 88

Acerra, i bersaglieri, il premier e l'Impregilo. Interessi strategici


Il 28 giugno una sessantina di bersaglieri hanno preso possesso armi in pugno dell'inceneritore di Acerra. Il loro primo atto è stato quello di attaccare minacciosi cartelli recanti la scritta: "AREA DI INTERESSE STRATEGICO NAZIONALE. DIVIETO D'ACCESSO. SORVEGLIANZA ARMATA". Un'operazione militare in stile afgano o libanese, solo che questa volta non si è trattato di una presunta missione "umanitaria" ma di una chiara missione di "guerra". L'obiettivo della missione è quello di difendere l'interesse nazionale dalle proteste delle popolazioni "indigene" che osteggiano in nome della salute e della difesa dell'ambiente la costruzione di fabbriche di morte, di infrastrutture devastatrici, di caserme ecc. Lo Stato che entra in guerra contro i propri cittadini. Non è una grande novità ma sarebbe idiota accettarlo passivamente. D'altra parte cosa altro è il famigerato decreto 90/2008 se non una dichiarazione di guerra? Il governo Prodi aveva sancito il ricorso all'esercito per la "soluzione" (sic) dell'emergenza rifiuti, il governo Berlusconi lo mette in pratica.
Qualcuno si è domandato quale sia l'interesse strategico nazionale che i bersaglieri stanno difendendo. La risposta l'ha data chiaramente Berlusconi nella sua visita ad Acerra del 1 luglio.
I giornalisti che hanno potuto partecipare alla ridicola conferenza stampa che ha concluso la visita hanno dovuto superare due check point presidiati dai militari e da agenti e carabinieri in assetto antisommossa e poi sono stati concentrati in un recinto in attesa del premier, giunto con un'ora di ritardo. Di fronte ad un auditorio sommesso e predisposto al silenzio (salvo lodevoli eccezioni), accompagnato da Bertolaso e dal generale Giannini, l'uomo di Arcore ha fatto le solite promesse che non sarà in grado di mantenere ("entro luglio Napoli sarà liberata dai rifiuti, entro gennaio partirà la prima linea del termovalorizzatore, entro giugno la struttura sarà a pieno regime"), ha lodato l'esercito, ha attaccato i "fannulloni" della municipalizzata napoletana ASIA (rei di andare al mare la domenica…), ma, soprattutto, ha ringraziato i suoi amici di Impregilo-FIBE che "nonostante tutte le cose che hanno subito, non sto a dire se giustamente o ingiustamente, ha preso l'impegno di finire il termovalorizzatore".
Ecco, l'interesse strategico nazionale coincide esattamente con il bilancio aziendale del Gruppo Impregilo (la più importante azienda di costruzione nazionale) che ha lucrato per anni sulle artefatte emergenze campane e al quale va la solidarietà del premier perché, nonostante sia sotto processo per tutte le porcherie che ha commesso, si è impegnata a terminare la costruzione del "mostro", come lo chiamano gli abitanti di Acerra. Un impianto costruito senza Valutazione di impatto ambientale in un territorio che andava decontaminato e che invece rischia di subire un altro attacco che porterà alle estreme conseguenze l'epidemia di tumori che già lo ha colpito negli ultimi anni.
Probabilmente l'interesse strategico nazionale coinciderà anche con i bilanci aziendali del Gruppo Marcegaglia, oggi presidente della Confindustria, che a Massafra (Taranto) ha imposto alle popolazioni locali la costruzione di un inceneritore per biomasse destinato a bruciare, cioè a trasformare in inquinamento, gran parte delle 30mila tonnellate di rifiuti che nonostante tutti i bei discorsi di Berlusconi continuano ad imputridire nelle strade di tante città e paesi campani.
L'interesse strategico nazionale coincide anche con i bilanci aziendali della A2A, multiutility nata dalla fusione fra la milanese AEM e la bresciana ASM, che per il tramite del suo presidente Zuccoli, si è detta disponibile a "dare una mano per risolvere il problema dei rifiuti in Campania". La A2A, che gestisce l'inceneritore modello (sic) di Brescia, partecipa alla gara per l'inceneritore di Salerno e aspetta di "conoscere gli indirizzi del governo su Acerra e sugli altri impianti". Secondo voci insistenti, in attesa di vendere chiavi in mano l'impianto di Brescia (800mila tonnellate l'anno di CDR incenerito) alla Campania, la A2A si è detta disponibile ad incenerire nel capoluogo lombardo un po' di rifiuti campani. "Con quello che è apparso sulle televisioni non possiamo non farci carico di quello che sta succedendo" ha detto in modo chiaramente disinteressato Zuccoli.
Forse sappiamo cosa sia l'interesse strategico nazionale che devono difendere con le armi i bersaglieri. Certamente sappiamo che esso non ha nulla a che vedere con l'interesse delle popolazioni a vivere in un ambiente decente.

M.Z.

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