Umanità Nova, n.31 del 5 ottobre 2008, anno 88

informAzione


Torino

Alpini-1

Una settimana vivace quella appena trascorsa. Si comincia lunedì 22 settembre. Un gruppetto di antirazzisti si ritrova al mercato di piazza della Repubblica, il più grande, il più economico, il più popolare e il più militarizzato di Torino.
Da agosto a pattugliare ci sono gli alpini della Taurinense accompagnati da poliziotti. Da allora in varie occasioni gruppi di antirazzisti hanno tampinato gli alpini armati di striscione, megafono e di cartelli sulle imprese dei militari italiani all'estero.
C'erano gli alpini accompagnati dalla polizia, seguiti dai cacciatori di alpini, a loro volta tallonati dalla digos. Il più delle volte gli alpini finivano col trovare rifugio nella vicina caserma di PS.
Lunedì il copione è stato il solito – mentre il mercato si divideva tra i tanti bancarellari immigrati che annuivano silenziosamente con il capo e i pochi che strillavano ad alta voce inviti ad andare al lavoro.
Tra i banchi di Porta Palazzo l'etica del lavoro è lo sfruttamento dei tanti immigrati che lavorano per pochi euro all'ora, in nero, in silenzio.
Nessuno deve turbare quest'ordine.
Gli alpini fanno coreografia e si limitano a fermare anziani che suonano la fisarmonica per mettere insieme il pranzo con la cena.
Alla fine la digos, che nel giro di un'oretta ha avuto numerosi rinforzi, ha circondato gli antirazzisti, controllando loro i documenti. Il controllo è finito dopo una mezz'ora: nel frattempo gli alpini si erano dileguati. 

Alpini-2

Nel pomeriggio di quello stesso lunedì il centro di Torino, tra piazza Castello e l'auditorium di via Rossini, è bloccato dalla polizia. In piazza c'è la cerimonia per il ritorno della Taurinense dall'Afganistan, questa volta celebrata in pompa magna. All'auditorium danno agli alpini una medaglia per l'aiuto dato nel militarizzare la città in occasione delle Olimpiadi invernali del febbraio 2005.
Ad ogni angolo c'è la digos a caccia di sovversivi: non passa neanche uno spillo. Davanti all'auditorium intorno a mezzogiorno c'è grande agitazione: i poliziotti hanno finalmente notato la scritta gigante, tracciata nella notte da qualche volenteroso antimilitarista "alpini assassini". Bloccano il traffico e deviano i pullman per cancellarla.
Il presidente del consiglio regionale, il democratico Gariglio, emana immediatamente un comunicato di condanna del "gesto vergognoso".
A Torino, ogni volta che mettono il naso fuori, gli alpini devono farsi scortare dalla polizia che militarizza ogni angolo. Poco, troppo poco. Ma anche un piccolo segnale di resistenza in questa palude sociale a volte riesce ad avere molta eco. 

Controllo

Nel quartiere di S. Salvario, dove la presenza di immigrati è molto forte, controlli e retate sono continui. Qualche volta capita che qualcuno si metta di mezzo.
26 settembre intorno alle tre. Un giovane africano scende dal tram numero 18 inseguito da tre controllori, cui presto danno man forte anche alcuni vigili urbani. Il ragazzo, un africano salito sul tram senza biglietto, viene stretto contro la ringhiera dai sei uomini. Alcuni antirazzisti che passavano di lì vedono e cominciano a gridare la loro indignazione. Alla fine l'immigrato viene caricato a forza sulla macchina dei vigili, i controllori salgono sul primo autobus. Ma questa volta il silenzio e l'indifferenza sono stati rotti. 

Retata

Alle quattro dello stesso pomeriggio arrivano le camionette per la solita retata. Alcuni antirazzisti se ne accorgono, prendono il megafono, si armano di cartelli e percorrono le vie del quartiere avvisando dell'imminente controllo. La gente, specie gli immigrati, è in gran parte solidale: alcuni ringraziano, altri ammiccano, sorridono e si dileguano. Alla fine la polizia riesce ad intercettare tre persone e a portarsele via. Anche stavolta qualcuno si è messo di mezzo. Forse con il tempo la voglia di impicciarsi diventerà contagiosa. 

