La chiesa cattolica e la scienza sono ai ferri corti da qualche
secolo. Non è solo il problema di conciliare la dottrina
cattolica con Galileo e Darwin, ma, talvolta, di evitare degli
scivoloni anche sulle cose più banali, con risultati spesso
ridicoli.
Nel 1950, Pio XII proclamò il dogma di fede dell'assunzione in
cielo di Maria precisando che l'assunzione andava intesa in senso
fisico, non in senso spirituale: il corpo fisico di Maria, si sarebbe
sollevato dalla terra e sarebbe andato verso il Paradiso. All'epoca
già era unanimamente accettata la teoria della
relatività, secondo cui nessuna particella fisica può
viaggiare ad una velocità maggiore di quella della luce. Il
risultato è stato che hanno proclamato un dogma di fede per
affermare che, a poco meno di 2000 anni luce dalla terra, c'è il
corpo di Maria vergine che sta cercando di arrivare in paradiso!
Ci sarebbe quindi solo da ridere, quando i cattolici si occupano di
cose scientifiche. Purtroppo la tragedia è il retro della
medaglia della farsa e, in un paese come l'Italia, dove il potere
politico è asservito al Vaticano, c'è sempre da
preoccuparsi quando qualche cattolico fa discorsi, ancorché
strampalati, sulla scienza.
Del resto in Italia hanno deciso che i temi scientifici "eticamente
sensibili" fossero demandati al Comitato Nazionale di Bioetica, di
nomina governativa, che fornisce pareri su cui, poi, i ministri
legiferano.
Siccome è il Comitato Nazionale di Bioetica è un comitato
scientifico, e si occupa di temi che riguardano eminentemente la
sperimentazione scientifica si penserà che i suoi membri siano
scienziati. Invece, proprio perchè l'Italia è una colonia
del Vaticano, salvo rare eccezioni di facciata, l'unica caratteristica
necessaria per essere nominati come membro è l'essere cattolico,
obbediente e rispettoso degli ordini ecclesiastici.
Cattolico (ed integralista) è il presidente, cattolici sono la
maggior parte dei componenti del Comitato. Cattolici che si occupano di
storia, filosofia, legge, sacerdoti, professori di "bioetica" delle
università cattoliche.
C'è anche qualche prete medico. Nessuno che si occupi di
genetica, fisica o biologia, ma tanto si sa, per decidere di queste
cose, basta fare una preghierina e chiedere consiglio a Santa Romana
Chiesa.
Il consiglio attualmente in carica è stato nominato dal governo
Prodi, che anche in questo, ha dimostrato di essere identico a quello
del suo predecessore/successore.
La presenza di tanti cattolici integralisti e dogmatici è il
motivo per cui si legge sui documenti del comitato di "eugenetica
nazista", "personalità dell'embrione", "scienza della morte",
"laicismo scientista" e tutta le sequela di affermazioni false e
mendaci cui ci ha abituato la propaganda cattolica.
La presenza di così tanti ignoranti nelle cose scientifiche su
cui dovrebbero decidere è il motivo dei continui infortuni e
delle continue gaffes che vengono fatte da cotanti "esperti". Visto che
poi la politica si accoda e li asseconda, assistiamo a episodi
come la presentazione di un disegno di legge da parte di Rutelli
(si, proprio lui, quello che avrebbe perso l'elezione a sindaco di
Roma, anche se avesse avuto come avversario Gnappo, il pupazzo
parlante) che riporta nella premessa "con le cellule staminali adulte
del pancreas una cittadina italiana è stata curata in Florida"
per assegnare tutti i fondi per la ricerca alle cattolicissime cellule
staminali adulte invece che alle sataniche staminali embrionali.
Peccato che, tranne che nel vuoto pneumatico della mente di Rutelli e
nei dogmi dei cattolici della Commissione Nazionale di Bioetica, le
cellule staminali del pancreas non siano ancora state scoperte!
All'interno del Comitato Nazionale di Bioetica occupa una posizione
preminente l'associazione "Scienza e vita", composta da integralisti
cattolici, la cui principale attività è di sostenere con
argomenti pseudo scientifici le tesi dogmatiche della chiesa cattolica
in materia.
Qualche preoccupazione ha perciò destato, la scorsa settimana,
la pubblicazione in prima pagina dell'Osservatore Romano (l'organo
ufficiale del Vaticano) di un articolo sulla morte celebrale e il
trapianto d'organi firmato da Lucetta Scaraffia, vicepresidente
dell'Associazione Scienza e Vita e membro del Comitato Nazionale di
Bioetica.
