Umanità Nova, n.31 del 5 ottobre 2008, anno 88

Quando la scuola non è un ghetto


A Roma, la scuola elementare ex-Ferraironi ha dato un esempio di come si può affrontare insieme un problema che riguarda la collettività. Negli spazi di questa scuola, più di due settimane fa sono iniziate assemblee pubbliche, incontri con i genitori, aperture alla cittadinanza e al quartiere con lo scopo di discutere e conoscere il decreto Gelmini .
In materia di riforma scolastica. Questa scuola ci ha stupiti e emozionati di nuovo. La prima volta è stato, qualche anno fa, quando ha fatto conoscere a molti il nome di Iqbal Masih, un bambino pakistano di 13 anni che incatenato al posto di lavoro, in una fabbrica di tappeti, trovò il coraggio di denunciare la sua situazione, vinse una borsa di studio per gli Stati Uniti e con un coraggio ancor più grande la rifiutò per restare nel suo paese e battersi per i diritti di tutte le bambine e i bambini come lui. Ma fu ucciso.
La scuola elementare ex-Ferraironi da allora si chiama "Iqbal Masih", e subito dopo le dichiarazioni della ministra Mariastella Gelmini ha aperto le porte a assemblee pubbliche con mamme, bambini e insegnanti che, di comune accordo, hanno deciso un'occupazione per difenderla. Hanno organizzato laboratori e gruppi di studio; preparato turni; mangiato negli spazi pubblici della scuola; dormito insieme nella palestra con i sacchi a pelo: "Ma senza interrompere la didattica", ci tengono a precisare, visto che il presidio iniziava alle 16,15 e terminava alle 7,30 del mattino. Ma gli insegnanti e le insegnanti della scuola, e con loro i genitori dei bambini e delle bambine che la frequentano, si sono poi aperti al quartiere e ai lavoratori e alle altre scuole romane per parlare insieme del discutibile decreto Gelmini.
Dopo una settimana hanno "disoccupato", ma nel frattempo avevano incontrato altre scuole elementari romane per discutere la nuova proposta, passata scandalosamente al setaccio di una stampa che l'ha accennata, quando non l'ha taciuta. Hanno parlato, hanno ragionato questa proposta, e oltre 70 scuole romane si sono raccordate in una rete per capire insieme come portare avanti la protesta contro i riprovevoli tagli alla scuola pubblica e il rimpinguare le tasche delle scuole private e cattoliche (che ahimè! come non ha perso tempo Ratzinger a ricordare, hanno bisogno di aiuti economici statali).
Eppure la nostra scuola elementare funziona  bene. Tanto da essere nei primi cinque posti della classifica Ocse a livello mondiale.
La ministra decide quindi di colpire ciò che funziona, operando drastici tagli, e con decreto legge per di più. Mai sentito! Forse bisognava avvicinare il livello della nostra scuola elementare a quello della nostra scuola superiore, valutato negli ultimi posti di quella stessa classifica!
Dal 2001 la scuola italiana ha perso più di 32.000 docenti di ruolo; gli insegnanti precari attualmente occupati sono 141.735, ossia il 16,82% di tutti i docenti della scuola italiana e oltre il 5% in più da quel 2001 che ci riporta solo a sette anni fa; i  pensionamenti previsti dal 1° settembre 2008 riguardano circa 43.800 insegnanti, ma l'entrata in ruolo sembra riservata solo a 25.000 docenti. I precari che hanno dato il sangue in questi anni, verranno gentilmente messi alla porta da questo governo che, come diceva sin dall'inizio, avrebbe risolto il problema del precariato. E l'ha fatto! Ora saremo tutti disoccupati.
Interi plessi scolastici scompariranno perché i "clienti" sono pochi, e anche le scuole diventeranno supermercati e non più centri assoluti per la formazione del cittadino di domani, come se la cultura e l'istruzione debbano essere offerte solo sopra una soglia di iscritti! Il personale docente sarà impossibilitato a svolgere un buon lavoro in aule composte da oltre 30 bambini e bambine che vivono in un mondo di saperi complessi, sotto lo stimolo di continui bombardamenti mediatici che hanno inevitabilmente aumentato le loro conoscenze e competenze rispetto ai bambini del Carosello di 35 anni fa, e che pur avendo bisogno di raccordare le informazioni nell'interdisciplinarietà, dovranno sottostare al maestro unico, simbolo di un ritorno al passato ormai inadeguato per la nostra società. E convivranno nei banchi con compagni e compagne di tutti i colori per i quali non ci sarà più un sostegno linguistico, o con diversamente abili che non avranno l'insegnante di sostegno né un programma differenziato e personalizzato.
Ce la faranno bambini, bambine e insegnanti? C'è da chiederselo.
E il tempo pieno? "No. No. Non si tocca" ripete la Gelmini, ma poi specifica che tutto deve passare al vaglio del Ministero dell'Economia, che chissà se ha passato al vaglio l'altro decreto, quello grazie al quale il portavoce della ministra, Massimo Gennaro, assumerà la responsabilità della direzione generale Studente, Integrazione, Partecipazione e Comunicazione. Chi andrà a riprendere i bambini costretti a uscire alle 12,30 o alle 13,15? Non è difficile pensare che sarà la mamma,costretta a chiedere permessi al lavoro per non lasciare il figlio in mezzo a una strada, e che tremerà per paura di perderlo il lavoro! E per i quartieri disagiati non saranno rose e fiori, perché solo nelle famiglie ricche le donne mamme potranno permettersi di continuare a lavorare. Una donna che attua politiche contro altre donne è un essere schifoso.
E le insegnanti elementari sono in prevalenza donne!
E' di questo che si parlava nelle aule occupate della "Iqbal Masih". Ma la scuola non è un ghetto, la "Iqbal Masih" ha portato all'esterno la preoccupazione per questa ingiustizia e dopo aver dibattuto pubblicamente con i quartieri e con le altre scuole, ha dato appuntamento a tutti venerdì 26 settembre, dopo le 16,15, dopo l'uscita di quel Tempo Pieno molto a rischio, davanti alla sua sede ben riconoscibile per gli striscioni appesi alle finestre. Con lo slogan "Il futuro dei bambini non fa rima con Gelmini", scritto sulla maglietta che tutti indossavano, gli insegnanti hanno camminato per  le strade intorno, con le mamme, i papà, le colleghe di altre scuole e tanti, tanti bambini e tanti canti, fischietti e striscioni, uno bellissimo dei docenti su cui si leggeva "Siamo già maestri unici".
Maestri che stanno "strumentalizzando i bambini": è quanto si dirà per questa e per le manifestazioni future che vedranno i bambini e le bambine sfilare nei cortei, coinvolti nella difesa della loro scuole. Cos'è invece quello che questa politica sta facendo al loro presente e al loro futuro? All'inizio dei prossimi anni scolastici, a cui i bambini arriveranno con il grembiulino re-imposto e la paura del cinque in condotta, verrà per caso loro regalata anche una copia del "Libro Cuore" di De Amicis?

lasolita




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