Umanità Nova, n.31 del 5 ottobre 2008, anno 88

Autogestione alla INNSE


Con i lavoratori della INNSE, fabbrica metalmeccanica in via Ribattino 50 (Milano), che di fronte alla comunicazione in data 31/5 della chiusura della attività non hanno esitato un attimo, dopo aver eluso la sorveglianza di polizia, vigilantes e tirapiedi del padrone ad entrare ed occupare lo stabilimento, proclamando l'assemblea permanente.
Questa è stata la giusta risposta al padrone Silvano Genta che aveva acquistato l'azienda due anni or sono dall'amministrazione controllata, ottenendo sgravi e prezzi stracciati, impegnandosi per il suo rilancio. Oggi, senza alcuna considerazione della redditività produttiva che ha l'azienda e fregandosene del destino dei lavoratori e delle loro famiglie, preferisce in collusione con l'AIDES, la proprietà del terreno, privilegiare la più redditizia via della speculazione edilizia sul territorio.
I 50 lavoratori (nel corso della lotta sono diventati 49 per la morte di Giuseppe, stroncato da un infarto probabilmente causato dalla situazione stressante) per ben 100 giorni hanno praticato l'autogestione della produzione e dei servizi, autofinanziandosi la mensa, presidiando la fabbrica giorno, notte e festivi.
Una risposta che ha pochi precedenti in questo periodo di generale arretramento di fronte all'attacco padronale, di cedimenti dei sindacati confederali la cui politica concertativa troppo spesso incontra rassegnazione e produce sconfitte.
Solo un alto livello di coscienza e determinazione nella difesa dei propri diritti ha reso possibile tale risposta da parte dei lavoratori della INNSE.
Noi che indichiamo nell'espropriazione generalizzata dei mezzi di produzione la condizione essenziale per realizzare l'autogestione da parte dei lavoratori di una società liberata riteniamo molto importanti queste forme di lotta e di resistenza.
Proprio per l'esempio pericoloso che la lotta dei lavoatori costituisce per i padroni, la magistratura è intervenuta ed il gip ha decretato lo sgombero degli occupanti, sgombero che la polizia ha regolarmente eseguito all'alba del 17 settembre, smascherando tutta l'ipocrisia del dettame costituzionale secondo cui "la repubblica è fondata sul lavoro".
I lavoratori stanno continuando la lotta, senza mollare l'osso, picchettando i cancelli per impedire lo smantellamento della fabbrica e la relativa fuga delle attrezzature.
Invitiamo tutti i lavoratori a stringersi solidali in questa importante lotta, perché se loro perdono, perdiamo tutti.

Commissione Lavoro
della Federazione Anarchica Milanese


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