Umanità Nova, n.28 del 14 settembre 2008, anno 88

Passione atomica del Vaticano. Conversione nucleare


Mentre il governo continua nella sua propaganda nuclearista, emergono sempre più palesemente gli intrecci e le connessioni tra lobby dell'atomo, potere militare e interessi vaticani.
Lo scorso 22 maggio a Roma è stato presentato il Programma internazionale "Megatoni per lo Sviluppo" che secondo i promotori avrebbe già portato all'eliminazione di oltre 13.000 testate nucleari nel mondo. Secondo tale progetto, debitamente aggiornato, è possibile riciclare il nucleare bellico in energia nucleare ad uso civile.
Infatti, a seguito della parziale dismissione dell'arsenale nucleare, una parte consistente di questo materiale fissile è stato o verrà dichiarato "in eccesso": si parla di almeno 100 tonnellate di plutonio e 700 tonnellate di uranio altamente arricchito.
A supporto di tale tesi, si sostiene che è già possibile con un impianto nucleare da 1000 MWe eliminare l'equivalente di circa 100 testate nucleari dichiarate in disarmo per ogni ricarica completa (che dura circa 3 anni).
Il programma, accessibile nel sito filovaticano "Civiltà dell'Amore", prevede appunto il riciclaggio dell'uranio arricchito delle testate atomiche obsolete e la sua rivendita alle centrali nucleari "civili", sulla base del programma di disarmo Usa-Russia "Megatons to Megawatts", sottoscritto nel 1993 poi rinnovato nel 2002.
L'1% circa di quanto ricavato (in termini di profitto) da questo "riciclaggio dell'uranio sporco" è destinato alle Ong per progetti di sviluppo nel Terzo Mondo, per un valore approssimativo di 400 milioni di dollari all'anno che, evidentemente, fanno gola a molti.
Le conseguenze, ovviamente taciute, di tale piano che vede la consulenza di noti enti di beneficienza quali l'Enel, la Sogin, l'Ansaldo e la Sorgenia, sono immaginabili quanto gravi.
- si "risolve" nel modo peggiore il problema delle scorie radioattive, così come prefigurato ad esempio dalla scelta dei siti a Chiaiano e in Sardegna per insediarvi sia delle mega-discariche militarizzate sia delle nuove centrali nucleari;
- si recupera e si ritratta l'uranio da testate obsolete per il funzionamento delle centrali nucleari, nonché si ricava dalle scorie il plutonio utilizzabile per la preparazione di combustibile MOX per reattori atomici oppure riprocessando il materiale fissile contenuto nelle barre di combustibile spento per produrre nuove armi nucleari;
- si alimenta il rilancio globale del "nucleare civile" come risorsa eco-compatibile e persino solidale, nascondendo il fatto che la filiera di produzione nucleare è unica, senza alcuna reale distinzione industriale tra la produzione di materiale fissile ad uso civile e quella ad uso militare;
- si accredita l'idea di un nucleare "di pace" garantendosi, con la sponsorizzazione del Vaticano il consenso e la complicità della cosiddetta società civile, cominciando da quella cattolica. Tale operazione appare fondamentale per un ritorno al nucleare dato che, nonostante un sondaggio Confesercenti-Swg secondo cui il 54% degli italiani sarebbe favorevole a nuove centrali, una recente ricerca (Observa. Osservatorio scienza e società. 2005-2006) rivela che gli Incidenti nucleari rimangono al primo posto tra le paure "ambientali" collettive (48,5%).
Infatti, i promotori annunciano l'interessata adesione già di 160 Ong e associazioni tra cui Caritas, Movimento per la Vita, Focsiv (Federazione organismi cristiani servizio internazionale volontario), Associazione Papa Giovanni XXIII, etc. mentre vengono strumentalmente richieste e vantate le collaborazioni di alcune importanti sigle dell'area pacifista tra cui alcune che hanno negato il loro coinvolgimento.
La legittimità "pacifista" del progetto è comunque sancita dal documento finale sulla Conversione Nucleare (sic) approvato ad Assisi nell'aprile 2007. Di questo documento, intitolato Pace nucleare e sviluppo nei paesi poveri: il contributo dall'Europa, vale la pena riportare integralmente i passi più significativi:
"Possiamo immaginare di avere anche una evoluzione del nostro progetto a fronte dei cambiamenti mondiali, e pensare a Megatons to Development: nucleare per giustizia, pace, dialogo e sviluppo.
