Umanità Nova, n.32 del 12 ottobre 2008, anno 88

InformAzione


Roma: Un passato da rivendicare. Un presente per cui lottare

Il 30 settembre non è una giornata come tutte le altre per il quartiere Balduina di Roma.
In quel quartiere ogni anno si ricorda con amarezza un militante di Lotta Continua, Walter Rossi, ucciso all'età di vent'anni nel 1977, mentre partecipava ad un volantinaggio antifascista. Il compagno stava denunciando un tentato omicidio per mano fascista, quello della diciannovenne Elena Pacinelli, colpita da tre proiettili in piazza Igea la sera precedente. Mentre il gruppo dei compagni si trovava in Viale Medaglie d'Oro, un blindato della polizia, che avanzava lentamente verso i compagni, è stato utilizzato come scudo da un gruppo di militanti fascisti per sparare diversi colpi d'arma da fuoco ed uccidere Walter.
A trentuno anni dalla sua morte nulla sembra cambiato. Oggi come ieri le aggressioni neofasciste si susseguono e rimangono impunite. L'esercito marcia per le strade della capitale e la propaganda di regime riesce a far crescere esponenzialmente un clima di intolleranza e razzismo, soprattutto nei settori sociali più disagiati, mentre il sindaco Alemanno, giustifica tutto questo con dichiarazioni, con fatti e con un passato (ed un presente) da fascista e fa della repressione e della violenza la sua arma di battaglia, riportando tutti in un clima da ventennio.
Per questo martedì 30 settembre 2008 è stato qualcosa di più di una semplice commemorazione.
Sarà per la maggiore capacità che ha il nostro movimento di mantenere la memoria storica che in Piazzale degli Eroi (da dove è partito il corteo) si sono viste soprattutto bandiere anarchiche. Oltretutto in uno dei palazzi circostanti la piazza da cui è partito il corteo c'è la casa in cui ha abitato negli ultimi anni della sua vita Errico Malatesta, "L'apostolo della libertà”, come recita una lapide posta dai compagni, subito dopo la liberazione, ”a perenne ricordo”.
Mentre la piazza si riempiva, il Gruppo C. Cafiero - FAI Roma, ha ricordato a tutti, con una semplice cerimonia, la continuità nel tempo della lotta per la libertà e contro il potere: i compagni hanno posto una corona d'alloro firmata "gli anarchici” sulla targa.
L'altro ieri con il fascismo al potere e con un compagno che faceva paura anche da morto, al punto da farne sorvegliare la tomba al cimitero. Ieri con l'omicidio di Walter nel tentativo operato dai fascisti di terrorizzare un movimento che in quegli anni rappresentava una forte speranza d'emancipazione per gli sfruttati. Oggi con le aggressioni contro immigrati, compagni, omosessuali, nel tentativo di consolidare il potere padronale e clericale ai danni di chiunque appaia diverso e ribelle.
In questo senso lo slogan sul nostro striscione "Fascisti servi dello stato” vuole smascherare questi cani da guardia del potere che, benché riescano ad aggregare presentandosi come alternativi ad un potere sempre più inviso nella periferia cittadina, ne costituiscono uno dei baluardi repressivi.  
Il corteo è poi partito a rilento, in un'atmosfera molto tesa con la presenza di alcune centinaia di compagni, e si è snodato lungo Viale delle Medaglie d'Oro, dove ha raggiunto il luogo dell'assassinio, nei pressi di un benzinaio. Lì, alla lapide di Walter, i compagni hanno deposto un'altra corona d'alloro ed hanno denunciato nuovamente le violenze fasciste e la complicità di Stato nelle aggressioni di ieri e di oggi.

'gnazio

L'Aquila: Assemblea contro il centro oli di Ortona.

