Umanità Nova, n.34 del 26 ottobre 2008, anno 88

informAzione


Poderi (GR): manifestazione sf/accende 

Nella estate appena trascorsa si è verificato un evento molto importante. A Poderi, un piccolo borgo nel cuore della Maremma toscana, un gruppo di amici di ApARTe°, Linda, Alessandro, Gianluca, Maurizio, Carlo e tanti altri, hanno dato il via, hanno acceso la Biennale prossima ventura. A titolo personale, un sentitissimo grazie agli organizzatori ed agli artisti/amici/compagni che hanno dedicato tempo ed energie per la perfetta riuscita della manifestazione. Cucina e vino, canti, musica, teatro, cinema e video, giochi, aquiloni ed aerostati, e tanti artisti distribuiti fra il FranchinoGarage e la Macchia del Prete, hanno reso viva e assai partecipata questa manifestazione che poteva nascere da un handicap che invece non c'è stato. Vicino a ferragosto, lontano dalla viabilità principale e dalla città, diverse centinaia di persone hanno vissuto questa esperienza importantissima sia sul piano politico che umano e artistico.
 Il Progetto ApARTe° è un percorso di libertà e di autonomia di scelte, che, nello spirito anarchico, permette a chiunque si riconosca in tale progetto, di agire in completa autogestione, nel rispetto dei principi di ApARTe°. ApARTe°, mai si sostituisce o indica percorsi o "sovrintende" a contesti locali nei quali si sviluppano dinamiche idealmente collegate al progetto. Chiunque (abbonato, aderente, ApARTista, simpatizzante ecc.) aderisce a detti principi, antiautoritari, autogestionari, contro il mercato dell'arte e senza eccessi di protagonismo, è libero di "rappresentare" ApARTe°, in piena e totale autonomia. Così accade da dieci anni, con decine di presentazioni e manifestazioni sviluppatesi in Italia ed all'estero, con tre (quasi quattro) Biennali, con sedici libri d'arte pubblicati, con gli allegati sonori, grafici, video ecc. La pratica della azione diretta e della autogestione, è esercizio di libertà e come tale difficile. Ma come anarchici e libertari non abbiamo altra strada che questa. Il risultato è stato eccezionale.

Alberto Ciampi, settembre 2008

Firenze: riunione vetrine

Il C.L.F. comunica al Coordinamento Vetrine che nella riunione del 11/10/08 sono stati discussi e analizzati abbondantemente i temi e i criteri della Vetrina e ha concordato sulla  reiterazione dell'impianto con alcuni correttivi che in seguito verranno meglio espressi.
Riassumendo sono stati dibattuti i seguenti argomenti:
· Data e luogo dello spazio per la 4° Vetrina
· Coinvolgimento Coordinamento Vetrine alla stesura del progetto della tre giorni
· All'interno di tale quadro il Coordinamento si attiverà per coinvolgere con mezzi e metodi da definire quelle realtà del movimento che maggiormente hanno operato e operano nelle tematiche che la Vetrina tenderà a sviluppare.
Quindi il progetto si articola in queste 3 fasi
1. individuazione di data, luogo, contesto
2. il Coordinamento Vetrine progetterà l'evento, il percorso e il coinvolgimento di componenti verso le quali il movimento si riferisce
3. con l'auspicato, fattivo intervento dei partecipanti alla manifestazione si dovrà tendere alla definizione dei dettagli del programma..
 Abbiamo avuto  come necessità quella di fissare il 1° punto. Nella riunione odierna si è stabilito quanto segue:
 la 4° Vetrina dell'Editoria Anarchica e Libertaria si svolgerà a Firenze al Teatro Sashall, via Fabrizio De André, (luogo in cui sono state tenute anche le 2° e 3° edizioni della Vetrina) nei giorni 12/13/14 settembre 2009 (da confermare) chiediamo   al contempo la maggiore diffusione possibile dell'informazione attraverso gli strumenti che i singoli partecipanti intenderanno porre in essere.
Ci scusiamo per la omessa o parziale conferma dell'incontro odierno, la riunione si è conclusa dandosi appuntamento per domenica 26/10/2008 in via dei Conciatori 2 Rosso, Firenze, ore 11.00.

