Ogni giorno è sempre peggio: il bollettino di guerra contro gli stranieri è sempre in ascesa.
Sembra che l'argine di un fiume in piena si sia rotto. Gruppi di
estrema destra, ma anche di quella che si dice moderata, soffiano sul
fuoco.
La crisi economica, la fatica di arrivare a fine mese, il lavoro
che non si trova, invece di unire i proletari contro i padroni,
le banche, la confindustria, il governo, il parlamento, cioè
contro coloro che sono i veri responsabili delle loro miserie, portano
a guardare il "diverso" come il responsabile della crisi
economica.
A Milano si può morire ammazzati per un biscotto come è
successo ad Abba o si può morire bruciati, come è
successo a Ciprian bambino rom di 14 anni che viveva con la
famiglia tra le macerie delle ex acciaierie Falk a Sesto S.
Giovanni. Ciprian, come tanti altri, è stato ucciso dal
capitalismo selvaggio del loro paese e del nostro paese: ha
sperato di trovare una vita migliore, ma ha trovato una morte
orribile, in un posto in cui neanche i topi ci starebbero. Ai funerali
vediamo spuntare gli avvoltoi del potere che fanno la faccia triste e
dispiaciuta, come se queste tragedie non dipendessero da loro, mentre
in realtà sono i veri responsabili. Quanti Abba e Ciprian non
conosciamo perché non arrivano all' "onore" delle cronache?
A Castelvolturno la camorra, esercito statale al quale si appaltano i
lavori sporchi, ammazza sette immigrati, guarda caso tutti africani.
Gli interessi speculativi in quelle zone sono talmente forti che non si bada a spese.
A Pianura gruppi di Alleanza nazionale e di estrema destra spingono la
popolazione al linciaggio di una comunità di africani il cui
unico peccato è quello di essere neri e perciò sono
additati come nemici potenziali.
A Parma una squadra di vigili si sente talmente protetta che si
permette di passare da una violenza all'altra: prima bastonano una
ragazza nera perché prostituta, (la campagna Carfagna-Maroni-
Alemanno dà i suoi frutti) oggi massacrano di botte un ragazzo.
Proprio nelle ultime ore a Foggia, a Roma, a Milano di nuovo vengono
aggrediti altri lavoratori, il cui unico segno distintivo
è il colore della pelle un po' diverso dal bianco italico.
Ecco che le città si riempiono di militari; l'esercito
dispiegato, armato di tutto punto, viene messo nei punti
"sensibili" delle città, quartieri ad alta concentrazione di
lavoratori immigrati.
Divise di tutti i colori pattugliano strade e quartieri con
l'unico compito di incutere terrore, paura e rassegnazione.
Insomma, finalmente viene fuori la vera vocazione statale:
quella di essere l'unico detentore della violenza (guerra
interna).
Cade così un altro paradigma: quello dello "stato democratico" che si regge sulla forza delle sue istituzioni.
Noi anarchici lo abbiamo sempre detto: sembra quasi banale se la situazione non fosse tragica.
Ma se questa è la tremenda situazione degli immigrati oggi,
quella di chi è "legale" non è molto diversa.
Questa è la situazione oggi: licenziamenti nella scuola (oltre
130mila esuberi), licenziamenti nella pubblica amministrazione
(un'altra campagna, la Brunetta-Ichino, sbattuta in prima pagina),
centinaia di migliaia di posti di lavoro che andranno perduti
nelle pieghe degli indotti dall'Alitalia alle fabbriche in crisi, crisi
dei mutui che metterà migliaia di famiglie in ginocchio a
causa di una banda di affaristi ladroni e assassini con i loro
padrini sui scranni del parlamento.
E come risposta a tutto questo, unica parola che dovrebbe risolvere tutti i mali, "la sicurezza".
Gli anarchici non si girano dall'altra parte: proprio in queste
situazioni dobbiamo far sentire la nostra presenza attiva e stare
nelle lotte contro i soprusi, a fianco delle persone oppresse.
La commissione antirazzista della FAI esprime la massima
solidarietà alle vittime del razzismo, ai lavoratori che
si ribellano contro condizioni di lavoro che sembravano essere sparite,
agli immigrati, a tutte le persone offese dalla violenza dello stato
che alimenta la propaganda razzista e xenofoba per mantenere
serrati i cardini del potere.
Invitano e si fanno promotori della costituzione di comitati antirazzisti in ogni città, paese, comune.
Commissione Antirazzista della F.A.I.