Si è tenuta dal 5 al 7 di settembre la prevista festa
dell'USI nella Pinetina di Riotorto di Piombino (LI), dove sono
confluite alcune centinaia di persone, in un clima conviviale,
allietato dalla bella stagione e dalla bellezza dei posti.
Varie le assemblee organizzate, su diverse tematiche: dalle esperienze
autogestionarie (con la Comunità Campanara e il gruppo Rezdora
di Parma), alle iniziative di lotta a sostegno dei migranti, con
interventi di S.Onesti, avvocato, di Emilia del Comitato Antirazzista
di Parma e Leonardo del Comitato Migranti di Bologna (ed è stato
fissato un ulteriore specifico incontro per ottobre a Bologna);
dall'ingerenza clericale contro la donna (con interventi dell'avvocato
M.Mariani di Milano, del collettivo Collettivo femminista "Mai state
zitte" di Milano, del ginecologo V.Contini e O.Verdecchia dell'USL di
Empoli); alla presentazione dell'ultimo libro di G.Careri su
Camillo Berneri, tra l'altro anche militante dell'USI. A questi va
aggiunto l'incontro sul sindacalismo di base, alla presenza di C.
Galatolo dell'Unicobas e di E. Moroni della CUB, nel quale le
contraddizioni che stanno attanagliano il sindacalismo di base,
nonché le sue prospettive future, sono state analizzate in un
partecipato dibattito, introdotto da Guido Barroero dell'USI.
Un'ottima, sana e varia cucina (per la quale vanno ringraziati i
compagni piombinesi), oltre ai tanti concerti serali (tra cui quello
applauditissimo di Alessio Lega) nei quali sono confluiti tanti
giovani, hanno permesso un ottimale svolgimento della festa.
Per il prossimo anno, magari evitando concomitanze con altre iniziative
di movimento, gli organizzatori si augurano un'ulteriore crescita,
qualitativa e numerica.
M.Ilari
Si è svolta, sabato 13/10, la prevista riunione per
progettare l'edizione 2009 della Vetrina dell'editoria anarchica e
libertaria.
Presenti compagne e compagni di Firenze, Spezia, Reggio Emilia e Bologna.
Rispetto alle ipotesi prese in esame nell'incontro di agosto, la
possibilità della piazza Ghiberti sembra sfumare a causa dei
piani di riorganizzazione delle attività commerciali del comune
di Firenze. I compagni del Collettivo Libertario Fiorentino si
muoveranno per verificare eventuali altre possibili piazze che abbiano
la caratteristica di una manifestazione inserita nel contesto sociale
della città. Rimane comunque aperta la possibilità di una
riedizione nello spazio del Saschall.
Circa le date, poi, si è valutato di prendere ancora in
considerazione sia i primi di settembre che una data a settembre
inoltrato. In questo senso partirà in questi giorni una
lettera-circolare agli editori per verificare disponibilità,
impegni e indicazioni.
Ci si è dati un nuovo appuntamento che speriamo più
allargato per sabato 11 ottobre 2008, alle ore 11 sempre presso il
circolo anarchico di Firenze, in via dei Conciatori 2 rosso.
Walter
Mentre a Trieste il sindaco emana un'ordinanza che prevede multe di
mille euro per chi volantina e di settemila per chi imbratta, Il 9
settembre a Ravenna due ragazzi di 15 e 16 anni vengono denunciati per
danneggiamento aggravato e vilipendio alla nazione perché
accusati di avere scritto sul muro di un sottopassaggio "fanno la
guerra e la chiamano democrazia e civiltà" affiancato a una A
cerchiata.
Non solo: vengono costretti a ripulire il muro in questione e a
comparire davanti a uno psicologo. Non resta che augurarsi che
quest'ultimo spieghi loro la differenza tra "guerra" e "missione
umanitaria" - oppure "esportazione della democrazia".
Come afferma un comunicato di solidarietà: che mille giovani anarchici sboccino!
Tsja
La giornata di sabato 13 settembre a Vicenza non lasciava molto spazio all'ottimismo.
