Circa 10000 persone in corteo il 15 ottobre per le vie di Bologna,
studenti, genitori e maestri in prima linea per difendere la scuola
pubblica. L'autunno caldo bolognese parte dalla difesa della scuola
pubblica di fronte all'attacco frontale portato avanti dal ministro
Maria Stella Gelmini.
Una protesta autorganizzata e dal basso che prende il via il 24
settembre con un occupazione - che non interrompe la didattica - alle
scuole elementari XXI Aprile da parte di insegnanti e genitori.
La scuola rimane occupata sino al 26 settembre allorquando le scuole
inferiori scendono in piazza in un corteo festoso che, nel
pomeriggio, si è snodato da piazza XX settembre fino a piazza
del Nettuno.
Nelle settimane successive la protesta si allarga ulteriormente,
coinvolgendo non solo maestri elementari e bambini ma anche
professori e studenti delle medie superiori. Il 10 ottobre una grande
manifestazione vede la presenza compatta di tutto il mondo della
scuola, dalle elementari sino agli universitari. Bologna la dotta
si ferma e scende in piazza contro il modello di scuola e di
società che il Ministro Gelmini porta avanti.
Ma non è che l'inizio: il 14 ottobre occupano i licei Minghetti,
Righi e Fermi; il 15 occupano il Keynes di Castel Maggiore, il Mattei e
le Laura Bassi, il 16 occupano il Copernico, le Aldini e il Galvani,
dopo molti anni che non succedeva. Al Minghetti, poi, anche i docenti,
si schierano contro la legge Gelmini. Il 17, giorno dello sciopero
generale a Roma, un sit-in e un corteo di migliaia di studenti
attraversa il centro di Bologna. Il 30 ottobre la riforma della scuola
approderà al senato, dopo essere già passata alla camera,
c'è da scommettere che – seguendo il modello francese della
lotta al CPE - il mondo della scuola andrà avanti nella sua
protesta sino all'abrogazione della riforma.
Jacopo e unknow