Collettivo Libertario Fiorentino

Torino: via Cottolengo: antirazzisti 1 polizia 0

I blindati di polizia e carabinieri presidiano via Cottolengo sin dalle prime ore del mattino di domenica 19 ottobre. Per la seconda settimana consecutiva il mercato autogestito dagli immigrati è stretto d'assedio: nessuno osa aprire il banco. Il giorno precedente nella stessa zona 11 immigrati senza documenti erano incappati in una retata.
Quando i soliti antirazzisti si affacciano alla via, due solerti funzionari della Digos si avvicinano minacciando di trattarli come gli "altri": una candida ammissione che agli immigrati è riservato un trattamento "particolare".
Poco più tardi salta fuori un pallone e in mezzo a via Cottolengo cominciano i primi palleggi di riscaldamento. Alcuni ragazzi del quartiere si uniscono e la strada diventa subito più animata. Decisiva la discesa in campo dei professionisti della Federazione Internazionale di Calcio all'Alpino, che il sabato precedente aveva organizzato un torneo in piazza. In pochi minuti fanno la loro comparsa le porte, mentre due bombolette tracciano il campo in mezzo alla strada. Intorno alle prime due squadre che si sfidano, in pochi minuti si assiepano un paio di centinaia di immigrati. Una piccola folla. A questo punto polizia e carabinieri si allontanano in silenzio. Un po' di calci al pallone hanno reso ingestibile la piazza, suggerendo alla questura una tattica di prudente ripiegamento.
L'ultimo blindato ha appena svoltato l'angolo che arriva il primo banco di frutta e verdura, subito seguito da decine di altri. Il mercato è di nuovo al centro della vita di questo scampolo di città.
Il prossimo appuntamento è per domenica prossima in via Cottolengo. La partita continua.

R. Em.

Trento: no alla militarizzazione del territorio.

Dopo Vicenza e altre realtà, anche Trento si ribella alla costruzione della nuova base per l'esercito a Mattarello, periferia sud della città. Blocchi stradali, manifestazioni e proteste esprimono il rifiuto di una scelta decisa, come al solito, dall'alto senza alcuna consultazione della base.
Nell'ambito di un più ampio scambio di proprietà e di terreni fra lo Stato e la Provincia (che qui è molto potente e ricca), l'ente locale ha ceduto al ministero della difesa una vasta superficie destinata alla realizzazione di una nuova base militare. In cambio ha ottenuto i notevoli appezzamenti di terreno (per la costruzione del nuovo ospedale) finora occupati da alcune caserme. Va infatti precisato che da sempre Trento ha ospitato migliaia di soldati, via via ridotti nel tempo a causa delle mutate esigenze di difesa.
Molteplici i motivi del dissenso. Il timore – mai credibilmente smentito – che la base di Mattarello possa ospitare armi di distruzione di massa, il ritorno di una non gradita e consistente presenza dell'esercito, l'esproprio di terreni a forte vocazione agricola, il rischio di danni idrogeologici. Una operazione spacciata ufficialmente per una razionalizzazione dell'esercito in Trentino che tuttavia presenta non poche ragioni per opporsi.
E così hanno fatto il comitato spontaneo sorto nel quartiere, gli aderenti del centro sociale "Bruno" e il gruppo anarchico di Rovereto. Numerose le proteste organizzate fin dal momento in cui la notizia è trapelata sui mass media: dalle assemblee alla distribuzione di volantini, dai cortei per le vie della città ai presidi attuati per contrastare l'inizio dei lavori. Folta l'adesione da parte di una città solitamente addormentata, a dimostrazione che l'antimilitarismo è ancora diffuso e può rappresentare un ottimo veicolo per propagandare gli ideali antagonisti. Un segnale positivo, da cogliere al volo.

Paolo

Trieste: nuova sede per il Germinal

Compagne, compagni, gruppi che ci sostenete, amiche, amici alla fine ce l'abbiamo fatta: la casa per il Germinal, la nuova sede, l'abbiamo trovata!
E' un locale molto ampio al piano terra, poco lontano dal centro storico. E' proprio bello e permetterà a tutte e a tutti di esprimersi.
Dopo un anno intenso, stressante, concitato in cui ci siamo alternativamente depressi ed entusiasmati, incoraggiati e scontrati, insieme a voi abbiamo raggiunto l'obiettivo!
E via Mazzini 11?
A nove mesi dall'ingiunzione a lasciare i locali per la scadenza della locazione siamo ancora qui; abbiamo fatto un sacco di iniziative, solidarizzato con gli inquilini dello stabile anch'essi colpiti dallo sfratto e il 27 ottobre prossimo dovremo presentarci in tribunale per la convalida dello sfratto.
Al momento fervono le trattative per poter rimanere fino a quando non saranno finiti i lavori di ristrutturazione della nuova sede.
Abbiamo intrecciato il nostro percorso con MAG 6 (mutua autogestione)  di Reggio Emilia che, proprio quest'anno, ha festeggiato i primi 20 anni di attività nella finanza critica e solidale ed abbiamo ottenuto un prestito di 70.000 euro da restituirsi in 15 anni.
E' stato un incontro positivo che ci ha aperto nuove prospettive, che ci ha dato molta fiducia e che, unita alla solidarietà e al sostegno che tutte voi ci avete dimostrato ci aiuta ad affrontare i prossimi ostacoli.
Le nostra avventura continua perché rimane ancora molto lavoro da fare: ristrutturare lo spazio in modo da adattarlo alle nostre esigenze, adempiere a tutte le pratiche burocratiche, effettuare il trasloco da via Mazzini 11 ed affrontare il tribunale.
Ci serve ancora sostegno economico, pratico, psicopolitico; ci servono competenze specifiche (geometri, idraulici, muratori ecc).
Confidiamo di poter contare su tutte e tutti voi.

