Umanità Nova, n.30 del 28 settembre 2008, anno 88

unità sotto tutela


Uno degli effetti del bipolarismo italiano è che è stato possibile verificare in concreto cosa cambia quando a un governo di destra ne subentra uno di sinistra e viceversa e, in particolare, cosa cambia nella dialettica fra organizzazioni politiche e sindacale ed area/e sociale/i di riferimento.
Può valere la pena di ragionare su questa dialettica utilizzando, come una sorta di laboratorio sociale, un caso concreto.
Un'assemblea, organizzata da un paio di Coordinamenti di insegnanti e genitori si è tenuta il 17 settembre, alla Galleria d'Arte Moderna di Torino con all'ordine del giorno la politica scolastica dell'attuale governo e la mobilitazione per opporsi ai suoi effetti devastanti.
Partiamo dai dati numerici. All'assemblea era presente un consistente numero di persone, non sono in grado di valutare se fossero effettivamente 400 e se fossero veramente presenti colleghi e genitori di 85 scuole, come si afferma nella mozione votata alla fine, quello che è certo è che analoghe assemblee organizzate dagli stessi due coordinamenti ai tempi del precedente governo avevano visto una presenza notevolmente minore (per usare un eufemismo) e si erano svolte in un clima assolutamente moscio.
Il successo, quantomeno numerico, dell'assemblea del 17 settembre è, quindi, una prova evidente del fatto che settori significativi della categoria e, più genericamente, del "mondo della scuola" sono, a ragione, seriamente preoccupati e che vi è una qualche disponibilità alla mobilitazione.
Per concludere sui dati, oltre ai segretari provinciali della CGIL e della CISL Scuola, erano presenti rappresentanti delle istituzioni locali e dei partiti di opposizione  e a tutti è  stato riservato uno spazio notevole.
Venendo ai contenuti, mi pare evidente che, oltre alla produzione, distribuzione ed esposizione ai convenuti di, peraltro utili, materiali informativi, l'assemblea era destinata a mandare un solo e chiaro messaggio, così riassumibile:
1.    è necessaria una mobilitazione unitaria, si sono anzi usati i più impegnativi aggettivi "unito" ed "unico";
2.    soggetti promotori di questa mobilitazione possono essere solo CGIL-CISL-UIL ai quali è possibile accodarsi a chiunque ma che hanno la forza ed il potere di realizzarla mentre il sindacalismo indipendente non ha questa stessa possibilità.
Credo sia doveroso, tralasciando il taglio enfatico, e a volte sgradevole, di alcuni interventi, ragionare sul nucleo razionale di questa tesi.
È evidente che, se prendiamo sul serio quanto il governo ha già fatto e quanto si appresta a fare, è necessaria una mobilitazione larga, durevole nel tempo, articolata sul territorio che realizzi un adeguata opera di informazione, coinvolgimento dei colleghi e delle famiglie, costruzione di scadenze di lotta.
È altrettanto evidente che questa mobilitazione non può risolversi in una giornata di sciopero ma che è importante il percorso che si, speriamo, si svilupperà, anche grazie alla nostra azione, nel medio periodo nella categoria e nella società.
Detto ciò, è bene ragionare sui limiti e sulle vere e proprie contraddizioni di molti dei fautori di un'unità sotto l'egemonia di CGIL-CISL-UIL.
A meno, infatti, di non immaginare che l'universo nasca dal nulla ogni mattina e che nella sua fase aurorale tutte le vacche siano rosa, mi concedo una citazione dello Hegel, è assolutamente evidente che il progetto Aprea – Gelmini – Tremonti riprende, unificandoli e potenziandoli, molti aspetti della politica scolastica, entusiasticamente sostenuta da CGIL-CISL-UIL, dei governi di altro colore rispetto all'attuale.  Risparmio ai lettori l'elenco completo, basta pensare che le scuole fondazione non sono una novità, che lo scambio fra taglio degli organici e salario è previsto nei passati contratti ecc..
Visto, di conseguenza, che non risulta che CGIL-CISL-UIL abbiano cambiato di una virgola le loro piattaforme e le loro proposte, la prospettata unità sarebbe un'unità contro e non un'unità per.