L'ultimo consiglio regionale riunitosi in seduta straordinaria ha deciso di sospendere l'iter per la costruzione del Centro Oli che l'Eni è intenzionato a costruire ad Ortona (sul caso si veda http://no-centro-oli.blogspot.com). In seguito alle mobilitazioni popolari e all'esame dei progetti sui provvedimenti a tutela della costa teatina e sulla istituzione della riserva naturale, il consiglio regionale ha votato alcuni emendamenti che sospendono, fino al 31 dicembre 2008, ogni rilascio di autorizzazioni a costruire nuovi insediamenti industriali insalubri. Nel complesso però, dopo mesi e mesi di iniziative di protesta e opposizione, la classe politica abruzzese (ogni commento in merito è prevedibile scontato), non prende posizioni chiare. Basti pensare che nel consiglio è stata impedita la partecipazione cittadina. Il potere politico ha deciso che il consiglio regionale si sarebbe dovuto svolgere a porte chiuse. Non vogliono essere osservati né sentiti i nostri politicanti, che probabilmente hanno molto di cui vergognarsi. Non è possibile dunque abbassare la guardia, oggi meno che mai con una campagna elettorale che sta entrando nel vivo. Qualunque argomento, infatti, può essere usato come catalizzatore di voti, e tutti baderanno bene dall'esprimere dichiarazioni politiche sul caso Centro Oli. Come potrebbe una classe politica che vive per se stessa prendere una posizione, quando, schierandosi a favore, perderebbe certamente molti consensi, mentre prendendo una posizione contraria alla costruzione del petrolchimico, si troverebbe di traverso i poteri forti? Ed allora, per i politicanti nostrani, meglio sospendere ogni decisione, e, per il loro tornaconto politico, meglio ancora tacere. Ma è bene che il popolo abruzzese continui a farsi sentire. Proprio ora a maggior ragione che una campagna elettorale, estremamente importante per la "sopravvivenza" politica di alcuni personaggi, è in pieno svolgimento. Invitiamo perciò tutti a partecipare all'assemblea pubblica del 9 ottobre 2008, ore 18.30, presso lo Spazio Libero 51, L'Aquila.
Edo

Torino: antirazzisti in circoscrizione

Da qualche tempo a Torino compaiono scritte contro gli alpini che presidiano le strade, distinguendosi in operazioni quali la multa ad un anziano suonatore di fisarmonica, il fermo di qualche tossico male in arnese, il controllo delle carte degli immigrati. I poveri, gli stranieri, i fuori regola sono costantemente nel mirino. La chiamano sicurezza, dimentichi che la sicurezza, quella vera, quella fatta di una vita decorosa per tutti, viene ogni giorno negata a tanti, troppi. Se la questione sociale diviene questione di ordine pubblico, i militari, specialisti di ordine pubblico nelle feroci "operazioni di polizia internazionale" diventano una leva ben più che propagandistica per assediare sempre di più i nostri quartieri, le nostre vite.
Qualcuno non ci sta e negli ultimi tempi si sono moltiplicati di segnali di resistenza alla presenza dei militari nelle strade.
Leghisti e fascisti, fomentatori dell'orrore quotidiano, hanno invocato provvedimenti contro i writer antimilitaristi ed antirazzisti, annunciando una interpellanza al consiglio della circoscrizione 7.
Giovedì 2 ottobre era in programma la riunione del Consiglio della settima Circoscrizione. Gli antirazzisti ed antimilitaristi non potevano mancare. Un gruppetto molto ordinato si è presentato nella sala del consiglio in corso Vercelli 15 sedendosi in prima fila.
Quando il leghista Zenga ha preso la parola è parso il momento opportuno per segnalare la propria presenza: tutti in piedi hanno aperto giubbotti e giacche mostrando magliette bianche con ciascuno una lettera dell'alfabeto che componeva la scritta "Alpini via!". Un antirazzista che sulla propria aveva il solito dito medio offerto al ministro Maroni ha fatto un defilé tra i banchi.
I consiglieri hanno tentato di far finta di nulla, anche se un socialista non ha resistito alla tentazione di fare una foto ricordo. Alla fine uno di AN non è più riuscito a trattenersi ed è filato fuori agitando il telefonino. Inutile chiedere chi stesse chiamando. Gli antirazzisti hanno pensato che fosse venuto il momento di abbandonare la trista compagnia e, dopo un defilé collettivo, si sono allontanati indisturbati. Quello di AN era ancora fuori con il suo telefonino.
Nel frattempo alcuni anonimi hanno tracciato sul marciapiede di fronte all'ingresso della circoscrizione una scritta a lettere cubitali "Alpini merde!".

