Il 2 ottobre è morto Andrea Gaddoni, compagno che ricordiamo
per la sua grande sensibilità e per il suo contributo
all'anarchismo imolese e al sindacalismo libertario. Nacque il 27
settembre 1919; il padre Enea, muratore e fiero antimilitarista,
militava nell'Unione Sindacale Italiana perché era l'unico
sindacato che non aveva collaborato con il governo durante il conflitto
mondiale. Perseguitato dal fascismo, Enea non rinunciò a educare
il figlio secondo i propri valori: così il giovanissimo Andrea
si ritrovò negli anni '30 a frequentare nottetempo, insieme a
Cesare Fuochi e ad altri giovanissimi libertari, la casa di Primo Bassi
che stava cercando di trasmettere ai giovani imolesi i principi
dell'anarchia. Le sue convinzioni rimasero sconosciute ai fascisti e
perciò Bassi gli chiese di non unirsi ai partigiani, ma di
collaborare con lui in città nel CLN, compito che Gaddoni svolse
con discrezione e abilità. Di questa sua attività resta
la bella testimonianza nella cassetta sulla Resistenza anarchica
pubblicata dal Centro Studi Libertari Pinelli di Milano. Nel dopoguerra
aderì alla FAI e fu tra i fondatori del Gruppo Malatesta di
Imola. Deluso per la mancata rinascita dell'Unione Sindacale Italiana,
si iscrisse alla CGIL e fu molto attivo nelle ferrovie, dove lavorava
come elettricista. Incentrò le sue battaglie sui diritti e sugli
orari, opponendosi dall'interno ai vari difetti del sindacato:
burocratismo, semplice rivendicazionismo salariale, monetizzazione dei
disagi.
Abbonato e sottoscrittore del nostro giornale, negli ultimi anni si
allontanò dalla politica attiva e dalla frequentazione del
gruppo Malatesta, non facendo però mai mancare il suo aiuto
quando necessario. Mantenne comunque le sue posizioni politiche e i
contatti con i compagni imolesi, a cui seppe trasmettere le sue
conoscenze prestandosi volentieri anche a lunghe interviste, nonostante
la salute sempre più malferma.
Gli anarchici imolesi lo ricordano con affetto.
Gruppo Malatesta di Imola