Umanità Nova, n.33 del 19 ottobre 2008, anno 88

Dalla vanga alla biomassa


Da quando, a metà dell'Ottocento, il Fucino – il maggiore lago dell'Italia meridionale sino a quando la famiglia romana dei Torlonia non si incaricò di prosciugarlo – ha restituito all'esercizio dell'agricoltura quattordicimila ettari incastonati in una corona di montagne, a quasi settecento metri sul livello del mare, questa zona d'Abruzzo, sita a metà strada tra Roma a Pescara, ha costituito una sorta di «laboratorio» ove sperimentare e leggere le trasformazioni dei rapporti come delle forme moderne di produzione.
In questa plaga meridionale si sono registrati, in forma tipica, gran parte dei fenomeni che hanno interessato l'Italia agricola negli ultimi centocinquant'anni. Si è partiti con un forte impulso alla meccanizzazione, finalizzato alla produzione intensiva di derrate per i mercati di Roma e di Napoli (accompagnato, curiosamente ma non troppo, dall'instaurazione di un correlato soffocante sistema di controllo sociale, parossisticamente descritto nelle opere di uno dei figli più celebri di questa terra, Ignazio Silone). Si sono quindi ammirati, ad inizio Novecento, notevoli tentativi di innestare, sulla produzione agricola, intraprese industriali (zucchero, alcol, concimi), con l'ausilio del capitale finanziario e della più avanzata tecnologia italiana e straniera. Nel secondo dopoguerra, l'esplosiva miscela di parcellizzazione degli affitti e repressione autarchica vissuta sotto il fascismo ha naturalmente condotto tale comprensorio ad essere destinatario dei provvedimenti elaborati per la «riforma agraria». Con il progressivo declino del ruolo dell'agricoltura si è quindi verificato a Fucino, unitamente ad una recrudescenza del fenomeno migratorio, l'abbandono delle produzioni tipiche di un'economia contadina di sussistenza e la riconversione verso generi di maggior mercato (ortaggi, ed ora anche fiori).
In parallelo, per le sue peculiari caratteristiche morfologiche ed orografiche, il comprensorio del Fucino ha vissuto, nel tempo, tutti i mutamenti legati alla diversa concezione che si è avuta del territorio e al suo utilizzo. Così, dopo un fallimentare tentativo di trapianto assistito di fabbriche di media e piccola dimensione attraverso la creazione di molteplici zone industriali e artigianali (che hanno, tranne lodevoli eccezioni, solo deturpato il territorio, per sovrammercato angariando di vincoli i piccoli produttori locali), la successiva tappa è stata rappresentata dall'avvento dell'eolico. Negli ultimi quindici anni, le balze dei monti circostanti l'altopiano hanno assunto un pregio che nemmeno il più ottimista dei proprietari avrebbe mai potuto sperare. La scoperta della cosiddetta energia alternativa tratta dal vento ci ha portato in dono un gran numero di pale, e scatenato una serie di interessi ed appetiti che hanno letteralmente stravolto la tradizionale lotta amministrativa e politica nei centri interessati, degrandola a pessima commedia. Dove il certificato verde ha fagocitato senz'altro il certificato elettorale.
Pochi mesi or sono han cominciato a circolare notizie sulla nuova frontiera della modernità in procinto di approdare sulle sponde del prosciugato lago di Fucino: la biomassa, ovvero la produzione di elettricità attraverso la combustione – elegantemente definita «termovalorizzazione» (termine in uso solo in Italia) – di materiale (teoricamente) residuo delle produzioni agricole nonché di apposite produzioni all'uopo realizzate, anche di natura lignocellulosica e oleosa, unitamente agli scarti forestali (e l'Ente Supremo sa cos'altro). Per dirla in maniera più piana, si tratta di impianti alimentati da biomasse e biogas derivanti da prodotti agricoli, di allevamento e forestali.
Cavallo di troia dei diversi insediamenti paventati, l'anno scorso, a Fucino, è stata la sedicente riconversione dello zuccherificio Sadam di Celano (gruppo Maccaferri), la cui chiusura ha in pratica posto termine alla centenaria ed eccellente produzione della barbabietola sull'altipiano, con ricadute occupazionali non trascurabili, soprattutto nell'indotto (impossibilitato a fruire di ammortizzatori sociali). Proprio mentre un'incredibile campagna demagogico-politica e di stampa demoliva la possibilità che si realizzasse, a Luco dei Marsi, un avanguardistico progetto di torcia al plasma per il trattamento di rifiuti speciali, le stesse forze politiche, lobby e associazioni di categoria degli agricoltori che tale campagna avevano orchestrato in difesa dell'agricoltura fucense, hanno sottoscritto di buon grado un accordo di riconversione dello zuccherificio di Celano con il quale si disponevano i fondi stanziati a livello centrale per tale operazione insediando un impianto... ad Avezzano! Un termovalorizzatore di 32 megawatt, nel quale bruciare 270mila tonnellate di biomasse. Piuttosto impattante.
Caratteristica di quest'impianto è quella di avere, quale suo proponente, PowerCrop srl, ovvero una società che, leggiamo sul sito Seci (gruppo Maccaferri), «nasce dall'accordo con Actelios S.p.A., società del Gruppo Falk, per lo sviluppo congiunto di progetti legati alla riconversione di quattro zuccherifici dismessi da Eridania Sadam a seguito della riforma comunitaria del settore zucchero». Più prosaicamente, le cronache locali del maggiore quotidiano abruzzese traducono scrivendo della «PowerCrop, azienda dei gruppi Falck e Maccaferri» (Il Centro, 19 settembre 2008). Ovvero, chi ha dismesso lo zuccherificio, Sadam (gruppo Maccaferri), tenendosi peraltro ben stretta ed operativa la centrale turbogas di Celano (Strada 14) che ne era il corollario, entra anche nel business della biomassa, sia quale parte in causa contraente della dismissione di una produzione efficientissima (la barbabietola, la cui filiera, a livello nazionale «rappresentava – si legge in una recente interrogazione parlamentare – una risorsa, per occupazione diretta ed indotta, valutabile in 77000 unità») che come partner di fatto della società chiamata a produrre nuova energia. Senza contare qualche probabile amico in politica...

Il Martello del Fucino

Continua nel prossimo numero.

Per approfondire: http://www.site.it/le_testate/index.php?dir=site.it+BRIGANTI%2F


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