Torino: civich. farmacisti spie

Il 30 settembre la giunta comunale di Torino ha cambiato il regolamento sulle armi in dotazione dei vigili urbani decidendo di dargli spray irritante, manette, mazzetta segnaletica e sfollagente di gomma. I vigili che si occupano di nomadi e di parcheggiatori abusivi avranno in dotazione anche il tonfa. Ai rom e ai posteggiatori bisogna suonarle di più.
La fame vien mangiando e i civich non si accontentano mai.
La fantasia va al potere e i vigili hanno studiato la loro ricetta contro la microcriminalità: i farmacisti.
Da mercoledì 1° ottobre – in 15 farmacie "pioniere" – sono entrati in azione i signori in camice bianco: ogni settimana, facendo tesoro delle "confidenze" dei loro clienti, redigeranno un rapporto sulla loro zona. Nel mirino ladri e spacciatori, tossici e rom, poveri e senza casa, mendicanti e bulli. I vigili monitoreranno a turno le varie zone sulla base delle segnalazioni raccolte dai farmacisti.
Nulla di nuovo sotto il sole: dove non arrivano pattuglie, alpini e le 3000 telecamere "pubbliche" arriva l'orecchio discreto e gentilmente inquisitore della spia di quartiere: nel ventennio c'erano i capo fabbricato, oggi è il turno del dottore di farmacia.
La barbarie avanza. Nel silenzio, nell'indifferenza, nel plauso dei più.
Inutile dire delle mille piccole liti di cortile che verranno sussurrate con sussiego e malcelata compiacenza alle orecchie del Dottore, abituato per mestiere ad ascoltare dei mali – veri e finti – dei propri clienti. Inutile dire che il bravo Dottore saprà "filtrare" le informazioni sulla base di altri pettegolezzi.
La miseria quotidiana dei nostri condomini finirà sul taccuino di un occhiuto vigile urbano. E non sarà il peggio.
Il disprezzo malcelato per l'immigrato del piano di sotto, la diffidenza verso la ragazzina che chiede l'elemosina, il figlio del vicino che lo sanno tutti che è tossico e ladro, il cane di quell'altro che abbaia troppo ma nessuno lo dice a voce alta…
Tutti nel taccuino del farmacista che si farà garante di tante "civili" vendette, megafono del razzismo montante, cassa di risonanza della paura che si tinge dei colori dell'odio.
Difficile prevedere se una spia amica dietro il bancone delle aspirine e delle creme antirughe farà diminuire il consumo di ansiolitici tra i tanti paranoici che ci stanno intorno.
Un altro pezzetto di libertà che se ne va. Senza nemmeno bisogno della polizia, perché quello che ci vien chiesto è di divenire noi stessi, discreti, anonimi e vigliacchi delatori delle miserie che abbiamo intorno, di quelle che noi stessi viviamo ogni giorno. Il rancore che trova un obiettivo e un solerte dottore che lo cura facendo elenchi sul suo taccuino.
Dal prossimo gennaio – se l'esperimento sarà riuscito – verrà esteso a tutte le 280 farmacie di Torino. Ma qualsiasi esperimento può fallire.
È partita una campagna di informazione e boicottaggio delle farmacie dei pionieri della delazione. L'invito è a segnalare, di persona o per telefono, che le spie non sono gradite.
R. Em.

