Mentre il governo continua nella sua propaganda nuclearista,
emergono sempre più palesemente gli intrecci e le connessioni
tra lobby dell'atomo, potere militare e interessi vaticani.
Lo scorso 22 maggio a Roma è stato presentato il Programma
internazionale "Megatoni per lo Sviluppo" che secondo i promotori
avrebbe già portato all'eliminazione di oltre 13.000 testate
nucleari nel mondo. Secondo tale progetto, debitamente aggiornato,
è possibile riciclare il nucleare bellico in energia nucleare ad
uso civile.
Infatti, a seguito della parziale dismissione dell'arsenale nucleare,
una parte consistente di questo materiale fissile è stato o
verrà dichiarato "in eccesso": si parla di almeno 100 tonnellate
di plutonio e 700 tonnellate di uranio altamente arricchito.
A supporto di tale tesi, si sostiene che è già possibile
con un impianto nucleare da 1000 MWe eliminare l'equivalente di circa
100 testate nucleari dichiarate in disarmo per ogni ricarica completa
(che dura circa 3 anni).
Il programma, accessibile nel sito filovaticano "Civiltà
dell'Amore", prevede appunto il riciclaggio dell'uranio arricchito
delle testate atomiche obsolete e la sua rivendita alle centrali
nucleari "civili", sulla base del programma di disarmo Usa-Russia
"Megatons to Megawatts", sottoscritto nel 1993 poi rinnovato nel 2002.
L'1% circa di quanto ricavato (in termini di profitto) da questo
"riciclaggio dell'uranio sporco" è destinato alle Ong per
progetti di sviluppo nel Terzo Mondo, per un valore approssimativo di
400 milioni di dollari all'anno che, evidentemente, fanno gola a molti.
Le conseguenze, ovviamente taciute, di tale piano che vede la
consulenza di noti enti di beneficienza quali l'Enel, la Sogin,
l'Ansaldo e la Sorgenia, sono immaginabili quanto gravi.
- si "risolve" nel modo peggiore il problema delle scorie radioattive,
così come prefigurato ad esempio dalla scelta dei siti a
Chiaiano e in Sardegna per insediarvi sia delle mega-discariche
militarizzate sia delle nuove centrali nucleari;
- si recupera e si ritratta l'uranio da testate obsolete per il
funzionamento delle centrali nucleari, nonché si ricava dalle
scorie il plutonio utilizzabile per la preparazione di combustibile MOX
per reattori atomici oppure riprocessando il materiale fissile
contenuto nelle barre di combustibile spento per produrre nuove armi
nucleari;
- si alimenta il rilancio globale del "nucleare civile" come risorsa
eco-compatibile e persino solidale, nascondendo il fatto che la filiera
di produzione nucleare è unica, senza alcuna reale distinzione
industriale tra la produzione di materiale fissile ad uso civile e
quella ad uso militare;
- si accredita l'idea di un nucleare "di pace" garantendosi, con la
sponsorizzazione del Vaticano il consenso e la complicità della
cosiddetta società civile, cominciando da quella cattolica. Tale
operazione appare fondamentale per un ritorno al nucleare dato che,
nonostante un sondaggio Confesercenti-Swg secondo cui il 54% degli
italiani sarebbe favorevole a nuove centrali, una recente ricerca
(Observa. Osservatorio scienza e società. 2005-2006) rivela che
gli Incidenti nucleari rimangono al primo posto tra le paure
"ambientali" collettive (48,5%).
Infatti, i promotori annunciano l'interessata adesione già di
160 Ong e associazioni tra cui Caritas, Movimento per la Vita, Focsiv
(Federazione organismi cristiani servizio internazionale volontario),
Associazione Papa Giovanni XXIII, etc. mentre vengono strumentalmente
richieste e vantate le collaborazioni di alcune importanti sigle
dell'area pacifista tra cui alcune che hanno negato il loro
coinvolgimento.
La legittimità "pacifista" del progetto è comunque
sancita dal documento finale sulla Conversione Nucleare (sic) approvato
ad Assisi nell'aprile 2007. Di questo documento, intitolato Pace
nucleare e sviluppo nei paesi poveri: il contributo dall'Europa, vale
la pena riportare integralmente i passi più significativi:
"Possiamo immaginare di avere anche una evoluzione del nostro progetto
a fronte dei cambiamenti mondiali, e pensare a Megatons to Development:
nucleare per giustizia, pace, dialogo e sviluppo.