All'utilizzo delle testate nucleari possiamo aggiungere la non proliferazione attraverso cicli del combustibile rinnovato, reattori di nuova generazione, cultura della sicurezza, maggiori conoscenze e l'enfatizzazione del ruolo delle Organizzazioni Internazionali (IAEA, WANO, Banca Mondiale, OMC). La globalizzazione è certamente un fattore di pace in questa prospettiva. (...)
La pace nucleare si ottiene effettivamente eliminando il materiale nucleare in disarmo inserendolo nei reattori nucleari che lo trasformano integralmente in energia di pace.
L'Europa non può eticamente sottrarsi nel contribuire in modo sostanziale al processo di conversione delle testate nucleari in energia civilmente utilizzabile per lo sviluppo nel mondo.
L'industria nucleare europea, le ONG e le forze del lavoro italiane, europee comprese quelle russe. possono contribuire a rendere operativo tale processo di conversione e sviluppo.
Contestualmente si avrebbe la possibilità di creare decine di migliaia di posti di lavoro nei Paesi coinvolti nelle procedure di conversione.
Infine nello 'Spirito di Assisi' la conversione nucleare deve diventare strumento di dialogo tra le religioni mondiali e le culture, e porta al disarmo totale benedetto da Dio".
Tale sconcertante dichiarazione d'intenti reca in calce le seguenti firme: Padre Vincenzo Coli (Custode Sacro Convento); Ing. Giuseppe Rotunno (Comitato National Secretary); Prof. Bertrand Vieillard Baron (Presidente NucNet); Dr. Guido Barbera (Delegato europeo delle Ong italiane).
D'altra parte l'orientamento della Chiesa cattolica in materia di energia è noto; infatti lo Stato Vaticano fin dal 1957 è membro permanente dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica e in tale ambito la Santa Sede svolge la funzione di mediatrice ed è portavoce della realtà spirituale che, secondo il rappresentante permanente, il mons. M. Banach, deve sempre essere coniugata nell'attuazione delle diverse politiche dell'Agenzia.
Ricordiamo inoltre come Ratzinger già nel luglio 2007, nel 50° anniversario dalla fondazione dell'AIEA aveva auspicato "un progressivo e concordato disarmo nucleare e favorire l'uso pacifico e sicuro della tecnologia nucleare per un autentico sviluppo, rispettoso dell'ambiente e sempre attento alle popolazioni più svantaggiate" e di recente ha rilanciato, convinto che vi siano i presupposti "per una politica energetica integrata che contempli, accanto a forme di energia pulita, anche l'energia nucleare". Oltre alla presa di posizione papale, anche il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, intervistato da Radio Vaticana nell'agosto 2007, ha pesantemente confermato che "la Santa Sede aderisce ai programmi per l'uso pacifico dell'energia atomica", purché sia assicurata "la sicurezza degli impianti e dei depositi" e venga regolata "in maniera severa la produzione, la distribuzione e il commercio di energia nucleare". "Questo tuttavia - ha quindi precisato - nella consapevolezza che le opere dell'ingegno umano, quindi anche le conquiste nel campo nucleare, vanno poste al servizio della famiglia umana".
Sempre lo stesso illuminato cardinale, pochi giorni prima, in occasione di un seminario internazionale in Ucraina nell'anniversario della catastrofe di Chernobyl aveva auspicato "un approccio non ideologico al tema dell'energia nucleare per uso civile. Non ideologico nel senso di pragmatico, non guidato da preconcetti pro o contro". E a sostegno di tale orientamento aveva citato il paragrafo 470 del Compendio della dottrina sociale della Chiesa, che sulla questione energetica invita la comunità scientifica a "continuare nel triplice impegno di identificare nuove fonti energetiche, sviluppare quelle alternative ed elevare i livelli di sicurezza dell'energia nucleare".
Livelli di sicurezza in realtà incompatibili con il processo di riconversione nucleare, dato che questo comporta un iter complesso, lungo e ad alto rischio prima che il materiale fissile trovi la sua "sistemazione finale"; basti ricordare la fuga di plutonio - sostanza radioattiva e fortemente cancerogena- avvenuta nel 2006 presso i laboratori Sogin-Enea della Casaccia nei pressi di Roma.
Ma, di certo, la divina provvidenza veglierà sull'atomo benedetto.

Sandra K.



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