Dante De Angelis, macchinista di Roma e RLS nel suo deposito,
è stato nuovamente licenziato; il provvedimento è giunto
nella giornata di ferragosto, a dimostrazione che i tecnoburocrati,
quando si tratta di agire contro i lavoratori, non vanno in ferie.
Dante era già stato licenziato nella primavera del 2006 in
seguito alle sue dure prese di posizione contro l'introduzione del
Vacma sui locomotori, culminate con il rifiuto di guidare un locomotore
dotato di pedale (uomo morto); rifiuto, per altro, attuato da centinaia
di macchinisti in ogni parte della rete ferroviaria e avallato da
numerose dichiarazioni ufficiali di ASL provinciali e regionali, che
avevano considerato l'uomo morto contrario ai principi della sicurezza
sia per chi viaggia che per chi è alla guida dei treni. Una
lunga battaglia costrinse Trenitalia a rimangiarsi quel provvedimento.
Evidentemente quella sconfitta non andò giù ai vertici di
FS, che hanno atteso per mettere in atto la vendetta. L'occasione,
stavolta, è stata fornita dalle dichiarazioni di De Angelis in
merito allo spezzamento dei ganci di trazione di due eurostar a Milano,
che il macchinista romano faceva risalire non tanto all'incuria del
personale di macchina, che avrebbe dimenticato di disattivare il
meccanismo frenante sulle cabine di guida (come sostenuto nei
comunicati ufficiali aziendali), ma allo stato disastroso delle
manutenzioni – settore ormai quasi del tutto esternalizzato – che non
riescono più ad essere all'altezza del fabbisogno quotidiano di
interventi, né tanto meno a supplire a necessità di
revisione in caso di rilevamento di problemi più strutturali sui
mezzi di locomozione.
Sarebbe questo un modo, per i vertici di Trenitalia e per
l'Amministratore Delegato Moretti, di diffondere paura tra i
viaggiatori e compromettere l'immagine dell'azienda. Da qui il
licenziamento.
Così, mentre l'intervento competente di un addetto ai lavori su
questioni di tipo tecnico e di sicurezza, dovrebbe essere accolto come
salutare – senza considerare che rientra nei suoi "doveri
istituzionali" in quanto RLS – viene invece preso a pretesto per farlo
fuori.
Il discorso è sempre lo stesso: colpiscine uno per educarne
cento. Il provvedimento ha un tono assolutamente terroristico verso
tutti i lavoratori, ferrovieri e non; non a caso giunge a cavallo di un
altro gesto repressivo dall'alto valore simbolico per i vertici di FS e
per i padroni: il licenziamento degli otto operai delle officine
ferroviarie di Genova, con una inconsistente accusa di assenteismo. La
vera posta in gioco è piegare la resistenza dei ferrovieri, ed
in particolare dei macchinisti, che stanno resistendo, bene o male,
alle incessanti pressioni per l'istituzione dell'agente solo, un vero
colpo alla sicurezza; dietro questo scontro si profila da tempo una
questione di principio da ambo le parti. FS vuole dimostrare che
può ancora dominare questo zoccolo duro di resistenti, falsando
le carte e parlando di un risparmio di personale dell'ordine di poche
migliaia di posti, che contribuirebbe a risanare i conti dell'azienda,
quando non sono bastati i tagli di circa 150.000 posti realizzati
nell'ultimo ventennio, per sistemare le cose. Per i macchinisti, e per
i ferrovieri in genere, si tratta di ostacolare la costante
ristrutturazione produttiva, che sta distruggendo le ferrovie,
regalando suoi pezzi più appetibili ai privati o alle aziende
estere (come nel caso della Cargo o dell'Alta Velocità), e
rimettere in moto un processo che veda risorgere un trasporto
ferroviario finalmente libero dagli sprechi, dai progetti faraonici
voluti dai signori del cemento, al servizio dei territori, delle utenze
popolari, sicuro, non più frammentato.
La reazione al licenziamento di Dante De Angelis non s'è fatta
attendere; una petizione on-line sta già raccogliendo migliaia
di firme (saranno già oltre 7.000 quando questo articolo
sarà pubblicato); dure prese di posizione sono giunte da vari
settori del mondo del lavoro, della politica, della cultura,
dell'informazione, comprese alcune proveniente da ambiti governativi,
col chiaro intento di attaccare Moretti (e magari sgambettarlo per poi
sostituirlo con un uomo di Berlusconi) più che di difendere De
Angelis.
Per il prossimo 5 settembre la rivista Ancora in Marcia ha organizzato
una manifestazione nazionale a Roma; altre iniziative sono in atto ed
in cantiere per la riassunzione di Dante.
Pippo Gurrieri