Umanità Nova, n.32 del 12 ottobre 2008, anno 88

L'altra Internet. Noblogs: il blog senza log


Anche i poco interessati a Internet si saranno imbattuti almeno una volta nel termine “blog”: negli ultimi anni non c’è quasi episodio di cronaca nel quale non compaia questa magica parola. Da un blog è partita la campagna per la verità sulla morte di Federico Aldrovandi e recentemente un blogger è stato condannato per “pubblicazione clandestina”. Per non parlare poi degli innumerevoli blog che sono o sarebbero curati da personaggi famosi.
Per i pochi che non lo sapessero, un blog non è altro che una serie di pagine web usate sia come un diario personale tenuto in pubblico, che come veicolo di informazione. I blog, di solito, permettono a chi legge di commentare quanto viene pubblicato e questo rende lo strumento particolarmente interessante anche per un uso politico/collettivo oltre che individuale. Infatti, in molti paesi, è dai blog che vengono diffuse le opinioni dei dissidenti.
Il successo di questo genere di mezzo di comunicazione è dovuto principalmente al fatto che è facile da usare anche per chi di computer e di Internet ci capisce poco. A questo va aggiunto l’enorme interesse, economico, che questo genere di strumento ha suscitato in tutte le imprese che fanno affari in Rete.
Oggi esistono numerosi siti web dove, di solito gratuitamente, è possibile aprire il proprio blog e iniziare a pubblicare scritti, foto, filmati. Come è ovvio questo strumento non viene messo a disposizione disinteressatamente. I siti che forniscono gratis un blog si rifanno economicamente attraverso la pubblicità, utilizzando i dati personali dell’utente e dei visitatori per creare profili utili nelle ricerche di marketing o usando i contenuti pubblicati per campagne promozionali mirate.
Aprire un blog su siti del genere significa mettere quello che si produce nelle mani dei padroni dei media che sono anche i proprietari dei siti più noti. A questo va aggiunto che il materiale pubblicato è soggetta alle regole imposte dal fornitore del servizio e che la pubblicazione di cose sgradite viene punita con la chiusura dello spazio e, nei casi peggiori, porta a problemi di tipo giudiziario.
Da qualche anno, proprio per cercare di ovviare a molti di questi inconvenienti, è attivo un servizio di blog diverso dagli altri: http://noblogs.org
Le caratteristiche che rendono questo servizio unico nel suo genere sono il fatto che i suoi gestori (http://inventati.org) cercano di garantire, a chi tiene il blog e a chi lo legge, l’anonimato. Vale a dire che nessuno chiede i dati personali a chi vuole usarlo e che non viene conservata traccia, come invece avviene in tutti gli altri casi, di chi visita o lascia un commento su quelle pagine. Chi gestisce il servizio chiede ai suoi ospiti di “condividere i principi di antifascismo, antirazzismo, antisessismo e non commercialità.” e non sono ospitati blog “destinati ad attività (direttamente o indirettamente) commerciali, al clero, ai partiti politici istituzionali o comunque, in sintesi, a qualunque realtà che disponga di altri potenti mezzi per veicolare i propri contenuti in forma anonima.”
Questo servizio è oggi utilizzato da molte realtà di “movimento”, sia a livello individuale che collettivo, e una parte dell’informazione indipendente che attualmente circola sulla Rete trova in noblogs uno strumento essenziale per la sua diffusione.

Pepsy




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