Dopo le botte di sabato scorso in cui un mini-corteo del presidio
permanente contro il dalmolin è stato caricato dalla polizia
questo sabato è stata la pioggia torrenziale a dare filo da
torcere ai manifestanti.
Ed invece la giornata è andata sicuramente bene: un corteo di
varie migliaia di persone (5-6000 secondo le stime più
attendibili) hanno sfilato dal centro città al Dal Molin per
finire al sito dove da una settimana si svolge il festival NoDalMolin.
Il corteo (composto per la stragrande maggioranza da vicentini) era un
unico serpentone di bandiere NoDalMolin con l'unica, gradita, eccezione
di una delegazione di NOTAV della ValSusa molto visibile.
Nel punto dove l'altro sabato ci sono state le cariche, è stata
piazzata simbolicamente una nuova "torretta" in tubi innocenti, al
posto di quella che sabato scorso è stata il pretesto per le
violenze sbirresche e che sarebbe dovuta servire a sorvegliare
l'aereoporto per un'eventuale inizio dei lavori della nuova base.
Nonostante la repressione e la criminalizzazione dei media locali, il
movimento contro il raddoppio della base militare, con questa
giornata, ha confermato il suo carattere popolare e di massa.
Il prossimo appuntamento per il movimento è per il 5 ottobre
quando si svolgerà il tanto atteso (nonché controverso)
referendum cittadino sulla questione. Su questa scadenza gran parte (ma
non tutti) i comitati stanno riversando le proprie energie. Di certo vi
è la consapevolezza da parte di tutti/e che, qualsiasi sia
l'esito del referendum, la lotta contro le basi militari non si
conclude certo in quella data.
Un compagno presente
Assume contorni surreali il tentativo di repressione nei confronti del Centro Sociale Autogestito di Udine.
L'antefatto: una giornalista udinese, nota per le simpatie di destra,
ritrova il proprio nome e numero di cellulare pubblicati su un sito
internet a sfondo sessuale.
Sarebbe solo un episodio di cronaca nera tra i tanti se non fosse che gli
inquirenti si "convincono" che lo squallido gesto provenga dagli ambienti
del CSA e costituisca una sorta di "vendetta politica".
È ovvio che la diffamazione anonima, tanto più se a
carattere sessista, è del tutto estranea alla storia e alla
pratica politica del CSA, ma non sono certo queste considerazioni a
bloccare una serie di perquisizioni che colpiscono non solo il presunto
autore materiale (che ha dichiarato la propria totale
estraneità) ma lo stesso Centro occupato di via Scalo nuovo. Qui
i carabinieri penetrano forzando una porta e si portano via (senza
testimoni, poiché data l'ora i frequentatori erano tutti a
lavorare) i computer e altro materiale.
Notevole la risonanza dell'evento sul principale quotidiano locale. La
notizia arriva a buon punto per controbilanciare l'effetto
sull'opinione pubblica di una denuncia per pedofilia nei confronti di
un sacerdote salesiano. Le confuse notizie di stampa ipotizzano nuove
denunce per occupazione (oltre all'inchiesta già in corso) e
persino (non si capisce a che titolo) il possibile "sequestro"
dell'edificio.
Pronta la risposta del Centro Sociale Autogestito che ha ribadito la
propria volontà di non farsi intimidire e di proseguire la
propria lotta in difesa dei diritti delle donne, dei migranti, di tutti
gli sfruttati, per la tutela del territorio e dell'ambiente (non ultima
la battaglia contro la TAV).
M.
Il 13 settembre di tre anni fa moriva a Carrara Alfonso Nicolazzi.
Alfonso morì all'interno dei locali della Tipografia di via San
Piero, quella stessa in cui settimanalmente viene stampato e spedito il
nostro giornale ormai da più di trent'anni, quella stessa da lui
fondata, assieme a Dino Mosca, da prima come tipografia "il seme" e poi
con altri compagni, come cooperativa Tipolitografica.
A tre anni dalla scomparsa i compagni dei Gruppi Anarchici Riuniti
hanno voluto ricordarlo con una cena di sottoscrizione per
Umanità Nova, giornale a cui Alfonso ha donato buona parte del
suo lavoro e del suo impegno, come tipografo, come redattore nel
periodo della redazione toscana, come sostenitore, come diffusore, come
articolista.
