Nella estate appena trascorsa si è verificato un evento molto
importante. A Poderi, un piccolo borgo nel cuore della Maremma toscana,
un gruppo di amici di ApARTe°, Linda, Alessandro, Gianluca,
Maurizio, Carlo e tanti altri, hanno dato il via, hanno acceso la
Biennale prossima ventura. A titolo personale, un sentitissimo grazie
agli organizzatori ed agli artisti/amici/compagni che hanno dedicato
tempo ed energie per la perfetta riuscita della manifestazione. Cucina
e vino, canti, musica, teatro, cinema e video, giochi, aquiloni ed
aerostati, e tanti artisti distribuiti fra il FranchinoGarage e la
Macchia del Prete, hanno reso viva e assai partecipata questa
manifestazione che poteva nascere da un handicap che invece non
c'è stato. Vicino a ferragosto, lontano dalla viabilità
principale e dalla città, diverse centinaia di persone hanno
vissuto questa esperienza importantissima sia sul piano politico che
umano e artistico.
Il Progetto ApARTe° è un percorso di libertà e
di autonomia di scelte, che, nello spirito anarchico, permette a
chiunque si riconosca in tale progetto, di agire in completa
autogestione, nel rispetto dei principi di ApARTe°. ApARTe°,
mai si sostituisce o indica percorsi o "sovrintende" a contesti locali
nei quali si sviluppano dinamiche idealmente collegate al progetto.
Chiunque (abbonato, aderente, ApARTista, simpatizzante ecc.) aderisce a
detti principi, antiautoritari, autogestionari, contro il mercato
dell'arte e senza eccessi di protagonismo, è libero di
"rappresentare" ApARTe°, in piena e totale autonomia. Così
accade da dieci anni, con decine di presentazioni e manifestazioni
sviluppatesi in Italia ed all'estero, con tre (quasi quattro) Biennali,
con sedici libri d'arte pubblicati, con gli allegati sonori, grafici,
video ecc. La pratica della azione diretta e della autogestione,
è esercizio di libertà e come tale difficile. Ma come
anarchici e libertari non abbiamo altra strada che questa. Il risultato
è stato eccezionale.
Alberto Ciampi, settembre 2008
Il C.L.F. comunica al Coordinamento Vetrine che nella riunione del
11/10/08 sono stati discussi e analizzati abbondantemente i temi e i
criteri della Vetrina e ha concordato sulla reiterazione
dell'impianto con alcuni correttivi che in seguito verranno meglio
espressi.
Riassumendo sono stati dibattuti i seguenti argomenti:
· Data e luogo dello spazio per la 4° Vetrina
· Coinvolgimento Coordinamento Vetrine alla stesura del progetto della tre giorni
· All'interno di tale quadro il Coordinamento si attiverà
per coinvolgere con mezzi e metodi da definire quelle realtà del
movimento che maggiormente hanno operato e operano nelle tematiche che
la Vetrina tenderà a sviluppare.
Quindi il progetto si articola in queste 3 fasi
1. individuazione di data, luogo, contesto
2. il Coordinamento Vetrine progetterà l'evento, il percorso e
il coinvolgimento di componenti verso le quali il movimento si
riferisce
3. con l'auspicato, fattivo intervento dei partecipanti alla
manifestazione si dovrà tendere alla definizione dei dettagli
del programma..
Abbiamo avuto come necessità quella di fissare il
1° punto. Nella riunione odierna si è stabilito quanto segue:
la 4° Vetrina dell'Editoria Anarchica e Libertaria si
svolgerà a Firenze al Teatro Sashall, via Fabrizio De
André, (luogo in cui sono state tenute anche le 2° e 3°
edizioni della Vetrina) nei giorni 12/13/14 settembre 2009 (da
confermare) chiediamo al contempo la maggiore diffusione
possibile dell'informazione attraverso gli strumenti che i singoli
partecipanti intenderanno porre in essere.
Ci scusiamo per la omessa o parziale conferma dell'incontro odierno, la
riunione si è conclusa dandosi appuntamento per domenica
26/10/2008 in via dei Conciatori 2 Rosso, Firenze, ore 11.00.
Collettivo Libertario Fiorentino
I blindati di polizia e carabinieri presidiano via Cottolengo sin
dalle prime ore del mattino di domenica 19 ottobre. Per la seconda
settimana consecutiva il mercato autogestito dagli immigrati è
stretto d'assedio: nessuno osa aprire il banco. Il giorno precedente
nella stessa zona 11 immigrati senza documenti erano incappati in una
retata.
Quando i soliti antirazzisti si affacciano alla via, due solerti
funzionari della Digos si avvicinano minacciando di trattarli come gli
"altri": una candida ammissione che agli immigrati è riservato
un trattamento "particolare".