All'utilizzo delle testate nucleari possiamo aggiungere la non
proliferazione attraverso cicli del combustibile rinnovato, reattori di
nuova generazione, cultura della sicurezza, maggiori conoscenze e
l'enfatizzazione del ruolo delle Organizzazioni Internazionali (IAEA,
WANO, Banca Mondiale, OMC). La globalizzazione è certamente un
fattore di pace in questa prospettiva. (...)
La pace nucleare si ottiene effettivamente eliminando il materiale
nucleare in disarmo inserendolo nei reattori nucleari che lo
trasformano integralmente in energia di pace.
L'Europa non può eticamente sottrarsi nel contribuire in modo
sostanziale al processo di conversione delle testate nucleari in
energia civilmente utilizzabile per lo sviluppo nel mondo.
L'industria nucleare europea, le ONG e le forze del lavoro italiane,
europee comprese quelle russe. possono contribuire a rendere operativo
tale processo di conversione e sviluppo.
Contestualmente si avrebbe la possibilità di creare decine di
migliaia di posti di lavoro nei Paesi coinvolti nelle procedure di
conversione.
Infine nello 'Spirito di Assisi' la conversione nucleare deve diventare
strumento di dialogo tra le religioni mondiali e le culture, e porta al
disarmo totale benedetto da Dio".
Tale sconcertante dichiarazione d'intenti reca in calce le seguenti
firme: Padre Vincenzo Coli (Custode Sacro Convento); Ing. Giuseppe
Rotunno (Comitato National Secretary); Prof. Bertrand Vieillard Baron
(Presidente NucNet); Dr. Guido Barbera (Delegato europeo delle Ong
italiane).
D'altra parte l'orientamento della Chiesa cattolica in materia di
energia è noto; infatti lo Stato Vaticano fin dal 1957 è
membro permanente dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica e
in tale ambito la Santa Sede svolge la funzione di mediatrice ed
è portavoce della realtà spirituale che, secondo il
rappresentante permanente, il mons. M. Banach, deve sempre essere
coniugata nell'attuazione delle diverse politiche dell'Agenzia.
Ricordiamo inoltre come Ratzinger già nel luglio 2007, nel
50° anniversario dalla fondazione dell'AIEA aveva auspicato "un
progressivo e concordato disarmo nucleare e favorire l'uso pacifico e
sicuro della tecnologia nucleare per un autentico sviluppo, rispettoso
dell'ambiente e sempre attento alle popolazioni più
svantaggiate" e di recente ha rilanciato, convinto che vi siano i
presupposti "per una politica energetica integrata che contempli,
accanto a forme di energia pulita, anche l'energia nucleare". Oltre
alla presa di posizione papale, anche il cardinale Renato Raffaele
Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace,
intervistato da Radio Vaticana nell'agosto 2007, ha pesantemente
confermato che "la Santa Sede aderisce ai programmi per l'uso pacifico
dell'energia atomica", purché sia assicurata "la sicurezza degli
impianti e dei depositi" e venga regolata "in maniera severa la
produzione, la distribuzione e il commercio di energia nucleare".
"Questo tuttavia - ha quindi precisato - nella consapevolezza che le
opere dell'ingegno umano, quindi anche le conquiste nel campo nucleare,
vanno poste al servizio della famiglia umana".
Sempre lo stesso illuminato cardinale, pochi giorni prima, in occasione
di un seminario internazionale in Ucraina nell'anniversario della
catastrofe di Chernobyl aveva auspicato "un approccio non ideologico al
tema dell'energia nucleare per uso civile. Non ideologico nel senso di
pragmatico, non guidato da preconcetti pro o contro". E a sostegno di
tale orientamento aveva citato il paragrafo 470 del Compendio della
dottrina sociale della Chiesa, che sulla questione energetica invita la
comunità scientifica a "continuare nel triplice impegno di
identificare nuove fonti energetiche, sviluppare quelle alternative ed
elevare i livelli di sicurezza dell'energia nucleare".
Livelli di sicurezza in realtà incompatibili con il processo di
riconversione nucleare, dato che questo comporta un iter complesso,
lungo e ad alto rischio prima che il materiale fissile trovi la sua
"sistemazione finale"; basti ricordare la fuga di plutonio - sostanza
radioattiva e fortemente cancerogena- avvenuta nel 2006 presso i
laboratori Sogin-Enea della Casaccia nei pressi di Roma.
Ma, di certo, la divina provvidenza veglierà sull'atomo benedetto.
Sandra K.