Purtroppo le incerte condizioni atmosferiche e il poco spazio
all'interno del circolo Errico Malatesta di Gragnana non hanno
consentito che questa iniziativa potesse essere pubblicizzata
più di tanto, comunque sia l'iniziativa è andata per il
meglio, grazie all'accoglienza dei compagni di Gragnana e alla cucina,
che come sempre si è dimostrata all'altezza della situazione.
Alfo, oltre all'impegno politico si è sempre prodigato a
mantenere alto il rapporto umano tra i compagni e ci è quindi
sembrato giusto cercare nell'occasione di ricordarlo insieme.
A distanza di anni continua ad essere tangibile la sua mancanza, anche
se il moltiplicato impegno da parte dei compagni ha fatto in modo che
l'azione e l'iniziativa anarchica a Carrara sia continuata.
È così che pensiamo sia giusto ricordarlo, oltre che con
le parole con la pratica, quella stessa pratica che ci ha visti
impegnati fianco a fianco negli anni trascorsi insieme.
Cercando di portare avanti quell'idea per cui tanto ha dato, sia sul
piano nazionale che internazionale, sia su quello più
prettamente locale.
In difesa della sede del Germinal e dell'intero palazzo Politeama che
la ospita, e che ancora oggi continua ad essere minacciato
dall'iniziativa di speculatori di ogni sorta e della complicità
della lobby politico-economica cittadina.
Per l'apertura e la fruibilità dell'Archivio, fortemente voluto
da Alfonso e inaugurato pochi mesi dopo la sua scomparsa; e che
continua ad essere osteggiato con ogni mezzo e cavillo burocratico, se
non con una vera e propria opera di ostruzionismo da parte delle
amministrazioni comunali che si sono susseguite in questi anni.
Nel sostegno e nell'impegno nei riguardi della Tipografia che continua
la sua piccola opera di materializzazione delle idee, e seppur tra
mille difficoltà, proprio in questi giorni si sta dotando di una
seconda macchina da stampa da affiancare alla "ciccina", così la
chiamava affettuosamente Alfo, e che consentirà di eliminare
alcuni problemi legati al formato di stampa e ai non pochi anni di
lavoro delle attrezzature.
È così che ci piace ricordarti: grazie Alfo, evviva l'anarchia.
dielle
Nel "Manifesto" del 12.9.08 a p. 12, c'è di che rimanere
sorpresi: viene infatti pubblicata una lettera di Gianluca Iannone – i
cui camerati si rendono quotidianamente protagonisti di attacchi
squadristi – il quale candidamente afferma che nel comunicato stampa
diramato dopo l'attentato incendiario al circolo futurista di Casal
Bertone non si voleva indicare quale corresponsabile (mandante) del
fatto il giornalista del "Manifesto" Giacomo Russo Spena, ma il
parlamentare Giovanni Russo Spena.
Al che a firma ga. p. si risponde che si prende atto della
precisazione, ma che è comunque pericoloso indicare una persona
come mandante.
E già questo basterebbe per accartocciare il giornale.
Come se non bastasse nella stessa rubrica (Posta prioritaria) compare
una lettera di uno studente indiano che denuncia l'aggressione da lui
subita a Torre Angela da parte di un gruppo di giovani fascisti:
«mi hanno aggredito da dietro e picchiato brutalmente, appunto senza alcun motivo».
E i due articoli compaiono democraticamente affiancati nella stessa pagina.
Insomma, di questi tempi una bella lettera del fascistissimo Iannone
non crea alcun problema. Anzi conferisce una patina di equilibrio e di
equidistanza bipartisan.
Certo è che, nonostante gli interessanti articoli sul
neofascismo romano di Giacomo Russo Spena, il "Manifesto" pare
accorgersi solo ora della virulenza del fenomeno neofascista. Per non
parlare dell'atteggiamento revisionista di alcuni suoi redattori sulla
responsabilità dei NAR nella strage di Bologna.
Sarebbe ora di chiarirsi le idee.
Toni