Poco più tardi salta fuori un pallone e in mezzo a via
Cottolengo cominciano i primi palleggi di riscaldamento. Alcuni ragazzi
del quartiere si uniscono e la strada diventa subito più
animata. Decisiva la discesa in campo dei professionisti della
Federazione Internazionale di Calcio all'Alpino, che il sabato
precedente aveva organizzato un torneo in piazza. In pochi minuti fanno
la loro comparsa le porte, mentre due bombolette tracciano il campo in
mezzo alla strada. Intorno alle prime due squadre che si sfidano, in
pochi minuti si assiepano un paio di centinaia di immigrati. Una
piccola folla. A questo punto polizia e carabinieri si allontanano in
silenzio. Un po' di calci al pallone hanno reso ingestibile la piazza,
suggerendo alla questura una tattica di prudente ripiegamento.
L'ultimo blindato ha appena svoltato l'angolo che arriva il primo banco
di frutta e verdura, subito seguito da decine di altri. Il mercato
è di nuovo al centro della vita di questo scampolo di
città.
Il prossimo appuntamento è per domenica prossima in via Cottolengo. La partita continua.
R. Em.
Dopo Vicenza e altre realtà, anche Trento si ribella alla
costruzione della nuova base per l'esercito a Mattarello, periferia sud
della città. Blocchi stradali, manifestazioni e proteste
esprimono il rifiuto di una scelta decisa, come al solito, dall'alto
senza alcuna consultazione della base.
Nell'ambito di un più ampio scambio di proprietà e di
terreni fra lo Stato e la Provincia (che qui è molto potente e
ricca), l'ente locale ha ceduto al ministero della difesa una vasta
superficie destinata alla realizzazione di una nuova base militare. In
cambio ha ottenuto i notevoli appezzamenti di terreno (per la
costruzione del nuovo ospedale) finora occupati da alcune caserme. Va
infatti precisato che da sempre Trento ha ospitato migliaia di soldati,
via via ridotti nel tempo a causa delle mutate esigenze di difesa.
Molteplici i motivi del dissenso. Il timore – mai credibilmente
smentito – che la base di Mattarello possa ospitare armi di distruzione
di massa, il ritorno di una non gradita e consistente presenza
dell'esercito, l'esproprio di terreni a forte vocazione agricola, il
rischio di danni idrogeologici. Una operazione spacciata ufficialmente
per una razionalizzazione dell'esercito in Trentino che tuttavia
presenta non poche ragioni per opporsi.
E così hanno fatto il comitato spontaneo sorto nel quartiere,
gli aderenti del centro sociale "Bruno" e il gruppo anarchico di
Rovereto. Numerose le proteste organizzate fin dal momento in cui la
notizia è trapelata sui mass media: dalle assemblee alla
distribuzione di volantini, dai cortei per le vie della città ai
presidi attuati per contrastare l'inizio dei lavori. Folta l'adesione
da parte di una città solitamente addormentata, a dimostrazione
che l'antimilitarismo è ancora diffuso e può
rappresentare un ottimo veicolo per propagandare gli ideali
antagonisti. Un segnale positivo, da cogliere al volo.
Paolo
Compagne, compagni, gruppi che ci sostenete, amiche, amici alla fine
ce l'abbiamo fatta: la casa per il Germinal, la nuova sede, l'abbiamo
trovata!
E' un locale molto ampio al piano terra, poco lontano dal centro
storico. E' proprio bello e permetterà a tutte e a tutti di
esprimersi.
Dopo un anno intenso, stressante, concitato in cui ci siamo
alternativamente depressi ed entusiasmati, incoraggiati e scontrati,
insieme a voi abbiamo raggiunto l'obiettivo!
E via Mazzini 11?
A nove mesi dall'ingiunzione a lasciare i locali per la scadenza della
locazione siamo ancora qui; abbiamo fatto un sacco di iniziative,
solidarizzato con gli inquilini dello stabile anch'essi colpiti dallo
sfratto e il 27 ottobre prossimo dovremo presentarci in tribunale per
la convalida dello sfratto.
Al momento fervono le trattative per poter rimanere fino a quando non
saranno finiti i lavori di ristrutturazione della nuova sede.
Abbiamo intrecciato il nostro percorso con MAG 6 (mutua
autogestione) di Reggio Emilia che, proprio quest'anno, ha
festeggiato i primi 20 anni di attività nella finanza critica e
solidale ed abbiamo ottenuto un prestito di 70.000 euro da restituirsi
in 15 anni.
E' stato un incontro positivo che ci ha aperto nuove prospettive, che
ci ha dato molta fiducia e che, unita alla solidarietà e al
sostegno che tutte voi ci avete dimostrato ci aiuta ad affrontare i
prossimi ostacoli.
Le nostra avventura continua perché rimane ancora molto lavoro
da fare: ristrutturare lo spazio in modo da adattarlo alle nostre
esigenze, adempiere a tutte le pratiche burocratiche, effettuare il
trasloco da via Mazzini 11 ed affrontare il tribunale.
Ci serve ancora sostegno economico, pratico, psicopolitico; ci servono
competenze specifiche (geometri, idraulici, muratori ecc).
Confidiamo di poter contare su tutte e tutti voi.