Reggio Emilia: le cucine dell'utopista

1000 persone al convegno, 300 al veglionissimo rosso.
Si è concluso il convegno "Cucine dell'Utopista" in modo spumeggiante.
L'evento è stato preceduto da una serie di incontri con vari gruppi sia a livello locale sia sul territorio nazionale, che hanno permesso di concretizzare quella dimensione orizzontale e autogestita che caratterizza da sempre gli eventi delle Cucine del Popolo.
Questo dato, aggiunto al grande afflusso di pubblico, alla qualità degli interventi, alla dimensione conviviale dei momenti vissuti e ad una cucina unica nel suo genere, ha garantito l'ottima riuscita dei due giorni.
Tutto comincia il venerdì sera, come consuetudine prima dei nostri convegni, con uno schioppettante rinfresco propiziatorio, un momento conviviale riservato agli invitati, agli ospiti e ai relatori  per entrare pienamente in sintonia con l'evento, oltre le frontiere della gastronomia perbenista, e affrontare così l'affascinante mondo delle utopie che sono state e saranno nel presente prossimo, è bene ripeterlo, il lievito dell'emancipazione.
 Numeroso il pubblico che ha partecipato sabato alle ore 16.00 al brindisi introdotto da Gianandrea Ferrari alla memoria del nostro indimenticabile anarchenologo Gino Veronelli che ha "insegnato" al mondo "il piacere della libertà e la libertà del piacere".
Dalle 16.30 interventi letterari in libertà: le esilaranti performances degli scrittori Caliceti, Bertoldi e Nori, e un sole benaugurate hanno coinvolto il pubblico in un pomeriggio difficilmente dimenticabile preparando i giusti appetiti per la cena: gnocco, affettati misti, grana di vacca rossa  e buon lambrusco proibito per tutti, quindi, per godersi al meglio il dopocena. Tanti compagni e compagne si sono lasciati coinvolgere infatti dalle soavi note delle canzoni storiche del movimento operaio ed anarchico riproposte da Mara Redeghieri e da Lorenzo Valdesalici, per poi esaltarsi con l' esibizione del cantautore Alessio Lega accompagnato da Rocco Marchi.
La domenica viene aperta dall'irrefrenabile propulsione di Gigi Pascarella alle ore 12.00 sulla tensione utopica nelle cucine del popolo, seguita dal magico pranzo preparato dal Barone Rosso della Lunigiana, cuoco di fama internazionale, e dal suo instancabile staff. Un piatto unico, povero, a base di cipolla, patate, limone, spezie sconosciute e filetti d'aringa il tutto innaffiato da rhum, ripreso e rielaborato da antichi ricettari della pirateria.
Dalle ore 15 inizia il vero e proprio convegno di studi storici con l'intervento di Natalia Caprili e "la fame di Spartaco" contro i romani; si passa poi a Daniele Barbieri e a "l'alimentazione della fantascienza" e a Michela Zucca con la ricerca su "le ricette delle streghe"; è stata letta la relazione di Luisa Cetti "New York, 1842: Piero Maroncelli e i Pik Nik falansteriani". A seguire la performance di Alessio Lega "la cambusa dei pirati" caratterizzata dall'accompagnamento musicale dell'artista; ci siamo poi spostati alla mensa dei grandi geografi sociali francesi con Federico Ferretti, e alla "tavola futurista" di Alberto Ciampi, per poi concludere con Franco Schirone, "le mense dei confinanti antifascisti" e con Alfredo Gonzales  "la cuoca di Durruti".
Chiude il convegno il Veglionissimo Rosso, cena riproposta sulla base di un menù socialista del 1902 a base di cappelletti in brodo e in vino, bolliti e salse di campagna, zuppa inglese e buon lambrusco rosso nero, con una poderosa partecipazione (tutto esaurito). Ma il momento più significativo è stato raggiunto quando le cuoche di Massenzatico, in presenza di una vera e propria ovazione di applausi e ringraziamenti, hanno sfilato tra i tavoloni imbanditi del Teatro Artigiano.
Ringraziamo tutti i relatori, Giorgio Sacchetti,  i partecipanti, e in particolar modo gli svizzeri, gli imolesi, i lunigiani, il nostro fratello Alfredo Gonzalez da Madrid e i compagni e le compagne di Massenzatico che per due giorni ci hanno fatto vivere l'utopia sognando ad occhi aperti.
Saluti, sorellanza e fratellanza per tutti e a presto con il prossimo convegno internazionale in quel di Massenzatico.