La tesi della Scaraffia è che l'assunto di "morte cerebrale
entra in contraddizione con il concetto di persona secondo la dottrina
cattolica, e quindi con le direttive della Chiesa nei confronti dei
casi di coma persistenti".
Cioè il problema non è scientifico sul fatto che si possa
dichiarare morta una persona in realtà viva, ma sul fatto che la
persona in coma profondo (ed in stato di morte celebrale) per la
dottrina cattolica debba essere considerata viva.
Fin dalla natura ascientifica, dogmatica e clericale
dell'argomentazione si comprende la levatura professionale del
soggetto che la propugna: la signora Lucetta Scaraffia non è,
come ci si aspetterebbe da chi volesse discettare di morte celebrale
imponendo il proprio punto di vista come verità scientifica,
né una biologa, né un medico. Di mestiere fa la storica
in un'università cattolica ed ha regalato all'umanità
capolavori incommensurabili della letteratura moderna come "Loreto. Un
lembo di Terra Santa in Italia", "La santa degli impossibili. Vicende e
significati della devozione a santa Rita" e "Il concilio in convento.
L'esperienza di Chiara Grasselli".
Il problema, ovviamente, non è solo quello, biologico, di
stabilire quando possa essere considerata morta una persona per i
cattolici, ma, vista la servile osservanza di tutti i governi italiani
alle dottrine di questi integralisti cattolici, le sue successive
implicazioni legislative in campo medico che riguarderanno tutti i
cittadini, anche se atei.
In particolare il fatto che per la chiesa cattolica non si sia morti
nei casi di coma profondo, comporta l'illiceità dello "staccare
la spina" che mantiene in una vita forzata ed artificiale, a volte per
anni, persone senza nessuna speranza di fuoriuscita dal coma.
Non essendoci alcuna previsione legislativa in materia, per il consueto
timore dei parlamentari di urtare la Chiesa Cattolica, normalmente
queste situazioni vengono risolte in maniera discreta da medici pietosi
e rispettosi delle volontà del malato e della disperazione della
famiglia.
Quando qualche familiare crede nelle giustizia, come nel caso di
Beppino Englaro, il padre di Eluana, la ragazza di Lecco in coma per un
incidente stradale dal gennaio 1992, ed ottiene addirittura ragione
(dopo 16 anni) da un giudice che autorizza la fine dell'accanimento
terapeutico contro la figlia, interviene la Camera sollevando il
conflitto di competenza con la magistratura e la regione Lombardia
imponendo la prosecuzione delle terapie.
A livello medico internazionale è accettato che, dopo dodici
mesi di coma, il livello di compromissione della parte superiore del
cervello (corteccia) sia definitivo e che il malato non sia in
condizione di avere altra vita che quella vegetativa, per cui viene
autorizzata, su richiesta della famiglia o per volontà scritta
del malato la sospensione dell'idratazione, dell'alimentazione forzata
e della ventilazione artificiale. Siccome però Eluana si trova
in Italia, la sua volontà, ripetutamente espressa quando era in
vita, di non sopravvivere in uno stato vegetativo e l'affetto di un
padre che cerca di farla morire in modo dignitoso, non viene presa in
nessuna considerazione e lei è condannata a sopravvivere a se
stessa in questo stato.
La crudeltà della chiesa cattolica nei confronti delle famiglie
che vivono questi drammi non è stata però quella che ha
causato la redazione dell'articolo della Scaraffia, quanto la
preoccupazione, di questa insigne studiosa, che ci fosse
contraddittorietà, nella dottrina cattolica, tra questo tipo di
comportamento e quello seguito per l'espianto di organi.
Gli organi da trapiantare, salvo alcuni casi di donatori volontari,
devono essere prelevati a persone dichiarate cerebralmente morte, non
necessariamente in coma persistente perchè magari destinate, a
breve, all'arresto cardiaco, che però comprometterebbe l'organo
da espiantare.
Visto che il business della sanità riguarda anche tante cliniche
cattoliche, che si fanno pagare salate parcelle per fare trapianti, il
Vaticano si è affrettato a precisare che la posizione della
signora Scaraffia era una posizione personale e che, quindi, non ci
sarebbero state richieste di modifica della legislazione sui trapianti.
La nostra posizione, che vuole che ogni individuo decida, quando
è cosciente, che cosa fare del proprio corpo è quella che
la chiesa combatte di più perchè espressione di
"relativismo etico". Noi, con il nostro relativismo etico, rispettiamo
le scelte di tutti, la chiesa cattolica con il suo "assolutismo
dogmatico" non rispetta quelle di nessuno. La differenza è tutta
qui!
Fricche