Aggiungo, a questo proposito, una considerazione che ritengo importante. Come è noto, i sindacati concertativi, stanno organizzando assemblee nelle scuole per denunciare le malefatte del governo ed il fatto che questo stesso governo non è "democratico" visto che non concerta con loro le sue scelte. Questi stessi sindacati negano ai lavoratori e persino alle RSU di scuola il diritto di indire le assemblee riservandosi il monopolio dei diritti sindacali con la suggestiva conseguenza che, a loro avviso, democratico è ciò che decidono loro e non democratico ciò che è deciso senza di loro.
Credo, a questo punto, valga la pena di fare una considerazione sull'effettiva forza di CGIL-CISL-UIL. È, infatti, sin troppo evidente che gli unificatori assumono come scontata l'ipotesi che i sindacati concertativi grazie alle enormi risorse economiche di cui dispongono, alle decine di migliaia di funzionari e distaccati , alla presenza capillare nelle aziende e sul territorio, alle relazioni con i partiti ecc. siano in grado di ottenere molto, basta che lo vogliano e che la base prema sugli apparati perché si decidano a muoversi.
Il fatto è che proprio nella natura della loro forza sta la loro debolezza. Chi negli ultimi mesi ha seguito le vicende sindacali avrà notato che il governo ed il padronato hanno lanciato chiari segnali ai sindacati concertativi proprio sulla questione delle risorse. È, infatti, evidente che proprio perché la maggior parte delle entrate di CGIL-CISL-UIL sono garantite dal governo , il governo è in grado, laddove si agitassero sul serio, di ricattarli e di ridurne radicalmente la forza. Già ora si ipotizza un secco taglio dei permessi e dei distacchi.
La disponibilità, piena di CISL e UIL e parziale di CGIL, a firmare una riforma del modello contrattuale, per fare un solo esempio, straordinariamente peggiorativa rispetto al passato non deriva dal "tradimento" dei loro dirigenti ma proprio dalla necessità di mantenere il loro ruolo e parte del loro potere a fronte di un governo e di un padronato meno concilianti di quanto fossero anni addietro.
La lentezza di CGIL-CISL-UIL nel deliberare la mobilitazione dei lavoratori della scuola non è prova, a mio avviso, di tardezza d'ingegno ma nasce dal, sin troppo ragionevole, timore, per un verso, della scarsa disponibilità alla mobilitazione della categoria  e, soprattutto, da quello di ritorsioni da part del governo.
Non dimentichiamo, fra l'altro che il cuore, da un punto di vista strettamente sindacale, della proposta del governo e, cioè, un taglio secco degli organici e una parziale restituzione in termini retributivi ai superstiti o, meglio, ai superstiti che diventassero "docenti esperti" se non vicepresidi, non è affatto estraneo alla logica di questi signori il cui blocco sociale di riferimento in categoria è costituito proprio da uno strato di colleghi e colleghe tutt'altro che ostili a percorsi di carriera quali quelli ipotizzati dal non troppo ben assortito duo Aprea – Gelmini.
Mi permetto un altra citazione colta di un grande letterato napoletano, evitiamo la dialettica fottuti fottenti. Evitiamo, insomma, sia di isolarci, al contrario dobbiamo lavorare a costruire l'unica unità reale, quella nella lotta su contenuti chiari, e, di conseguenza, di fare gli utili idioti del sindacalismo concertativo. Altri lo sanno fare meglio di noi.
Per, assai provvisoriamente, concludere, il prossimo periodo richiederà da parte nostra impegno, tenuta, chiarezza nelle prospettive, assunzione di decisioni condivise.
Non è lontano, a questo punto, sciopero del 17 ottobre che è stato deciso da alcuni sindacati di base (CUB, Cobas ed SdL).
Ma, se è vero, che lo sciopero è solo un passaggio, dovremo, se veramente nasceranno, partecipare ai coordinamenti di scuola e di zona dei quali molto di parla in questi giorni e farlo sui nostri contenuti. Dovremo, insomma, discutere francamente e, soprattutto, agire con determinazione.

Cosimo Scarinzi


1 Ovviamente pagati dal governo e dal padronato
2 In particolare nel settore pubblico ma non solo, d'altro canto, nel settore privato, i sindacati concertativi se ricevono meno denaro dal governo hanno accesso a cospicui finanziamenti da parte delle imprese
3 Scarsa disponibilità che va benissimo a sindacati la cui unica preoccupazione è garantirsi un pacchetto di iscritti sulla base dello scambio fra prestazioni dal punto di vista della tutela individuale e, appunto, iscrizione.



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