Un abbraccio fraterno

I compagni e le compagne del Gruppo Anarchico Germinal e del Centro Studi Libertari
gruppoanarchicogerminal@hotmail.com
www.germinalts.noblogs.org
Orari sede di via Mazzini 11: martedì 19-21 e giovedì 18.30-21
Tel.040/368096

Coordinate per le sottoscrizioni e i prestiti:
C.c.p. 16525347 intestato a Germinal – Via Mazzini 11 34121 Trieste
   IBAN: IT 55 I 07601 02200 000016525347
E' importante specificare la causale "GERMINAL CERCA CASA"

Vicenza: una sconcertante concertazione

Sono trascorsi quasi tre anni dalla prima manifestazione nazionale contro il Dal Molin, tenutasi a Vicenza il 2 dicembre 2006. Nel documento con cui venne allora indetta dall'Assemblea permanente cittadina contro la nuova base militare si poteva leggere: «Un movimento che, dal basso e in maniera del tutto autonoma, si è sollevato, ha organizzato una resistenza potente a questo progetto, aprendo una contraddizione enorme alla politica "ufficiale", quella dei partiti, di centrodestra e centrosinistra (…) Questo movimento si è allargato proprio perché ha prodotto, nell'immaginario collettivo, l'idea che resistere a questo scempio fosse possibile, nonostante le enormi difficoltà e le pressioni messe in atto da chi vorrebbe speculare e far colare centinaia di migliaia di metri quadri di cemento, o da chi pensa che la guerra e le sue basi siano un modo come un altro per guadagnare soldi, e vede nelle caserme l'unico sistema per esportare democrazia e pace. Questo intreccio forte ha permesso al movimento vicentino di espandere il proprio consenso anche oltre i confini locali, di far diventare questa lotta come propria da chiunque lo volesse».
In questi anni, infatti, la lotta contro la Ederle-2, ma anche nei confronti dell'esistente Caserma Ederle e delle altre strutture militari, portata avanti dai diversi comitati popolari, è divenuta uno dei punti centrali dell'opposizione alla guerra, anche oltre i confini nazionali, nella consapevolezza di quanto fosse difficile impedire un progetto militare legato alle strategie Usa e Nato, ma pure con la determinazione di voler sviluppare e rafforzare la resistenza contro la militarizzazione.
Da allora, dopo due ulteriori e ancor più grandi manifestazioni nazionali, il clima di quelle settimane è cambiato, mentre si avvicina il momento in cui l'avversato progetto si concretizzerà con l'arrivo dei mezzi e del personale per l'avvio dei lavori di costruzione della base, garantito dalle forze dell'ordine; i protagonisti invece di essere i soggetti collettivi contrari a tale progetto, tornano ad essere figure politiche ed istituzionali con le loro logiche deprecabili e perdenti.
Infatti, dopo i pronunciamenti favorevoli al governo e alla base da parte del Tar e del Consiglio di stato, sta prevalendo l'idea che di fronte alla ragion di stato non si può che salvare il salvabile, ossia che si ottengano almeno delle "compensazioni", come peraltro aveva promesso anche il governo Prodi. A sostenerlo non è soltanto Massimo Calearo, già presidente di Federmeccanica ed ora onorevole del Pd, da sempre favorevole alla base Usa, ma anche il sindaco Variati (Pd), promotore dello pseudo-referendum, e settori avversi al Dal Molin. Dalla stampa locale, infatti, si apprende che Variati ha incontrato i rappresentanti di tutte le forze politiche e delle categorie economiche (compresi il Comitato del Sì al dal Molin, le destre, la Lega Nord e la consigliera Bottene della lista Vicenza Libera-No Dal Molin) «per lavorare tutti insieme sulle compensazioni legate all'ampliamento della base americana». E, dopo tale giro consultivo, il sindaco è andato a Roma ad incontrare Letta e Veltroni, consegnando i risultati della consultazione cittadina da lui sponsorizzata. In realtà però il referendum autogestito si è rivelato, come prevedibile, un boomerang democratico, nonostante la partecipazione di 24 mila vicentini; infatti il commissario straordinario del governo Paolo Costa (anch'egli del Pd), ha avuto gioco facile nel sostenere che: «i risultati sono coerenti con le mie attese. Ma fa piacere vedere certificato, sebbene in maniera impropria, che il 72 per cento dei vicentini non si oppone al rispetto degli impegni assunti dall'Italia in sede internazionale con la decisione di ampliare la base Usa a Vicenza. Adesso, in nome della democrazia garantita e garante dello Stato di diritto, mi attendo che l'istituzione Comune riprenda un cammino di leale collaborazione con le altre istituzioni dello Stato».
Purtroppo nel momento più cruciale e delicato, la lotta dei cittadini di Vicenza si trova prigioniera di non poche contraddizioni e paga i metodi verticistici di decisione che hanno finito per prevalere sulla gestione assembleare, le interferenze della sinistra ex-parlamentare e le derive elettoralistiche spinte dai fautori dell'Altro Comune, mentre a livello nazionale si constata una perdita sia d'attenzione che di solidale appoggio nei confronti di una lotta così importante e nata con presupposti senz'altro più autentici e incisivi.
Uno spettacolo che non fa certo essere ottimisti, ma pur sempre modificabile dal volere e dall'agire collettivo.

K.A.S.



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