Crocerossine

Sempre 26 settembre. Gli antirazzisti non sapevano che quel giorno ricorreva il centenario del corpo militare delle crocerossine. Solo per caso si imbattono in un plotone di soldate con la cuffia e il grembiule schierato davanti al Duomo, in via XX settembre. Il megafono lo hanno ancora con loro dopo l'avventura in S. Salvario. Si fermano davanti al Duomo invitando i passanti a chiedere al Colonnello Baldacci, il responsabile del CPT/CIE di Torino, di Hassan che proprio quattro mesi prima era uscito dal CPT con i piedi davanti, diretto all'obitorio. Aveva agonizzato per una giornata intera sulla sua branda, mentre i suoi compagni di prigionia invocavano inutilmente aiuto. Dura poco. La polizia spinge a forza gli antirazzisti in una via laterale, chiudendo il passaggio con una squadra in assetto antisommossa.

L'assessore Curti, i rom e gli antirazzisti

27 settembre. La polizia aspetta gli antirazzisti alle cerimonie per le crocerossine, ma gli antirazzisti deludono le aspettative e si materializzano altrove.
Il programma di "Torino spiritualità" di sabato 27 settembre annunciava come "evento speciale", un incontro dal titolo evocativo "Gipsy time, una cultura che è viaggio". A moderare il "dialogo" Ilda Curti, assessore al comune di Torino con la delega all'integrazione degli immigrati.
Gli antirazzisti non potevano certo mancare.
Nel cortile del Maglio, nel cuore del Balon fighetto voluto dalla giunta Chiamparino, c'era una romantica roulotte, un semicerchio di sedie con i relatori, e, di fronte, un centinaio di persone. Gli antirazzisti hanno estratto un vecchio lenzuolo e ci hanno scritto "Casa per tutti", lo stesso slogan dello striscione appeso al balcone della casa di via Pisa occupata il 6 luglio da alcune famiglie rumene. Meno di due settimane dopo polizia antisommossa, carabinieri, vigili del fuoco e digos vi fecero irruzione e deportarono gli abitanti nella baraccopoli di via Germagnano, dove non c'è luce, né acqua, dove i bambini giocano nel fango e tra i topi. Il sindaco disse "e io che c'entro?". Stessa risposta la diede l'assessore Curti ad un gruppo di antirazzisti che la contestarono durante un dibattito svoltosi il 17 luglio. Ma non solo. Curti diede in escandescenze, insultò e se ne andò filata dalla digos a sporgere denuncia per violenza privata nei confronti di quattro compagni.
Se pensava di tappare qualche bocca si sbagliava.
Anzi. Questa volta le cose le sono andate peggio che a luglio. I volantini e le parole degli antirazzisti, accolti dall'assessore con ironica sufficienza, hanno colpito i numerosi rom presenti, che li hanno invitati a parlare dal palco. Una compagna – tra quelli denunciati da Curti - ha raccontato la vicenda di lotta, dignità e repressione delle famiglie di via Pisa, sottolineando l'ipocrisia delle istituzioni che organizzano "eventi speciali" sulla cultura rom, ma permettono che centinaia di uomini, donne e bambini vivano nella miseria lungo i fiumi della città.
Dopo l'intervento numerosi rom hanno ringraziato gli antirazzisti per la loro presenza, facendo capannello e raccontando una quotidianità di miseria e sopraffazione. I contestatori si sono poi allontanati lasciando appeso al muro il loro striscione. Curti ancora una volta ha dovuto masticare amaro: sperava di isolare gli antirazzisti ma non c'è riuscita.
La breve storia di via Pisa non si cancella.

R. Em.


Novara: Contro gli F35.

Sabato 27 settembre, nel pomeriggio, sulle strade del mercato di Bellinzago Novarese, si è tenuto un presidio di protesta contro la costruzione dello stabilimento per l'assemblaggio dei cacciabombardieri F35; stabilimento che vogliono collocare dentro il recinto dell'aeroporto militare di Cameri, che si trova a pochi chilometri dal luogo del presidio.
L'iniziativa è stata organizzata dai Giovani Antagonisti Bellinzaghesi, un gruppo di ragazzi attivi da qualche tempo sul territorio e sostenuti, riguardo ai temi antimilitaristi, dalle organizzazioni che fanno parte dell'Assemblea Permanente NOF35.
I giovani hanno distribuito un loro volantino alle persone che passeggiavano e facevano i loro acquisti, mentre tra due alberi campeggiavano gli striscioni già visti a Novara ed a Cameri nel corso delle passate manifestazioni contro i cacciabombardieri.
La mobilitazione contro gli F35 e contro la militarizzazione del territorio prosegue dunque abbastanza decisa. Tanto più che l'aeroporto militare di Cameri, oltre ad essere il polo logistico e di manutenzione principale dell'aeronautica italiana, ha ripreso ad essere pienamente operativo: ospita infatti di nuovo, da qualche giorno, alcuni Tornado che si alzano in volo in missioni di varia natura.
Da recenti notizie divulgate da DedaloNews sappiamo pure che, in seguito alla firma di un nuovo accordo tra Lockheed ed Alenia, la costruzione del succitato stabilimento entro la cinta dell'aeroporto di Cameri dovrebbe partire nei primi mesi del 2009.
Tale mortifera edificazione sarà sostenuta da appositi stanziamenti pubblici inseriti nella legge di bilancio che verrà approvata nel corso della sessione parlamentare relativa alla finanziaria 2009.
Allora è davvero giunto il momento di mobilitarsi più intensamente. Anche e soprattutto a livello nazionale. L'Assemblea Permanente NOF35 sta organizzando alcune iniziative per il periodo tra l'1 ed il 4 novembre, giorni significativi per chiunque si professi antimilitarista.

