Umanità Nova, n.27 del 7 settembre 2008, anno 88

FS: il licenziamento di Dante De Angelis. Verità sovversive


Dante De Angelis, macchinista di Roma e RLS nel suo deposito, è stato nuovamente licenziato; il provvedimento è giunto nella giornata di ferragosto, a dimostrazione che i tecnoburocrati, quando si tratta di agire contro i lavoratori, non vanno in ferie.
Dante era già stato licenziato nella primavera del 2006 in seguito alle sue dure prese di posizione contro l'introduzione del Vacma sui locomotori, culminate con il rifiuto di guidare un locomotore dotato di pedale (uomo morto); rifiuto, per altro, attuato da centinaia di macchinisti in ogni parte della rete ferroviaria e avallato da numerose dichiarazioni ufficiali di ASL provinciali e regionali, che avevano considerato l'uomo morto contrario ai principi della sicurezza sia per chi viaggia che per chi è alla guida dei treni. Una lunga battaglia costrinse Trenitalia a rimangiarsi quel provvedimento.
Evidentemente quella sconfitta non andò giù ai vertici di FS, che hanno atteso per mettere in atto la vendetta. L'occasione, stavolta, è stata fornita dalle dichiarazioni di De Angelis in merito allo spezzamento dei ganci di trazione di due eurostar a Milano, che il macchinista romano faceva risalire non tanto all'incuria del personale di macchina, che avrebbe dimenticato di disattivare il meccanismo frenante sulle cabine di guida (come sostenuto nei comunicati ufficiali aziendali), ma allo stato disastroso delle manutenzioni – settore ormai quasi del tutto esternalizzato – che non riescono più ad essere all'altezza del fabbisogno quotidiano di interventi, né tanto meno a supplire a necessità di revisione in caso di rilevamento di problemi più strutturali sui mezzi di locomozione.
Sarebbe questo un modo, per i vertici di Trenitalia e per l'Amministratore Delegato Moretti, di diffondere paura tra i viaggiatori e compromettere l'immagine dell'azienda. Da qui il licenziamento.
Così, mentre l'intervento competente di un addetto ai lavori su questioni di tipo tecnico e di sicurezza, dovrebbe essere accolto come salutare – senza considerare che rientra nei suoi "doveri istituzionali" in quanto RLS – viene invece preso a pretesto per farlo fuori.
Il discorso è sempre lo stesso: colpiscine uno per educarne cento. Il provvedimento ha un tono assolutamente terroristico verso tutti i lavoratori, ferrovieri e non; non a caso giunge a cavallo di un altro gesto repressivo dall'alto valore simbolico per i vertici di FS e per i padroni: il licenziamento degli otto operai delle officine ferroviarie di Genova, con una inconsistente accusa di assenteismo. La vera posta in gioco è piegare la resistenza dei ferrovieri, ed in particolare dei macchinisti, che stanno resistendo, bene o male, alle incessanti pressioni per l'istituzione dell'agente solo, un vero colpo alla sicurezza; dietro questo scontro si profila da tempo una questione di principio da ambo le parti. FS vuole dimostrare che può ancora dominare questo zoccolo duro di resistenti, falsando le carte e parlando di un risparmio di personale dell'ordine di poche migliaia di posti, che contribuirebbe a risanare i conti dell'azienda, quando non sono bastati i tagli di circa 150.000 posti realizzati nell'ultimo ventennio, per sistemare le cose. Per i macchinisti, e per i ferrovieri in genere, si tratta di ostacolare la costante ristrutturazione produttiva, che sta distruggendo le ferrovie, regalando suoi pezzi più appetibili ai privati o alle aziende estere (come nel caso della Cargo o dell'Alta Velocità), e rimettere in moto un processo che veda risorgere un trasporto ferroviario finalmente libero dagli sprechi, dai progetti faraonici voluti dai signori del cemento, al servizio dei territori, delle utenze popolari, sicuro, non più frammentato.
La reazione al licenziamento di Dante De Angelis non s'è fatta attendere; una petizione on-line sta già raccogliendo migliaia di firme (saranno già oltre 7.000 quando questo articolo sarà pubblicato); dure prese di posizione sono giunte da vari settori del mondo del lavoro, della politica, della cultura, dell'informazione, comprese alcune proveniente da ambiti governativi, col chiaro intento di attaccare Moretti (e magari sgambettarlo per poi sostituirlo con un uomo di Berlusconi) più che di difendere De Angelis.
Per il prossimo 5 settembre la rivista Ancora in Marcia ha organizzato una manifestazione nazionale a Roma; altre iniziative sono in atto ed in cantiere per la riassunzione di Dante.

Pippo Gurrieri


home | sommario | comunicati | archivio | link | contatti