Un abbraccio fraterno
I compagni e le compagne del Gruppo Anarchico Germinal e del Centro Studi Libertari
gruppoanarchicogerminal@hotmail.com
www.germinalts.noblogs.org
Orari sede di via Mazzini 11: martedì 19-21 e giovedì 18.30-21
Tel.040/368096
Coordinate per le sottoscrizioni e i prestiti:
C.c.p. 16525347 intestato a Germinal – Via Mazzini 11 34121 Trieste
IBAN: IT 55 I 07601 02200 000016525347
E' importante specificare la causale "GERMINAL CERCA CASA"
Sono trascorsi quasi tre anni dalla prima manifestazione nazionale
contro il Dal Molin, tenutasi a Vicenza il 2 dicembre 2006. Nel
documento con cui venne allora indetta dall'Assemblea permanente
cittadina contro la nuova base militare si poteva leggere: «Un
movimento che, dal basso e in maniera del tutto autonoma, si è
sollevato, ha organizzato una resistenza potente a questo progetto,
aprendo una contraddizione enorme alla politica "ufficiale", quella dei
partiti, di centrodestra e centrosinistra (…) Questo movimento si
è allargato proprio perché ha prodotto, nell'immaginario
collettivo, l'idea che resistere a questo scempio fosse possibile,
nonostante le enormi difficoltà e le pressioni messe in atto da
chi vorrebbe speculare e far colare centinaia di migliaia di metri
quadri di cemento, o da chi pensa che la guerra e le sue basi siano un
modo come un altro per guadagnare soldi, e vede nelle caserme l'unico
sistema per esportare democrazia e pace. Questo intreccio forte ha
permesso al movimento vicentino di espandere il proprio consenso anche
oltre i confini locali, di far diventare questa lotta come propria da
chiunque lo volesse».
In questi anni, infatti, la lotta contro la Ederle-2, ma anche nei
confronti dell'esistente Caserma Ederle e delle altre strutture
militari, portata avanti dai diversi comitati popolari, è
divenuta uno dei punti centrali dell'opposizione alla guerra, anche
oltre i confini nazionali, nella consapevolezza di quanto fosse
difficile impedire un progetto militare legato alle strategie Usa e
Nato, ma pure con la determinazione di voler sviluppare e rafforzare la
resistenza contro la militarizzazione.
Da allora, dopo due ulteriori e ancor più grandi manifestazioni
nazionali, il clima di quelle settimane è cambiato, mentre si
avvicina il momento in cui l'avversato progetto si concretizzerà
con l'arrivo dei mezzi e del personale per l'avvio dei lavori di
costruzione della base, garantito dalle forze dell'ordine; i
protagonisti invece di essere i soggetti collettivi contrari a tale
progetto, tornano ad essere figure politiche ed istituzionali con le
loro logiche deprecabili e perdenti.
Infatti, dopo i pronunciamenti favorevoli al governo e alla base da
parte del Tar e del Consiglio di stato, sta prevalendo l'idea che di
fronte alla ragion di stato non si può che salvare il salvabile,
ossia che si ottengano almeno delle "compensazioni", come peraltro
aveva promesso anche il governo Prodi. A sostenerlo non è
soltanto Massimo Calearo, già presidente di Federmeccanica ed
ora onorevole del Pd, da sempre favorevole alla base Usa, ma anche il
sindaco Variati (Pd), promotore dello pseudo-referendum, e settori
avversi al Dal Molin. Dalla stampa locale, infatti, si apprende che
Variati ha incontrato i rappresentanti di tutte le forze politiche e
delle categorie economiche (compresi il Comitato del Sì al dal
Molin, le destre, la Lega Nord e la consigliera Bottene della lista
Vicenza Libera-No Dal Molin) «per lavorare tutti insieme sulle
compensazioni legate all'ampliamento della base americana». E,
dopo tale giro consultivo, il sindaco è andato a Roma ad
incontrare Letta e Veltroni, consegnando i risultati della
consultazione cittadina da lui sponsorizzata. In realtà
però il referendum autogestito si è rivelato, come
prevedibile, un boomerang democratico, nonostante la partecipazione di
24 mila vicentini; infatti il commissario straordinario del governo
Paolo Costa (anch'egli del Pd), ha avuto gioco facile nel sostenere
che: «i risultati sono coerenti con le mie attese. Ma fa piacere
vedere certificato, sebbene in maniera impropria, che il 72 per cento
dei vicentini non si oppone al rispetto degli impegni assunti
dall'Italia in sede internazionale con la decisione di ampliare la base
Usa a Vicenza. Adesso, in nome della democrazia garantita e garante
dello Stato di diritto, mi attendo che l'istituzione Comune riprenda un
cammino di leale collaborazione con le altre istituzioni dello
Stato».
Purtroppo nel momento più cruciale e delicato, la lotta dei
cittadini di Vicenza si trova prigioniera di non poche contraddizioni e
paga i metodi verticistici di decisione che hanno finito per prevalere
sulla gestione assembleare, le interferenze della sinistra
ex-parlamentare e le derive elettoralistiche spinte dai fautori
dell'Altro Comune, mentre a livello nazionale si constata una perdita
sia d'attenzione che di solidale appoggio nei confronti di una lotta
così importante e nata con presupposti senz'altro più
autentici e incisivi.
Uno spettacolo che non fa certo essere ottimisti, ma pur sempre modificabile dal volere e dall'agire collettivo.
K.A.S.