Dom

Spoleto: anche Michele in semilibertà

26 settembre, il GUP del processo Brushwood, Ricciarelli, ha concesso la semilibertà a Michele Fabiani.
Così anche l'ultimo dei giovani imputati di aver organizzato una associazione sovversiva anarchica con l'obiettivo di sovvertire l'ordinamento dello stato, attenderà l'udienza preliminare del 29 settembre e le successive fasi giudiziarie della vicenda in una condizione di parziale libertà.
Michele da questa sera sarà a casa dela madre. Il Comitato 23 ottobre si rallegra per questo ulteriore passo per la libertà. Siamo come sempre vicini ai 4 ragazzi di Spoleto.
Attendiamo vigili ulteriori sviluppi, attenti a tutto quello che accade e pronti a fornire pubblicamente ogni informazione perchè la verità di una innocenza carcerata sia da tutti conosciuta come la realtà dei fatti racconta.

Comitato 23 Ottobre

Ultim'ora:
rinviati a giudizio i quattro imputati, il processo inizierà il 7 aprile 2009 presso la Corte d'Assise di Terni.
Tra le ipotesi di reato la più grave quella del 270bis.

Bologna: Non solo estetica

Il Festival Internazionale del Canto Sociale che ci ha visti impegnati nelle giornate dal 26 al 28 settembre, è stata una di quelle belle esperienze che vorremmo si ripetessero tutti i giorni.
Cor-a-Zone era il titolo della manifestazione organizzata dalla scuola popolare di musica "Ivan Illich" di Bologna. Sulla facciata del circolo Berneri lo striscione "chez COR-@-ZONE" declinava il titolo.
Circa 200 le persone coinvolte nell'organizzazione e nello svolgimento degli eventi a cui hanno partecipato nei 4 momenti principali della manifestazione un migliaio di persone.
I e le parigini/e, marsigliesi, bresciani/e, milanesi, modenesi, bolognesi hanno cantato ma anche testimoniato non solo con i testi lo spirito libertario e fortemente rivoluzionario della loro presenza.
Il 26 c'era già festa per l'accoglienza degli arrivi; il sabato nel mezzo giorno il buffett organizzato al Berneri si è trasformato in una ulteriore manifestazione libertaria a porta Santo Stefano.
La sera, all'Ivan Illich, il vero e proprio concerto dove il canto sociale, di protesta, della tradizione rivoluzionaria e anarchica, dei canti partigiani ma anche delle canzoni d'amore ha allietato la serata di diverse centinaia di persone.
La domenica alla casa del Popolo di Ponticelli (che ha svolto anche la funzione di "albergo" per i convenuti) il pranzo sociale con oltre 200 coperti.
La tre-giorni non si poteva concludere meglio che con la presenza dei "reduci" alla manifestazione antifascista di piazza dell'Unità. Questo circuito fortemente caratterizzato in senso libertario si sta consolidando, divenendo, mese dopo mese una realtà solida, solidale, propositiva. In questi giorni mancavano i sivigliani ma, proprio nei prossimi mesi, si svolgeranno manifestazioni analoghe a Siviglia e Parigi.
Una bella dimostrazione di come la cultura e l'arte possano essere vivi momenti di proposizione capaci di andare bel oltre la mera ricerca estetica o storiografica.