Centro Studi Cucine del Popolo

Brescia: Solidarietà ai lavoratori Ikea

Dal 2006 quando Ikea Italia srl vendette la sede di Brescia ad un imprenditore privato le condizioni dei lavoratori. La ristrutturazione ha colpito duramente l'organico di molti reparti. Le lavoratrici del reparto accoglienza bambini hanno iniziato a subire la mancata sostituzione del personale in maternità, le eccessive flessibilità nei turni di lavoro e i gravosi aumenti dei carichi di lavoro, nonché la drastica riduzione delle pause per la soddisfazione dei bisogni fisiologici.
I tagli del personale hanno creato numerosi disservizi: code di clienti, singoli lavoratori che devono coprire fino a tre linee di distribuzione contemporaneamente, condizioni igieniche precarie. Nella ristorazione e nelle zona casse è particolarmente avvertita la mancanza di personale di scorta per le sostituzioni di ferie, malattie e pause. Il reparto della consegna merci è addirittura stato cancellato come reparto indipendente. Situazione persino peggiore nei reparti del deposito e del magazzino merci, dove si lavora nel mancato rispetto della legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, nella violazione delle norme antinfortunistiche sulla movimentazione dei carichi e nella mancanza o inadeguatezza della strumentazione adibita alla movimentazione. Tutto ciò con la cogestione della CGIL.
Ikea Brescia ha iniziato ad affidare la gestione di alcune mansioni di servizio a ditte appaltate, in maggioranza agenzie di lavoro interinali e cooperative, creando una situazione di sfruttamento dei dipendenti e di precariato assolutamente illegittima e intollerabile.
Abbiamo costruito nei mesi scorsi una piattaforma unitaria tra lavoratrici e lavoratori di Ikea e delle ditte esternalizzate per chiedere condizioni di lavoro dignitose, l'aumento dell'organico con contratti a tempo indeterminato, un aumento medio di 200 euro biennali nel contratto integrativo di Ikea. A stesso lavoro, stessa paga: è la parola d'ordine che abbiamo costruito unitamente a questi lavoratori.
Il primo settembre, nel passaggio da una società di lavoro interinale ad un'altra, a sette lavoratori non è stato rinnovato il contratto, nonostante le promesse. Lavoratori presenti in azienda da anni,  sfruttati con buste paga con oltre 200 ore lavorative mensili per 1000 euro al mese, costretti a lavorare senza nessun rispetto per le norme antinfortunistiche. I 7 lavoratori hanno deciso di essere presenti davanti all'Ikea tutti i sabato e le domeniche sino alla loro riassunzione e per dire basta allo sfruttamento e al precariato. Abbiamo iniziato le mobilitazioni sabato 20 settembre e continueremo a oltranza fino alla riassunzione. Forze del disordine, hanno provato ad intimidire i lavoratori durante le iniziative, ma senza alcun risultato. La CGIL ha proposto una anacronistica via legale, tentando di smussare la determinazione dei lavoratori. Ma questi hanno deciso unanimemente di proseguire nei presidi ad oltranza. La mobilitazione permanente sta riscuotendo un buon successo anche all'interno dell'azienda, dove si è iniziato a preparare uno sciopero contro la ristrutturazione selvaggia e per condizioni dignitose di lavoro. La solidarietà dei clienti è evidente e molti  decidono di boicottare Ikea. La lotta si sta allargando ad altre realtà nazionali ed internazionali. Invitiamo calorosamente tutti i a volantinare durante il week-end e ad esporre striscioni fuori dai negozi Ikea nelle proprie città in solidarietà ai lavoratori licenziati a Brescia. L'obbiettivo della lotta non  è solo la riassunzione dei lavoratori con contratti a tempo determinato e con condizioni di lavoro dignitose, quanto lottare contro il precariato con l'azione diretta dei lavoratori autorganizzati. Una lotta che abbiamo la volontà di vincere.
Manuel

 

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