Umanità Nova, n.32 del 12 ottobre 2008, anno 88

Contro lo scempio del territorio


La "soluzione" del governo all'"emergenza rifiuti" è presto detta: più di dieci tra discariche e cinque inceneritori di enorme portata. Esattamente ciò che desiderava il "sistema" politico, industriale, criminale e massonico alle prese, da alcuni anni, con il problema di aver saturato il territorio tra Napoli e Caserta con i rifiuti tossico-nocivi di mezza Europa. Restano a disposizione solo gli spazi interni alle città, i parchi naturali e le zone agricole, di difficile gestione per le ecomafie: il decreto governativo di luglio ha "risolto" il problema, militarizzando ogni zona scelta per discariche ed inceneritori, legalizzando il loro uso per lo stoccaggio dei "rifiuti speciali" e rendendo segreto di Stato la localizzazione dei luoghi di stoccaggio dei rifiuti radioattivi. Il tutto dotando la regione di un numero di discariche ed inceneritori assolutamente sproporzionato al fabbisogno locale, pronti ad ospitare materiale da fuori regione.
Ovviamente la soluzione sarebbe tutt'altra, come chiedono a gran voce e da lungo tempo le popolazioni campane: differenziata spinta, riciclo dei rifiuti, drastica riduzione a monte dei rifiuti non riciclabili – insomma la strategia "rifiuti zero" che, oltre a risolvere la questione in maniera assai positiva, porterebbe numerosi posti di lavoro in una regione che ne ha certo bisogno. Ma questo comporterebbe, per l'economia capitalistica europea in generale, il problema di dover smaltire i rifiuti tossico-nocivi a prezzi superiori e, per la confindustria italiana, la perdita di un lucroso affare.
Le popolazioni locali, però, non ci stanno a questo gioco al massacro: sanno bene di non potersi fidare dello Stato e che le ecomafie sono le prime a caldeggiare la "soluzione" del governo, perché, negli anni passati, anche prima della saturazione del territorio cui si accennava, hanno trovato senza grosse difficoltà il modo di sversare i rifiuti tossico-nocivi negli spazi gestiti dalle istituzioni statali. In ogni caso, anche se così non fosse, sanno benissimo che discariche ed inceneritori porteranno ad un sempre maggiore aumento di quelle patologie che, già adesso, sono a livelli intollerabili. Il sospetto, poi, aumenta a dismisura quando le istituzioni rifiutano – nei fatti, di là delle belle parole ad uso dei media – la soluzione "rifiuti zero" da loro proposta, preferendo il manganello al dialogo, la militarizzazione dei territori pur di non rinunciare al binomio Discariche & Inceneritori.
Giungiamo così agli ultimi eventi: una manifestazione popolare a Chiaiano – pacifica ed assai numerosa (5.000 persone secondo la Questura, in realtà molto di più) – caricata durante la trattativa per un'entrata simbolica di cinquanta persone nello spazio del Parco di Chiaiano; ad Andretta, nell'avellinese, due giorni prima di una manifestazione che doveva giungere ai limiti dell'area prescelta dal governo per una discarica, la zona viene militarizzata, per di più ben oltre i 32 ettari previsti.
In entrambi i casi, i comitati popolari non si sono fatti scoraggiare: quelli napoletani (si è formato un comitato anche nella zona di Napoli Est, dove è previsto un inceneritore) hanno organizzato una "casseruolata" per accogliere l'arrivo di Berlusconi nella città ed altre iniziative (in una delle quali ci sono stati anche alcuni arresti "istituzionali"); quelli avellinesi hanno confermato la manifestazione, che ha avuto un enorme successo.
Ora si tratta di creare una rete tra le diverse realtà, per smontare il tentativo governativo del "Divide et Impera", nonché prendere contatti con tutti gli altri movimenti della penisola. Il resto d'Italia, purtroppo, non comprende la situazione della regione e, soprattutto, che ciò che accade in Campania è una prova generale per tutto il Belpaese. Prima o poi, la Campania non basterà e, fin da adesso, lo sversamento dei rifiuti tossico-nocivi si sta spostando in altre regioni (il Veneto in particolare). Inoltre, la repressione attuale dei movimenti campani è ciò che accadrà ad ogni altra opposizione contro lo scempio dei territori e delle nostre vite.

Shevek dell'OACN-FAI




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