Redb

Antifascisti, Partigiani, Compagni, Cittadini

Si è svolta domenica 28 settembre al pomeriggio l'annunciata manifestazione antifascista organizzata dal centro sociale XM24 con la collaborazione dell'Assemblea Antifascista Permanente di Bologna.
Circa 500 le presenze di un evento che si è sviluppato nel mezzo pomeriggio con diversi interventi di denuncia, controinformazione e dibattito e nel tardo pomeriggio - sera, con una serie di interventi di carattere artistico.
Diversi i banchetti: dalle cucine dell'XM24 al circuito "antagonismo gay", dall'AAP al Berneri, dai compagni di Brescia a Ecn-Antifa.
Diverse le denunce; in particolare un dettagliato racconto dell'aggressione del 29 agosto scorso, a Roma nel giorno del ricordo dell'assassinio di Renato, nel quale un altro compagno era stato ferito a coltellate; uno dei compagni presenti era fra gli aggrediti, oltre alla descrizione dell'aggressione è stato particolarmente significativo il racconto del (solito e infingardo) comportamento della polizia.
Poi presentazione dei lavori di mappatura e controinformazione (AAP e bresciani).
Sul fronte "artistico" oltre al già citato intervento del Cor-a-Zone anche lo spettacolo del Teatro Volante su Gaetano Bersci, letture di Pasolini sul fascismo e la presentazione del convegno lgbt che si terrà a Bologna dal 10 al 12 ottobre prossimi e che ha come tema, fra gli altri anche l'azione antifascista sia in termini culturali e sociali che di difesa dalle sempre più frequenti ed efferate aggressioni.
Anche in questa manifestazione il "taglio" era quello tipico dei libertari. Un'area libertaria che, a Bologna, consolida la sua presenza in termini consapevoli e fa ben sperare nello sviluppo delle necessarie lotte per allargare gli spazi di libertà e contrastare il vento autoritario che soffia sempre più minaccioso.

Redb

Trieste: presidio contro la riforma Gelmini

Anche a Trieste, come in altre città, il 26 settembre scorso è stato indetto un presidio contro l'ennesima riforma della scuola, che quest'anno promette ancora peggio rispetto al passato: infatti il ministro Mariastella Gelmini ha annunciato tagli di 150.000 lavoratori (tra docenti e personale ausiliario), anche attraverso la reintroduzione del maestro unico alle elementari, e un giro di vite rispetto alle regole disciplinari.
Se passa la proposta della Gelmini la scuola sarà sempre più simile ad un carcere, con tristi divise obbligatorie, divieti ovunque e voto in condotta determinante per la promozione o la bocciatura.
A Trieste c'erano quasi 500 persone, tra insegnanti, genitori, bambini e simpatizzanti, per bloccare sul nascere questo infausto progetto.
 Il presidio era organizzato dal comitato in difesa della scuola pubblica, un gruppo spontaneo di lavoratori della scuola, che si sta battendo anche contro il precariato, sempre più presente all'interno della scuola e contro la proposta di riforma delle assunzioni che prevede la nomina fatta direttamente dal dirigente scolastico.
Al presidio erano presenti anche alcuni compagni e compagne del gruppo Germinal, che hanno distribuito un proprio volantino e diffuso Umanità Nova.
La partecipazione è stata positiva e fan ben sperare per il rilancio dell'iniziativa contro una scuola sempre più povera e carente e per un'istruzione accessibile a tutti e dotata di strumenti adeguati.
Il 17 ottobre, data dello sciopero generale, sarà un appuntamento importante anche per i lavoratori della scuola, tra i più colpiti da questa finanziaria.

Raffaele

Bologna: Ancora contro la Gelmini

Oltre diecimila tra maestre e maestri, genitori e alunni delle elementari di tutta la provincia hanno raggiunto Bologna nel pomeriggio di Venerdì 26 per popolare rumorosamente la centrale Via Indipendenza manifestando il netto dissenso alle riforme del sistema scolastico messe in atto dalla ministra Gelmini.
Tra di loro, anche le famiglie dei bambini delle Scuole XXI Aprile, reduci da due giorni di occupazione dell'istituto (cosa inedita per una scuola primaria!), e che hanno invitato i genitori delle altre scuole a imitarli avviando una serie di occupazioni a staffetta.
Al centro della giornata di contestazione, convocata in tutta italia dai Cobas Scuola, l'anacronistica reintroduzione del maestro unico.
Che si traduce in una netta riduzione del tempo destinato alla didattica a favore di doposcuola comunali o privati (addio al tempo pieno), e si accompagna a tagli di personale tecnico-amministrativo, espulsione dei precari, serie difficoltà nell'avviare l'insegnamento dell'inglese.
Nuvole nere si addensano inoltre sul futuro degli altri gradi di istruzione: riduzioni d'orario anche per le medie e probabile contrazione da cinque a quattro anni per istituti tecnici e professionali.
C'è sempre stato molto di criticabile e poco di difendibile riguardo il modello educativo avanzato dal sistema scolastico italiano, ma pare che, oltre a voler far cassa sulla pelle della scuola, questo governo miri a farla retrocedere di decenni.
Dopo maestro unico e  ritorno in auge del voto di condotta dobbiamo forse aspettarci punizioni corporali e olio di ricino?

bzK




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